Religione e Mito Ieri e oggi

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Transcript della presentazione:

Religione e Mito Ieri e oggi Di fronte all’enigma ultimo l’uomo ha cercato di immaginare, di definire il mistero in rapporto a sé, di concepire quindi un modo di re1azione con esso e di esprimere tutti i riflessi estetici che l’immaginazione di quell'Ultimo gli dava. Religione e Mito Ieri e oggi

Lista di nomi di divinità sumere, 2400-2200 a.C. Il mondo della Bibbia Gli autori della Bibbia, se pur ispirati, vivevano in un contesto storico tra popolazioni che avevano le proprie credenze e da queste furono influenzati. Il contesto è quello del VOA (Vicino Oriente Antico), cioè di quella zona che comprende l’Anatolia, la Siria e la Palestina, la zona tra i fiumi Tigri ed Eufrate (Mesopotamia), l’Egitto e marginalmente la Persia (chiamata all’epoca Elam). Per “Antico” si intende il periodo storico che va dal 3000 a.C. al 539 a.C. Maggior influenza è dovuta al mondo semitico occidentale (Fenici, Filistei, Canaan) a causa della sua vicinanza e al semitico orientale per ragioni storiche (deportazione a Babilonia). Lista di nomi di divinità sumere, 2400-2200 a.C.

Cronologia del V.O.A.

Le forme divine: il numinoso Fondamentale per tutte le religioni, e quindi anche per la religione dell' antica Mesopotarnia, è, io credo, un‘esperienza unica di confronto con un potere che non è di questo mondo. Il teologo e filosofo tedesco Rudolf Otto la definì esperienza numinosa e la qualificò come esperienza di un mysterium tremendum et fascinans, un confronto con il «totalmente altro», estraneo all'esperienza ordinaria e indescrivibile nei termini di quella. È la risposta umana a tale esperienza nel pensiero (mito e teologia) e nell'azione (culto e venerazione) che costituisce la religione. Dal momento che ciò che si incontra nell' esperienza numinosa non è di questo mondo, esso non può essere descritto, perché tutti i termini descrittivi necessariamente riflettono l'esperienza di questo mondo e risultano pertanto insufficienti. Al massimo, sarà quindi possibile cercare di richiamare e di suggerire la risposta umana all'esperienza del numinoso nella maniera più adeguata attraverso analogie e metafore evocative. Anche la religione ha elaborato alcune versioni canoniche di tali metafore. Esse costituiscono il legame tra l'esperienza di prima mano e quella di seconda mano, ossia diventano un tramite per l'istruzione religiosa e formano il corpus della fede della collettività. Naturalmente queste metafore saranno differenti a seconda delle civiltà in cui si trovano radicate e dalle quali traggono le loro immagini. Perciò lo studio di ogni singola religione deve cominciare da un' analisi di quelle metafore che sono privilegiate e considerate di centrale importanza; inoltre bisognerà prestare la dovuta attenzione al fatto che esse non sono altro che metafore e quindi non hanno in se stesse il loro fine, ma piuttosto indicano qualche cosa che si trova al di là di esse Thorkild Jacobsen

I Sumeri Astrale Cosmica AN (cielo) UTU (sole) ENLIL (aria) Elmo sumero in oro - 2500 a.C. I Sumeri Approccio pre-logico (?): i vari aspetti della natura sono indipendenti cosicché la realtà stessa viene deificata ad esempio un tempio poteva essere considerato esso stesso una divinità e non l’abitazione di quest’ultima. La religiosità della Mesopotamia ha un l’altissimo numero di divinità, gli studiosi parlano di più di 3000. Con il passare del tempo si nota una tendenza al sincretismo che sfocia in un patrimonio comune di divinità Le divinità sono originate dal caos primordiale rappresentato da Apsu e Tiemat (entità maschile e femminile degli abissi acquosi originali). Il racconto delle origini è contenuto nel mito dell’ Enuma Elish Nel mondo la creazione dell’uomo emerge con due modalità differenti: creazione per generazione e creazione per separazione. Cosmica Astrale AN (cielo) UTU (sole) ENLIL (aria) NANNA (Luna) ENKI (acqua) INANNA (Venere)

Approfondimento facile: Fisiomorfismo Pendente con simbolo di Inanna-Astarte; pietra, III-II millennio a.C. Imdugud, dio della mitologia sumera (aquila con una testa di leone) ; tempio di Ninhursag, Tell al-'Ubaid ; 2500 a.C.

