FILOLOGIA ROMANZA 2014-2015.

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Transcript della presentazione:

FILOLOGIA ROMANZA 2014-2015

Programma A. Limentani & M. Infurna, L’epica romanza nel Medioevo, Bologna, il Mulino, 2007. A. Limentani, “Cultura francese e provenzale a Venezia nei secoli XIII e XIV”, in Id., L’Entrée d’Espagne e i signori d’Italia, Padova, Antenore, 1992, pp. 331-357. La Canzone di Orlando, a cura di M. Bensi, Milano, Rizzoli (BUR), 1985. Daurel e Beton, a cura di C. Lee, Milano-Trento, Luni, 2000 (“Biblioteca medievale” 19) Buovo d’Antona, a cura di D. Delcorno Branca, Roma, Carocci, 2008 (“Biblioteca medievale” 118) C. Lee & S. Galano, Introduzione alla linguistica romanza, Roma, Carocci, 2005.

Non frequentanti Studenti non frequentanti porteranno anche: A. Varvaro, “L’esperienza epica”, in Id., Letterature romanze del Medioevo, Bologna, il Mulino, 1985, pp. 215-264

Orario Martedi 10.30-12.30 aula 6 Giovedi 12.30-14.30 aula 6 Venerdi 10.30-12.30 aula ex-centro stampa

Che cos’è la filologia romanza? Disciplina che, mediante l’analisi linguistica e la critica testuale, mira alla ricostruzione e alla corretta interpretazione di testi e documenti scritti (GRADIT)

Filologia Filologia = “amore per le parole” dunque studio delle parole, cioè dei testi. testi antichi - non classici, per i quali si parla anche di filologia, ma medievali. Testi che pongono problemi per quanto riguarda la questione di una restituzione corretta. Cfr. testi moderni con diverse versioni (Manzoni, Flaubert): l’editore deve decidere quale fossero le ultime volontà dell’autore.

Canzoniere occitano G – Italia sec. XIII

Canzoniere occitano I – Italia sec. XIII-XIV

Canzoniere occitano B – Provenza sec. XIII

Romanzo di Jaufre – Francia meridionale sec. XIII

Li Fet des Romains, Napoli 1324-31c.

Chanson de Roland Oxford, Bodleian Library, Digby 23

Chanson de Guillaume British Library, Additional 38663

Daurel e Beton Paris, BnF fr 4232 – ‘manuscrit Didot’

Il filologo Lavoro del filologo – tentare di risalire alla lettera del testo originale. Studio dei manoscritti - per interpretare le singole versioni (paleografia) e tentare di capire i rapporti tra le versioni per risalire all’originale.

competenze Storia della lingua – per capire qual è l’apporto dell’autore e quale quello del copista. Copista modernizza e cambia dialetto. Storia della letteratura (e della cultura) - per una corretta interpretazione di un’opera è necessario conoscere la letteratura e la cultura diel tempo. Gli autori seguono criteri (tradizione, formule, registri, stili) dettati dal genere.

Filologia romanza Lingue romanze o neolatine. Derivate dal latino. romanzo deriva dall’avverbio romanice, romanice loqui v. latine loqui, “parlare in volgare (al modo dei romani)” v. “parlare latino”. romanice > fr. romanz da cui it. romanzo.

Principali lingue romanze Da est a ovest balcanoromanzo: romeno, dalmatico italoromanzo: italiano, sardo retoromanzo (romanzo alpino): friulano, ladino, romancio galloromanzo: francese, francoprovenzale, occitano iberoromanzo: catalano, spagnolo (castigliano), portoghese  

Le lingue romanze in Europa

Come e quando si cominciarono a usare le lingue romanze? Latino - unica lingua veicolo di cultura scritta dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente (425 d.C.) fino all’epoca di Carlomagno (ottavo-nono secolo: incoronato a Roma nel 800).

Primo documento romanzo Primo documento scritto in una lingua romanza: Giuramenti di Strasburgo - trascrizione del testo del giuramento del 842 tra i nipoti di Carlomagno, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo contro Lotario. Lingua – galloromanza: francese o forse occitano; ricalca il latino giuridico. Esigenza di fedeltà.

Primo testo letterario Primo testo letterario romanzo ancora francese: Sequenza di Sant’Eulalia - 881 circa, testo agiografico (vita di santo), ‘traduzione’ dal latino latino. Esigenza di far capire la storia a una congregazione di fedeli che non capiva più il latino.

