Perché la linguistica formale per la didattica delle lingue?

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Transcript della presentazione:

Perché la linguistica formale per la didattica delle lingue? Giuliana Giusti giusti@unive.it Università Ca’ Foscari Venezia Renato Oniga renato.oniga@uniud.it Università degli Studi di Udine

1. Una metodologia comune La psicologia dell’apprendimento raccomanda i collegamenti multidisciplinari che rafforzano la conoscenza in discipline complementari. Il latino richiede un approccio diverso rispetto alle lingue contemporanee? Le lingue antiche non hanno più parlanti di madrelingua: è possibile riesumare una lingua morta? Parlare un latino barbaro è certo rapido e facile, ma non serve a imparare il latino classico.

L’apprendente come linguista The construction of a grammar of a language by a linguist is in some respects analogous to the acquisition of language by a child. The linguist has a corpus of data; the child is presented with unanalized data of language use. (…) The language learner (analogously, the linguist), approaches the problem of language acquisition (grammar construction) with a schematism that determines in advance the general properties of human language. Chomsky, N. 1975. The Logical Structure of Linguistic Theory, Chicago University Press, 11-12.

Alcune proposte Nell’insegnamento scolastico, la conoscenza esplicita di alcune regole della Grammatica Universale, descritte in termini formali, può svolgere una funzione di sostegno all’apprendimento. Un ampio numero e una varia tipologia di lingue non ostacolano l’apprendimento delle lingue “straniere”, antiche e moderne. L’insegnamento delle lingue non può prescindere da un’adeguata formazione nella linguistica, non solo delle lingue studiate singolarmente, ma anche in chiave teorica e comparativa.

2. Grammatica Universale e apprendimento The notion of a mental grammar stored in the brain of a language user is the central theoretical construct of modern linguistics. Jackendoff, R. 1993. Patterns in the Mind. Language and Human Nature, Hemel Hempstead, Harvester Wheatsheaf, pag. 15.  Le lingue non variano in maniera indefinita nelle varie culture, ma il cervello segue alcuni principi grammaticali universali e inconsci, che sono alla base delle somiglianze e differenze tra le lingue.

GU e insegnamento esplicito della grammatica (Musso et al GU e insegnamento esplicito della grammatica (Musso et al. 2003, Moro 2006) Attraverso l’istruzione linguistica esplicita di regole grammaticali, può essere attivata l’area di Broca. L’area di Broca si attiva solo con regole che rispettano la facoltà del linguaggio, e non con regole di altro tipo.  Una grammatica che tenga conto delle proprietà profonde delle lingue, e si non concentri su paradigmi, eccezioni, ecc. potrebbe essere in grado di attivare l’area giusta del cervello per apprendere le lingue.

Metacognizione e apprendimento (Cornoldi 1995) Se messi a conoscenza di come il proprio sistema cognitivo viene attivato rispetto ad un certo tipo di attività, si riesce ad averne un maggior grado di controllo e ad ottenere migliori livelli di apprendimento.  La metacognizione linguistica (consapevolezza di come funzionano i propri meccanismi cognitivi rispetto al linguaggio) può migliorare l’acquisizione delle lingue.

Prassi quotidiana nell’insegnamento delle lingue metodi interattivi, ludici e operativi per le lingue moderne; metodi grammaticali, traduttivi per le lingue antiche; comune riferimento alla “grammatica tradizionale” (regole normative, mnemoniche, prive di spiegazioni razionali basate su terminologia antiquata).

Per una nuova grammatica utilizzo di descrizioni grammaticali che cerchino di rispecchiare le proprietà oggettive della grammatica mentale posseduta dai parlanti; promozione della conoscenza consapevole dei meccanismi cognitivi che sono alla base dell’acquisizione linguistica.

Vantaggi della grammatica formale adeguatezza descrittiva (deriva tutti i fenomeni facendo ricorso a principi generali). adeguatezza esplicativa (spiega i fenomeni individuando i meccanismi mentali che li producono). promozione culturale (soddisfa la necessità di adeguare i modelli scientifici alla pratica didattica).