Approfondimento facile: Antropomorfismo Shamash, dio sole, mentre sorge al mattino dalle montagne orientali fra (a sx) Ishtar (Inanna per i sumeri), la dea della stella del mattino, e (estrema sx) Ninurta, il dio dei temporali, con l’arco e il leone e (dx) Ea (Enki per i sumeri), il dio dell’acqua fresca, con (estrema dx) il suo vizir, il bifronte Usmu. Stele degli avvoltoi – Carro di Ninurta

Approfondimento facile: Sociomorfismo Cilindri di Gudea

Toro – Babilonia Porta di Ishtar I Semiti Toro – Babilonia Porta di Ishtar Con l’arrivo dei Semiti (Akkadi, Amorrei…) non si avvertono grandi novità. La principale è una diminuzione del numero delle divinità. Poi si rileva un fenomeno di sincretismo: alcune divinità sumeriche vengono assimilate, in alcuni casi i nomi cambiano, mentre in altri vengono accadizzati Compaiono altre divinità, la più importante è Marduk che diventerà il re degli dei Abbiamo inoltre le divinità degli inferi con a capo Eresh Kigal sorella di Inanna-Ishtar. Cosmica Astrale Anum Shamash Enlil Sin Ea Ishtar

Miti sumeri e babilonesi L’epica di Atrahasis – British Museum Atrahasis. Prima versione composta nel 1800-1600 a.C. Enuma Elish (quando nell’alto). Composto probabilmente nella seconda metà del II millennio a.C. Gilgamesh. Più composizioni risalenti ad antichissime tradizioni sumere provenienti dalla corte di Uruk. Non si sa in che epoca furono messe per iscritto per la prima volta. Alcune risalgono alla III dinastia di Ur

Gilgamesh: La trama del poema

Approfondimento medio: Gilgamesh Gilgamesh re di Uruk

Tavoletta cuneiforme proveniente da Ninive – VII sec. a.C. ENUMA ELISH. Si tratta di uno dei più importanti racconti mitologici della letteratura babilonese. Suddiviso in sette tavolette, racconta gli eventi primordiali relativi alle divinità, ossia la nascita del dio Marduk, la battaglia tra Marduk e Tiamat e, infine, la creazione dell'universo e del genere umano. L'Enuma elish rappresenta una delle creazioni letterarie più antiche che si siano mai scoperte in Mesopotamia e, dall' epoca della sua prima pubblicazione, nel 1876, fino ad oggi, si è continuato a lavorare a nuove edizioni, a nuove traduzioni e si sono scoperti anche nuovi documenti. Il testo viene spesso indicato anche con il titolo di «Il poema della creazione», ma risulterebbe più appropriato intitolarlo «L'esaltazione di Marduk». Lo scopo del testo, infatti, è quello di raccontare come Marduk sia diventato il re degli dei e, in fondo, l'epilogo stesso del testo dà all'opera il titolo di «Il canto di Marduk [che] sconfisse Ti[amat] e ottenne la sovranità». Il testo fu probabilmente composto nel periodo in cui Marduk diventa il dio supremo del pantheon e, dunque, intorno alla seconda metà del II millennio a.c. Più precisamente, è stato forse redatto durante il regno di Nebuchadrezzar I (xi secolo a.c.), quando a Babilonia si verifico una risveglio dei sentimenti nazionalistici e per questo motivo la statua cultuale di Marduk venne riportata dall' Assiria a Babilonia.

Approfondimento facile: trama dell’Enuma Elish Cilindro babilonese – Battaglia con Tiamat

Enuma elish e Genesi.

