INFORMAZIONI GENERALI

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Transcript della presentazione:

INFORMAZIONI GENERALI indicando il proprio nome, cognome, numero di telefono, data di consegna, eventuali modifiche rispetto alla versione precedente. L’elaborato deve contenere un minimo di 40-50 pagine (appendici escluse). le impostazioni previste da tale griglia non devono essere cambiate (formato B5, 17cm per 24 cm).

Norme editoriali per la compilazione di un elaborato scritto

IMPOSTAZIONE PAGINA Margine superiore 2,5 cm. Margine inferiore 2,2 cm. Margine interno 1,8 cm. Margine esterno 2,7 cm. Spazio a destra rilegatura 0 cm. Intestazione 1,8 cm. Carattere Palatino Linotype, dimensione 11, interlinea 1,5, margini giustificati. Ad ogni punto e a capo il rigo va rientrato di 0,5 cm. Numero di pagina in alto, verso l’esterno. Per la Premessa e l’Introduzione va utilizzata la numerazione romana; per il resto dell’elaborato numerazione araba. Non va numerata la prima pagina, né eventuali pagine bianche, che però vanno ugualmente contate. Ogni capitolo parte o Apparato (Appendice, Bibliografia…) deve iniziare nella pagina di destra, anche se si è costretti a lasciare una pagina vuota. Il titolo di ogni capitolo è preferibile centrato in tondo, dimensione del carattere 13; titolo del paragrafo in grassetto, corpo 11 e allineato a sinistra, il titolo del sottoparagrafo in corsivo sempre corpo 11.

IMPOSTAZIONE PAGINE La citazione di un testo superiore alle 2,5 righe, corpo 10 e un po’ distanziata dal resto del testo. La nota deve avere corpo 9,5 e interlinea singola; in nota non si va a capo. Ad ogni pagina di sinistra ci sarà l’intestazione con scritto il numero del capitolo: es. Capitolo primo (in tondo), e ad ogni pagina di destra ci sarà il titolo specifico: es. Pedagogia ed educazione (in corsivo). Qualora ci fosse anche un sottotitolo bisogna far attenzione che insieme al titolo non vada ad occupare due righe; in questo caso si omette il sottotitolo. All’inizio del capitolo tra la scritta Capitolo primo e il titolo del capitolo non c’è spaziatura. Non si scrive alla fine della pagina il titolo del paragrafo se non è seguito da almeno un rigo di testo. La dedica non è necessaria, ma va messa dopo l’indice generale, in carattere 10 o 11 ed in corsivo. L’esergo va messo dopo l’indice generale, allineato a destra, in tondo, carattere 10, con il nome dell’autore in corsivo.

IMPOSTAZIONE PAGINA È fondamentale utilizzare la sillabazione: sulla barra degli strumenti di word, cliccare su Strumenti Lingua Sillabazione. Gli elaborati di N. O. non necessitano della divisione in Parti. È consigliabile che nell’ultima stesura i capitoli abbiano dei sottili fili rossi di congiunzione. Le parole in lingua straniera (incluse quelle di uso comune e le parole in latino) vanno scritte in corsivo. Il grassetto è usato solamente per il titolo dei singoli paragrafi. Le immagini, sia che siano messe nell’appendice sia nel testo, devono essere accompagnate da una didascalia di 2 righe massimo che ne spieghi la provenienza ed il contenuto. Per ciò che riguarda i filmati ci sono regole giuridiche da rispettare. I puntini sospensivi non devono essere mai in numero maggiore di tre. Se si inizia un periodo con la lettera “e” copula (È), è fondamentale ricordarsi che questa va inserita dal menù Inserisci Simbolo È. (accento grave).

