La Poesia… E’ importante il contenuto di un testo; ma nella poesia più importante e decisivo è come il poeta riesce a trasmettere il proprio messaggio.

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Transcript della presentazione:

La Poesia… E’ importante il contenuto di un testo; ma nella poesia più importante e decisivo è come il poeta riesce a trasmettere il proprio messaggio attraverso le immagini che è in grado di suscitare… il suono, il ritmo, la musicalità del verso.

Indice degli argomenti Tipi di poesie… SONETTO CANZONE BALLATA ODE Esempi… Il verso Le sillabe Le strofe la rima Figure retoriche Lavorare con la poesia

Il VERSO – lunghezza in sillabe il verso di una poesia è la sua unità ritmica principale, e corrisponde grosso modo ad una riga: la lunghezza del verso si misura in SILLABE , la posizione degli ACCENTI e delle cesure ne determina il ritmo: il bisillabo o binario o bisillabico, verso che ha un accento ritmico sulla prima sillaba; il trisillabo o ternario accento ritmico sulla seconda sillaba; il quaternario o quadrisillabo, accenti sulla prima e sulla terza sillaba; il quinario o pentasillabo, gli accenti ritmici cadono sulla prima o seconda sillaba e sulla quarta; il senario con accenti ritmici sulla seconda e sulla quinta; il settenario verso che ha il primo accento ritmico mobile, che può cadere su una qualsiasi delle prime quattro sillabe, mentre il secondo accento è fisso sulla sesta sillaba; l’ottonario verso con accenti sulla terza e settima sillaba; il novenario o enneasillabo: da qui in poi sono necessari tre accenti ritmici anziché due soltanto: gli accenti cadono sulla seconda, quinta e ottava sillaba; il decasillabo verso con accenti sulla terza, sesta e nona; l’endecasillabo, con un solo accento obbligato, sulla decima sillaba, gli altri due in varie posizioni (uno può addirittura mancare)

Piane- hanno l’accento tonico sulla penultima sillaba ( fi-né-stra) L’accento tonico corrisponde alla maggiore intensità della voce sulla sillaba. Le parole si dividono in: Piane- hanno l’accento tonico sulla penultima sillaba ( fi-né-stra) Sdrucciole- hanno l’accento tonico sulla terzultima sillaba ( sìl-la-ba) Tronche- hanno l’accento sull’ultima sillaba ( per/ché)

Il computo delle sillabe Se l’ultima parola di un verso è piana, il computo delle sillabe è normale e il verso si definisce “ piano”. Sem/pre/ca/ro/mi/fu/quest’/er/mo/còl/le= 11 sillabe Se l’ultima parola è sdrucciola, si conta una sillaba in meno rispetto a quelle presenti e il verso si definisce “sdrucciolo” Dal/ le/ squar/ cia/ te/ nù/ vo/ le = settenario Se l’ultima parola è tronca, si conta una sillaba in più e il verso si definisce ”tronco” Di/ più/ se /re/ no/ dì= settenario tronco

Fusione e scissione delle sillabe Alcune figure metriche possono fondere le sillabe: sinalefe- quando una parola finisce per vocale e la successiva inizia per vocale, formano una sola sillaba. Tor/ na az / zur / ro il/ se/ re/ no e/ tor/ nan /l’om / bre sineresi – vocali che si incontrano all’interno di una parola ed /er /ra /l’ar /mo /nia /per /que /sta /vàl /le

Fusione e scissione delle sillabe Alcune figure metriche possono scindere le sillabe: dialefe- quando la prima vocale è accentata davanti ad altra vocale, le sillabe restano separate. co /min / ciò/ a /crol /lar /si /mor /mo /ràn /do / - dieresi – quando due vocali interne ad una parola vengono separate (segnalata da due puntini) la / ba /cia / con / im / pe / tü /o / sa / brà / ma

Le pause cesure sono le pause nel verso Spesso segnate dalla punteggiatura Ma secco è il pruno, e le stecchite piante Di nere trame segnano il sereno Altra caratteristica l’enjambement La frase termina nel verso successivo Dando particolar risalto alle parole

LA STROFA – numero di versi A seconda del numero di versi 2 versi – distico 3 – terzina Come la terzina dantesca 4 – quartina 5 – cinquina 6 - sestina

La RIMA La rima si ha quando le ultime parole di due o più versi hanno suoni uguali a partire dall’ultima vocale accentata. Se la rima è con una parola collocata all’interno del verso, anziché alla fine, si ha la rima interna o rimalmezzo. Ci sono poi delle “quasi rime” (rime imperfette) l’assonanza – con vocali simili la consonanza – consonanti simili

