RETI MOBILI E MULTIMEDIALI Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dipartimento INFOCOM Aldo Roveri Lezioni dell’ a.a Aldo Roveri Lezioni dell’ a.a
X.Gestione della mobilità in Internet Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Contenuti X.1 Parti coinvolte X.2 Instradamento verso il nodo mobile X.3 IP mobile X.1 Parti coinvolte X.2 Instradamento verso il nodo mobile X.3 IP mobile
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Gestione della mobilità in Internet X.1 Parti coinvolte
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a I nodi mobili Un nodo mobile è un qualunque apparato terminale portatile (PDA o notebook) che –cambia nel tempo il suo punto di connessione a Internet assumendo di volta in volta il ruolo di host attivo; –aspira a conservare la continuità delle sessioni di comunicazione in corso di svolgimento pur modificando i suoi punti di connessione alla rete. Un nodo mobile è un qualunque apparato terminale portatile (PDA o notebook) che –cambia nel tempo il suo punto di connessione a Internet assumendo di volta in volta il ruolo di host attivo; –aspira a conservare la continuità delle sessioni di comunicazione in corso di svolgimento pur modificando i suoi punti di connessione alla rete.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Le reti coinvolte Nei suoi spostamenti un nodo mobile, nel seguito indicato con MH (Mobile Host), può trovarsi connesso –alla sua rete domestica (home network), ove è localizzata la sua base di abitazione o lavoro; –a una sua rete visitata (visited o foreign network), ove è localizzata occasionalmente la sua posizione. Nei suoi spostamenti un nodo mobile, nel seguito indicato con MH (Mobile Host), può trovarsi connesso –alla sua rete domestica (home network), ove è localizzata la sua base di abitazione o lavoro; –a una sua rete visitata (visited o foreign network), ove è localizzata occasionalmente la sua posizione.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Gli agenti La gestione della mobilità di un MH è affidata alla cooperazione di agenti operanti nelle reti in cui MH può collocarsi: –la entità che gestisce la mobilità all’interno della rete domestica è chiamata agente domestico (home agent) e provvede a conservare traccia della corrente localizzazione di MH; –la entità che all’interno della rete visitata si occupa della mobilità di MH è detta agente ospite (foreign agent). Le funzioni relative a questi due agenti sono normamente attribuite a router ai bordi delle due reti domestiche e visitate. La gestione della mobilità di un MH è affidata alla cooperazione di agenti operanti nelle reti in cui MH può collocarsi: –la entità che gestisce la mobilità all’interno della rete domestica è chiamata agente domestico (home agent) e provvede a conservare traccia della corrente localizzazione di MH; –la entità che all’interno della rete visitata si occupa della mobilità di MH è detta agente ospite (foreign agent). Le funzioni relative a questi due agenti sono normamente attribuite a router ai bordi delle due reti domestiche e visitate.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Il problema della comunicazione mobile Nel seguito verrà indicato come host corrispondente, abbreviato in CH, una qualunque entità che desidera comunicare con MH e che fa capo a una qualunque sezione di rete, in generale diversa dalle reti domestica e visitata di MH. La trattazione che segue affronta il problema di come attivare una comunicazione tra MH e CH e come conservarle continuità indipendentemente dagli spostamenti di MH. Nel seguito verrà indicato come host corrispondente, abbreviato in CH, una qualunque entità che desidera comunicare con MH e che fa capo a una qualunque sezione di rete, in generale diversa dalle reti domestica e visitata di MH. La trattazione che segue affronta il problema di come attivare una comunicazione tra MH e CH e come conservarle continuità indipendentemente dagli spostamenti di MH.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Indirizzamento (1/2) Allo scopo di rendere un MH trasparente alle applicazioni di rete, è desiderabile (ma non strettamente necessario) che MH conservi il proprio indirizzo di base, che è chiamato indirizzo permanente (permanent address) e che comprende, come prefisso e come qualsiasi host facente capo a una rete, l’indirizzo della rete domestica. Quando un MH entra in una rete che assume il ruolo di rete visitata, MH provvede inanzitutto a registrarsi presso il locale agente ospite. Allo scopo di rendere un MH trasparente alle applicazioni di rete, è desiderabile (ma non strettamente necessario) che MH conservi il proprio indirizzo di base, che è chiamato indirizzo permanente (permanent address) e che comprende, come prefisso e come qualsiasi host facente capo a una rete, l’indirizzo della rete domestica. Quando un MH entra in una rete che assume il ruolo di rete visitata, MH provvede inanzitutto a registrarsi presso il locale agente ospite.