La violenza sessuale sulle donne nel mondo 2.0

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Transcript della presentazione:

La violenza sessuale sulle donne nel mondo 2.0 Grooming, sexting, cyberstalking e altre storie La violenza sessuale sulle donne nel mondo 2.0 This template can be used as a starter file for a photo album.

Una premessa

Scaricare Condividere Chattare “COSA SI INTENDE PER WEB 2.0” Per Web 2.0 si intende l’insieme di tutte quelle applicazioni ondine che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, Wordpress ecc.)

di fatto In esso, si acquisisce conoscenza, si maturano passioni si consumano delitti o atti di profonda umanità e giustizia. dunque “Ciò vale anche per la violenza sessuale di cui il web può divenire, come vedremo, strumento e addirittura occasione, ma anche risorsa per arginarla e combatterla”

ANCHE PRESIDENTE NAPOLITANO HA LANCIATO UN ALLARME Come il razzismo anche il sessismo, se da volgare battuta da bar sale nelle sfere politiche rappresentative, se si esprime nel Parlamento, se, usando blog e siti, si diffonde legittimato da fonti autorevoli, diventa un virus duro da estirpare”

Gli insulti sessisti dopo gli anni della rivoluzione sessuale avrebbero dovuto sparire, perdere potenzialità offensiva. Invece no. Sono ancora lì, come quei pregiudizi che li mantengono in vita e sono adoperati perché ancora feriscono, perché siamo cambiati e siamo cambiate ma non più di tanto. Dal sito zeroviolenza PERCHE’ ???

Perché si usano insulti sessuali contro le donne Perché si usano insulti sessuali contro le donne? La risposta più semplice è perché in questo modo si (ri) mettono al posto più basso della catena di potere: si riducono a oggetti di piacere della sessualità maschile, si ribadisce che, anche se la modernità talvolta si deve piegare ad annetterle in luoghi diversi dalla cucina e dalla camera da letto, sempre lì dovrebbero stare. In un paese, l’Italia, dove fino al 1981 nel codice penale vigevano le attenuanti nei casi di ‘delitto d’onore’ risulta chiaro come ancora saldissima e radicata sia, nell’inconscio collettivo come in quello privato, la convinzione che le donne e il loro corpo siano un ingombro scomodo se varcano la soglia della casa. MONICA LANFRANCO

Se un tempo la violenza ti aspettava in un viale solitario, dietro un portone, in un bagno lurido o dietro un fienile oggi… Un vigliacco può nascondersi dietro una tastiera

Tre Casi la violenza sessuale e il Sexting L’adescamento E’ LA VIOLENZA CHE NASCE AL LIVELLO 2.0 DELLA REALTA’’ L’adescamento via social network la violenza sessuale a distanza Tre Casi

L’adescamento via social network UNA VECCHIA STORIA CHE SI RINNOVA   OGGI, QUANDO RIGUARDA I MINORI, SI CHIAMA GROOMING

GOOGLE PARLA DA SOLO Inutile affrontare il singolo caso, la cronaca parla da sola e Google puntualmente la registra. Questo è il risultato della ricerca combinata adescata + rete + stupro. Una prima pagina di casi tutti diversi, 101.000 pagine in tutto, con una ricerca svolta solo in italiano

ABUSATA NON CREDUTA la violenza sessuale e il sexting “LA STORIA DI CHIARA”   Prima vittima di bullismo, poi di violenza sessuale. La prima volta non ebbe il coraggio di parlare, la seconda non fu creduta. ABUSATA Aveva 11 anni quando due compagni di classe la trascinarono con la forza nell’aula di scienze della scuola e, tenendola distesa a terra, la denudarono e palpeggiarono pesantemente. NON CREDUTA

QUALCHE TEMPO DOPO E’ VITTIMA DI UN CASO DI SEXTING Chiara viene molestata a scuola, nell’intervallo e filmata con il telefonino il video dopo aver fatto il giro della scuola, era finito in rete su Youtube. I due responsabili , per la «bravata», furono richiamati dalla preside che convocò i genitori. Non sarà preso alcun provvedimento proporzionale alla gravità dell’abuso neppure a distanza di un anno, mentre invece, una condanna, non scritta e forse per questo ancor più devastante, nel frattempo è toccata alla piccola che chiameremo Chiara, bollata come «ragazza di facili costumi». ( dal sito la 27 ora)

Cos’è il Sexting ? Ragazzini armati sino ai denti di smartphone e di applicazioni “social” possono con pochi click amplificare a livelli devastanti quell’attitudine adolescenziale alla logica del branco che un tempo rimaneva confinata nei cortili scolastici e veniva gestita dai consigli di classe e dai genitori, già allora, con molte difficoltà. Oggi l’utilizzo scriteriato di Facebook, la disponibilità delle funzioni video-fotografiche dei cellulari e l’abuso di chat da parte di minori sono causa di violenze psico-sociali drammatiche, a volte di gravità mortale

Non viene creduta ! QUELLA FACILE, CHE CI STA E’ QUELLA DI YOU TUBE, ANNI DOPO CHIARA E’ QUELLA DI YOU TUBE, QUELLA FACILE, CHE CI STA . sarà trascinata da un altro branco di cinque ragazzini, anch’essi compagni di scuola e amici d’oratorio, in una cantina vicino casa e violentata da quattro di loro: lei, non ancora quattordicenne, si confida alle amiche, poi alla catechista dell’oratorio Non viene creduta !