Tipi di Rima Baciata Un verso rima con quello successivo. Schema metrico AA BB «Una donna s'alza e cànta La segue il vento e l'incànta Alternata Il primo verso rima con il terzo, e il secondo con il quarto. Schema metrico ABAB, CDCD « Lo stagno risplende. Se tàce la rana. Ma guizza un bagliore acceso smeraldo, di bràce azzurra: il martin pescatore. Incrociata Il primo verso rima con il quarto, il secondo con il terzo. Schema metrico ABBA CDDC « Non pianger più. Torna il diletto fìglio a la tua casa. È stanco di mentìre. Vieni; usciamo. Tempo di rifiorìre. Troppo sei bianca: il volto è quasi un gìglio. Incatenata Il primo verso rima con il terzo della prima terzina, il secondo con il primo della seconda terzina, il secondo di questa rima con il primo delle terza terzina, e così via. Il miglior esempio è la terzina dantesca della Divina Commedia. Schema metrico ABA, BCB, CDC. « Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e'l modo ancora m'offende. Esistono poi altre rime: composta, derivativa…

Esempi di rime Rima alterna o alternata: le rime si avvicendano: AB, AB, AB… Forse un mattino andando in un'aria di vetro, A arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miraco(lo) B il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro A di me, con un terrore di ubriaco B (Eugenio Montale) b. Rima incrociata: con lo schema metrico: ABBA Quant’è bella giovinezza A che si fugge tuttavia! B Chi vuol esser lieto sia: B di doman non c’è certezza. A (Lorenzo il Magnifico, Trionfo di Bacco)

Altri esempi – rima baciata c. Rima baciata: le rime sono a coppie : AA, BB, CC… Meriggiare pallido e assorto A Presso un rovente muro d’orto, A ascoltare tra i pruni e gli sterpi B schiocchi di merli, frusci di serpi B (E. Montale, Meriggiare)

Rima incatenata d. Rima incatenata: versi legati in terzine a forma di catena: ABA BCB… Nel mezzo del cammin di nostra vita A Mi ritrovai per una selva oscura B Ché la diritta via era smarrita. A Ahi quanto a dir qual era è cosa dura B Esta selva selvaggia aspra e forte C Che nel pensier rinnova la paura! B (Dante, Divina Commedia)

“Quasi” Rime Rima interna o rimalmezzo: Se la rima è con una parola collocata all’interno del verso. Ahi pentirommi, e spesso ma sconsolato, volgerommi indietro. (G. Leopardi, Passero solitario) Assonanza: uguaglianza delle sole vocali a partire dall’ultima vocale accentata. che il cor si riconforta. I fanciulli gridando in frotta… Consonanza: uguaglianza delle consonanti a partire dall’ultima vocale accentata… sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia... (E. Montale, Meriggiare)

La TERZINA (Dantesca) Una terzina è una strofa composta da tre versi. è una strofa tipica di componimenti come gli haiku, i sonetti (composti da due quartine e due terzine), le villanelle e la terza rima. La Divina Commedia di Dante è il principale esempio di opera letteraria in terzine tipiche anche nella produzione poetica di Giovanni Pascoli, poeta del 1900

Le figure retoriche Riguardano il SIGNIFICATO del testo Servono per trasmettere, suscitare immagini, sensazioni, emozioni, sentimenti… A livello semantico, di SIGNIFICATO Sono quelle che, grazie agli accostamenti di significato di due o più parole, di norma estranee tra di loro (trasferimento di significato), creano immagini particolarmente suggestive. A livello di suono, FONICO Dette anche figure retoriche di ritmo: si tratta di figure che giocano sulle combinazioni sonore delle parole al fine di rappresentare con particolare espressività il ritmo dei versi. A livello MORFO–SINTATTICO (di ordine o di elocuzione) A livello LESSICALE (di scrittura/lettura/dizione) Modificano la forma, la pronuncia delle parole (eliminazioni di una o più lettere).

A livello semantico-SIGNIFICATO SIMILITUDINE come… E’ una figura retorica basata su un paragone o confronto fra due immagini che sono collegate dall’avverbio come o simili ... Il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe. (G. D'Annunzio, Pioggia nel pineto) METAFORA Trasferimento diretto di significato da una parola ad un’altra, collegata alla prima da una caratteristica, una proprietà, un tratto in comune (che costituisce il ponte tra le due immagini). In questo caso manca l’avverbio “come”, si salta il passaggio. Erano i capei d’oro a l’aura sparsi… (Petrarca) sostantivo + un complemento estraneo Portami il girasole impazzito di luce (E. Montale) sostantivo + aggettivo estraneo Un mormorio pe' dubitanti vertici ondeggiò (Carducci) soggetto + predicato estraneo Fiorir sul caro viso veggo la rosa, tornano i grandi occhi al sorriso… (U. Foscolo, All’amica risanata) La SINESTESIA E' una metafora particolare, che associa termini provenienti da sfere sensoriali diverse. Dopo il rimbombo nero e il verde scroscio, (suoni + colori) il cielo s'apre a una gran pace azzurra; (Diego Valeri, "Dopo")

