Il Cantico delle Creature di San Francesco, il primo testo letterario in lingua volgare italiana (1224). Cosa intendiamo per lingua volgare? (TRAME B, p. 305)
Cosa intendiamo per lingua volgare e per volgari Cosa intendiamo per lingua volgare e per volgari? Che rapporto c’è con il latino?
Cosa vedi?
Che cosa è successo?
Cos’è successo dal punto di vista linguistico? La divisione del Sacro Romano Impero dopo la morte di Carlo Magno (843, trattato di Verdun)
Il volgare,ossia quello che a partire dal VI sec Il volgare,ossia quello che a partire dal VI sec. circa si definisce come lingua parlata dal popolo (vulgus) non è altri che la continuazione e l’evoluzione del sermo rusticus, vale a dire del latino parlato in contesti familiari. Da questo latino derivano le lingue neolatine, che nel Medioevo si chiamano appunto volgari, cioè lingue parlate, usate prevalentemente dal popolo in contesti orali, scritte solo in una fase successiva e approdate all’uso letterario molto tardi (in Italia nel 1200).
1.Per “volgare” intendiamo la lingua parlata dal vulgus, cioè dal popolo. 2.Essa discende direttamente dal latino parlato, dal cosiddetto sermo rusticus. 3.E’ una evoluzione del latino parlato che assume forme e strutture diverse nei diversi territori europei che conobbero la dominazione romana. 4.Il volgare si sostituisce gradualmente al latino classico nell’uso quotidiano a partire più o meno dal IV secolo d.C. con la progressiva dissoluzione delle istituzioni politiche (il potere dell’imperatore) e culturali (scomparsa delle istituzioni scolastiche) dell’impero romano.
I primissimi documenti scritti in lingua volgare risalgono più o meno all’VIII secolo. Ne abbiamo visti due. Quali?
Graffito della catacomba di Commodilla (Roma, VII-VIII sec. ) Quali sono le principali trasformazioni nel passaggio dal latino al volgare? Dal punto di vista fonetico il fenomeno più evidente è il betacismo, passaggio da V a B, tipico Della parlata romana (così come il raddoppiamento). Dal punto di vista morfosintattico: il neutro Non viene percepito come tale, uso di ille in funzione di articolo, non con valore dimostrativo. Volgare:non dicere ille secrita a b boce Latino: noli dicere illa secreta ad vocem
L’indovinello veronese: un altro esempio di testo in lingua volgare Trame B p. 307
Et albo versorio teneba Et negro semen seminaba. Qual è il testo in volgare? Qual è il testo in latino? Quali sono le trasformazioni più evidenti nel passaggio dal latino al volgare? Se pareba boves Alba pratalia araba Et albo versorio teneba Et negro semen seminaba. Sibi parabat boves Alba prata arabat et album aratrum tenebat et nigrum semen serebat. Dal punto di vista fonetico: caduta della t finale nelle forme all’imperfetto; caduta della m finale nelle forme all’accusativo e apertura della u in o (albo versorio vs. album aratrum); la i di niger diventa e (apertura); parare / parere Dal punto di vista lessicale: pratalia /prata; versorium / aratrum; semino/are vs sero, serere. Dal punto di vista morfosintattico, uso di se invece di sibi.
È stato scritto su un codice realizzato in Spagna all’inizio dell’VIII secolo, approdato già in epoca antica a Verona. 2.Su una pagina del codice, in alto e in basso, sono state aggiunte due note o postille in scrittura corsiva (le tre righe più scure nella parte alta: sono frasi posteriori alla scrittura del codice). Sono poste sopra una ruota in cui compare, fra l’altro, il disegno di un diavolo dalla lunga lingua). È stato scritto da uno studioso o da un copista; l’indovinello allude infatti all’atto della scrittura: bianca è la pagina, nero è l’inchiostro, la penna è come un aratro, le dita sono simili ai buoi che tirano l’aratro medesimo. 1.Su quale supporto è stato scritto il testo dell’indovinello? 2.In che punto? 3.Con quale tipo di scrittura? 4.Da chi è stato scritto? 5.Perché è un indovinello?
Placito capuano (960) Perché placito? Nel medioevo, sentenza data da un’autorità giudiziaria; per estens., il documento che ne conserva il testo: p. cassinesi, documenti del sec. 10°, di natura giuridica, conservati nell’archivio della badia di Montecassino, scritti in latino ma con singole frasi in volgare italiano, considerati i più antichi documenti in cui la nuova lingua è consapevolmente usata come tale, distinta dal latino e ad esso contrapposta.
caratteristiche principali (vv.1-11). Proviamo ora ad analizzare il volgare usato da san Francesco nella composizione del Cantico e cerchiamo di definirne le caratteristiche principali (vv.1-11).
Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfano et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’ mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.lle.
Il primo testo della letteratura italiana in volgare, non in latino VOLGARE “ILLUSTRE” 1.Forme del volgare umbro Altissimu, celu iorno 2.Forme latineggianti solo nella grafia Cum, honore, et, ad te 3.Termini derivanti dal latino Clarite (da clarus, benedictione, significatione) 4.Termini di origine “francese” Mentovare
1. Che volgare è quello del Cantico. 2 1.Che volgare è quello del Cantico? 2.È il volgare dei primi documenti scritti (semplice trascrizione del parlato) o è una lingua elaborata, frutto della combinazione di più elementi (una base “volgare” costituita dal volgare umbro, impreziosita da latinismi e da provenzalismi) adatta alla solennità del testo?
Il Cantico è l’unico testo scritto in volgare umbro da Francesco, che utilizzò per tutti gli altri suoi scritti il latino. A cosa si deve secondo te la preferenza accordata al volgare rispetto al latino?
