Riforma e riforme del cristianesimo e della Chiesa

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Transcript della presentazione:

Riforma e riforme del cristianesimo e della Chiesa Sul libro di testo: Cap.12: par.1: Lutero e l’indulgenza tedesca del 1517; OPERE IN PRIMO PIANO p.332; par.2: La teologia luterana; par.3: La Riforma in Germania; CASI p.338.

La Chiesa primitiva o originaria, guidata dagli apostoli e caratterizzata da povertà e esemplarità dei suoi membri, ha sempre costituito un modello per le epoche successive: tornare alla “forma” originaria perfetta è una costante della storia della Chiesa. Il ‘500 è però l’epoca in cui la forza di quel modello e la sua interpretazione trasformarono il cristianesimo europeo. È l’epoca della Riforma: all’inizio di questo processo l’Europa è unita; al termine, profondamente divisa.

L’indulgenza: dottrina o scandalo? Come si è visto, la politica dei Concordati permetteva alle grandi famiglie aristocratiche e mercantili di ottenere benefici ecclesiastici in cambio dell’appoggio al Papato. La cosa ebbe alcune conseguenze: 1) la separazione tra beneficio e ufficio: le rendite delle parrocchie e delle diocesi (beneficio) venivano versate alle famiglie o agli stati concordatari i cambio dei servigi politici. Solo una piccola parte di quelle entrate erano utilizzate per pagare i parroci e i sacerdoti che amministravano i sacramenti e si curavano delle anime dei fedeli (ufficio). Dunque:

il risultato fu che non si vedevano più i vescovi nelle diocesi, che i parroci erano sostituiti da vicari o cappellani ignoranti e concubinari, che i frati amministravano confessione e predicazione senza alcun controllo superiore; 2) l’enorme crescita dell’apparato burocratico e amministrativo della Curia romana. Per sbrigare tutto il lavoro necessario a mantenere i rapporti con gli stati, per seguire le pratiche relative alla concessione dei benefici, per risolvere liti e cause civili, per riscuotere le decime e le tasse, per comminare o togliere scomuniche: per tutto ciò erano necessari uomini e denaro. Quest’ultimo poteva essere ricavato monetizzando il potere spirituale che la Chiesa esercitava sulla cristianità:

l’indulgenza consiste nel perdono totale delle colpe e nella cancellazione completa delle pene in cambio di denaro. Inoltre, poteva essere estesa anche alle anime del Purgatorio, per abbreviare la loro permanenza nel regno intermedio. Così, Leone X, per sovvenzionare i lavori per la costruzione della nuova Basilica di San Pietro a Roma…

le indulgenze furono VENDUTE attraverso un meccanismo finanziario …bandì, nel 1517, un’indulgenza plenaria a quanti, confessi e pentiti, avessero versato un’elemosina adeguata ai loro mezzi. Per ottener denaro velocemente, Leone X scelse la via degli appalti: chi si assumeva il compito della predicazione e riscossione delle indulgenze anticipava il denaro alla Curia e poi si rivaleva sui fedeli – ovviamente con ampio margine di guadagno. In poche parole: le indulgenze furono VENDUTE attraverso un meccanismo finanziario che ne metteva in luce la vera natura, quella di una squallida operazione economica.

Martin Lutero e le 95 Tesi. L’ordine agostiniano cui Lutero apparteneva si basa sulla concezione per cui la salvezza può giungere all’uomo SOLO per grazia divina: l’uomo non ha alcun merito agli occhi di Dio. L’antropologia agostiniana è radicalmente pessimista: la radicale corruzione della natura umana non può trovare rimedio neppure nella dottrina delle opere meritorie.

Cioè: mentre per la Chiesa cattolica vale il principio tante pene a chi fa il male, tanti meriti a chi opera il bene, Lutero, sulla base della lettura dell’Epistola ai Romani di S.Paolo, ritiene che sia Dio stesso a perdonare, in nome dei meriti di Gesù Cristo, tutto il male che gli uomini continuano inevitabilmente a fare. Ecco i passi di S.Paolo:

Poiché non c’è distinzione: tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati [etimologicamente, resi giusti da ingiusti che sono per natura] gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo. (Romani, 3, 23-25) Poiché noi riteniamo che l’uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge. (Romani, 3, 28) Giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo […] mediante il quale abbiamo avuto l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio. (Romani, 5, 1-2)

Lutero trova in S.Paolo l’idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per l’immeritata bontà di Dio a coloro che manifestano fede: l’uomo non può, “con le sue corte braccia”, lusingare Dio attraverso le opere buone, anche perché la natura umana corrotta torna inevitabilmente a peccare.