L’INDICE La struttura dell’Indice è la seguente: PREMESSA Ha un carattere soggettivo, autobiografico, pertanto si può scrivere in prima persona. INTRODUZIONE Ha un carattere tecnico, pertanto più formale. Nella stesura si segue l’indice delle tematiche ricorrenti. Solo per la Premessa e l’Introduzione si usa la numerazione romana. CAPITOLI E PARAGRAFI L’elaborato solitamente si divide in: PARTI (I, II, III, ecc.) CAPITOLI (Primo, Secondo, ecc.) PARAGRAFI (1, 2, 3, ecc.) SOTTOPARAGRAFI (1.1, 1.1.2; 1.2, 1.3). CONCLUSIONI Rappresentano l’epilogo del lavoro dopo una esposizione rigorosamente scientifica dell’argomento, e riassumono i punti salienti dell’elaborato.

L’INDICE APPENDICE Nell’Appendice si può inserire il capitolo che per motivi di spazio non è stato introdotto nell’elaborato. L’Appendice deve avere una piccola Nota introduttiva nella quale si spiegano le ragioni della stessa, i criteri metodologici, ecc. Nell’Intestazione va messa a sinistra la scritta Appendice (in tondo) e il titolo della stessa, a destra e in corsivo. Le Appendici vanno numerate con i numeri romani: Appendice I, Appendice II, ecc., ma i numeri delle pagine sono arabi. BIBLIOGRAFIA Nella bibliografia si inseriscono, in ordine alfabetico, il COGNOME e il NOME dell’autore, in MAIUSCOLETTO (es: BALLARINI GIOVANNI, nome sciolto, a differenza delle note a piè di pagina), Titolo del volume, Città di edizione, Editore, anno. Ricordarsi di mettere sempre il punto alla fine di ogni indicazione bibliografica.

BIBLIOGRAFIA La bibliografia indica i libri effettivamente consultati per la stesura dell’elaborato ma anche i libri consultabili: in questo caso è preferibile farne un elenco a parte oppure un elenco unico nel quale i libri non consultati sono in qualche modo evidenziati. L’elenco dei libri non deve contenere spazio tra un titolo e l’altro. Per quanto riguarda le leggi va redatto un indice a parte della documentazione legislativa, dividendo le leggi dai decreti. La sitografia contiene (in ordine alfabetico) i nomi dei siti internet consultati. La filmografia il nome del regista, seguito dal titolo del film, dalla casa e dall’anno di produzione, eventualmente anche la sequenza. L’emerografia, infine contiene l’indicazione delle riviste o dei giornali ecc, consultati, che vanno messi tra virgolette basse (o caporali), il titolo dell’articolo in corsivo, la data della pubblicazione, l’indicazione delle pagine in cui trovare l’articolo.

INDICE DELLE TEMATICHE RICORRENTI L’indice delle tematiche ricorrenti ricopre varie funzioni: permette di evidenziare le principali tematiche trattate nell’elaborato, per consentire, anche a chi lo legge per la prima volta, di orientarsi nel lavoro; funge da guida per la stesura dell’Introduzione; permette di estrapolare una tematica nelle varie sfaccettature in ogni momento; va redatto in ordine alfabetico; accanto ad ogni tematica va scritto il numero di pagina in cui compare (o il paragrafo se è argomento di un intero paragrafo) la tematica. Si possono spiegare i criteri seguiti per stilare l’indice attraverso una Premessa all’indice stesso. Il titolo va messo centrale nella pagina, inserire interruzione di sezione e poi scrivere le tematiche ricorrenti su due colonne, in Maiuscolo.

INDICE DEI NOMI Si scrive: COGNOME NOME proprio (in MAIUSCOLETTO, sciolto), le pagine in cui compare. L’indice dei nomi va redatto su due colonne, nella stessa pagina. Occorre includere tutti i nomi che compaiono all’interno del testo, inclusa l’Introduzione, le note, la Bibliografia e le eventuali Appendici. Nell’Indice generale vanno scritti in corsivo : Appendice, Bibliografia, Indice dei nomi, Indice delle tematiche ricorrenti. I titoli dei Capitoli, dei paragrafi e dei sotto paragrafi, vanno in tondo.