Livello semantico-significato La PERSONIFICAZIONE Consiste nell’attribuire caratteri, gesti, atteggiamenti, azioni, qualità degli esseri umani, ad idee astratte (virtù, fama, fede…), ad oggetti inanimati, ad animali, a fenomeni naturali… Nel colmo della notte, a volte, accade che si risvegli, come un bimbo, il vento. IL RISVEGLIO DEL VENTO (Rainer Maria Rilke ANALOGIA Quando vengono messe a confronto immagini o situazioni diverse, prive di apparente legame logico tra di loro… molto usata nella poesia moderna. Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. (S. Quasimodo) ALLEGORIA Il termine deriva dal greco e letteralmente significa "parlare per immagini"; essa consiste in una metafora continuata... e si estende ad un intero testo. Il poema di Dante, la Divina Commedia, rappresenta allegoricamente il cammino dell’uomo dalla condizione del peccato, alla salvezza. Vecchierel bianco, infermo, (G. Leopardi, da Il canto notturno del pastore..) mezzo vestito e scalzo, Vergine luna, tale è la vita mortale. La METONIMIA… La SINEDDOCHE…. L'OSSIMORO

Livello fonico L'ALLITTERAZIONE L'ONOMATOPEA Consiste nella ripetizione degli stessi fonemi nella stessa parola o in parole vicine. L'effetto dell'allitterazione si riflette sui significati, creando giochi musicali, riproducendo suoni, potenziando le sensazioni e le emozioni enunciate… (vedi anche esempio per l’onomatopea) Il tuo trillo sembra la brina che sgrigiola, il vetro che incrina. (G. Pascoli) L'ONOMATOPEA Consiste nella riproduzione del suono di un oggetto, di un animale... o di un'azione, attraverso la ripetizione di determinati suoni e lettere. Il tuono E nella notte nera come il nulla allitterazione - similitudine a un tratto col fragor d'arduo dirupo allitterazione con effetto onomatopeico che frana, il tuono rimbombò di schianto: CLIMAX ascendente rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rifranto, CLIMAX discendente e poi svanì. (G. Pascoli)

Livello morfo-sintattico-ordine Riguarda la disposizione delle parole nella poesia ANASTROFE Inversione dell’ordine abituale delle parole in brevi parti Tindari, mite ti so / tra larghi colli pensili…. (Quasimodo) IPERBATO Rovesciamento del normale ordine sintattico (mettere alla fine il termine più importante) INVERSIONE Viene capovolto l'ordine usuale della catena discorsiva (soggetto, predicato, complementi). …soave allora un canto // s’udì di madre, e il moto di una culla. (G. Pascoli) ANAFORA ripetizione di una o più parole a inizio del verso o di enunciati successivi. Per me si va nella città dolente, Per me si va nell'eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. (Dante, Divina commedia) ITERAZIONE ripetizione all'interno del verso... Canta e canta // una canzone // sulla chitarra bianca // e canta, canta, canta. (Garçia Lorca)

Sempre a proposito di ordine… ANADIPLOSI E' la ripresa all'inizio di un verso di una o più parole comprese in un verso precedente. rimanti, e i rei fantasmi, oh non seguire; i rei fantasmi che da' fondi neri de i cuor vostri... (G. Carducci, Davanti a San Guido) ANTITESI Consiste nel contrapporre parola a parola, concetto a concetto, spesso in modo simmetrico, e serve a dar maggior rilievo ad un concetto. Tutto ei provò: la gloria // maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, // la reggia e il triste esiglio. (A. Manzoni) L'ENJAMBEMENT Quando elementi di una proposizione vengono separati in due versi. E quando dal nevoso aere inquiete tenebre e lunghe all’universo meni sempre scendi invocata. E le segrete vie del mio cor soavemente tieni. (U. Foscolo, Alla sera)

“lavorare” con la poesia Per “leggere” una poesia devi conoscere Il suo autore: dati essenziali della sua vita La corrente letteraria di appartenenza temi ricorrenti nella sua poesia La poesia vera e propria Titolo, raccolta, epoca, occasione, … Il suo argomento (parla di…) La sua struttura metrica