Tra Dio e l’uomo c’è un abisso scavato dal peccato originale, non c’è possibile comunicazione con Dio: l’uomo può solo prendere coscienza della propria miseria e invocare la misericordia divina. La teologia della croce luterana afferma che Dio è conoscibile solo attraverso le esperienze più lontane dalla perfezione celeste: il dolore, il male, l’afflizione.

Da questi pensieri rivoluzionari derivavano alcune conseguenze: niente di umano ha merito per Dio: dunque, non ha senso giudicare gli uomini sulla base delle loro azioni più o meno meritorie; non c’è più bisogno della mediazione ecclesiastica per l’erogazione della Grazia divina; l’unica fonte di verità è la Sacra Scrittura: tutto il resto - bolle dei Papi, Concili, diritto canonico - è un’aggiunta priva di valore, una deformazione, un abuso, una serie di errori.

Quando iniziò la vendita delle indulgenze, Lutero scrisse una serie di Tesi (95) che inviò all’Arcivescovo di Brandeburgo (autunno 1517): solo successivamente si diffuse la storia dell’affissione delle Tesi sul portale del Castello di Wittemberg, dove Lutero insegnava teologia.

Le Tesi divennero il documento incendiario della rivolta contro Roma: negavano la dottrina delle indulgenze e il loro fondamento dottrinale, cioè il potere del Papa di erogare il tesoro dei meriti di Cristo a favore di chi versava un’elemosina; proponevano una dottrina della penitenza come afflizione profonda e autentica; riducevano i Sacramenti da sette a due, Eucarestia e Battesimo (gli unici due istituiti da Cristo), segni visibili della Grazia invisibile;

teorizzavano il sacerdozio universale dei credenti; proponevano il libero esame della Scrittura; in una parola, le Tesi si basavano sulla libertà interiore del cristiano: libero dalle costrizioni esteriori del culto, l’uomo deve prestare attenzione solo al dialogo interiore dell’anima con Dio. Tutta la prassi penitenziale della Chiesa cattolica viene così spazzata via: sopra imperatori e papi c’è una più alta autorità, quella della propria coscienza. Questo invito a lottare per la libertà spiega perché la predicazione luterana ebbe così fortuna proprio in Germania.

La Germania di Lutero I Tedeschi videro nella predicazione luterana un attacco al potere del Papa e alla Curia di Roma che voleva sottrarre denaro alla Germania. Da tempo ci si lamentava dei Gravamina Germanicae nationis, l’insieme dei tributi e delle rendite che venivano pagate agli Italiani, sottraendole ai Tedeschi: il malcontento aspettava solo di esplodere. Inoltre, Lutero aveva risvegliato il senso dell’identità nazionale del popolo tedesco: la neonata stampa e la cultura umanistica sostenevano il tentativo di riforma. Anche i contadini erano stanchi dell’aumento dei gravami feudali e degli obblighi pretesi dai signori a causa dell’aumento del prezzo del grano.

La rottura era irrimediabile. Resosi conto della gravità della situazione, Leone X emanò nel giugno del 1520 la bolla Exsurge Domine: Destati, o Signore, e giudica la tua causa. Un cinghiale selvatico ha fatto irruzione nella tua vigna. Destatevi, o voi santi tutti, e la Chiesa universale, la cui interpretazione della Scrittura è stata attaccata… La bolla concedeva a Lutero 60 giorni per fare atto di sottomissione: allo scadere del termine (10 dicembre 1510) Lutero bruciò pubblicamente sia la bolla che i testi di diritto canonico. La rottura era irrimediabile.

La Dieta di Worms e la Riforma in Germania.

Nel gennaio 1521 si inaugurava la Dieta di Worms, presieduta dall’Imperatore Carlo V d’Asburgo: dopo la condanna papale, spettava all’autorità imperiale applicare quanto previsto dal diritto canonico, cioè il bando dalle terre cristiane, la minaccia di arresto e del rogo. A Lutero fu chiesto di ritrattare le proprie opinioni, ma la sua risposta fu netta: A meno che mi si persuada con la Scrittura e il raziocinio (io non accetto l’autorità del Papa e dei Concili), la mia coscienza è vincolata alla parola di Dio e io non posso né voglio sconfessare nulla: andare contro coscienza non è infatti cosa giusta né prudente. Il cristiano deve esaminare e giudicare per sé. Dio m’aiuti. Amen.