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Indirizzamento (2/2) Quest’ultimo attribuisce a MH un indirizzo aggiuntivo, che è tipicamente quello dell’agente ospite e che per MH conserverà validità in tutto il periodo di permanenza di MH nella rete visitata; questo nuovo indirizzo è chiamato indirizzo ospite o, più sbrigativamente, COA (Care-of-address). MH provvede (direttamente o attraverso l’agente ospite) a registrare il COA nel proprio agente domestico, che quindi assume conoscenza della localizzazione di MH al fine dei successivi sviluppi. Quest’ultimo attribuisce a MH un indirizzo aggiuntivo, che è tipicamente quello dell’agente ospite e che per MH conserverà validità in tutto il periodo di permanenza di MH nella rete visitata; questo nuovo indirizzo è chiamato indirizzo ospite o, più sbrigativamente, COA (Care-of-address). MH provvede (direttamente o attraverso l’agente ospite) a registrare il COA nel proprio agente domestico, che quindi assume conoscenza della localizzazione di MH al fine dei successivi sviluppi.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Gestione della mobilità in Internet X.2 Instradamento verso il nodo mobile
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Il problema dell’instradamento Per consentire in un dato momento l’attivazione di una sessione tra MH e CH si parte dal fatto che, indipendentemente dagli spostamenti di MH –l’agente domestico, a seguito della registrazione, conosce la localizzazione di MH e il suo attuale COA; –il CH conosce l’indirizzo permanente di MH. Con queste premesse si possono seguire due approcci: ─l’instradamento indiretto; ─l’instradamento diretto. Per consentire in un dato momento l’attivazione di una sessione tra MH e CH si parte dal fatto che, indipendentemente dagli spostamenti di MH –l’agente domestico, a seguito della registrazione, conosce la localizzazione di MH e il suo attuale COA; –il CH conosce l’indirizzo permanente di MH. Con queste premesse si possono seguire due approcci: ─l’instradamento indiretto; ─l’instradamento diretto.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (1/8) Il CH indirizza i propri pacchetti verso MH all’indirizzo permanente di quest’ultimo (passo 1 in Fig. X.1). D’altra parte l’agente domestico (oltre a interagire con l’agente ospite per acquisire il COA dell’MH) ha l’ulteriore importante funzione di controllare l’intestazione dei pacchetti (datagrammi) che sono indirizzati a host facenti capo alla rete domestica; in tal modo può individuare i pacchetti indirizzati verso host che si trovano al momento in una rete esterna. Il CH indirizza i propri pacchetti verso MH all’indirizzo permanente di quest’ultimo (passo 1 in Fig. X.1). D’altra parte l’agente domestico (oltre a interagire con l’agente ospite per acquisire il COA dell’MH) ha l’ulteriore importante funzione di controllare l’intestazione dei pacchetti (datagrammi) che sono indirizzati a host facenti capo alla rete domestica; in tal modo può individuare i pacchetti indirizzati verso host che si trovano al momento in una rete esterna.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (2/8) Fig. X.1
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (3/8) L’agente domestico intercetta questi pacchetti e li invia a MH con un processo articolato in due passi, nei quali ogni datagramma –è innanzitutto inoltrato all’agente ospite (Passo 2 in Fig. X.1) utilizzando il COA dell’MH; –successivamente è trasferito a MH dall’agente ospite (Passo 3 in Fig. X.1). Per chiarire il motivo dei passi 2 e 3 e la modalità con cui è attuato il passo 2, occorre tener presente che l’agente domestico non può inoltrare i pacchetti direttamente a MH nella modalità convenzionale: infatti il COA porta i pacchetti all’agente ospite e non ad MH. L’agente domestico intercetta questi pacchetti e li invia a MH con un processo articolato in due passi, nei quali ogni datagramma –è innanzitutto inoltrato all’agente ospite (Passo 2 in Fig. X.1) utilizzando il COA dell’MH; –successivamente è trasferito a MH dall’agente ospite (Passo 3 in Fig. X.1). Per chiarire il motivo dei passi 2 e 3 e la modalità con cui è attuato il passo 2, occorre tener presente che l’agente domestico non può inoltrare i pacchetti direttamente a MH nella modalità convenzionale: infatti il COA porta i pacchetti all’agente ospite e non ad MH.