Torino, lunedì 22 settembre 2003 Centro Incontri della Regione Piemonte Corso regionale per la formazione dei formatori “La gestione delle emergenze infettive:

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
AREA DI EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONE
Advertisements

Cardiopatia Ischemica: dall’acuto alla riabilitazione
Il sistema di farmacovigilanza, interconnessioni a livello locale
Piano di preparazione e risposta ad una Pandemia Influenzale
Parma, 15 aprile 2009 Relatore : Giuseppina Rossi
Pandemia Influenzale da virus A1 H1
Indagini su epidemia di febbri emorragiche da virus Marburg ed Ebola
Prevenzione e Sicurezza in Laboratorio
In Italia l’obbligo di notifica della malattie infettive è previsto fin dal Testo Unico delle Leggi Sanitarie del 1934: “Ogni medico che nell’esercizio.
Si informa che questanno, nellambito della consueta campagna promossa dal Ministero della Sanità e attuata nella Regione Lazio, verrà offerta la possibilità
I RIFERIMENTI REGIONALI PER LE EMERGENZE INFETTIVE
Gruppo tecnico regionale emergenze infettive Piano per lorganizzazione regionale della risposta alle emergenze infettive deliberato dalla Giunta regionale.
Gruppo tecnico regionale emergenze infettive Piano per lorganizzazione regionale della risposta alle emergenze infettive deliberato dalla Giunta regionale.
Le Infezioni Ospedaliere
RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE MEDICA Criteriologia medico legale
Malattia rara con una mortalità ancora elevata ritardo diagnostico La IAP - come definita dalle recenti LG ESC/ERS, è una malattia rara con una mortalità
RECENTI ACQUISIZIONI IN TEMA DI VACCINAZIONE MENINGOCOCCICA
IL RUOLO STRATEGICO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE
Screening. Il termine screening, è un anglicismo utilizzato in medicina, per indicare una strategia (protocollo) di indagini diagnostiche, utilizzate.
1a parte.
Metodologia della prevenzione
La gestione di un caso di morbillo
Migliorare la sorveglianza
Le azioni da attuare in caso di sospetto morbillo
Il Papillomavirus Umano (HPV)
L’infettivologia del terzo millennio
ASSISTENZA DOMICILIARE AL MINORE CON PATOLOGIA CRONICA
RISCHI DA AGENTI BIOLOGICI
Gli scenari clinici del “HEADACHE PILOT STUDY”
Programmazione sanitaria, Promozione della salute e Qualità
Cinzia Ancarani Università di Pavia 17-XII-2010
Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità Direzione Sanità 8 a settimana 2010 dal 22 al 28 febbraio Le sindromi influenzali in Piemonte.
la diagnosi di laboratorio
la diagnosi di laboratorio
Epidemiologia delle malattie infettive
Il cambiamento dell’quadro nosologico in Italia e nell’occidente La persistenza delle malattie infettive nei paesi in via di sviluppo Il ritorno delle.
Strumenti operativi Si tratta di strumenti la cui finalità è quella di migliorare l’organizzazione dell’assistenza e, di conseguenza, favorire l’erogazione.
prevenzione nelle scuole
Telemedicina: dal dire al fare
APPROPRIATEZZA TERAPEUTICA E ADERENZA ALLA TERAPIA
Dr. Mario Marin Responsabile S.D.D. Residenzialità Extraospedaliera PROGETTO COT.
Progetto “Risk Management” AO “Ospedale di Lecco”
Quando Miseria e Disuguaglianza uccidono…
Il futuro del territorio nel prossimo triennio. Giorgio Scivoletto
La nuova visione nella collettività Mutamento di concezione Mutamento di concezione Consenso Bisogno di conoscenza Bisogno di salute.
L ’Unità di terapia semi-intensiva in Lombardia: proposta di rete G. Bosio, W. Casali, A. Pietra.
Dirigente Medico Direzione Sanitaria Dr S. Ricciardelli 1 “Igiene” Lezione 2008 Seconda Università di Napoli Corso di laurea di I° livello in infermieristica.
Costruzione della Rete IST in Piemonte
PROFILASSI GENERALE DELLE MALATTIE INFETTIVE
Servizio di riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie Infettive Sorveglianza e controllo.
TITOLO VIII D.L.VO 626/94 AGENTI BIOLOGICI. DEFINIZIONE DI RISCHIO BIOLOGICO Nel D.Lvo 626/1994 il legislatore ha classificato i diversi agenti biologici.
1 Misure di Sanità Pubblica Primi casi di HPAI H5N1 e primi casi umani a Hong Kong 1999 Primo piano pandemico del WHO 2002 Piano Italiano Multifase.
Prevenzione e controllo nella comunità: la Sorveglianza Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL 20 Alessandria Roberto Raso.
I Servizi Essenziali Pandemia – strumenti e metodi per una risposta efficace Rosalia Mercanti 15-16/09 30/09-01/ Z.T. 7Ancona.
Il ricovero in malattie infettive. Trasporto della persona assistita al reparto di ricovero da domicilio da altro ospedale da Pronto Soccorso Accesso.
Segnalazione di Tb Dai Laboratori SISP (referenti simi) Segnalazione degli esiti del trattamento della Tb polmonare TUBERCOLOSI: SEGNALAZIONI DI CASO E.
Tavola rotonda Ruolo e funzioni degli operatori sanitari dell’Ospedale Sacco: Milano, 30 ottobre 2014 Aula Magna AO Polo Universitario L.Sacco Il malato.
A) il persistere del problema di sanità pubblica – sia preventivo che clinico – delle malattie da infezione, anche alla luce dell’emergenza di nuovi patogeni.
La peste.
ENZA SCARLATO III A Liceo Classico G. Colosimo.
Le zanzare Non più un problema di sola molestia ma un rischio per la trasmissione di malattie infettive.
Di fronte all’epidemia di Patologie Croniche: un nuovo modello di Cure Primarie Piero Grilli.
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole
ZIKA VIRUS Prof. Enzo Raise Esperto di Malattie Tropicali Venezia
S CUOLA DI M EDICINA E C HIRURGIA Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria COORDINATORE DEL CORSO DI LAUREA Prof.ssa Maria Pia Fantini RESPONSABILE DELLE.
Influenza da virus A/H1N1: la reale dimensione del problema Tiziana Quirino U.O. Malattie Infettive.
RISCHIO BIOLOGICO. Il RISCHIO BIOLOGICO rappresenta la possibilità di A MMALARSI in conseguenza.
Dott.ssa M. Assunta CECCAGNOLI
1 PREVENZIONE DEL SUICIDIO DI PAZIENTE IN OSPEDALE Raccomandazione n. 4, Marzo 2008.
Emergenze ipertensive
Transcript della presentazione:

Torino, lunedì 22 settembre 2003 Centro Incontri della Regione Piemonte Corso regionale per la formazione dei formatori “La gestione delle emergenze infettive: la SARS” «L’organizzazione e le azioni regionali» Relatore: Mario Valpreda

BASI EPIDEMIOLOGICHE DELLA SARS E’ una malattia ad eziologia virale (coronavirus), contagiosa. Si trasmette da uomo a uomo solo in occasione di uno stretto contatto tra ammalato sintomatico e soggetto suscettibile Nelle zone in cui è diffusa localmente è stato quasi sempre possibile stabilire un legame tra un malato ed un altro malato con cui aveva avuto contatto nei giorni precedenti (90% di link in Cina) Periodo di incubazione: generalmente breve (2-7 giorni) Ai fini contumaciali: 10 giorni secondo l’OMS Il personale sanitario (in particolare l’ospedaliero) è il più coinvolto sia come numero di ammalati sia come diffusione secondaria della malattia - interrompere la catena di trasmissione; - individuare i “casi sospetti e “probabili”, isolarli e porre sotto sorveglianza i contatti Obiettivi prioritari per la Sanità pubblica:

15 MARZO 2003 L’OMS aumenta il livello di allerta per i viaggiatori e per gli operatori sanitari per 5 ragioni Agente causale sconosciuto e potenzialità di trasmissione sconosciuta Alto tasso di infezione tra gli operatori sanitari e per i contatti stretti Non esiste trattamento efficace Una percentuale non indifferente di pazienti ha presentato forme molto gravi di malattia La malattia dal focolaio di partenza si è diffusa anche in altri continenti

L’INSORGENZA Vietnam  l’epidemia inizia dopo il ricovero per SARS di un americano proveniente da SHANGAI = 20 dipendenti dell’ospedale si ammalano Metà febbraio  un medico di GUANDONG soggiorna in un HOTEL di Hong Kong. Si infettano 12 persone, responsabili dei successivi casi di Toronto, Hanoi, Singapore e della stessa Hong Kong Prima segnalazione  Provincia di GUANDONG (sud della Cina)In Occidente  CANADAMaggior diffusione = CINA CINA: per aver sottovalutato il problema, silurati Zhang WenKang (Ministro) Meng Xuenong (Sindaco di Pechino)