3. Le proprietà formali della sintassi In apparenza, il linguaggio è un fluire continuo di suoni lungo l’ordine lineare della cosiddetta “catena parlata”. In realtà, esso è costituito dalla combinazione di un numero estremamente limitato di elementi distinti, potremmo dire come i “mattoni” di una costruzione. Assai più dell’ordine lineare, è importante l’organizzazione gerarchica, che viene ad instaurarsi di volta in volta fra tali elementi.

Ordine “libero” e regole della grammatica “Dipendenza dalla struttura”: è un principio universale del linguaggio (in nessuna lingua gli elementi rimangono privi di relazioni reciproche) Quello che varia è il grado di libertà nell’ordine delle parole, che permette alle configurazioni di essere più o meno rigide o flessibili  Affinché l’affermazione di principio assuma un carattere non banale, è necessario formalizzare in che modo si realizzano concretamente le strutture sintattiche

Principi e parametri Tutte le lingue sono “configurazionali”, cioè hanno una struttura. La struttura determina un ordine delle parole di base. L’ordine delle parole può variare rispetto all’ordine di base in virtù di “movimenti” che preservano informazioni strutturali di base e introducono nuove informazioni pragmatiche oltre che sintattiche. Il grado di “libertà” nell’ordine delle parole dipende da proprietà morfosintattiche (parametri).

4. La struttura della frase “Soggetto” e “predicato” non sono parole (nome o verbo), ma strutture complesse: sintagmi. Il predicato verbale è costituito dal sintagma verbale (verbo e tutti gli argomenti interni). La “frase semplice” è costituita da soggetto, predicato e dalla struttura funzionale che rappresenta il riferimento temporale e modale.

Il predicato in grammatiche contemporanee “Das Predikat ist entweder ein Verbum (Verbalsatz, meist erzählend und feststellend, z. B. Themistocles luxuriose vixit; sol lucet) oder ein Nomen” (Hofmann – Szantyr 1965: 411). “Predicate constituents are laudat and simile est in sentences pater filium latudat and ovum ovo simile est” (Pinkster 1990:1). “Il predicato è ciò che ‘predica’, afferma qualche cosa, e contiene l’informazione fondamentale della frase; può essere costituito da una forma verbale di senso compiuto, attiva o passiva (predicato verbale)” (Dionigi-Morisi-Riganti 1997, I: 26). “Il verbo è detto predicato perché costituisce ciò che si dice («si predica») intorno ad un argomento, il soggetto del discorso” (Geymonat-Fort 1998: IV). “Il predicato verbale è costituito da una voce vebale di senso compiuto, attiva o passiva: ad esempio nelle frasi italiane “il bambino piange”, “il bambino è rimproverato”, i predicati verbali sono rispettivamente “piange” e “è rimproverato”. Nella frase latina analizzata in precedenza puella poetam amat, la ragazza ama il poeta, il predicato verbale è amat” (Danesi Marioni 2007, p. 37).

Il soggetto in grammatiche antiche Nomen subiectum est, oratio praedicatum (Boeth. diff. top. 1, 1175b). Propositio ex uno subiecto et ex uno praedicato facta est (Boeth. in herm. comm. pr. 1, 5, p. 77, 14). “Homo animal est”: “homo” subiectum est, “animal” praedicatum (Boeth. syll. hyp. 1, p. 832b). Ergo, ut arbitror, plene monstratum est, non semper subiectum nomen esse, semper autem praedicatum in solo verbo consistere (Boeth. in herm. comm. sec. 2, 5, p. 100, 25).

Due errori di procedura Per poter capire il significato di un gruppo di parole, non bisogna partire dalle singole parole ma dalla configurazione strutturale derivante dalle loro relazioni semantiche. Il secondo errore della grammatica tradizionale, conseguente al primo, è di non considerare tutti i complementi del verbo come parte costitutiva del sintagma verbale che forma il predicato.

(1) [[SV]O] vs (2) [S [VO]] (3) a. i. Maria mangia. ii. Maria mangia una focaccia. b. i. Mary eats. ii. Mary eats a donut. c. i. Nos cenamus. (Plaut. Amph. 806). ii. Nos cenamus avis, conchylia, piscis. (Hor. serm. 2, 8, 27). (4) a. i. *Maria divora. ii. Maria divora una focacccia. b. i. *Mary devours. ii. Mary devours a donut. c. i. *Ballaena voravit. ii. Ballaena voravit meum vidulum (Plaut. rud. 545).