Creazione dell’uomo Enuma elish vs Genesi

Il senso del termine greco Mithos In greco Mythos Parola: parola, parola pubblica, conversazione, oggetto della conversazione, pensiero, pensiero espresso, messaggio Racconto: narrazione, finzione opposta alla realtà, favola, trama di una commedia o di una tragedia L’etimologia rimanda alla radice indoeuropea meudh, mudh, che fa riferimento al ricordarsi, al pensare, al pensiero. Il significato è duplice Il pensiero non espresso, l’idea Il pensiero espresso, cioè La “parola” nel suo senso più ampio: sentenza, discorso, risposta, proposizione, promessa Il contenuto di questa “parola”: il messaggio, la storia, la relazione dei fatti, il racconto nelle sue diverse forme (storia antica, leggenda, racconto, favola, epopea All’inizio (dialetto ionico di Omero) la parola mythos avrebbe avuto lo stesso significato della parola logos (dialetto attico). Ben presto l’uso finisce per opporre mythos a logos (logos è l’espressione della verità: aletheia). Triplice opposizione Mythos: le storie del meraviglioso; logos: una storia vera Mythos: il mito filosofico di un’idea; logos: la sua espressione dialettica Mythos: il mito popolare; logos: il sostrato di verità che si trova nel mythos

Mito e mitografia VIII sec. a.C. L’Iliade e l’Odissea di Omero e la Teogonia e Le opere e i giorni di Esiodo sono i primi documenti mitologici greci. Tema importante è la nascita degli dei e mediante questi la nascita del cosmo. VI sec. a.C. Telete ed Eraclito criticano severamente questa teogonia e cosmogonia. Eraclito introduce il logos, l’intelligenza divina. Platone (428-347 a.C.) raccoglie in un sistema le critiche ai miti popolari, ma crea miti filosofici per offrire immagini della verità Per Evemero (III sec. d.C.) i miti sono racconti leggendari relativi a personaggi storici e ad alcuni avvenimenti reali (secolarizzazione del mito). I Padri della Chiesa riprenderanno questa tesi. Per i neoplatonici (Plutarco, Massimo di Tiro, Plotino, Porfirio) il mito è un’immagine che riflette la verità, ne preserva il mistero e tuttavia ne inizia l’uomo ai segreti divini. Il Medioevo si limita a conservare la memoria dei miti. L’umanesimo, il rimascimento e l’illuminismo paragonano i miti del mondo antico con i racconti delle origini trasmessi dalla Bibbia. G.B. Vico (in Scienza Nuova 1725) cerca nei miti una chiave di lettura per comprendere le culture, le civiltà e le religioni antiche; determina le ere dell’umanità (infanzia, adolescenza, età adulta) e scopre un simbolismo che riflette le verità eterne. Nei secoli XIX e XX si lavora alla realizzazione di repertori mitografici dei popoli. I romantici vogliono scoprire un linguaggio comune al genere umano. Schelling parla di contenuto profetico del mito il quale a suo modo di vedere si colloca nel processo di una rivelazione che illumina l’umanità. Nel XX secolo si moltiplicano i tentativi di interpretazione i più significativi sono quelli ad opera di M. Eliade, G. Dumézil e P. Ricoeur

Natura e funzione del mito Lapis Niger Natura e funzione del mito Il mito riferisce avvenimenti che risalgono alle origini, nel tempo primordiale e favoloso degli inizi. Così facendo, esso si riferisce a realtà che esistono nel mondo e di cui esso spiega le origini: cosmo, uomo, piante, animali, vita. Parlando di esseri soprannaturali, esso descrive l’irruzione del sacro nel mondo. In effetti il mito è “una storia santa dei popoli”, strutturata mediante un sistema di simboli. Esso è un significante (M. Eliade) Grazie al mito l’uomo si colloca all’interno del cosmo e stabilisce come comportarsi: cioè in modo conforme agli esseri soprannaturali, agli antenati primordiali. L’uomo deve compiere nuovamente l’atto iniziale perché è un archetipo, l’uomo è proiettato in un tempo primordiale. Si abolisce il tempo profano per raggiungere il tempo sacro delle origini, l’uomo così compie l’esperienza del sacro. Questo presuppone un’iniziazione, cerimonia di importanza capitale, poiché senza la conoscenza è impossibile vivere e rivivere l’avvenimento primordiale

