Io e la felicità. Carrubba Biagio
Una volta si diceva che la religione era un fatto privato e personale. Oggi si dice che la felicità è un fatto privato e personale.
Negli anni ’60 si diceva che la felicità doveva essere comune per tutti. Ma oggi sono finiti i tempi delle utopie e delle ideologie cosmiche e siamo ritornati al privato.
Ma siamo davvero usciti dal privato? Ippocrate diceva: ars longa-vita brevis. Oggi possiamo dire felicità longa e vita brevis.
Viviamo in una società italiana dominata dai mass-media e dalla scienza e dalla tecnica, società nella quale tutti tendiamo a ricercare la felicità
Vi sono vari tipi di felicità: vi è la felicità statica e quella dinamica, vi è la felicità famigliare e quella del singolo, vi è la felicità sessuale e quella puritana, vi è la felicità culturale e quella teologia vi sono tantissimi tipi di felicità, tanti quanti sono gli uomini nel mondo
la propria felicità secondo i propri mezzi mezzi, Ogni uomo e ogni donna cercano la propria felicità secondo i propri mezzi mezzi, secondo i propri desideri e i propri metodi e secondo la propria intelligenza. Ma sono tanti che non raggiungeranno mai un poco di felicità, che vivono inevitabilmente e inesorabilmente infelici e sofferenti.
Ma credo che vi sia un substratum alla felicità descritto molto bene Da Primo Levi: <<In una notte come questa c’è chi si stende vicino a una donna e gli sembra di non avere più peso, che i suoi domani non abbiano più peso, che conti l’oggi e non conti il domani ed il fluire del tempo abbia sosta>>.
Sembra un paradosso, ma non c’è felicità senza le gioie del sesso, poiché da esso deriva un piacere intenso, istintivo, naturale, liberatorio. Una vita priva di sesso, è veramente una vita vuota, ma non inutile e vana.
Tu pensi che una giusta e umana società dovrebbe portare la felicità a tutti quanti, ma questo non accade e allora è necessario cercarsi la propria felicità prima di morire.
Solo gli uomini grandi e le donne fortunate hanno grandi amori e grande felicità, gli uomini comuni e medi hanno una felicità media e comune.
In questa società capitalistica globalizzata dominata dai mass-media che avanza inesorabilmente verso il futuro verso grandi passi la ricerca della felicità riguarda ogni uomo e ogni donna che naturalmente cercano l’amore che è il primo passo verso la felicità
La felicità è dunque un fatto privato psicologico e interiore. Essa può appartenere a tutti, ricchi e poveri, santi e malvagi.
Secondo voi, ditemi, chi è più felice? Una coppia soddisfatta e lieta dai piaceri del sesso o uno scienziato che porta avanti il progetto Gemona o realizza una Nanotecnologia o una madre che dà alla luce il suo Primogenito o Gesù Cristo che è spirato in cima Ad una croce per volare da suo Padre?
Io, uomo comune e medio, ogni giorno che vivo e respiro in buona salute e con qualche soldo in tasca, mi sento felice sulla terra.
La felicità è, insomma, come il mare Immenso, libero, gratis, in movimento, è come il sole uguale e benefico per tutti. Credo che la felicità sia, dunque, qualcosa Non di irraggiungibile né qualcosa utopica, ma qualcosa che vive ogni giorno con noi, basta cercarla, riconoscerla, apprezzarla quotidianamente.
La vita di ogni giorno è la vera felicità, basta viverla con gioia evitando i guai, che vengono quando meno si aspettano, come la morte che si porta via sia la vita sia la felicità.
Modica 26 – 28 feb. 06 Carrubba Biagio.