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (4/8) Per superare questo problema e per mantenere intatto il datagramma che perviene dal CH (infatti il trasferimento da CH a MH deve avvenire in modo trasparente per MH) si procede ad un incapsulamento, da parte dall’agente domestico, dell’intero datagramma originale in un nuovo datagramma: quest’ultimo è indirizzato al COA di MH come destinazione, avendo l’indirizzo dell’agente domestico come origine. L’agente ospite, che conosce il COA, riceve il nuovo datagramma e provvede ad effettuare su questo un decapsulamento. Per superare questo problema e per mantenere intatto il datagramma che perviene dal CH (infatti il trasferimento da CH a MH deve avvenire in modo trasparente per MH) si procede ad un incapsulamento, da parte dall’agente domestico, dell’intero datagramma originale in un nuovo datagramma: quest’ultimo è indirizzato al COA di MH come destinazione, avendo l’indirizzo dell’agente domestico come origine. L’agente ospite, che conosce il COA, riceve il nuovo datagramma e provvede ad effettuare su questo un decapsulamento.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (5/8) Per effetto del decapsulamento, utilizzando l’indirizzo permanente di MH come destinazione, provvede ad inoltrare il datagramma originario ad MH (Fig. X.2). Pertanto il trasferimento dall’agente domestico a quello ospite è ottenuto stabilendo un tunnel tra i due agenti, con una operazione analoga a quella effettuata nel contesto di IP Multicast. Infine se MH desidera inviare pacchetti a CH, questi pacchetti potranno essere inoltrati direttamente, utilizzando l’indirizzo permanente di MH come origine e l’indirizzo di CH come destinazione (passo 4 in Fig.X.1). Per effetto del decapsulamento, utilizzando l’indirizzo permanente di MH come destinazione, provvede ad inoltrare il datagramma originario ad MH (Fig. X.2). Pertanto il trasferimento dall’agente domestico a quello ospite è ottenuto stabilendo un tunnel tra i due agenti, con una operazione analoga a quella effettuata nel contesto di IP Multicast. Infine se MH desidera inviare pacchetti a CH, questi pacchetti potranno essere inoltrati direttamente, utilizzando l’indirizzo permanente di MH come origine e l’indirizzo di CH come destinazione (passo 4 in Fig.X.1).
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (6/8) Fig. X.2
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (7/8) In conclusione in un instradamento indiretto le funzionalità richieste allo strato IP per supportare la mobilità degli host della rete sono le seguenti –protocollo da MH a agente ospite: MH si registra presso l’agente ospite quando si connette alla rete esterna e si cancella quando l’abbandona; –protocollo di registrazione da agente ospite a agente domestico: l’agente ospita registra il COA di MH presso l’agente domestico; non c’è bisogno di rimuovere il COA quando MH si sposta in una nuova rete, dato che una nuova registrazione cancella automaticamente quella precedente. In conclusione in un instradamento indiretto le funzionalità richieste allo strato IP per supportare la mobilità degli host della rete sono le seguenti –protocollo da MH a agente ospite: MH si registra presso l’agente ospite quando si connette alla rete esterna e si cancella quando l’abbandona; –protocollo di registrazione da agente ospite a agente domestico: l’agente ospita registra il COA di MH presso l’agente domestico; non c’è bisogno di rimuovere il COA quando MH si sposta in una nuova rete, dato che una nuova registrazione cancella automaticamente quella precedente.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento indiretto (8/8) –protocollo dell’agente domestico per l’incapsulamento del datagramma: riguarda l’incapsulamento e l’invio del datagramma originale del CH all’interno del datagramma indirizzato al COA; –protocollo di recupero dell’agente ospite: riguarda l’estrazione del datagramma originale del CH dal nuovo datagramma ricevuto dall’agente domestico in forma incapsulata e suo invio a MH. –protocollo dell’agente domestico per l’incapsulamento del datagramma: riguarda l’incapsulamento e l’invio del datagramma originale del CH all’interno del datagramma indirizzato al COA; –protocollo di recupero dell’agente ospite: riguarda l’estrazione del datagramma originale del CH dal nuovo datagramma ricevuto dall’agente domestico in forma incapsulata e suo invio a MH.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento diretto (1/6) Questo tipo di instradamento ha lo scopo di superare l’inefficienza insita nell’instradamento indiretto. In questo approccio un agente corrispondente, che è associato alla rete a cui è connesso il CH, ottiene preliminarmente il COA di MH con una richiesta all’agente domestico; ovviamente si assume che, come nell’instradamento indiretto, MH disponga di un valore aggiornato del suo COA e che questo sia noto al suo agente domestico (Fig. X.3) Questo tipo di instradamento ha lo scopo di superare l’inefficienza insita nell’instradamento indiretto. In questo approccio un agente corrispondente, che è associato alla rete a cui è connesso il CH, ottiene preliminarmente il COA di MH con una richiesta all’agente domestico; ovviamente si assume che, come nell’instradamento indiretto, MH disponga di un valore aggiornato del suo COA e che questo sia noto al suo agente domestico (Fig. X.3)
