La vita “Una saggezza dolorosamente sperimentata” (Caretti) Ariosto La vita “Una saggezza dolorosamente sperimentata” (Caretti)
Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia l'8 settembre 1474 da Daria Malaguzzi Valeri e dal conte Niccolò Ariosto, capitano della rocca di quella città. Tra il 1489 e il 1494, contro voglia, per volere del padre, e con esiti piuttosto modesti, studia diritto presso l'Università di Ferrara. Ma intanto partecipa alla vivace vita della corte di Ercole I, dove entra in contatto con vari e prestigiosi letterati ed umanisti. Lasciato finalmente libero dal padre di dedicarsi ai prediletti studi letterari, abbandona la giurisprudenza e intraprende lo studio della letteratura latina.
La fase cortigiana Dal 1498 viene stipendiato dalla corte estense. Compone LIRICHE in latino e in volgare. Nel 1500 con la morte del padre si chiude bruscamente il periodo degli studi tranquilli e dell'ozio letterario e si colloca la prima e traumatica svolta nella vita dell'Ariosto (PROBLEMI ECONOMICI >> 9 fratelli a carico)
Il cardinale gli fa ottenere un beneficio ecclesiastico a Milano. Nel 1502 entra al servizio del cardinale Ippolito d'Este, figlio di Ercole I e fratello del duca Alfonso.Si apre quindi un periodo di intense attività, pericolose ma onorevoli, legate alla vita di corte. Il cardinale gli fa ottenere un beneficio ecclesiastico a Milano. 1508 – 1509: vengono rappresentate le sue prime due commedie (La cassaria, I suppositi) Nel periodo 1509 - 1510 si reca tre volte a Roma per ottenere la revoca della scomunica inflitta da papa Giulio II al cardinale (il viaggio risulterà assai pericoloso)
Nel 1515 la morte del marito di Alessandra Benucci consente al poeta di stringere una relazione già avviata da qualche anno (ma solamente nel 1528 la sposerà - segretamente per non perdere i benefici ecclesiastici). 1516: viene pubblicata la prima edizione dell’“Orlando Furioso” in 40 canti, dedicato al cardinal Ippolito.
1521: Revisione linguistica dell’”Orlando Furioso”. Nel 1517 si verifica la seconda svolta nella vita di Ariosto: il rifiuto di seguire il cardinale Ippolito ad Agria, in Ungheria, determina la rottura fra i due. 1517 –1525: compone le 7 Satire, in terzine, partendo da temi autobiografici per abbracciarne altri più vasti (sociali, politici, culturali, morali) Ariosto nell’aprile del 1518 entra al servizio del duca Alfonso d’Este, fratello di Ippolito, che gli farà compiere numerosi viaggi. Sono anni di difficoltà economiche per la guerra fra Estensi e Leone X. (saltuaria erogazione dello stipendio; ritardi nella riscossione del beneficio ecclesiastico) 1521: Revisione linguistica dell’”Orlando Furioso”.
Dal 1522 al 1525 è costretto ad accettare l’incarico di commissario ducale in Garfagnana, in cui dimostra pietas, sagacia amministrativa, fermezza. Dalla Garfagnana scrive varie LETTERE. Nell’ottobre del 1525 fa ritorno a Ferrara dove rimarrà fino al 1532 vivendo un periodo di tranquillità, in cui perfeziona le sue opere e compone la terza e definitiva edizione del “Furioso” (46 canti, secondo il canone del Bembo).
In questo periodo si dedica alla traduzione di opere di Plauto e Terenzio, compone opere teatrali, assume l’incarico di organizzatore di spettacoli di corte. Nel novembre del 1532 accompagna il duca Alfonso a Mantova per incontrare Carlo V. Il 6 luglio 1533 muore a Ferrara dopo alcuni mesi di malattia.
Le opere Ariosto Le Satire L’Orlando Furioso Il Teatro L’Epistolario Produzione lirica
Le Satire Composte fra il 1517 e il 1525. 7 Satire indirizzate ad amici e conoscenti. Terzine dantesche volte a valorizzare il genere satirico. Hanno un movente autobiografico Autodifesa Affermazione del proprio punto di vista. I temi: sociali, politici e culturali, con la presenza di riflessioni morali.
Scelta importante con cui si mette in dubbio il primato della lirica. Struttura dialogica e colloquiale.