Latino/romanzo Primi testi romanzi quando si sviluppa la coscienza che le lingue romanze erano diverse dal latino. Importanza della corte carolingia. Si parlava prevalentemente una lingua germanica, ma la lingua di cultura era il latino. Differenza latino/vernacolare diventa chiara anche per la varietà romanza (altrove - Italia, per esempio - tale differenza meno chiara).

Perché il latino? Latino lingua della Chiesa a prescindere se il popolo parlava varietà romanza, germanica o celtica. Migliori ‘conoscenti’ del latino all’epoca carolingia erano monaci irlandesi e inglesi, poi impiegati da Carlomagno per riformare il latino.

latino medievale – varietà non identica al latino classico, divenne la lingua dei ceti acculturati per tutto il Medioevo. Situazione di diglossia, come lo definiscono i sociolinguisti: varietà alta - latino, e bassa - lingua romanza.

La Scuola Latino anche lingua della scuola gestita dalla Chiesa. Solo in Italia scuole laiche (giurisprudenza a Bologna - prima Università d’Europa: 1180-1220; scuole per mercanti in Toscana). Università di Parigi (1180-1210) fondazione religiosa, legata alla Scuola della Cattedrale di Notre Dame, specializzata in teologia. Studenti (tutti uomini) erano chierici - ordini minori. Così clerc ‘chierico’ = ‘studente’ o ‘intellettuale’.

Organizzazione della scuola Praticamente uguale in tutta Europa. Fondata su modelli che risalivano in ultima analisi all’Antichità classica. Si basava sull’insegnamento delle arti liberali: trivio: grammatica, retorica, dialettica, e quadrivio: aritmetica, geometria, astronomia, musica.

Le lezioni Lezioni: lettura e memorizzazione dei testi degli auctores Autori latini, cristiani o pagani – modelli di lingua, stile, contenuti, ecc. Sempre gli stessi: Ars maior, Ars minor di Donato, i Disticha catonis, Esopo in latino, Sedulio, Prudenzio, Boezio, ma anche Cicerone, Virgilio, Stazio, Sallustio, Ovidio. Uniformità della cultura di base influenzò la letteratura, anche volgare.

Cultura alta dell’Europa medievale era internazionale Cultura alta dell’Europa medievale era internazionale. Le frontiere nazionali non costituivano delle barriere linguistiche e la conoscenza non cambiava da paese a paese. Studenti e maestri viaggiavano da una paese all’altro per seguire gli insegnamenti che più li interessavano.

Si può parlare di una Comunità di intellettuali, accomunati dalla conoscenza della cultura latina. Il modello della ‘comunità latina’ poteva generare altri modelli laddove si formò un gruppo di persone unito da esigenze e aspirazioni simili.

La Corte Luogo che raccoglieva persone legate da aspirazioni simili. Corti dei grandi signori feudali – luogo di irradiazione di cultura laica (ma mai totalmente indipendente dalla Chiesa) e di conseguenza volgare: non tutti a corte erano stati a scuola per imparare il latino.

Quali corti? Quasi tutti i primi testi narrativi della tradizione francese, esclusi quelli più antichi come la Sequenza di Sant’Eulalia, che era però anche un prodotto di una corte ‘germanica’, quella di Carlo il Calvo, provengono dall’Inghilterra, inclusa la Chanson de Roland e la Chanson de Guillaume.

Prima letteratura in francese Conquista normanna nel 1066 fatta da Guglielmo il Conquistatore. Importò il francese – anglonormanno - parlato per almeno due secoli dalla nobiltà. Francese percepito come lingua distinta rispetto all’inglese, mentre in Francia era solo uno tra diversi dialetti romanzi simili senza forma scritta.

Tradizione anglosassone aveva letteratura epica in forma scritta - Beowulf (secolo X). Di conseguenza fissazione per iscritto anche dei testi epici francesi, che si presume erano già in circolazione orale all’epoca. Più antico manoscritto della Chanson de Roland: Oxford, Bodleian Library, Digby 23, copiato in Inghilterra.

Cultura a corte Pubblico di corte non sempre ‘letterato’, non conosceva il latino, ma apprezzava l’ascolto di testi in francese. Abitudine a commissionare testi da parte di nobili, anche di donne, per esempio Adele di Lovanio, moglie di Enrico I, segno di formazione di comunità di fruitori della letteratura distinta dalla comunità dei letterati. La corte o le corti diedero le basi per una nuova letteratura narrativa in francese.

