Una Chiesa che ascolta Vangelo di Marco
"Erano assidui nell'ascoltare …" L’icona biblica "Erano assidui nell'ascoltare …"
Parabola del seminatore: ascoltate! Trasfigurazione: ascoltatelo! Ascolta Israele: risposta
Parabola del seminatore Genere: parabola Contesto: ostilità Le parabole nei Vangeli: sono un racconto (mashal: proverbio, parabola, paragone, sentenza …) che può essere anche fittizio, ma che ha un rapporto con la realtà degli ascoltatori, sono infatti, in forma dialogica per coinvolgere gli uditori, per superare qualsiasi ostilità. Gesù inizia per questo a parlare in parabole, perché avverte una certa resistenza. Il contesto è l’incomprensione e l’ostilità da parte delle autorità giudaiche. Spesso si parla di almeno tre stadi nella formazione delle parabole: il primo stadio va ricercato nella vita di Gesù; il secondo dall’adattamento post-pasquale della chiesa primitiva; il terzo si riferisce alla redazione nei vangeli. Perché Gesù parla in parabole? Simbolo del modo comune di esprimersi suscitare l’interrogazione degli altri, coinvolgerli stimolando la curiosità Invita alla domanda: a cosa allude? Gesù scrutava il cuore umano, la storia L’uomo è poco disposto ad ascoltare Strumento pedagogico Poiché Dio è grande l’uomo deve essere condotto alla Trascendenza, rimanda all’indicibilità di Dio Linguaggio di vita quotidiana, relazioni suscita risonanze Per imparare ad ascoltare La parabola nasce dall’accettazione dell’altro e dal desiderio di fare con lui un cammino Linguaggio comunicativo Stimola emozioni, il giudizio Forma semplice 4 caratteristiche: 1. serietà della situazione, esistenziale, 2. coinvolgimento, 3. capovolgimento: chi racconta suscita un giudizio su te stesso, 4. concentrazione: passaggio dal racconto alla vita
Struttura di Mc 4 4,1-9: 4,10-12: perché Gesù 4,13-20: spiegazione 4,1-25, Parabola del seminatore: 4,1-9: parabola commento, come 4,13-20: spiegazione della parabola 4,26-29: parabola del seme 4,30- 32: parabola del grano di senape 4,33-34: sommario Parabola in tre parti: 4,1-9: la parabola 4,10-12: perché Gesù parla in parabole 4,13-20: spiegazione della parabola
Introduzione 41 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 “Ascoltate.
Il seminatore semina la Parola Il seminatore uscì a seminare Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno”. Il seminatore semina la Parola Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per un uno. Parallelo: parabola e spiegazione
Protagonisti Seminatore Seme Terreno uccelli I protagonisti della parabola, allora, sono: Il seminatore/ Dio: “esce” a seminare, di sua iniziativa; semina a piene mani, disposto al fallimento, perché la Parola non si impone; Il seme/ la Parola: è il contenuto, l’oggetto dell’ascolto; Il terreno: lungo la strada, fra i sassi, tra spine, terreno buono; sono le quattro categorie di ascoltatori:
Ecco, uscì il seminatore a seminare. Il seminatore semina la parola.
I categoria Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. La prima classe simboleggia coloro che ascoltano, ma sono distratti e superficiali, perché non custodiscono la Parola e permettono agli uccelli/ satana di portarla via;
II categoria Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. sono coloro che accolgono anche con entusiasmo, ma mancano di radici, si mostrano incostanti, e al momento delle difficoltà e persecuzioni vengono meno;
III categoria Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. sono coloro che ascoltano, ma la Parola è soffocata dalle preoccupazioni e dalle ricchezze;
IV categoria Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per un uno. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno”. sono gli unici ad ascoltare e custodire la Parola: solo la Parola veramente accolta può portare frutto. Il frutto: non dipende dal seminatore, né dal seme, ma dal terreno; la fecondità della Parola dipende dalla nostra accoglienza, dal nostro atteggiamento, è nostra responsabilità. Tuttavia, si fa riferimento ad un numero diverso: trenta, sessanta, cento. A quel tempo si sapeva che la semina poteva dare al massimo il trenta, mai oltre; questo vuole probabilmente sottolineare che fino al trenta dipende da noi, ma la Parola accolta può rendere molto di più in noi, indipendentemente da noi.
4 categorie e modi di ascoltare La spiegazione della parabola ci dice chiaramente che tutto dipende dal modo di ascoltare: le prime tre classi subiscono lo stesso destino, mentre solo l’ultima si distingue nettamente e si contrappone alle prime tre, perché solo in questo caso ci sono i frutti.
Trasigurazione: Mc 9,2-8 Ascoltatelo!
2 Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. 5 Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia! ”. 6 Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 9,2-8: trasfigurazione 9,9-12: Domande su Elia È un passo collegato al Battesimo Partecipazione di tre discepoli privilegiati Anticipazione della Resurrezione Rivelazione della identità di Gesù Figlio Monte: luogo di incontro con Dio, Sinai Fu trasfigurato: passivo teologico, voce del Padre
“Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo! ”. 7 Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo! ”. 8 E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Ascoltate: dopo l’annuncio, c’è l’imperativo che sintetizza tutti i comandamenti (cfr. 1,14-15) Mosè ed Elia: sintesi dell’AT, legge e profeti
Comandamenti: Mc 12,28-34 Ascolta Israele!
Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti? ”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”. Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.