La scelta del volgare rivela la volontà, da parte di Francesco di estendere questo tipo di predicazione (in forma di lode) anche al popolo dei fedeli, popolani e illetterati, che dovevano essere messi in grado di capire, senza fraintendimenti, il contenuto del messaggio religioso.
Dicotomia linguistica Per molti secoli in Italia si assiste a questa “dicotomia” linguistica (fino al 1200) Dicotomia linguistica Latino, lingua della cultura ufficiale, lingua della Chiesa Parlata (nei monasteri, nelle corti, in contesti ufficiali) Scritta (conservazione delle opere dei classici, produzione letteraria in latino) Volgare, lingua del popolo, usata nella comunicazione quotidiana Perlopiù parlata; l’uso scritto è limitato per molto tempo all’ambito tecnico-giuridico. Dicotomia = scissione, frattura
Perché dunque il Cantico delle Creature è importante dal punto di vista della storia della lingua italiana?
a)Perché rappresenta il primo esempio di uso del volgare (della lingua parlata, conosciuta e compresa da tutti) per la composizione di un testo letterario. b)Ovviamente non si tratta del volgare parlato in contesti familiari, ma di una lingua intessuta di reminescenze latine e bibliche, una lingua alta, illustre, adatta per la letteratura.
Spiega le seguenti espressioni a)codificare una lingua media; Trame B, p. 315 (Il significante), a proposito del volgare adottato da San Francesco “Si tratta di un volgare privo di sfumature propriamente dialettali, che rivela lo sforzo di codificare una lingua media, diversa dal latino ma non piattamente modellata sul vernacolo”. Spiega le seguenti espressioni a)codificare una lingua media; b)non piattamente modellata sul vernacolo. Codificare una lingua media: creare una lingua di uso corrente, ma non legata a contesti colloquiali familiari, con un suo ordine interno, una sua sistematicità; Non piattamente modellata sul vernacolo: una lingua che non sia troppo vicina all’uso dialettale (vernacolo = Parlata caratteristica di un centro o di una zona limitata. Si contrappone a lingua ed è distinto da dialetto, rispetto al quale è più popolare e locale)
3.Perché, nonostante secoli di distanza, Il Cantico delle Creature risulta per noi ancora facilmente comprensibile?
Prologo delle Canterbury Tales di G.Chaucer (XIV sec.) To inform you of the state of every one Of all of these, as it appeared to me, And who they were, and what was their degree, And even how arrayed there at the inn; And with a knight thus will I first begin. To telle yow al the condicioun Of ech of hem, so as it semed me, And whiche they weren, and of what degree, And eek in what array that they were inne, And at a knyght than wol I first bigynne. Middle English (= inglese medievale); modern English
Proemio della Chanson de Roland (seconda metà dell’XI secolo) in francese antico (lingua d’oil) Carles li reis, nostre emper[er]e magnes Set anz tuz pleins ad estet en Espaigne : Tresqu’en la mer cunquist la tere altaigne. N’i ad castel ki devant lui remaigne ; Mur ne citet n’i est remes a fraindre, Fors Sarraguce, ki est en une muntaigne. Li reis Marsilie la tient, ki Deu nen aimet ; Mahumet sert e Apollin recleimet : Nes poet guarder que mals ne l’i ateignet. La lingua d'oil è una lingua romanza medievale derivante dal gallo-romano; è la lingua da cui si è sviluppata nel corso dei secoli l'attuale lingua francese, imposta come lingua ufficiale dell'antica Gallia. L'occitano o lingua d'oc (in originale: occitan, lenga d'òc), detta anche provenzale, è una lingua romanza.[2][3] È parlata in Occitania (vasta regione storica comprendente gran parte del sud della Francia, la catalana Val d'Aran in Spagna, le Valli Occitane in Italia e il Principato di Monaco[4]). Esiste anche un'isola linguistica in Calabria, a Guardia Piemontese, nel Cosentino
Incipit della Divina Commedia, incipit del Decamerone Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Comincia la prima giornata del Decameron, nella quale dopo la dimostrazione fatta dall’autore, per che cagione avvenisse di doversi quelle persone, che appresso si mostrano, ragionare a ragionare insieme, sotto il reggimento di Pampinea si ragiona di quello che più aggrada a ciascheduno.
Perché, nonostante secoli di distanza, Il Cantico delle Creature, la Divina Commedia, il Decamerone, opere scritte tra il XIII e il XIV secolo risultano per noi ancora facilmente comprensibili?
Fino alla prima metà del 1900, l’italiano (la lingua che parliamo correntemente) è stata una lingua usata quasi esclusivamente per la produzione di testi letterari o tecnico-burocratici (testi scritti, non orali).
-Nonostante la naturale evoluzione e l’apporto di altre lingue (arabo, greco, germanico, francese), il nucleo essenziale di tale lingua non ha subito grandi mutamenti. -Esso è costituito dal volgare fiorentino, cioè dal volgare parlato e scritto a Firenze nel 1200-1300 (la lingua di Dante e di Boccaccio).
Paradossalmente, ancora oggi, utilizziamo almeno l’80% delle parole usate da Dante, Boccaccio, Petrarca, Leopardi, Manzoni and so on, cioè da autori della nostra letteratura. Per questo, a differenza di quanto accade per gli studenti inglesi con Chaucer (o Shakespeare) e per i vostri coetanei francesi con la Chanson de Roland, l’accesso ai testi letterari più antichi è per noi più agevole (perché la lingua è sostanzialmente la stessa).
Per sabato 28/04 1)Rispondi al questionario in fotocopia. 2)Riguarda i concetti di letteratura delle origini, di contesto e di genere letterario. 3)Studia il passaggio dal latino al volgare (primi documenti in lingua volgare, il volgare del Cantico delle Creature).