Mito e origini Miti cosmogonici: dramma della creazione del cosmo e dell’uomo e i principi che reggono il processo cosmico e l’esistenza umana Miti delle origini: raccontano e giustificano una situazione nuova che costituisce una modifica del mondo creato (genealogie, miti di guarigione, origine delle medicine e delle scienze mediche, nascita delle istituzioni e delle società, mutamenti della situazione umana, mitologie solari e astrali, miti sull’origine della morte, miti sulla vegetazione e sulla fertilità) Miti sul rinnovamento del mondo: sono imperniati sul movimento delle stagioni, sull’anno nuovo, sull’intronizzazione del re, sul capro espiatorio, sull’iniziazione Miti escatologici: riferiscono le catastrofi cosmiche (diluvi, terremoti, crollo di montagne, distruzioni del mondo). Tuttavia si concludono con l’immagine di una nuova creazione

IL POEMA DEGLI UOMINI E DEGLI DEI Omero, Iliade Stansi di Giove sul limitar due dogli, uno del bene, l'altro del male…

Ernst Herter, Achille morente, 1884, Achilleion a Corfù Introduzione

ILIADE CANTO I vv 188-284 Giovanni Battista Tiepolo, Atena impedisce ad Achille di uccidere Agamennone, 1757, Villa Valmarana.

ILIADE CANTO III vv 121-190 Volto di Elena – Riproduzione grafica di statua greca

ILIADE CANTO XXIV vv 485-570 Bassorilievo romano: Priamo da Achille

Approfondimenti (medio): Mito e religione nel mondo greco Copia romana di originale greco - Apollo del Belvedere – Musei Vaticani Approfondimenti (medio): Mito e religione nel mondo greco

Gesù di Nazaret: il mito diventa storia Le fonti (pagane, ebraiche e cristiane*) si oppongono categoricamente a ogni tentativo passato e recente di ridurre Gesù di Nazaret a pura finzione. Gesù non è il risultato della fantasia di alcuni falsari, che hanno creato questo personaggio fondendo tra di loro racconti mitici e informazioni derivanti dalle religioni pagane. A differenza dei miti, le notizie su Gesù e il cristianesimo nascente precisano tempi e luoghi, parlano di avvenimenti storici. Va pertanto dedotto che le concezioni pagane non stanno alla base della fede cristiana. In realtà il cristianesimo afferma qualcosa di unico: Dio si è fatto uomo in Gesù di Nazaret, un ebreo della Palestina del primo secolo. Il cristianesimo non parla di racconti mitici, appartenenti al tempo primordiale, bensì di fatti accaduti in tempi e luoghi determinati: fatti che possono essere verificati. Solo a partire dalla fine del XVIII secolo alcuni studiosi tentano di ridurre il contenuto delle fonti cristiane a mito o leggenda. Strascichi di questo posizioni rimangono ancora oggi in autori che godono di ampia diffusione per via del loro ruolo di divulgatori. Nelle loro opere però non vi è traccia di un’indagine condotta con il rigore dei metodi propri della ricerca storica in genere. A tale proposito è singolare la conversione al cristianesimo di C.S. Lewis. Soffrendo del clima culturale nel quale si forma egli parte da una posizione di riduzionismo del cristianesimo e di tutte le religioni a mitologia (E’ così, tutte le religioni, tutte le mitologie per chiamarle col loro nome appropriato, sono solo invenzioni dell’uomo – Cristo quanto Loki). La sua onestà intellettuale e l’incontro con personalità di spicco quali Tolkien e Dyson lo fa giungere negli anni ad affermare il profondo valore storico della religione cristiana. Di seguito vengono presentati alcuni miti in cui figura la morte e la rinascita di una divinità e alcune lettere di Lewis nelle quali egli spiega che all’inizio della sua conversione sta aver risolto il rapporto tra mito e storia. * Nessun altra opera dell’antichità è documentata da così tante copie manoscritte come i 4 vangeli: 98 papiri datati tra la fine del I secolo e il III; 301 codici in pergamena scritti in lettera maiuscola – onciale - risalenti al III-X secolo; 2.811 codici in lettera minuscola scritti a partire dal IX secolo; senza contare gli oltre 21.279 lezionari. Tra gli scritti dell’antichità quelli di Virgilio sono i meglio conservati: 600 manoscritti i più antichi dei quali risalgono solo al IV-V secolo (di recente è stato rinvenuto un papiro datato I secolo a Masada contenente una frase dell’Eneide). Cesare ci ha lasciato varie opere i cui manoscritti più antichi risalgono solo al X secolo d.C.; il manoscritto più antico di Omero (VIII sec. a.C.) è del XII secolo (più di diciannove secoli dopo la sua morte). I primi sei libri degli annali di Tacito sono raccolti in un manoscritto del 1510, quattordici secoli dopo la sua morte.

