Orizzonti della bioetica: diverse prospettive a confronto Orizzonti della bioetica: diverse prospettive a confronto Valle Colorina (SO) - 27 agosto 2002.

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Orizzonti della bioetica: diverse prospettive a confronto Orizzonti della bioetica: diverse prospettive a confronto Valle Colorina (SO) - 27 agosto 2002 Prof. Andrea Porcarelli Professore di filosofia presso l’Ateneo Domenicano di Bologna, aggregato alla Pontificia Università S. Tommaso D’Aquino in Roma Direttore Scientifico del Portale di Bioetica Consulente del Centro di Bioetica “A. Degli Esposti di Bologna” e del Centro Mauriziano di Bioetica di Torino Presidente UCIIM di Bologna e Delegato Nazionale UCIIM per i Giovani Insegnanti

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 Obiettivo della riflessione di questa mattina: quale è la posta in gioco ? Le grandi “emergenze educative” della bioetica L’uomo e la sua dignità La scienza e i suoi limiti La vita, i suoi dinamismi, il suo valore, le scelte etiche corrispondenti La società, i suoi doveri le sue leggi

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 In un mondo che “corre veloce” un pensare che scavi più a fondo Evitare la “trappola del frammento” Evitare la “sindrome della lacrima” Uno sguardo sapienziale sugli uomini e sulla realtà Uno sguardo critico, capace di analisi, sintesi e valutazione L’aspirazione ad una “nuova saggezza” per l’uomo tecnologico

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 Una “filosofia della tecnica” ? ! Poiché la tecnica è entrata oggigiorno a far parte di quasi tutto ciò che riguarda l’uomo – vivere e morire, pensare e sentire, agire e patire, ambiente cose, desideri e destino, presente e futuro -, in breve, poiché è divenuta un problema centrale e pressante per l’intera esistenza dell’uomo sulla terra, essa concerne anche la filosofia e deve esistere perciò una sorta di filosofia della tecnologia. Questa è ancora solo agli inizi e si deve andare verso la sua elaborazione. [H. Jonas, Tecnica, medicina ed etica. Prassi del principio responsabilità]

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 Il sorgere della domanda bioetica nella cultura del XX secolo Un tema dalle radici lontane Giuramento di Ippocrate I “medici filosofi” Alcuni eventi del XX secolo I crimini contro l’umanità Le “sperimentazioni selvagge” I progressi delle biotecnologie Bioetica: “un ponte verso il futuro” [Van Potter – 1970] Il dibattito sull’etica della scienza [fisici atomici – II guerra mond.]

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 Una definizione “classica” “Lo studio sistematico della condotta umana, nell’area delle scienze della vita e della salute esaminata alla luce dei valori e dei principi morali” [W. T. Reich, Introduction; Encyclopedia of Bioethics, 4 voll., free press, New York 1978]

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 La bioetica: un “territorio concettuale” dagli ampi orizzonti Quale rapporto tra scienza ed etica? Quali criteri etici per le scelte in campo bioetico? L’etica della scienza sorge “dall’interno” degli orizzonti della ricerca scientifica L’etica della scienza è una parte dell’etica Criteri di tipo utilitaristico Criteri di tipo trascendentale o con un fondamento metafisico Criteri di tipo contrattualistico Il senso e il valore delle azioni umane in tema di vita, salute e ambiente

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 La “Bioetica laica” Premesse fondanti Preso atto del fatto che non vi è un’unica etica universalmente condivisa si stabilisce che di diritto non ve ne possa essere una “assoluta”, per cui si afferma essere possibile solo un’etica procedurale, basata sul libero accordo dei soggetti coinvolti. Orizzonte ideale di riferimento Il relativismo etico proprio della nostra cultura viene accolto pienamente, la bioetica diviene “contrattualistica”, sulla linea di quello che già rappresentano i codici deontologici Criteri per decidere nei casi specifici Riduzione del valore della vita alla valutazione della sua “qualità”; il che avviene a due livelli: a) in rapporto al grado di sviluppo (per cui si introduce una distinzione tra “essere umano” e “persona”); b) in rapporto alla qualità della vita fisica di certe persone (per cui si tende a giudicare quali vite siano degne di essere vissute).

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 La “qualità della vita” come criterio “Il terzo princìpio è quello di garantire agli individui una qualità della vita quanto più alta possibile, di contro al principio che fa della mera durata della vita il criterio dominante della terapia medica. Se vi è un senso nella espressione “rispetto della vita” questo non può risiedere nel separare un concetto astratto di “vita” dagli individui concreti, che hanno il diritto a vivere e morire con il minimo di sofferenza possibile” [Manifesto di bioetica laica, 1996]

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 La “Bioetica personalista” Premesse fondanti La bioetica è una parte dell’etica: l’uomo è un essere libero e intelligente, per cui ogni atto compiuto con piena avvertenza e deliberato consenso è soggetto alle leggi morali e ciascuno ne risponde alla propria coscienza. La difficoltà sta nell’individuare tali leggi, sia come singoli, sia all’interno di una cultura che oggi, di fatto, è relativista (da cui si prendono le distanze) Orizzonte ideale di riferimento Si tratta di una prospettiva che sostanzialmente si ispira alla fede cristiana, ma l’orizzonte ideale di riferimento non è necessariamente di tipo teologico: per fondare i diritti fondamentali della persona umana è sufficiente riconoscerne filosoficamente la dignità in senso forte Criteri per decidere nei casi specifici Il valore a cui si fa riferimento è la dignità ontologica della persona umana, che vale per quello che è e non per quello che fa, quindi va rispettata in modo assoluto, a prescindere dal suo stadio di sviluppo e dalla “qualità” della sua vita fisica

Prof. Andrea Porcarelli Agosto 2002 Il criterio della “dignità della persona” “Rispetto alle realtà infraumane la persona è trascendente dal punto di vista ontologico e assiologico: la persona, in quanto capacità di autocoscienza e autodeterminazione, supera per novità, livello ontologico e valore, il mondo materiale; è il mondo che prende significato nella persona umana che rappresenta il fine dell'universo. (...) Questa grandezza ontologica e di valore della persona risulta anche quando la si rapporta alla società. Rispetto alla società la persona non deve essere considerata come una parte, né la società deve essere considerata come un "organismo vivente" (concezione organicistica): è dal cuore, dal centro della persona (che con tutto il suo essere si apre verso gli altri simili) che nasce la società; ma la persona, mentre è originante rispetto alla società, non investe tutta se stessa nel sociale-temporale, né nel politico” [E. Sgreccia, 1987]