SEGNI CLINICI Evoluzione verso il distress respiratorio che può richiedere la terapia intensiva RX torace  polmonite bilaterale. Incubazione 2-7 giorni Debutto  febbre, brividi, cefalea, mialgie e malessere. Sintomi respiratori. Tosse secca, dispnea. Mancanza di fiato anche a riposo 22 aprile  definitiva identificazione = Coronavirus diverso da quelli umani ed animali finora conosciuti 24 marzo  ad Atlanta presso il CDC ( Center for Disease Control and Prevention) isolano un Coronavirus da 5 pazienti (da Thailandia e Hong Kong) AGENTE EZIOLOGICO

Infettano uccelli e mammiferi. Nell’uomo provocano raffreddore e diarrea. Se ne conoscono tre gruppi: CORONAVIRUS Canini, felini, porcini, umani Bovini, umani, porcini, roditori (ratti) Aviari

Principalmente su base clinica. Già utilizzati (ma non ufficialmente validati) alcuni test di laboratorio (PCR) per identificare pazienti con malattia sospetta o probabile DIAGNOSISopravvivono all’esterno per 2-3 ore  possibilità di trasmissione mediante oggetti NB: i Coronavirus sono noti per essere oggetto di frequenti mutazioni La trasmissione principale è per via aerea od orofecale Studi = sono concentrati sulle fasi di maggior diffusione del virus, sulla presenza e sopravvivenza nei fluidi e nelle secrezioni CORONAVIRUS (segue)

CARATTERISTICHE DEL VIRUS SARS SECONDO LE ULTIME RICERCHE E’ probabile che l’estate offrirà condizioni meno favorevoli alla diffusione In 30’ a 56° C si neutralizza (importante per la prevenzione nelle strutture ospedaliere) E’ sensibile al calore ed ai disinfettanti di uso comune Non è trasmesso da alimenti Sopravvive fino a due giorni su di una superficie plastica asciutta Sopravvive due giorni nell’urina e 2-4 giorni nelle feci (dell’uomo) E’ meno mutageno di altri coronavirus animali

MALATTIE INFETTIVE A SORVEGLIANZA ESTREMA Sono malattie esotiche, caratterizzate da elementi che fanno scattare, anche in presenza di un solo caso fortemente sospetto, un’urgenza potenziale per la sanità pubblica Anche perché questi agenti, per la gravità degli effetti che determinano, possono essere usati come armi biologiche a scopo terroristico N.B. la rapidità e la dimensione crescente dei viaggi internazionali aumentano il rischio che in Regione arrivino portatori asintomatici di malattie inusuali per molte non si hanno terapie e vaccini; inusuali per il nostro Paese, con conseguente difficoltà ad individuarle e diagnosticarle con la necessaria tempestività; Infatti si tratta di malattie: molto gravi, perché ad elevato tasso di letalità (alcune anche con elevata infettività); impegnano severamente i servizi sanitari per garantire assistenza ai malati e controllo della diffusione

LE FEBBRI EMORRAGICHE Malattia di Marburg Febbre di Lassa Febbre emorragica Crimea-Congo Febbre emorragica di Ebola Febbre emorragica d’Argentina (virus Junin) Febbre emorragica di Bolivia (virus Machupo) Febbre emorragica del Brasile (virus Sabia) Febbre emorragica del Venezuela (virus Guanarino) Febbre della valle del Rift Tutte le altre febbri emorragiche virali Le M.I. A SORVEGLIANZA MASSIMA (incluse le M.I. di classe A) 1

Le M.I. A SORVEGLIANZA MASSIMA (incluse le M.I. di classe A) 2 LA PESTE IL VAIOLO LA TULAREMIA IL CARBONCHIO LA SARS IL COLERA IL BOTULISMO Si ritiene opportuno aggiungere all’elenco delle malattie a sorveglianza massima: La lista delle malattie a sorveglianza massima potrà essere ampliata o modificata in base a nuove evidenze scientifiche

IL PIANO REGIONALE EMERGENZE INFETTIVE Prevenire, controllare o contenere la circolazione dell’infezione e ridurre l’impatto sanitario dovuto al sospetto di introduzione di una malattia infettiva a sorveglianza estrema o al verificarsi di casi isolati o epidemie locali OBIETTIVI Creare un sistema permanente di lotta alle malattie infettive, con una struttura flessibile, adattabile ad ogni diverso agente, senza limitarsi a rincorrere casi specifici Quindi: individuare, a seconda dei diversi livelli di allarme, modalità di gestione utilizzando strutture organizzative e risorse normalmente operanti nella sanità pubblica e negli ospedali Cuore del sistema è il Gruppo Regionale Emergenze Infettive E’ composto dalle stesse persone cui è affidata la gestione degli eventi di bioterrorismo ed è compreso nella più ampia “Unità di crisi regionale” che si occupa anche di maxiemergenze:

DETERMINAZIONE Direzione Sanità Pubblica n. 116 del 1 agosto 2003 PIANO GENERALE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE INFETTIVE (riferimento per le Unità di Crisi del Ministero della Salute) Dipartimento di Emergenza e Accettazione dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista - Molinette (diretto da Valerio Gai) Servizio Sovrazonale di Epidemiologia di Alessandria (diretto da Vittorio De Micheli) Strutture di riferimento:

GRUPPO REGIONALE PER LE EMERGENZE INFETTIVE composto da Direttore Sanità Pubblica (Mario Valpreda) Responsabili strutture referenti regionali (punti di contatto) (Valerio Gai – Vittorio De Micheli) Medico specialista in malattie infettive con esperienza in malattie esotiche (Pietro Caramello) Esperto di virologia e batteriologia, con particolari competenze nella diagnostica di laboratorio (Giovanna Marchiaro)

COMPITI del GRUPPO REGIONALE PER LE EMERGENZE INFETTIVE  Predisporre ed aggiornare il Piano regionale  Coordinamento con i rappresentanti delle associazioni scientifiche e professionali  Predisporre piani di formazione ed informazione  Redigere i Piani regionali di intervento per specifiche malattie (il primo prodotto è il Piano anti-SARS)  Individuare i laboratori di riferimento  Predisporre/aggiornare elenco strutture regionali di ricovero  Verifica presso ciascuna ASL della capacità di attivare tutti gli strumenti anti-emergenza  Raccogliere/aggiornare repertori e disponibilità farmaci e presidi immunizzanti

GRUPPI DI REPERIBILITA’ per M.I. Organizzati per ASL, garantiscono la reperibilità in situazioni di allerta particolari. Sono composti dai medici dei SISP Il SSEPI di Alessandria può avvalersi, per alta consulenza, di specialisti in Malattie Infettive, con particolare esperienza in malattie di importazione

I LIVELLI DI ALLARME LIVELLO ZERO: nessun evidenza di eventi che comportino rischi per l’importazione di epidemie LIVELLO UNO: importazione di casi senza evidenze di trasmissione locale LIVELLO DUE: evidenza di trasmissione locale limitata ai contatti di un caso importato LIVELLO TRE: diffusione dell’epidemia a livello locale

RIFLESSIONI SULLA SARS Questa sindrome ha dimostrato che possono insorgere “nuove” malattie infettive matrici di gravi problemi : Sanitari: con difficoltà di controllo, impegno di rilevanti risorse, rischio di ingorgo e paralisi delle strutture sanitarie Economici: blocchi degli scambi commerciali, interruzione di flussi turistici, scuole chiuse, quartieri isolati. Ripercussioni a livello locale (Italia: ristoranti cinesi, Fiera del libro, zaini dall’Estremo Oriente) Sociali: psicosi ed allarmismo diffuso, rischio di stabilità sociale (Cina) Politiche: dimissioni, leggi speciali, ritorno a strategie di lotta repressive

RADICI RAZIONALI DELLA PAURA DELLA SARS Non ci sono vaccini o trattamenti specifici Sintomi non specifici (diagnosi difficile nei casi secondari), test diagnostici differenziali non ancora validati Aspetti ancora da chiarire nella patogenesi (altre vie di trasmissione oltre droplets?) Potenziale mutagenicità del Coronavirus Alto tasso di contagio nel personale sanitario Periodo di incubazione lungo, difficoltà di controllo del movimento viaggiatori

Negli ospedali occorre più attenzione alle malattie infettive La SARS ha riaffermato la necessità di mantenere alto il livello di sorveglianza, controllo e di intervento per le emergenze infettive. Se il sistema non si collauda e funziona nelle situazioni ordinarie, nell’emergenza sarà il caos Occorre maggior collaborazione internazionale. Alcuni Paesi hanno nascosto l’epidemia favorendone la diffusione Collegamenti e collaborazione tra ricercatori consentono adeguamenti diagnostici e terapeutici rapidissimi LEZIONE DA TRARRE DALLA SARS 1

Se nelle emergenze tipo SARS non si interviene subito rapidamente, ma si nascondono i casi con gestioni paraufficiali, a fronte di un apparente guadagno immediato (assenza di allarme sociale e nessun isolamento internazionale) i danni successivi saranno gravissimi e costosissimi (perdita di credibilità internazionale, responsabilità dirette nella diffusione, pesantissime ripercussioni economiche) LEZIONE DA TRARRE DALLA SARS 2

Grazie per l’attenzione