Dei morenti e risorgenti 1. DUMUZI/TAMMUZ Matrimonio di Inanna e Dumuzi – Riproduzione di una scultura sumera

Dei morenti e risorgenti 2. OSIRIDE Particolare di sudario in lino dipinto a tempera. Ai fianchi del defunto sono le due divinità egizie Osiride e Anubis. Provenienza Necropoli del Fayyum: II sec. d.C., Mosca, Museo Puškin.

Dei morenti e risorgenti 3. Dioniso Statua di Dioniso del II secolo - Louvre Dei morenti e risorgenti 3. Dioniso

Dei morenti e risorgenti 4. BALDR Il portale nord della stavkirke di Urnes (XI secolo): I serpenti e i draghi attorcigliati rappresentano la fine del mondo secondo la leggenda nordica del Ragnarök.

A proposito della conversione di C.S. Lewis

Approfondimento (medio) J. R. R Approfondimento (medio) J.R.R. Tolkien mitologia e teologia della Storia di Paolo Gulisano La nascita del Cristo è l’eucatastrofe della storia dell’uomo; la resurrezione, l’eucatastrofe della storia dell’incarnazione. Questa vicenda si inizia e si conclude in gioia, e mostra in maniera inequivocabile l’intima consistenza della realtà. Non c’è racconto mai narrato che gli uomini possano trovare più vero di questo… il Vangelo non ha abrogato le leggende; le ha santificate, e ciò vale soprattutto per il lieto fine J.R.R. Tolkien, Sulle Fiabe

…siamo solo noi /quelli che non hanno voglia di far niente / rubano sempre / siamo solo noi / generazione di sconvolti che non hanno più / santi né eroi… (Vasco Rossi) Giorgio de Chirico – Ettore e Andromaca

Eroi

La vita è la più romantica delle avventure, ma soltanto chi ha il cuore di avventuriero può comprenderlo. (G.K. Chesterton)

Approfondimento (medio) Approfondimento (medio). Miti fondamentalistici, religioni e violenza (di Julien Ries Direttore del Centro di Storia delle Religioni presso l’Università Cattolica di Lovanio)

Approfondimento (difficile): Mito e storia di Paul Ricoeur

Bibliografia Il materiale delle schede è stato tratto dai seguenti testi: Mircea Eliade (a cura di), Religioni del Mediterraneo e del V.O.A. Vol XI - Enciclopedia delle Religioni, Milano Mircea Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. I - Dall'età della pietra ai Misteri Eleusini, Firenze Julien Ries, Opera omnia vol. IV** - Mito e Rito, Milano L. Cioni, G. Regoliosi Morani, P. tamburini (a cura di), Iliade. Il poema degli uomini e degli dèi, Milano C.S. Lewis, Prima che faccia notte, Milano J.R.R. Tolkien, Albero e foglia, Milano Articoli vari sul web