L’Elettore di Sassonia Federico detto Il Savio Lutero aveva ribadito che esisteva un’autorità superiore a quella dell’Imperatore e del Papa, quella della coscienza. Condannato al bando per lesa maestà umana e divina, Lutero si allontanò da Worms e sparì: fu rapito da uomini di Federico Il Savio e condotto al castello di Wartburg, dove fu nascosto e protetto e dove si dedicò alla traduzione in tedesco della Bibbia. L’Elettore di Sassonia Federico detto Il Savio

Presto iniziarono anche le divisioni all’interno del mondo riformatore: oltre ai luterani, esisteva anche una frangia di radicali, guidati da Thomas Muntzer. Sacerdote e predicatore, si era avvicinato a Lutero e si era schierato con gli operai delle aziende laniere contro i ricchi proprietari: era convinto che NON il clero, ma il popolo dei semplici, degli illetterati era il vero interprete delle Sacre Scritture (secondo il messaggio evangelico). Muntzer diede voce al malcontento diffuso, all’odio per il clero e per i ricchi, al desiderio degli uomini semplici di vedere ripristinata la giustizia sociale alla luce dei valori cristiani.

Nominato pastore, abolì la Messa in latino, creò una “Lega degli eletti”, pronunciò una “predica ai principi” (Io affermo con Cristo e con Paolo, e in conformità all’insegnamento di tutta la legge divina, che si devono uccidere i governanti empi, particolarmente i preti e i monaci che rampognano di eresia il Santo Evangelo…Q, p.60). Costretto alla fuga dalle autorità, si unì alla rivolta contadina (vedi oltre). Thomas Muntzer (1489-1525)

La società tedesca era in subbuglio, la rivolta sociale era scoppiata in tutta la Germania: Lutero doveva stabilire con chi stare, se con le autorità (i principi) o con i rivoluzionari come Muntzer. La prima rivolta fu quella dei Cavalieri, guidati da Ulrich von Hutten, che speravano di arricchirsi a spese dell’arcivescovo di Treviri: nel 1523 furono sconfitti dai principi. Molto più seria fu la rivolta contadina: l’aumentata domanda di cereali ne fece salire i prezzi, per cui i signori tedeschi aumentavano la pressione sui contadini per ottenere migliori prestazioni; inoltre, furono aumentati i gravami sui vincoli feudali (pedaggi, decime, etc). Contro queste iniziative signorili, i contadini si ribellarono in tutta la Germania:

tra il 1524 e il 1525 le bande di contadini imperversarono in tutto il paese, guidate da Muntzer che parlava del popolo dei semplici come del vero destinatario della Rivelazione cristiana e annunciava la prossima realizzazione del regno di Dio sulla terra. Muntzer, inoltre, attaccava l’esistenza stessa del clero: l’argomento toccava un nervo sensibile delle plebi tedesche, data la vasta estensione delle proprietà ecclesiastiche in Germania: si capisce perché la Riforma ebbe un impatto così esplosivo sulla società tedesca. Muntzer produsse un documento programmatico, i cosiddetti Dodici articoli:

1) Avanziamo umilmente la richiesta che d’ora in poi l’intera comunità possa esercitare il diritto di scegliere e di nominare direttamente il suo parroco. 3) Finora è stata consuetudine quella di considerarci proprietò personale del signore, cosa riprovevole se si pensa che Cristo col suo sangue prezioso ci ha riscattato e redento tutti, senza eccezione. 5) […] che una comunità abbia la libertà di permettere che ognuno possa raccogliere e portarsi a casa, senza pagare, la legna che gli è necessaria per il fuoco e anche quella che gli serve per costruire. Quale fu la posizione di Lutero?

Contro le bande brigantesche e assassine dei contadini: in questo scritto Lutero invita i principi a “colpire, scannare, massacrare” i contadini. Dio ha creato il potere politico: chi si ribella all’ordine costituito si ribella contro Dio. Lutero si schiera contro chi invoca libertà e riforme e si allea con i principi e la nobiltà: era una svolta radicale, a seguito della quale si determina in Germania uno stretto legame tra religione e potere politico.

Così, a Frankenhausen (15 maggio 1525) si conclude l’avventura dei contadini: migliaia di ribelli uccisi, lo stesso Muntzer fatto prigioniero e giustiziato. I principi intervengono a favore della Riforma e nel 1529 protestano contro il tentativo dei principi cattolici di imporre la loro religione contro la coscienza individuale. La Confessione Augustana del 1530 e la Lega di Smalcalda dello stesso anno sanciscono la definitiva rottura dell’unità cristiana in Europa.