E’ STUPRO IL SEXTING NON E’ UN GIOCO PER TORNACONTO O PER CRUDELTA’ IL SEXTING E’ UN REATO, E’ DIFFUSIONE DI MATERIALE DI CONTENUTO OSCENO E PORNOGRAFICO IL SEXTING NON E’ UN GIOCO PER TORNACONTO O PER CRUDELTA’   SPECIALMENTE SE FATTO CONTRO LA VOLONTA’ DEL SOGGETTO IN QUESTI CASI NON E’ SEMPLICEMENTE REATO E’ UN CRIMINE E’ STUPRO

Un 22enne svizzero è stato condannato per "sexting", Mercoledì il giovane si è visto infliggere una pena di 4 anni e mezzo di carcere dal Tribunale distrettuale di Horgen, nel canton Zurigo. I reati riconosciuti all’imputato, che avrebbe ricattato alcune ragazze facendosi inviare centinaia di fotografie e filmati dove erano ritratte senza vestiti, sono quelli di violenza carnale, coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli, tentata coazione e pornografia. Tolleranza zero ! Tra le vittime una 15enne che "chattava" con lui e che gli ha fatto avere centinaia di video intimi. La ragazzina è anche stata costretta a atti via telefono, in un crescendo di pressioni.

QUESTO TITOLO PUO’ FAR SORRIDERE la violenza sessuale a distanza     QUESTO TITOLO PUO’ FAR SORRIDERE MA PRETENDERE CHE UNA DONNA, EVIDENTEMENTE RICATTATA, O COMUNQUE COARTATA, COMPIA DETERMINATI ATTI DI FRONTE AD UNA WEBCAM  E’ UNO STUPRO  PERPETRATO A DISTANZA CON LA TECNOLOGIA DEL NOSTRO TEMPO NON LO DICIAMO NOI LO DICE UNA SENTENZA DELLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE

I fatti descrivono la condotta di un soggetto che contattava via chat alcune minorenni per farsi inoltrare delle fotografie a contenuto pornografico ritraenti le medesime.Ebbene, è emerso che l’invio in più riprese delle foto in questione avveniva anche dietro minaccia verso una delle ragazze; sicché lo stesso autore veniva condannato per i reati di cui agli artt. 110, 81 cpv. e 600 ter, comma 1, c.p. (capo a), 81 cpv., art. 609 bis e ter, comma 1, n. 1, c.p. (capo b), 81 cpv., art. 609 bis e ter, comma 1 n. 1, c.p. (capo c), 629 c.p. (capo d) e 81 cpv., 56 e 629 c.p. (capo e).

In particolare, degna di nota è l’affermazione secondo cui è ben possibile la configurazione del reato di cui all’art. 609 bis allorché lo stesso venga consumato tramite chat e difettando della contestualità spaziale dei soggetti coinvolti. LA SEVERITA’ E’ NECESSARIA POICHE’ MOLTIPLICATA DALLA VIRALITA’ DEL WEB LA VIOLENZA SESSUALE 2.0 SPINGE LE VITTIME IN UN VORTICE ASSOLUTO DI DEPRESSIONE, ISOLAMENTO, DISPERAZIONE CHE MOLTO SPESSO SI TRADUCE IN PROPOSITI SUICIDI

anche Ma la rete può essere FACENDO RETE   Un grande strumento per far uscire le donne dal loro silenzioso isolamento Per difendersi da chi fa della violenza sessuale contro le donne una pratica di vita FACENDO RETE

PER ESEMPLIFICARE ABBIAMO SCELTO UN CASO MOLTO PARTICOLARE, E ATTUALE QUESTO ‘Donne sotto assedio’ e ‘HarassMap’, quando la violenza si combatte sul web Si può combattere la violenza sessuale con i social network? Si potrebbe rispondere di sì guardando il programma Women under siege” (“Donne sotto assedio”, ndr) sviluppato in Siria dal Women’s media center e HarassMap, associazione guidata da Rebecca Chiao in Egitto. Entrambi i progetti hanno sviluppato delle crowdmap: mappe interattive in cui vengono indicati con un bollino rosso i casi di violenza sessuale segnalati dagli utenti. Si può inviare una segnalazione attraverso i siti internet delle associazioni, scrivere su Twitter, utilizzando gli hashtag #RapeinSyria e #harassmap, e via mail. HarrasMap raccoglie informazioni anche via Facebook e sms.

Questi progetti hanno diversi obiettivi, come spiega Lauren Wolfe, direttrice di “Women under siege”: “Vogliamo rappresentare i casi di violenza sessuale su una mappa, aumentando l’attenzione su di essi. In secondo luogo, vogliamo sottolineare i luoghi in cui questi abusi accadono, indicando dove le vittime hanno bisogno d’aiuto.

SI TRATTA DI UN PROGRAMMA CONCEPITO PER LE ZONE DI GUERRA Fare rete contro la violenza sulle donne con le armi della rete, con la denuncia praticata con le armi della viralità e della condivisione   PUO’ SIGNIFICARE DOTARSI , FINALMENTE , DI STRUMENTI ALL’ALTEZZA DELLE SFIDE DEL PRESENTE

Raffaella Arturelli Giusy De Masi Francesca Sorrentino Un lavoro di: Raffaella Arturelli Giusy De Masi Francesca Sorrentino Della VH Turistico dell’ISIS Andrea Torrente di Casoria Con il coordinamento del Prof. Walter pepe Russo