Verso libero Dopo tutte le “istruzioni” Esiste la poesia “libera” Senza regole di verso, strofa, rima Per esprimere meglio i sentimenti

Parafrasi e commento Parafrasi: consiste nel riscrivere il testo in prosa Serve un lavoro preliminare: Semplificare e chiarire i termini (vocabolario) Spesso ci sono riferimenti mitici, culturali… volgere le frasi in costruzione diretta Sogg -> predicato -> c. ogg -> altri complementi Commento un tuo giudizio personale sulla poesia a livello semantico (significato): cogliere il messaggio che l’autore vuol comunicare a livello estetico: immagini, sensazioni, emozioni che il poeta ti ha saputo trasmettere

La BALLATA la ballata, propriamente detta, nacque nel Medioevo, ma già nell'antichità alcuni suoi modi essenziali (canto, ballo, ecc.) furono testimoniati nelle opere di Omero (Iliade, XVIII, 569-72) e di Virgilio (Eneide, VI, 643). La ballata è un componimento d'ispirazione spesso amorosa.

Struttura della ballata Dovendo accompagnare il canto ed il ballo tondo, la ballata possedeva le sue proprie regole ritmiche: era composta da un ritornello di introduzione, seguito da una o più strofe, chiamate stanze cantate dal solista, e da un ritornello, detto ripresa Gli endecasillabi misti a settenari sono i versi maggiormente usati nella ballata le rime possono essere disposte in modo differente: regola che l'ultimo verso della volta faccia rima con l'ultimo verso della ripresa.

Approfondiamo la Canzone può rimanere, come nel Canzoniere di Francesco Petrarca, indivisa oppure può dividersi in due parti le rime di regola sono disposte in modo che la chiave (il primo verso della sirma, chiamato anche diesi), faccia rima con l'ultimo verso della fronte. La cansòn viene considerata dai provenzali il genere lirico per eccellenza, infatti i trovatori provenzali, che erano abituati a comporre insieme le parole e la musica, consideravano inscindibile l'unità di vers e son, cioè di parola e di melodia, essendo abituati ad apprendere in modo rigoroso sia a comporre in versi sia a comporre in musica. Già a partire dalla Scuola siciliana e in seguito nel Dolce Stil Novo, che si rifà alla tradizione provenzale, nel sistema dei generi romanzi la canzone è il metro per eccellenza e lo stesso Dante Alighieri, nel De vulgari eloquentia, colloca fra i generi metrici la canzone al primo posto. Le forme di canzone che costituiscono senza dubbio un modello duraturo nella tradizione italiana sono quelle di Dante e soprattutto di Petrarca, ma oltre alle canzoni petrarchesche, nell'evoluzione della canzone che va dal Duecento al Trecento, esistono altre due varietà di canzone: la canzone pindarica e la canzone libera o leopardiana. La canzone pindarica ha le sue origini nel Cinquecento ed è costituita di strofe, antistrofe ed epodo come dal modello greco, dove le strofe e le antistrofe sono collegate da rime uguali e hanno lo stesso numero di versi con prevalenza, di solito, dei settenari sugli endecasillabi, mentre l'epodo, che ha rime diverse è, in genere, più breve. La canzone libera o leopardiana risale ad Alessandro Guidi che compone canzoni con strofe indivise e schema molto variabile sia per il numero dei versi, sia per la struttura della strofa, conosciute con il nome di "canzoni a selva". Da questa base parte Giacomo Leopardi che, più di ogni altro, esprime questa libertà di composizione pur non dimenticando le forme della canzone petrarchesca.

La Canzone La Canzone è un componimento lirico formato da un numero variabile di strofe dette stanze, (di solito 4, 5 o 6). Generalmente i versi sono endecasillabi (11) misti a settenari (7) Ogni strofa è formata da due parti, una detta fronte; l'altra, chiamata coda o sirma, La cansòn viene considerata dai provenzali il genere lirico per eccellenza Anche Dante la colloca al primo posto

Il sonetto Origini Forma Le strofe I versi La sua fortuna

Le origini storiche Si ritiene che sia stato inventato da Jacopo da Lentini Famoso poeta della scuola siciliana verso la metà del Duecento sulla base di una forma poetica precedente

La forma del sonetto: strofe e versi È formato da 4 strofe 2 quartine (4 versi) E 2 terzine (3 versi ciascuna) Per un totale di 8+6 versi 14 versi in tutto

Curiosità sui numeri del Sonetto quartine: il numero 4 per gli uomini del tempo rappresentava la terra e la materialità con i suoi 4 punti cardinali. Le terzine: il numero 3 rappresentava la Trinità, il cielo e la perfezione. 4+3 = terra + cielo