“Lejiuennu mi ‘mparu” (Parafrasando Ginese)

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Transcript della presentazione:

“Lejiuennu mi ‘mparu” (Parafrasando Ginese) Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

“Noi Calabresi siamo, in genere, ignoti a noi stessi; noi siamo i primi a disconoscere i pregi non comuni della terra nostra, noi siamo i primi a ignorare le manifestazioni più spiccate e più insigni della nostra vita”. Francesco Capalbo Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

Alla ricerca delle mie origini Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

IL DIALETTO ACRESE La lettera "J", da pronunciare come la vocale semiconsonante italiana “i”, si trova in principio di parola e sostituisce generalmente le consonanti della lingua italiana "G", "B" ed "F" (per es., juornu = giorno; jettari = gettare; jancu = bianco; juri = fiore; jatu = fiato). La lettera greca "χ" traduce graficamente un fonema non presente nella lingua italiana e per la cui scelta i cultori del dialetto calabrese non sono tutti dello stesso parere. Corrisponde infatti al suono mediopalatale aspirato "ch" delle parole tedesche "ich", "Kuche", "brechen" e, negli scritti in dialetto calabrese, viene scritto attualmente perlopiù, secondo la proposta di Rohlfs, col segno "X". Vincenzo Padula aveva utilizzato originariamente la doppia "J" (ajjavi = trovai); il segno "χ" e stato utilizzato da Antonio Julia, il curatore della versione utilizzata per il presente testo elettronico. Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

Il suono "sc" della parola napoletana scola e trascritto da Padula col trigramma "SHC" (shcamare = gridare; vuoshcu = bosco). Fra le principale caratteristica del dialetto di Acri, rispetto all’italiano: - la trasformazione delle vocali "O" ed "E" dell'italiano rispettivamente nelle vocali "U" ed "I" (per es., vinu = vino; pani = pane); - la trasformazione della lettera "B" dell'italiano in "V" (vasciu = basso); tuttavia quando la "B" e preceduta dalla "M" ne assume il suono (assimilazione progressiva: gamma = gamba); - caratteristica singolare del dialetto di Acri e quella di mutare in "D" la consonante "L" seguita da vocale; ad es. il calabrese milu (mela) diventa, nel dialetto di Acri, midu; luci (luce) diventa duci. Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

Greco Latino Longobardo-Latino Ciroginu= candela Zimmaru= sporco Greco PARENTELE LINGUISTICHE , DIALETTO E RICHIAMI STORICI DI LINGUAGGI ANTICHI A’cciu= sedano adacquari= irrigare barcuni balcone Spaccari= spaccare Longobardo-Latino Latino Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

Arrassàrsi= allontanarsi Spagnolo MACCATURU= Fazzoletto Buffettuni= schiaffi ARABO Spagnàri= avere paura Ammacàri= schiacciare Catalano Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

POESIE DIALETTALI di Vincenzo Padula Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

Due componimenti , I poemetti S Due componimenti , I poemetti S. Francesco di Paola e La notte di Natale, sono stati scritti nel dialetto calabrese parlato, verso la meta del XIX secolo, ad Acri (CS), il paese natale di Padula. Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

LA NOTTE DI NATALE E 'na vota, mo v'a' cuntu, 'e dicembri era 'na sira: 'u Levanti s'era juntu cu' Punenti, e tira tira, si scippavanu 'i capilli, e 'nfugavanu li stilli. Niuru cumu 'na mappina 'u ciel'era, e spernuzzati cumu zinzuli 'e cucina, jianu 'i nuvi spaventati; e lu scuru a fella a fella si facia cu' li curtella. Quannu scavuzu e spinnatu e Sionni pe' la via jia 'nu viecchiu arrisinatu, avia 'n'ascia alla curria: muortu 'e friddu e povar'era, ma omu e Diu paria alla cera. (…) Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

sienti mo 'ssa canzunella, chi mi dissi nanna mia, "S. FRANCESCO DI PAOLA" Sampranciscu, mari mia, sienti mo 'ssa canzunella, chi mi dissi nanna mia, 'n tiempu 'e viernu, alla furnella. - Mamma tua stava sdingata ch'era senza 'na speranza, de chi s’era maritata, 'e 'ngrossari cchiu la panza. 'U maritu alla mugliera l'afferrava pe' li trizzi: li facia 'na sonagliera 'e patati e cipullizzi. (…..) 'A rumanza aju finitu; vua l'aviti cumpatita. A bua mo' cari signuri, vi su' shcavu e serbituri. Jativinni tutti santi; e bongiornu a tutti quanti! Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo

« A voi fieri calabresi che accoglieste ospitali me straniero nelle ricerche e indagini infaticabilmente cooperando alla raccolta di questi materiali dedico questo libro che chiude nelle pagine il tesoro di vita del vostro nobile linguaggio » (Gerhard Rohlfs, Dizionario dialettale della Calabria) Laboratorio linguistico alunni classe IVA plesso Campo Sportivo