MARCO... DOV'E' IL RISPETTO?.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
INTERVISTA A MARIA MONTESSORI.
Advertisements

Anna andò a scuola pur non sentendosi abbastanza bene
C’era una volta un bambino di nome Michele , era un bambino intelligente ,simpatico e molto sveglio anche troppo !!!! Vi chiederete il perché, allora.
Il piccolo principe.
L'AVVENTURA DI CAROLINA
SAN PIETRO APOSTOLO.
Questa è la storia di due fratelli che vissero insieme d’amore e d’accordo per molti anni. Vivevano in cascine separate, ma un giorno…
QUELLE DUE.
Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Carla in un bar per prendere un caffè.
ARIANNA LEGGI LA STORIA I PERSONAGGI.
Piccole strategie di apprendimento
Il piccolo principe e la volpe
In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote che si recasse a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto.
A rapporto!.
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA
Il mio anniversario Questo anno
Dialogando con il Padre nostro.
R O B.
Per te … tutto il bene del mio cuore!.
TU SEI SPECIALE.
Questa è la storia di due fratelli che vissero insieme d’amore e d’accordo per molti anni. Vivevano vicini, in cascine separate, ma un giorno…
IL MIO COMPLEANNO QUEST’ ANNO
Un gruppo di venditori furono ad un Convegno di Vendita. Tutti avevano promesso alle proprie spose che sarebbero arrivati in tempo per la cena il venerdi.
Il mio compleanno.
IL BAMBINO E IL CUCCIOLO
Uscire con un altra donna
Rob è il tipo di persona che ti fa piacere odiare:
IL SILENZIO DI DIO Racconta un’antica leggenda norvegese di un uomo chiamato Haakon che viveva in un eremo dove invitava la gente a pregare con molta devozione.

Iniziò tutto quel giorno, un giorno semplicissimo di dicembre, incasinato come tutti gli altri… chi l’avrebbe mai detto che da quel giorno sarebbe cambiata.
Un giorno…...
Dedica due minuti della tua vita a questa lettura, è molto bella..
Routine.
FESTA DI COMPLEANNO.
Vera fuga Non avevo sonno, non avevo voglia
Leo Buscaglia - Mi piace pensare -
...Una storia d’amore e di aiuto reciproco
Io sono con voi!.
tratto da "Il piccolo principe" scritto da Antoine de Saint-Exupéry
SPESSO MI CHIEDO.
Forse Dio vuole....
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA
In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato.
Rob è il tipo di persona che ti fa piacere odiare:
Col passare degli anni perdiamo l’innocenza, che altro non è che la saggezza che ci ha regalato Dio.
Così ridono in Brasile Si ringrazia per la collaborazioe l’amico João Mestriner – Pirangi SP Traduzione dal Portoghese : ITALBIT by Vittorio.
LA SEDIA In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era.
Quando l’amore non fa miracoli
Un gruppo di venditori americani furono invitati ad un Convegno.
Evangelizzare col cuore Un episodio importante per me è accaduto in Giappone. C’era una famigliola in alta montagna che mi fece sapere tramite l’insegnante.
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA di Paulo Coelho.
Caro papà… lo sai papà che quasi mi mettevo a piangere dalla vergogna quando ti ho visto urlare dalle tribune contro l’arbitro? Io non ti avevo mai visto.
RACCOLTA DI POESIE CATARTICHE
terminó un pò più tardi del previsto,
Ma tu resta qui con me Questa preghiera che vi dono è frutto della mia immaginazione. Una sera prima di partire per il Messico quasi per inerzia incomincia.
"Un uomo può essere padre, ma ci vuole una persona speciale per essere papà."
LO SPECCHIO.
Questa mattina mi sono svegliato e mi sono sentito così riposato… Era da tanto che non mi sentivo così bene…
Il mio compleanno. Il mio compleanno In questi giorni le persone fanno molte spese. Come sai, sta arrivando di nuovo la data del mio compleanno. Tutti.
Era natale natale. Ciao mi chiamo Marzi vengo dall’area 151, mi sento un po’ disorientato … Normale, non sono di questa terra. Ma ditemi… La vita è sempre.
Un giorno:.
Routine
R O B.
Con un angelo accanto Dedicata agli amici del web
Ciao Marco! Che stai facendo?
Quando mi corico la sera
Quattro settimane per prepararsi alla nascita di Gesù
UN LAVORO A CURA DI: De Santis Marika, De Santis Eleonora, Carnevale Alessia, Grimaldi Denise, Sirolli Cristiana e Silvia Nardoni CLASSE II A ISTITUTO.
IL FIGLIO MORTO Sally balzò dalla sedia quando vide uscire il chirurgo. Gli domandò: «Come sta il mio piccolo? Si riprenderà? Quando lo potrò vedere?»
Transcript della presentazione:

