Istituto Gemmologico Nazionale

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Istituto Gemmologico Nazionale Caratterizzazione della tormalina Paraiba (varietà di Elbaite): analisi e confronto con le altre tormaline di interesse gemmologico Candidata: Francesca Gaeta Relatori: Dott. Pio Visconti Dott. Flavio Butini

Perché la tormalina Paraiba? Negli ultimi anni si è imposta prepotentemente sul mercato gemmologico internazionale, pur non facendo parte delle cosiddette “pietre preziose”. Alla sua “prima uscita sul mercato” ha raggiunto quotazioni molto elevate, successivamente si è arrivati a pagare cifre estremamente elevate, fino a 150.000 dollari al carato. In questa pietra si possono ritrovare le quattro principali caratteristiche che accomunano le pietre preziose (diamante, rubino, zaffiro e smeraldo): Bellezza Durevolezza Rarità Accettabilità 2

Gli obiettivi del lavoro Questo lavoro si è prefissato l'obiettivo di rispondere a tre domande: Quando si può considerare Paraiba una tormalina? I test gemmologici di prima istanza (tra cui misura di densità, indici di rifrazione, ecc.) consentono una distinzione univoca dalle altre tormaline? E’ lecito chiamare Paraiba anche tormaline cuprifere, ossia contenenti rame, provenienti dall’Africa? 3

Metodologie Strumentazione standard Bilancia Polariscopio Rifrattometro Dicroscopio Spettroscopio Microscopio Riconoscimento della pietra 4

Analisi chimica qualitativa Metodologie Strumentazione specifica Spettrofotometro UV-Vis Spettrofotometro IR Fluorescenza ai raggi X Microscopio a scansione elettronica (SEM) Analisi chimica qualitativa 5

Riconoscimento della pietra Fase 1 – Analisi di base

Gruppo delle tormaline Densità (g/cm3) ρ = Paria / (Paria – Pacqua) Gruppo delle tormaline 3,02 < ρ < 3,26 Campioni analizzati 3,07 3,10 3,09 3,03 3,05 3,13 T. Paraiba T. Gialle T. Blu e azzurre T. Rosse e rosa T. Verdi T. Nere Bilancia idrostatica 7

Gruppo delle tormaline Indici di rifrazione Gruppo delle tormaline IR = c/v c = velocità della luce nell’aria v = velocita della luce all’interno del mezzo 1,618 < ε < 1,640 - 1,635 < ω < 1,660 Birifrangenza = 0,014-0,032 Campioni analizzati Rifrattometro ε = 1,618 - ω = 1,635 bir. = 0,017 ε = 1,620 - ω = 1,640 bir. = 0,020 ε = 1,623 - ω = 1,641 bir. = 0,018 ε = 1,619 - ω = 1,640 bir. = 0,021 ε = 1,624 - ω = 1,645 bir. = 0,021 8

Gruppo delle tormaline Pleocroismo Gruppo delle tormaline Da debole a forte a seconda del colore Dicroscopio Campioni analizzati Debole Moderato (azzurro/blu) Moderato (rosso/rosa) Forte (verde/marrone) Forte (nero/verde scuro)

Gruppo delle tormaline Bande di assorbimento Gruppo delle tormaline Spettroscopio Dipendenti dal colore Campioni analizzati Larga nel rosso Sottile tra rosso e arancio e tra blu e viola Nel blu e nel verde Larga nel rosso, sottili bande nel blu e nel viola Numerosi assorbimenti in tutto lo spettro

Caratteristiche interne Microscopio 70x 15x 90x Trichiti Ossidi nelle fratture Bifasi 40x 15x 10x Fingerprint con fluidi Frattura Tubi di crescita 11

Analisi chimica qualitativa Fase 2 – Analisi specifiche

Spettrofotometria Analisi condotte alle lunghezze d'onda dell'Ultravioletto-Visibile e dell'Infrarosso Questa metodologia si basa sull'assorbimento della luce da parte dei diversi elementi contenuti nel campione La luce proveniente da una sorgente viene scomposta e fatta passare, grazie a un sistema di specchi e lenti, attraverso un campione

Spettrofotometria UV-Visibile Strumentazione Spettrofotometro Jasco V-630 presente all'IGN di Roma Acquisizione digitale del segnale

Spettri di assorbimento nell’Ultravioletto-Visibile Cu T. Blu Fe Cu Mn Mn2+ Mn3+ T. Paraiba Brasile Mn3+ Cu T. Rossa Cu Mn3+ T. Paraiba Mozambico Cu Fe T. Verde Cu Mn Mn T. Paraiba Nigeria I picchi indicano la presenza di determinati elementi chimici Ogni elemento assorbe determinate lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico

Spettri di assorbimento nell’Infrarosso Spettrofotometria IR Spettri di assorbimento nell’Infrarosso T. Blu I tracciati ottenuti per le diverse tormaline, sebbene complessi e ostici alla lettura, presentano degli andamenti evidentemente simili tra loro. T. Gialla T. Paraiba Nigeria

Fluorescenza ai raggi X Individuazione degli elementi in traccia: Il campione viene irradiato con raggi X e ogni elemento presente al suo interno emette una radiazione X secondaria che ha una specifica energia L'intensità della radiazione è proporzionale alla concentrazione dell'elemento all'interno del campione

Fluorescenza ai raggi X I grafici relativi alle tormaline Paraiba mostrano tutti la presenza del rame, assente nella tormalina rossa...

...allo stesso modo il rame non è presente nelle altre tormaline analizzate.

Microscopia elettronica a scansione - SEM Attraverso un fascio di elettroni che scansiona la superficie del campione sono generati differenti segnali: elettroni secondari, elettroni retrodiffusi,raggi X, ecc.

Analisi effettuata su una tormalina Paraiba proveniente dal Brasile Microscopia a scansione elettronica: risultati Analisi effettuata su una tormalina Paraiba proveniente dal Brasile Ingrandimento 300x Analisi estesa alla tavola

- Quando si può considerare Paraiba una tormalina? Conclusioni - Quando si può considerare Paraiba una tormalina? Una tormalina è considerabile Paraiba quando presenta il rame all'interno della sua composizione chimica. Secondo il Laboratory Manual Harmonization Committee (LMHC) solo le tormaline cuprifere che presentano colori che vanno dal blu, al blu-verde, al verde-blu e al verde sono considerabili Paraiba, escludendo in questo modo quelle pietre che hanno colorazione viola o rosa. - I test gemmologici di prima istanza (tra cui misura di densità, indici di rifrazione, ecc.) consentono una distinzione univoca dalle altre tormaline? Dai risultati ottenuti con i test di base è chiaro che non è possibile, a meno che non si faccia riferimento alla semplice osservazione del colore, distinguere tra una tormalina Paraiba e le altre tormaline. Solo con l'utilizzo di strumentazioni specifiche, che consentono di ottenere un'analisi chimica della pietra, è possibile fare tale distinzione.

Conclusioni - E’ lecito chiamare Paraiba anche tormaline cuprifere, ossia contenenti rame, provenienti dall’Africa? Poiché dalle analisi fatte le tormaline provenienti dalle tre località presentano caratatteristiche del tutto analoghe, si ritiene che sia assolutamente lecito attribuire la denominazione “Paraiba” anche a pietre non provenienti dal Brasile.

Grazie!