La coesione tra il verbo e l’argomento interno (5) a. Cymenam consuluistis anum. (Ov. Fast. 4, 158) “Avete consultato la vecchia Cumana”. b. Vultis crudeliter consulere in deditos victosque? (Liv. 8, 13, 15) “Volete prendere provvedimenti crudeli contro chi si è arreso ed è sconfitto?” (6) a. Pompeo lo insignì *(della cittadinanza). b. Pompeus awarded him *(citizenship). c. Eum Pompeius *(civitate) donavit. (Cic. Balb. 7). (7) a. Tutti ti considerano *(intelligente). b. Everybody considers you *(intelligent). c. Omnes te *(sapientem) existimant. (Cic. Lael. 6). (8) a. Mi sento *(bene). b. I feel *(good). c. *(Bene) est mihi. (Plin. epist. 5, 18, 1).

Oltre il Sintagma Verbale la Flessione Temporale (9) a. [SN Rubrio] [SV invita [SN gli amici di lui]] b. [SN Rubrius] [SV invites [SN his friends]] c. [SN Rubrius] [SV [SN istius comites] invitat] (Cic. II Verr. 1, 66) d. weil [SN Rubrius] [SV [SN seine Freunde] einladet] (10) a. Maria invita lui/*egli. b. Mary invites him/*he. (11) a. [SFless [SN Mary] will soon [SV invite her friends]] b. [SFless [SN Maria] inviterà presto [SV inviterà i suoi amici]] (12) a. [SFless [SN Mary] had just [SV invited her friends]] b. [SFless [SN Maria] aveva appena [SV invitato i suoi amici]]

La struttura di frase oltre la Flessione (13) a. Mary has repeatedly kindly [SVinvited her friends] b. Maria ha più volte cortesemente [SV invitato i suoi amici] (14) a. Has Mary just [SV invited her friends]? b. Avendo Maria appena [SV invitato i suoi amici], …  (15) a. [SV Invite her friends], Mary certainly will b. [SV Invitato i suoi amici], Maria non ha di certo (16) a. Sed hoc mox videro “Ma questo lo vedrò presto” (Cic. Tusc. 2, 26). b. Ad quae mox revertar “Alle quali cose tornerò presto” (Cic. div. 1, 47). (17) a. Rex Creo vigiles nocturnos singulos semper locat (Plaut.Amph. 351). b. Temerarius gubernator contempsit Austri minas (Sen. epist. 14, 8).

Il Sintagma di Complementazione frasale (18) a. [SComp [SFless Is me crebro ad cenam invitat]] (Cic. epist. 7, 9, 2). b. [SComp Invitat [SFless Canius postridie familiares suos invitat]] (Cic. off. 3, 59). (19) a. Maria invita gli amici b. Gli amici, Maria li invita. c. Li invita Maria, gli amici. d. Invita gli amici, Maria. e. Maria, gli amici, li invita. f. Gli amici li invita Maria.

Conclusioni L’ordine delle parole in latino è più libero rispetto all’italiano, grazie alla morfologia flessiva più ricca, ma anche in latino esiste un ordine di base non marcato (SOV), un ordine alternativo prodotto da un mutamento grammaticale in atto (SVO), e infine una vasta gamma di variazioni ottenute per mezzo della dislocazione di elementi (Salvi 2004).

Due strumenti metodologici di base Il “movimento sintattico” ci consente di seguire la dislocazione degli elementi di volta in volta realizzata nelle singole frasi. “Sintagmi” e “movimento sintattico” costituiscono l’aspetto formale più innovativo nella linguistica contemporanea e al tempo stesso uno dei più intuitivi per la coscienza linguistica del parlante: per questo motivo, questo modello teorico si presta ad essere facilmente applicabile alla didattica delle lingue.

Grazie per l’attenzione e per la partecipazione al convegno! FORMAL LINGUISTICS AND THE TEACHING OF LATIN Grazie per l’attenzione e per la partecipazione al convegno!