LE LIRICHE LATINE E RIME VOLGARI 67 componimenti di formazione umanistica su imitazione dei classici latini Orazio, Virgilio, Catullo, Properzio, Tibullo La cultura latina piegata ai motivi personali, si denuncia la durezza del lavoro quotidiano e l’aspirazione all’otium letterario. I temi sono: epigrammi che tratteggiano figure umane
Rime volgari Sono rime d’occasione non un canzoniere unitario Sono sonetti e madrigali di argomento erotico dedicati ad Alessandra Benucci Caratteristica più evidente è lo sperimentalismo che fa delle rime un vero e proprio laboratorio letterario
Armonia ed ironia • Distacco di Ariosto dagli sconvolgimenti storici, a cui oppone la serenità della vita domestica e l’impegno letterario • L’equilibrio è però condizionato dall’essere intellettuale cortigiano • L’arte è condizionata dal potere • Ironia come critica, ma anche come difesa della propria dignità e libertà (poeti-cigni /poeti-corvi)
La produzione lirica latina Sessantasette liriche. Composte tra il 1494 e il 1503 circa. Fedeltà ai temi e ai modelli stilistici classici che spesso sconfina nell’imitazione. Temi: erotico (tono leggero e sensuale), epigrammi, epitaffi (carattere erudito).
La produzione lirica volgare Ottantasette componimenti. Datazione incerta (circa primo decennio del ‘500). Varie revisioni. Raccolte nel 1546, dopo la morte di Ariosto. Attenta selezione del lessico (toscano illustre). Riferimento ai classici (Catullo, Orazio, Tibullo, Properzio).
Il Teatro Modello per autori successivi. Innalzare il decoro letterario delle rappresentazioni senza rinunciare alla loro vivacità e immediatezza. Recupero della commedia latina classica e della novellistica volgare (Boccaccio). Invenzione di un volgare comico per la commedia che possa competere con quello dei commediografi latini (lessico basso, gergale e dialettale). Invenzione di un volgare comico per la commedia che possa competere con quello dei commediografi latini (lessico basso, gergale e dialettale).
Le commedie La tragedia di Tisbe (perduta), (1493) La Cassaria, in prosa (1508) I Suppositi, in prosa (1509) Il Negromante, in versi (1520) La Lena, in versi (1528) Gli studenti (incompiuta), in versi (1518- 19)
Caratteristiche delle commedie A. inaugura la commedia cinquecentesca con La Cassaria e I Suppositi Il modello plautino ma in prosa secondo il modello della novella di boccaccio In seguito passa dalla prosa alla poesia usando l’endecasillabo Il Negromante una satira sulle credenze irrazionali della magia La Lena : satira sull’interesse economico unico fine dell’uomo
Primi esempi di commedia regolare in volgare – in prosa Legate ai modelli plautini e terenziani “Cassaria”(prosa): recupero di due giovani rapite e fatte schiave a seguito del pagamento del riscatto da parte dei fidanzati. I “Suppositi”(prosa): serie rocambolesca di scambi di persona a Ferrara.
Con maggiori allusioni alla contemporaneità Il “Negromante” (endecasillabi sdruccioli): faticosi tentativi di un giovane per conquistare l’amata; sullo sfondo un’ altra coppia e Iachelino, un mago imbroglione che finge di possedere arti magiche in grado di risolvere ogni situazione. La “Lena”: Lena è una donna interessata solo all’aspetto materiale della vita; per denaro consente a Flavio di vedere Lavinia, figlia del suo amante, Fazio.Il suo arrivo durante il loro incontro fa precipitare la situazione, ma infine i due giovani si sposano. Studenti (incompiuta)
EPISTOLARIO 214 LETTERE Non un componimento letterario ma lettere vere non destinate alla pubblicazione Lettere private e biglietti d’occasione Linguaggio semplice e immediato Vi si riflette il realismo di ARIOSTO
Confronto con Petrarca L’ Epistolario Confronto con Petrarca Petrarca Ariosto Grande elaborazione intellettuale e letteraria. Organicità. Ritratto idealizzato e artificiale di se stesso. Interesse tra i contemporanei. Ancorato a situazioni reali. Mancano requisiti di organicità e di costruzione letteraria. Privo di argomenti estranei al contenuto delle lettere. Interesse solo dal ‘700. Nell’ Epistolario ariostesco c’è un interesse documentario. Inoltre è ridotto al minimo il filtro distanziatore della scrittura.
LE SATIRE Ludovico Ariosto compone le Satire a partire dal 1517, anno in cui abbandona il servizio presso il cardinale Ippolito d’Este, e prosegue fino al 1525. Si tratta di sette componimenti in terzine che nascono come una riflessione sull’esperienza personale del poeta. Le Satire partono, quindi, da un dato autobiografico per poi allargarsi ad una riflessione socio-culturale e politica sulla realtà delle corti del Cinquecento, intrecciando osservazioni psicologiche, considerazioni morali e appunti di riflessione che corrono paralleli al lavoro di revisione e di riscrittura dell’Orlando furioso. Ogni satira è indirizzata ad amici e parenti, assumendo quindiuna struttura e una funzione quasi epistolare.