SIGLE Le sigle vanno sempre sciolte la prima volta che si citano: Es: ECER diventerà quindi: Exceptional Child Education Resources (ECER). Se le sigle sono poche si possono sciogliere direttamente all’interno del testo; se la stessa sigla viene inserita più volte nell’elaborato si scioglie solo la prima volta; infine se le sigle sono molte è necessario inserire un siglario all’inizio dell’elaborato.

IMPORTANTE! Per inserire il numero di pagina bisogna andare sulla barra degli strumenti di word, posizionare il cursore su Inserisci numero di pagina posizione: in alto, allineamento esterno. Non vanno utilizzate sottolineature nel testo, (salvo casi eccezionali). Le virgolette alte “…” si utilizzano per richiamare l’attenzione su una parola, quando viene fatta un’allusione: Es: L’animale come “co-terapeuta”.

Per citare un libro scritto da tre autori: CITAZIONI La nota in apice precede sempre la punteggiatura (il punto, la virgola, il punto e la virgola, i due punti). Si cita sempre guardando le informazioni contenute nel frontespizio interno del libro e mai dalla copertina, che potrebbe non essere completa. Le citazioni vanno fatte nel modo seguente: NOME COGNOME autore, Titolo in corsivo, città di edizione, Editore, anno, numeri pagine citate. Per citare un libro scritto da tre autori: PIERO CATALDI, ROMANO LUPERINI, FRANCO MARCHESE P. CATALDI – R. LUPERINI – F. MARCHESE, Titolo, città di ediz., Editore, anno, numeri di pagine citate.

CITAZIONI Citazione di un libro scritto da più autori: PIERO CATALDI, ROMANO LUPERINI, FRANCO MARCHESE, LUCA PUGLIESE. Le soluzioni sono due: P. CATALDI et alii (il primo nome che compare) Oppure: P. CATALDI et al. (il primo nome che compare). La prima volta che si nomina un autore nel testo deve essere fatto per intero: Nome e Cognome; le volte successive basta solo il cognome. L’importante è ricordare che quando si tratta di “donne” (Montessori, Levi-Montalcini) bisogna evitare di far precedere il cognome dall’articolo “la”, (non diciamo mai “il Siciliani”).

CITAZIONI Per citazioni brevi, che non superino, cioè, le 2,5 righe, si usano le virgolette basse (o caporali), che si trovano in Inserisci Simbolo, poi basta selezionare il simbolo scelto, cliccare su Inserisci, quindi Chiudi. È importante ricordare che non vanno mai usati i simboli < > come virgolette basse. Esempio: «cogito ergo sum», e alla fine della citazione si mette la nota in apice, nella quale viene data indicazione completa, della nota biografica con il numero di pagina. Se nella citazione c’è un’altra citazione si utilizzano le virgolette alte “”. Se la citazione supera le 2,5 righe si eliminano le virgolette e si rimpicciolisce il carattere del testo di una unità (corpo 10), e se in questo caso ci fosse una citazione nella citazione si dovrebbero usare le virgolette basse (o caporali). La citazione non prevede la spaziatura al capoverso se comincia con la lettera minuscola.

CITAZIONI Nella griglia è già impostato lo spazio previsto prima e dopo la citazione rispetto al testo. Esempi: «Ben mi fa venire i brividi. Sembra uno gnomo, uno spirito maligno, o qualcosa di simile». Se la citazione supera le 2,5 righe, occorre lasciare un rigo per staccare la citazione dal testo e dargli risalto, usando il carattere 10: Majorana vive non solo e non tanto il disagio della sua genialità, ma quello della sua diversità. In una personalità come la sua, diversità significa essere diverso e forse anche migliore degli altri, nella fattispecie quando sono studenti e certe cose non sono esplose a livello pubblico come poi esploderanno negli anni successivi, questa diversità può essere vissuta invece come elemento negativo. allora c’è un po’, tra lui e gli altri, […] la volontà da una parte di uniformarsi alla vita normale dei suoi amici e dall’altra il sentire anche l’orgoglio di non essere come loro. Come si vede sopra, nel caso in cui la citazione inizi con la lettera minuscola non occorre far rientrare il capoverso della prima riga di 0,5, mentre occorre farlo per una citazione che inizia con la Maiuscola.

