L’Italia sotto il predominio spagnolo

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Transcript della presentazione:

L’Italia sotto il predominio spagnolo

Predominio spagnolo 1559-1713: predominio sp. Dominio diretto: Ducato di Milano Regno di Napoli Regno di Sicilia Regno di Sardegna Stato dei Presidi Dominio indiretto: Repubblica di Genova Granducato di Toscana Indipendenti: Repubblica di Venezia Stato Pontificio Stato Sabaudo

L’Italia “spagnola” Possessi italiani della Spagna: governo diretto da Madrid Supremo Consiglio d’Italia (1563, Filippo II): membri spagnoli + un milanese + due napoletani + un siciliano – organo consultivo

L’Italia “spagnola” Potere effettivo Tre viceré (Napoli, Sicilia, Sardegna) + Consigli + Parlamenti Governatore (Milano) + Consiglio + Senato Organi rappresentativi: niente potere di controllo (approvazione delle imposizioni fiscali)

L’Italia “spagnola” Milano Seicento: rapido declino Perduta della posizione chiave nei traffici internazionali Perduta dell’importanza economica e finanziaria Grave fiscalismo 1630: peste

L’Italia “spagnola” „Ma sul finire del mese di marzo, cominciarono, prima nel borgo di porta orientale, poi in ogni quartiere della città, a farsi frequenti le malattie, le morti, con accidenti strani di spasimi, di palpitazioni, di letargo, di delirio, con quelle insegne funeste di lividi e di bubboni; morti per lo più celeri, violente, non di rado repentine, senza alcun indizio antecedente di malattia. I medici opposti alla opinion del contagio, non volendo ora confessare ciò che avevan deriso, e dovendo pur dare un nome generico alla nuova malattia, divenuta troppo comune e troppo palese per andarne senza, trovarono quello di febbri maligne, di febbri pestilenti: miserabile transazione, anzi trufferia di parole, e che pur faceva gran danno; perché, figurando di riconoscere la verità, riusciva ancora a non lasciar credere ciò che più importava di credere, di vedere, che il male s'attaccava per mezzo del contatto. […]”

L’Italia “spagnola” „S'era visto di nuovo, o questa volta era parso di vedere, unte muraglie, porte d'edifizi pubblici, usci di case, martelli. Le nuove di tali scoperte volavan di bocca in bocca; e, come accade più che mai, quando gli animi son preoccupati, il sentire faceva l'effetto del vedere. Gli animi, sempre più amareggiati dalla presenza de' mali, irritati dall'insistenza del pericolo, abbracciavano più volentieri quella credenza: ché la collera aspira a punire: e, come osservò acutamente, a questo stesso proposito, un uomo d'ingegno le piace più d'attribuire i mali a una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli da una causa, con la quale non ci sia altro da fare che rassegnarsi. Un veleno squisito, istantaneo, penetrantissimo, eran parole più che bastanti a spiegar la violenza, e tutti gli accidenti più oscuri e disordinati del morbo. ”

L’Italia “spagnola” „Si diceva composto, quel veleno, di rospi, di serpenti, di bava e di materia d'appestati, di peggio, di tutto ciò che selvagge e stravolte fantasie sapessero trovar di sozzo e d'atroce. Vi s'aggiunsero poi le malìe, per le quali ogni effetto diveniva possibile, ogni obiezione perdeva la forza, si scioglieva ogni difficoltà. Se gli effetti non s'eran veduti subito dopo quella prima unzione, se ne capiva il perché; era stato un tentativo sbagliato di venefici ancor novizi: ora l'arte era perfezionata, e le volontà più accanite nell'infernale proposito. Ormai chi avesse sostenuto ancora ch'era stata una burla, chi avesse negata l'esistenza d'una trama, passava per cieco, per ostinato; se pur non cadeva in sospetto d'uomo interessato a stornar dal vero l'attenzion del pubblico, di complice, d'untore: il vocabolo fu ben presto comune, solenne, tremendo. Con una tal persuasione che ci fossero untori, se ne doveva scoprire, quasi infallibilmente: tutti gli occhi stavano all'erta; ogni atto poteva dar gelosia. E la gelosia diveniva facilmente certezza, la certezza furore. ”

L’Italia “spagnola” „Due fatti ne adduce in prova il Ripamonti, avvertendo d'averli scelti, non come i più atroci tra quelli che seguivano giornalmente, ma perché dell'uno e dell'altro era stato pur troppo testimonio. Nella chiesa di sant'Antonio, un giorno di non so quale solennità, un vecchio più che ottuagenario, dopo aver pregato alquanto inginocchioni, volle mettersi a sedere; e prima, con la cappa, spolverò la panca. - Quel vecchio unge le panche! - gridarono a una voce alcune donne che vider l'atto. La gente che si trovava in chiesa (in chiesa!), fu addosso al vecchio; lo prendon per i capelli, bianchi com'erano; lo carican di pugni e di calci; parte lo tirano, parte lo spingon fuori; se non lo finirono, fu per istrascinarlo, così semivivo, alla prigione, ai giudici, alle torture.”

L’Italia “spagnola” „L'altro caso (e seguì il giorno dopo) fu ugualmente strano, ma non ugualmente funesto. Tre giovani compagni francesi, un letterato, un pittore, un meccanico, venuti per veder l'Italia, per istudiarvi le antichità, e per cercarvi occasion di guadagno, s'erano accostati a non so qual parte esterna del duomo, e stavan lì guardando attentamente. Uno che passava, li vede e si ferma; gli accenna a un altro, ad altri che arrivano: si formò un crocchio, a guardare, a tener d'occhio coloro, che il vestiario, la capigliatura, le bisacce, accusavano di stranieri e, quel ch'era peggio, di francesi. Come per accertarsi ch'era marmo, stesero essi la mano a toccare. Bastò. Furono circondati, afferrati, malmenati, spinti, a furia di percosse, alle carceri. Per buona sorte, il palazzo di giustizia è poco lontano dal duomo; e, per una sorte ancor più felice, furon trovati innocenti, e rilasciati.”