MODELLI E STILE Diversi sono i modelli letterari di questa raccolta, ma colui che che ha il ruolo principale è sicuramente l’autore latino Orazio (65-27 a.C.), con le Epistole e le Satire. Orazio, noto soprattutto per le Odi, viene recuperato da Ariosto come modello esemplare di medietas e di ironia, ovvero di capacità di affrontare le vicende umane secondo una prospettiva bilanciata tra distacco divertito e reazione ai toni troppo accesi o quelli eccessivamente seri e drammatici. Il modello classico si adatta pure bene alla finzione epistolare, per cui ogni satira, come una sorta di lettera privata ad un amico o a un confidente, è indirizzata ad un particolare destinatario, cui il poeta svela - non senza ironia - la propria visione del mondo. L’altro modello di riferimento, dal punto di vista metrico, è Dante e la sua Commedia; la terzina assicura lo sviluppo narrativo e quasi “colloquiale” dell’epistola, e si adatta assai bene allo stile medio del genere.
STILE Lo stile di Ariosto è medio e molto controllato, non scadendo mai nella polemica, ma mantenendo sempre un tono pacato e leggero, attraverso l’ironia e una notevole vivacità stilistica. Nonostante questo dominio nello stile, emergono tra le righe le dure critiche del poeta alla società e all’ambiente della corte; nella Satira I, in cui Ariosto spiega il suo abbandono del cardinale Ippolito d'Este, per esempio, il poeta esprime le sue considerazioni sul servizio prestato presso l’ecclesiastico, rappresentandolo come un uomo duro, volubile, avaro e insensibile all’arte poetica, che lo ha trattato come un cameriere, sfruttandolo per i compiti più mediocri ed umilianti.
L’Orlando furioso Edizioni: 1516, 1521, 1532. Non c’è una trama precisa ma si possono distinguere due grandi filoni narrativi: Racconto d’armi Vicende romanzesche Riguarda tutti gli eroi del poema Vissute dai cavalieri Collegamento, da un lato ai valori cortigiani, dall’altro, a una condizione di crisi e di precarietà
La struttura Non ha un unico protagonista • Non ha una trama lineare • Tecnica dell’entrelacement (montaggio) → è impossibile un riassunto lineare • Due filoni principali: • 1) racconto d’armi: guerra fra cristiani e saraceni • 2) vicende romanzesche dei cavalieri
La poetica fra epica e romanzo La poetica – fra epica e romanzo • Volontà di dare dignità epica al poema→ riferimento all’epica latina, in particolare a Virgilio (necessità propria dell’Umanesimo) • L’epica propone valori ideologici con cui una comunità celebra se stessa e si identifica • Ma: il Rinascimento propone valori individualistici → prevale il versante romanzesco
Epica e romanzo EPICA • Propaganda valori collettivi • Il racconto è più stabile (i guerrieri combattono per il raggiungimento del fine proposto) • Struttura chiusa • ROMANZO • Celebra valori individuali • Il racconto è dinamico (il cavaliere “viaggia” per conoscere il proprio destino → matura) • Struttura aperta
La “quête” (la ricerca) La “quête” (la ricerca) • Nel Furioso la quête (di Angelica) va spesso a vuoto • La quête diventa l’inseguimento di un fantasma interiore • Nel romanzo la quête esprime il senso dell’esistere • Il senso dell’esistere è inseguire un sogno, è un labirinto, addirittura follia (Orlando) • Furioso: poema della consapevole rinuncia a molte illusioni della civiltà rinascimentale • Ruolo del caso
I NUCLEI NARRATIVI VICENDE COPPIA ORLANDO – ANGELICA RUGGERO –BRADAMANTE fondatori della dinastia Estense
FONTI NARRAZIONI EPICHE CLASSICHE ENEIDE CICLO BRETONE E CICLO CAROLINGIO POEMI E CANTARI DI ARGOMENTO CAVALLERESCO COME IL MORGANTE DI PULCI PER IRONIA E UMORISMO
TECNICHE NARRATIVE Differimento delle storie per creare attesa e differimento da parte dei lettori Entrelacement , intreccio delle vicende Contemporaneità , la narrazione procede con diverse vicende che si originano l’una dall’altra e una dentro l’altra.
Lingua: in linea con le teorie di Bembo STILE Lingua: in linea con le teorie di Bembo Fusione dei diversi generi letterari Molteplicità di toni e registri.
Il modello positivo del cortigiano • Figura di Ruggero: fondatore della dinastia estense e della corte • Il suo è un camino di formazione e di scelta • Dall’inconsapevolezza di sé all’assunzione del proprio ruolo • La quête di Ruggero si conclude con il successo
Armonia ed ironia • Distacco di Ariosto dagli sconvolgimenti storici, a cui oppone la serenità della vita domestica e l’impegno letterario • L’equilibrio è però condizionato dall’essere intellettuale cortigiano • L’arte è condizionata dal potere • Ironia come critica, ma anche come difesa della propria dignità e libertà (poeti-cigni /poeti-corvi)