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento diretto (2/6) Fig. X.3
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento diretto (3/6) Sorgono due problemi –è necessario un protocollo di localizzazione del MH, tramite il quale l’agente corrispondente può interrogare l’agente domestico per ottenere il COA di MH; –è necessaria una procedura che consenta a CH di inviare i dati verso ciascuna delle reti in cui MH può trovarsi per effetto di spostamenti nel corso della sessione. Sorgono due problemi –è necessario un protocollo di localizzazione del MH, tramite il quale l’agente corrispondente può interrogare l’agente domestico per ottenere il COA di MH; –è necessaria una procedura che consenta a CH di inviare i dati verso ciascuna delle reti in cui MH può trovarsi per effetto di spostamenti nel corso della sessione.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento diretto (4/6) Una soluzione a questo secondo problema è quella illustrata in Fig. X.4, che prefigura due reti visitate: una all’inizio della sessione (rete ospite iniziale) e l’altra in un successivo spostamento (nuova rete ospite). Nella soluzione in Fig. X.4 si prevede che nella rete ospite iniziale sia identificato un agente di appoggio (anchor foreign agent): Una soluzione a questo secondo problema è quella illustrata in Fig. X.4, che prefigura due reti visitate: una all’inizio della sessione (rete ospite iniziale) e l’altra in un successivo spostamento (nuova rete ospite). Nella soluzione in Fig. X.4 si prevede che nella rete ospite iniziale sia identificato un agente di appoggio (anchor foreign agent):
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento diretto (5/6) –quando MH si sposta nella nuova rete registra il nuovo COA presso l’agente ospite della nuova rete; –quando l’agente di appoggio riceve il datagramma incapsulato per il MH non più presente, lo re-incapsulerà e lo inoltrerà a MH utilizzando il nuovo COA; –se MH si sposta ulteriormente in una successiva nuova rete, l’agente di quest’ultima contatta l’agente di appoggio per impostare l’inoltro di pacchetti verso quella nuova rete. –quando MH si sposta nella nuova rete registra il nuovo COA presso l’agente ospite della nuova rete; –quando l’agente di appoggio riceve il datagramma incapsulato per il MH non più presente, lo re-incapsulerà e lo inoltrerà a MH utilizzando il nuovo COA; –se MH si sposta ulteriormente in una successiva nuova rete, l’agente di quest’ultima contatta l’agente di appoggio per impostare l’inoltro di pacchetti verso quella nuova rete.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Instradamento diretto (6/6) Fig. X.4
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Gestione della mobilità in Internet X.3 IP mobile
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Impostazione dello standard E’ uno standard flessibile che supporta diverse modalità operative (ad es. con o senza agenti ospiti), vari modi con cui gli agenti e i nodi mobili si rilevano l’un l’altro, l’utilizzo di COA singoli o multipli e varie forme di incapsulamento. L’architettura di IP mobile contiene molti elementi già considerati in X.1 X.2; l’attuale standard specifica l’utilizzazione dell’instradamento indiretto. E’ uno standard flessibile che supporta diverse modalità operative (ad es. con o senza agenti ospiti), vari modi con cui gli agenti e i nodi mobili si rilevano l’un l’altro, l’utilizzo di COA singoli o multipli e varie forme di incapsulamento. L’architettura di IP mobile contiene molti elementi già considerati in X.1 X.2; l’attuale standard specifica l’utilizzazione dell’instradamento indiretto.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Parti dello standard (1/2) Le parti principali dello standard sono –la individuazione dell’agente (Agent Discovery): sono definiti i protocolli utilizzati dagli agenti per informare i nodi mobili dei propri servizi e dai nodi mobili per richiederli; –la registrazione presso l’utente domestico (Registration with the Home Agent): sono definiti i protocolli utilizzati dal nodo mobile e/o dall’agente ospite per registrare e cancellare i COA presso l’agente domestico del nodo mobile; Le parti principali dello standard sono –la individuazione dell’agente (Agent Discovery): sono definiti i protocolli utilizzati dagli agenti per informare i nodi mobili dei propri servizi e dai nodi mobili per richiederli; –la registrazione presso l’utente domestico (Registration with the Home Agent): sono definiti i protocolli utilizzati dal nodo mobile e/o dall’agente ospite per registrare e cancellare i COA presso l’agente domestico del nodo mobile;