MARCO... DOV'E' IL RISPETTO?

C’era una volta un bambino di nome Marco che frequentava la classe 3^ C’era una volta un bambino di nome Marco che frequentava la classe 3^. Marco era un allievo un po’ birichino e disobbediente. Alcune volte quando la maestra spiegava lanciava degli aeroplanini di carta.

Anche i suoi compagni erano infastiditi dal suo comportamento e spesso gli dicevano di smetterla, ma lui, indisturbato continuava.

Oltre agli aeroplanini, Marco si esercitava in classe … con la fionda Oltre agli aeroplanini, Marco si esercitava in classe … con la fionda! La sua intenzione era quella di beccare la maestra.

L’ allievo birichino voleva infatti attirare la sua attenzione perché avrebbe voluto averla tutta per sé e non dividerla con il resto della classe .

Un giorno, a furia di esercitarsi con la fionda, beccò la maestra direttamente sul naso, che nel giro di qualche secondo divenne rosso come un peperone e si gonfiò come un’anguria!

La maestra, in preda a un terribile dolore, esclamò: “Questa la rivedrai alla fine dello anno!” e così dicendo mise la fionda nel cassetto della cattedra e lo chiuse a chiave.

chiave e vide che la sistemava con cura nella sua Marco, che era un bambino assai sveglio, osservò con molta attenzione dove la maestra riponeva la chiave e vide che la sistemava con cura nella sua borsetta rossa.

Malgrado fosse parecchio malconcia, la maestra proseguì e terminò la lezione, mentre Marco trascorse il tempo a pensare a come poter recuperare la preziosa chiave che avrebbe aperto il cassetto della cattedra. Era infatti deciso a riprendersi la sua fionda.

All’uscita della scuola, quatto quatto e velocissimo Marco si nascose dentro il baule della macchina della maestra: se fosse stato necessario sarebbe andato anche in capo al mondo pur di mettere le mani sulla borsetta rossa!

La maestra salì in macchina, partì e dopo poco tempo l’auto si fermò: erano arrivati a casa.

“Attila? Dove sei , micino?” disse la maestra. “Ma allora ha un gatto” pensò Marco rinchiuso nel buio cofano. “Io adoro i gatti e sono un loro grande amico!” pensava sfregandosi le mani e architettando già un piano.

Dopo qualche secondo…bum Dopo qualche secondo…bum! Si chiuse la porta di casa e Marco cominciò a richiamare in “miagolese” Attila.

“Miao, miao, uou, uau!” che in miagolese significa “Ti prego caro gattino, mi hanno imprigionato nel baule di questa macchina, liberami per favore!”

Al richiamo di un suo simile Attila, che aveva il nome di un condottiero feroce ma l’animo buonissimo, rispose: “ Miiiau! Au au, meu? Miau, miau, miau!” che in miagolese vuol dire “Ma povero compare! Chi è stato? Adesso ti libero io!” e così dicendo usò i suoi lunghi artigli affilati per aprire la serratura del baule.

Immaginate la sorpresa del povero Attila quando vide uscire dal baule…un bambino!

