Riflessioni sulla preghiera di Martina Ciabatti
NOI IN GENERE PREGHIAMO COSÌ: E poi ricordati anche di Giovanni che è tanto scoraggiato . La sorella pure ha avuto una disgrazia…..e Mario il cognato… San Antonio, per favore di a Dio se….. Ti preghiamo per chi ha fame Ave Maria che……. Ti preghiamo per chi è povero Ti ricordiamo anche Mario che ha tanti problemi in questo momento e anche il figlio Sergio non se la passa poi mica tanto bene…..
E POI CI SENTIAMO COSÌ: CI SENTIAMO NON ASCOLTATI E NON CAPITI. PERCHÉ?
VEDIAMO COSA DICE IL VANGELO VEDIAMO COSA DICE IL VANGELO. MATTEO CI DÀ INDICAZIONI IMPORTANTI SULLA PREGHIERA Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Mt 6, 7-8
Eeeehhh???? Sergio il figlio di chi???? MATTEO CI DICE CHIARAMENTE CHE : Eeeehhh???? Sergio il figlio di chi???? RONF RONF RONF RONNF DIO NON È SORDO DIO NON DORME DIO NON È DISTRATTO
MA È UN PADRE PREMUROSO CHE SI PRENDE CURA DEI SUOI FIGLI CHE CONOSCE TALMENTE BENE I PROPRI FIGLI DA DONARE LORO QUELLO DI CUI HANNO BISOGNO PRIMA CHE QUESTI GLIELO CHIEDANO
SE CI VIENE DETTO DI USARE POCHE PAROLE COME FACCIAMO A COMUNICARE CON IL PADRE? Come per comunicare con le persone è necessario usare la stessa lingua, anche per parlare con Dio è necessario utilizzare il suo stesso linguaggio. I don’t understand Come ti chiami?
L’unica lingua che Dio comprende è quella dell’amore, perché Dio è infinitamente buono e sa solo amare.
Se comprendiamo questo riusciamo a capire le parole del Vangelo di Giovanni: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”. Gv 15, 1 -8 “chiedete quello che volete e vi sarà fatto”: il significato è chiaro ma dobbiamo capire che questa frase è strettamente collegata alla precedente e ha senso solo se compresa insieme ad essa. se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi significa che se l’amore ricevuto da Dio si trasforma in amore donato agli altri l’unica cosa che si chiederà al Padre sarà di amare sempre di più che usando il linguaggio del Vangelo chiameremo dono dello Spirito.
L’amore è concreto. Non si ama a parole ma con gesti e segni concreti. Più amiamo e più diventiamo intimi di Dio. Le parole sono meno importanti. È la vita stessa che esprime questa intimità e sintonia con il Padre.
Tante parole non sono più necessarie per giocare insieme. È come con il nostro migliore amico o la nostra migliore amica. All’inizio si ha una simpatia, ci si conosce sempre meglio e alla fine si arriva ad una complicità tale che basta un gesto del volto, uno sguardo per capirsi. Tante parole non sono più necessarie per giocare insieme.
Gesù stesso nel Vangelo di Matteo e Marco prega poche volte. È la sua vita, le sue opere, il suo modo di agire ad essere in completa armonia con il Padre.
IL CREDENTE CHE HA SPERIMENTATO NELLA SUA VITA QUANTO È PROFONDO E IMMENSO L’AMORE DI DIO PER L’UOMO NON AVRÀ ALTRO DA DIRE CHE GRAZIE GRAZIE
E IL PADRE NOSTRO? Il PADRE NOSTRO non è una preghiera che ci distingue dalle altre religioni né una cantilena da recitare ma un vero e proprio IMPEGNO DI VITA non solo personale ma di tutta la comunità cristiana. Se fossero state importanti più le parole che il contenuto non ci sarebbero pervenute due versioni diverse nella forma: Il padre nostro nel Vangelo di Matteo e quello nel Vangelo di Luca. Gesù ci vuole indicare uno stile di vita che elimini distinzioni e separazioni tra gli uomini. La comunità cristiana che volontariamente e per amore si mette a servizio degli altri recita il Padre nostro.
Vediamo due riflessioni sulla preghiera di due testimoni della fede: Santa Teresa D’Avila e Oscar Romero. Per me bastava anche la vista dei campi, dell’acqua, dei fiori: cose che mi ricordavano il Creatore, mi scuotevano, mi raccoglievano, mi servivano da libri. (Santa Teresa D’avila) « C’è un criterio per sapere se Dio sta vicino o lontano da noi: chiunque si preoccupi dell’affamato, del nudo, del povero, dello scomparso, del torturato, del prigioniero, di tutta questa carne che soffre, ha vicino Dio. “Griderai al Signore e ti ascolterà”. La religione non consiste nel pregare molto. La religione consiste in questa garanzia d’avere Dio vicino perché faccio del bene ai miei fratelli. La garanzia della mia preghiera non è quella di dire molte parole, la garanzia della mia preghiera è molto facile da conoscere: come mi comporto con il povero? Perché Dio sta lì! » (O. Romero)