L’Italia “spagnola” „Né tali cose accadevan soltanto in città: la frenesia s'era propagata come il contagio. Il viandante che fosse incontrato da de' contadini, fuor della strada maestra, o che in quella si dondolasse a guardar in qua e in là, o si buttasse giù per riposarsi; lo sconosciuto a cui si trovasse qualcosa di strano, di sospetto nel volto, nel vestito, erano untori: al primo avviso di chi si fosse, al grido d'un ragazzo, si sonava a martello, s'accorreva; gl'infelici eran tempestati di pietre, o, presi, venivan menati, a furia di popolo, in prigione. Così il Ripamonti medesimo. E la prigione, fino a un certo tempo, era un porto di salvamento.” (Alessandro Manzoni: I Promessi Sposi)

La peste in Italia (1630-31) Bergamo 25.000 10.000 40% Como 11.000 45% Mantova 31.000 80% Milano 130.000 65.000 50% Padova 19.000 61% Parma 30.000 15.000 Venezia 140.000 45.000 32% Verona 53.000 56%

L’Italia “spagnola” Sardegna Grandi feudi Terreno poco coltivato isolazione

L’Italia “spagnola” Regno di Napoli Proprietà terriera: divisa – Chiesa, feudalità Riduzione della terra coltivata  crescita dei boschi e delle zone malariche Brigantaggio Estorsioni fiscali

L’Italia “spagnola” “Ricorsero più volte le popolazioni ai viceré per essere ascoltate e per dimostrare loro che, con i metodi usati nella riscossione dei tributi, borghi e campagne erano sterminati, le città restavano deserte, le strade erano piene di ladri, così che tasse e contribuzioni diventavano sempre più scarse; ma era tutto tempo perduto. Furono anche mandati alcuni religiosi alla corte di Madrid con la speranza che potessero essere ascoltati.”

L’Italia “spagnola” “Ma, non appena essi arrivarono alla corte e fu conosciuto lo scopo della missione, venne impedito loro di avvicinarsi alla persona del re. Così, vedendo fallire ogni tentativo di soluzione dei propri problemi, molti abitanti della Calabria si videro costretti ad abbandonare la patria con le mogli e con le famiglie per andare a cercare altrove terre meno aggravate.” (Maiolino Bisaccioni)

L’Italia “spagnola” Regno di Sicilia Rafforzamento della feudalità Produzione cerealicola per Spagna Crescita del peso sociale dell’aristocrazia Crescita della struttura latifondistica

L’Italia “spagnola” “Il contadino viene spogliato del raccolto dai baroni, dal clero, dai frati mendicanti, dai governatori, dagli agenti delle tasse, dai dipendenti dei tribunali, dall’avvocato e dal medico. Un panno grossolano, quando non sia lacero, una camicia di canapa forma tutto il suo vestire. Un pezzo di pane di frumentone, una minestra di cavoli condita di puro sale, vino cattivo, di cui fa un uso indiscreto: ecco tutto il suo pranzo.”

L’Italia “spagnola” “Un tugurio meschino e sudicio, esposto a tutti gli elementi, forma la sua abitazione. Vive in perpetue angustie ed oppressioni; e molti sono quelli che abbandonano l’ingrato lavoro per darsi a furti e ad aggressioni a scopo di rapina.” (Giuseppe Galanti)

L’Italia “spagnola” Italia spagnola: decadenza economica Spostamento del traffico marittimo dal mediterraneo all’Atlantico Sfruttamento di tutte le fonti di ricchezza Tributi: non per i bisogni locali, ma per le guerre della Spagna

L’Italia “spagnola” Oppressione politica + sfruttamento economico  disordine, miseria (+ carestie, pestilenze)  diminuzione della popolazione (-un milione e mezzo) Rivolte (1628-1674) Milano, Palermo, Messina: senza risultati durevoli  feroce reazione, condanne Masaniello

L’Italia “spagnola” 1647: nuova tassa sulla frutta fresca  rivolta del popolo Masaniello (Tommaso Aniello), pescivendolo Abolizione della tassa, costituzione di un governo popolare “Mora il governo, viva il re di Spagna” Masaniello: “capitano generale del fedelissimo popolo” – abuso del potere  uccisione (10 giorni)

La Repubblica di Genova Grande centro finanziario e marittimo (Corsica) Controllo di un’oligarchia (i Doria, i Grimaldi) Banco di San Giorgio 1528: alleanza tra Andrea Doria e Carlo V  Secolo d'Oro di Genova (“la Superba”) Investimenti finanziari in tutta Europa Costruzione di splendide ville e palazzi nobiliari

Il Granducato di Toscana Ritorno dei Medici (1530) – aiuto di Carlo V  tutela spagnola Cosimo I (1537-1574) Costruzione di strade Rafforz. dell’esercito Ordine marinaresco di Santo Stefano Granduca (1569)

Il Granducato di Toscana Cosimo I: mecenate Uffizi Giorgio Vasari Benvenuto Cellini Impulso all’industria Cave di marmi (Carrara) Miniere di ferro (Elba) Stato bene amministrato