“Meeeu?” (Cosa?) “Non spaventarti Attila, sono tuo amico ed ho bisogno del tuo aiuto!” e in pochi miagolii, in miagolese, raccontò al gatto la sua storia.

“Miuu…” (povero amico mio “Miuu…” (povero amico mio!) iniziò a piangere Attila, poi, tirando un po’ su col naso e asciugandosi le lacrime: “ Meau!” ( ti aiuterò io!) disse Attila.

secondaria e con un balzo “felino” entrarono Il gatto assunse un’aria molto astuta e indicò a Marco di seguirlo. Arrivarono davanti all’ entrata secondaria e con un balzo “felino” entrarono silenziosamente in casa.

Attila condusse Marco nella stanza dove la maestra aveva posato la borsa e …sorpresa delle sorprese …la stanza era tutta piena di borsette rosse! La maestra infatti, come secondo lavoro, aiutava una sua amica a vendere borse e le era appena arrivato un carico di borse nuove.

Marco era sbalordito e scioccato, tanto che svenne!

Sentendo un tonfo così forte la maestra corse a veder cosa stava succedendo. Appena entrata nella stanza: “Ah!” gridò a squarciagola e accorgendosi che era un suo allievo proseguì: “ Marco? Che ci fai tu qui?”. Marco, rinvenuto a causa dell’urlo della maestra, rispose: “Mm…mm…” cercando una scusa valida ma non ne trovò nessuna. “Ti ho insegnato a dire sempre la verità. Ti ho spiegato che se si è onesti si può dire a chiunque qualsiasi cosa”. Marco si sentiva dispiaciuto e in colpa per non aver detto subito la verità e per essere entrato in casa della maestra senza il suo permesso.

“Cosa c’è che non va Marco “Cosa c’è che non va Marco?” Marco con gli occhi pieni di lacrime confessa: “La verità, maestra, è che io tiro con la fionda verso di te perché voglio avere la tua attenzione e sono geloso dei miei compagni!” e così dicendo scoppia a piangere.

La maestra lo abbraccia affettuosamente e dice: “Ed era necessario farmi diventare il naso come un pomodoro? Bastava dirmelo!”e così dicendo lo consola. “Io sono la maestra di tutti i miei bambini e non solo la tua. Devi imparare a rispettare tutto e tutti. Si rispetta la vita privata delle persone e se vuoi andare a casa di qualcuno devi chiederlo, non introdurti senza permesso.”

“Per nessun motivo si usa la violenza e non si portano oggetti pericolosi a scuola, tu lo sai! E sai che potevi rischiare di fare molto male anche ai tuoi compagni”.

“Hai ragione maestra … e non è l’unico danno che ho combinato oggi “Hai ragione maestra … e non è l’unico danno che ho combinato oggi!” prosegue Marco. “Che altro hai combinato?” chiede la maestra preoccupata. “Ecco … hai presente il baule della tua macchina? Diciamo che è stato scassinato..” “Come scassinato?” esclamò la maestra coi capelli tutti dritti e il naso ancora rosso come un pomodoro.

Marco disse tutta la verità perché aveva imparato che rispettare una persona voleva dire essere sempre sinceri.

La maestra apprezzò molto la sincerità di Marco e gli disse: “Vedo che hai imparato a rispettare tutto e tutti. Credo sia giusto ridarti la tua fionda. Domani a scuola te la restituirò”.

“ Ed io la poserò a casa e non la porterò più a scuola” continuò Marco.

Era quasi ora di merenda Era quasi ora di merenda. La maestra propose “Ti va un buon the con i biscotti?”. “Uahu !Ma che idea fantastica!” rispose Marco felice.

La maestra preparò the e biscotti, si sedettero comodamente sul divano e fecero merenda.

“Beh stavolta mi hai tutta per te. ” disse la maestra ridendo. “Eh già “Beh stavolta mi hai tutta per te!” disse la maestra ridendo. “Eh già..” disse Marco con le labbra piene di briciole di biscotti. E spalancò un largo sorriso.