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Parti dello standard (2/2) –instradamento indiretto dei datagrammi (Indirect Routing of Datagrams): è definito il modo secondo cui i datagrammi sono inoltrati al nodo mobile dall’agente domestico tramite l’agente ospite, incluse le regole per l’invio dei datagrammi, la gestione degli errori e varie forme di incapsulamento.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Individuazione dell’agente (1/3) Quando un nodo IP mobile giunge in una nuova rete, deve apprendere l’identità dell’agente di quella rete, avendo così la possibilità di accorgersi dello spostamento in una nuova rete. Questo processo è noto come individuazione dell’agente e può essere realizzato tramite un avviso da parte dell’agente da individuare (agent advertisement) o una richiesta dell’agente da parte dell’utente mobile (agent solicitation). Quando un nodo IP mobile giunge in una nuova rete, deve apprendere l’identità dell’agente di quella rete, avendo così la possibilità di accorgersi dello spostamento in una nuova rete. Questo processo è noto come individuazione dell’agente e può essere realizzato tramite un avviso da parte dell’agente da individuare (agent advertisement) o una richiesta dell’agente da parte dell’utente mobile (agent solicitation).
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Individuazione dell’agente (2/3) Con l’avviso dell’agente, un agente pubblicizza i suoi servizi utilizzando un messaggio del protocollo ICMP (Internet Control Message Protocol) inoltrato in modalità broadcast; tale messaggio contiene una prima parte comprendente i campi standard dell’intestazione di ICMP e una seconda relativa a un’estensione per l’avviso dell’agente.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Individuazione dell’agente (3/3) Con la richiesta dell’agente, il nodo mobile che vuole informazioni riguardo agli agenti senza ricevere una comunicazione da parte di questi può inviare in broadcast un messaggio di richiesta- agente; tale messaggio è secondo lo standard ICMP e l’agente che riceve questa richiesta invia direttamente la comunicazione al nodo mobile.
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Registrazione presso l’agente domestico Una volta che il nodo mobile ha ricevuto il COA, tale indirizzo deve essere comunicato al nodo domestico. Se tale comunicazione avviene tramite l’agente ospite, sono previste quattro fasi attraverso le quali MH ha la conferma dell’avvenuta registrazione presso il suo agente domestico: –una prima fase provvede a una richiesta di registrazione IP mobile da MH a agente ospite; quest’ultimo protocolla l’indirizzo IP permanente di MH unito al COA assegnato a quest’ultimo; Una volta che il nodo mobile ha ricevuto il COA, tale indirizzo deve essere comunicato al nodo domestico. Se tale comunicazione avviene tramite l’agente ospite, sono previste quattro fasi attraverso le quali MH ha la conferma dell’avvenuta registrazione presso il suo agente domestico: –una prima fase provvede a una richiesta di registrazione IP mobile da MH a agente ospite; quest’ultimo protocolla l’indirizzo IP permanente di MH unito al COA assegnato a quest’ultimo;
Aldo Roveri, “RETI MOBILI E MULTIMEDIALI” Univ. di Roma “La Sapienza” - a.a Registrazione presso l’agente domestico –una seconda fase contiene la richiesta di registrazione IP mobile inoltrata dall’agente ospite all’agente domestico e comprendente il COA di MH; l’agente domestico è quindi in grado di associare l’indirizzo permanente di MH con il COA assegnatogli; –in una terza fase l’agente domestico invia all’agente ospite una risposta alla richiesta di registrazione; –nella quarta e ultima fase l’agente ospite riceve la risposta e la invia al nodo mobile. –una seconda fase contiene la richiesta di registrazione IP mobile inoltrata dall’agente ospite all’agente domestico e comprendente il COA di MH; l’agente domestico è quindi in grado di associare l’indirizzo permanente di MH con il COA assegnatogli; –in una terza fase l’agente domestico invia all’agente ospite una risposta alla richiesta di registrazione; –nella quarta e ultima fase l’agente ospite riceve la risposta e la invia al nodo mobile.