Oralità Diffusione, non sempre la composizione, della letteratura volgare medievale era prevalentemente per via orale per un pubblico che ascoltava. ‘Pubblicazione’ del testo - esecuzione (performance) di tipo teatrale, un ‘evento’.

Ogni esecuzione e ogni ricezione diversa; diverse le condizioni dell’esecuzione (dovute a rumori, ecc.), diversi gli esecutori e il pubblico Testo non è mai identico da un’esecuzione all’altra: mouvance ‘instabilità’ del testo medievale (Paul Zumthor).

Genere più vicino a questo tipo di performance è l’epica Genere più vicino a questo tipo di performance è l’epica. Presentata da giullari in uno spettacolo con strumenti musicali, e cantilenata. Poesia lirica era cantata davanti a un pubblico di corte; i poeti erano tenuti a comporre non solo le parole ma anche la musica. Romanzo/racconti presentato a pubblico di corte in gruppi più piccoli da qualcuno che leggeva a voce alta. Assenza di musica probabilmente implica che cambiava lo status della letteratura.

Tipi di oralità Medioevo secondaria o mista Non va sottovalutato il ruolo della scrittura nella letteratura medievale. Zumthor, per esempio, parla di: oralità primaria: società senza scrittura oralità secondaria: oralità si ricompone a partire dallo scritto (i testi erano composti per iscritto e poi diffusi oralmente) oralita mista: esistono gruppi fortemente letterati (i chierici) a fianco di gruppi lontani da forme di scritture. Medioevo secondaria o mista

Alfonso X di Castiglia Cantigas de Santa Maria

Le formule Linguaggio formulare, tipico di poesia totalmente orale nella sua diffusione, ma anche nella composizione. Ripetizioni di temi, motivi, frasi stereotipate: la guerra, tra cui le scene di battaglia, il viaggio, le descrizioni. Serviva a chi recitava a comporre il testo mentre recitava (epica omerica, Milman Parry e Albert J. Lord, The Singer of Tales).

Le formule Ipotesi confermata da cantastorie – guslar – serbi negli anni Cinquanta. Alto tasso di formule = composizione orale Testi epici romanzi – percentuale di formule meno alta - implica una fase di scrittura nell’allestimento del testo e poi di memorizzazione.

Le formule Chanson de Roland v. 1313: Le cheval brochet vait ferir Olivier [sprona il cavallo e colpisce Oliviero] v. 1227: L’escut li freint et l’osberc li derumpt [fa a pezzi lo scudo e gli rompe l’usbergo] Daurel e Beton v. 1344: Broca.l destrier e trais lo bran que lutz [sprona il cavallo e sguaina la spada luccicante]

Metrica Formule costituiscono segmenti del verso – ‘mattoni’ che aiutano nella costruzione del verso Narrativa romanza (e delle origini) in versi Metrica dell’epica – lasse assonanzate (o anche rimate) di décasyllabes Lassa – unità di versi di lunghezza variabile

Assonanza e rima Assonanza – identità dell’ultima vocale tonica e dell’eventuale vocale atona seguente: pane : mare Rima – identità dell’ultima vocale tonica e di tutto quello che segue: pane : cane

décasyllabe Chanson de Roland, vv. 24-25 1 2 3 4 5 6 7 8 Blan|can|drins |fut|| des| plus| sai|ves| 9 10 pa|iens; 1 2 3 4 (+1) 5 6 7 8 9 10 De |va|sse|la|ge|| fut| a|ssez| che|va|ler:

décasyllabe Chanson de Roland, vv. 1-2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Car|les|li|reis,|| nos|tre em|pe|r[e|r]e 10 (+1) |ma|gnes 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 (+1) Set| anz|tuz|pleins||ad |es|tet |en|Es|pai|gne

décasyllabe Cesura (pausa) dopo la quarta sillaba Sineresi – incontro di due vocali -> una sillaba Il décasyllabe può avere una sillaba atona finale che non viene contata Può avere una sillaba atona prima della cesura che non viene contata Il décasyllabe può avere 11 sillabe = endecasillabo italiano

Oralità e scrittura XII secolo aumento nell’uso della scrittura in Europa, prima per scopi pratici. Monarchie (inglese e francese) avevano bisogno di controllare l’amministrazione statale: registri e documenti sulle finanze, ecc. Graduale sviluppo di cultura dello scritto, più peso alla parola scritta che non a quella orale. Nell’epica il vecchio patto orale di compagnonnage non valeva più quanto un pezzo di carta scritta, o meglio di una pergamena, perché si diffidava all’inizio anche della carta, considerata poco durevole.