CITAZIONI Nelle citazioni non si corregge mai l’autore se non dichiarando esplicitamente l’intervento che si fa sul testo; nel caso in cui ci fosse una parola sbagliata la si riporta uguale seguita dalla parola [sic]. Quando una citazione si spezza, nel punto in cui manca una parola o un periodo, si scrivono tre puntini sospensivi in parentesi quadra: […]. Si usano le virgolette basse («») nel caso in cui uno cita un’altra persona che a sua volta sta citando qualcosa: Es: lo storico Robert Davidsohn narra: «Quando il corteo con i condannati giunse in piazza Santa Croce, dalla folla gridarono “Vivano, vivano”».

CITAZIONI Quando nel testo è citato un autore, la prima volta il nome e il cognome vanno scritti per esteso. A partire dalla seconda volta si cita solo il cognome; non sono utilizzate iniziali del nome puntate. Nel caso in cui si possano creare casi di omonimia è necessario specificare il nome proprio di volta in volta (Antonio Labriola, Teresa Labriola o Arturo Labriola). Quando mancano delle informazioni relative all’edizione, ecc., si ricorre alle forme s. l.= senza luogo di edizione; s. d.= senza data di edizione. Citazioni da riviste: il nome della rivista è indicato rispettando esattamente i caratteri originari del titolo della rivista: «l’Unità», titolo dell’articolo in corsivo, serie (s.), annata o volume in cifra romana, l’anno solare della pubblicazione della rivista in cifra araba, eventualmente la dispensa e il fascicolo, le pagine in cui è pubblicato l’articolo.

CITAZIONI Citazioni da Atti di Convegni da Cataloghi di Mostre. La citazione va riportata in maniera ben dettagliata e precisa. È consigliato evitare la sigla AA. VV. (che sta evidentemente per Autori Vari) in quanto, nel mondo delle OPAC e dei cataloghi informatici con migliaia di autori, complica e allunga le ricerche. Al limite sono riportati almeno i primi due-tre nomi di autori e curatori, nascondendo gli eventuali altri sotto un et alii (et al.). In ogni caso, figura la data e il luogo in cui si svolse la manifestazione (Convegno, Mostra ecc.) da cui la pubblicazione prese spunto.

SPAZIATURA E SEGNI D’INTERPUNZIONE Non va lasciato nessuno spazio: tra il segno di punteggiatura (,;.:?!) e la parola che lo precede; Tra la parola tra la parentesi e le parentesi stesse (ciao); Tra una parola tra virgolette e le virgolette stesse “ciao”; Dopo l’apostrofo.

SPAZIATURA E SEGNI D’INTERPUNZIONE Va inserito uno spazio: Dopo ogni segno di punteggiatura. Fanno eccezione la virgola dei decimali e il punto delle migliaia, nei numeri (es.: 123.456,789), le abbreviazioni del doppio nome; Prima dell’apertura e dopo la chiusura di una parentesi; Tra l’apertura di virgolette e la parola che precede, tranne il caso in cui preceda un apostrofo; tra la chiusura e di virgolette e la parola che segue; Prima e dopo il trattino che introduce un inciso e prima e dopo il trattino che chiude un inciso - ciao - (tranne il caso in cui sia seguito da un segno di punteggiatura - ciao -. ).

SPAZIATURA E SEGNI D’INTERPUNZIONE Le parentesi quadre [] vanno usate nel momento in cui interveniamo nel testo: Per escludere e quindi eliminare una frase o una parola dalla citazione: es. E allora c’è un pò, tra lui e gli altri, […] la volontà da una parte di uniformarsi alla vita normale dei suoi amici e dall’altra il sentire anche l’orgoglio di non essere come loro. Per evidenziare gli errori presenti nella citazione: es. Durante il primo anno ci diede molte preoccupazioni la loro costante tendenza alla rissa, il loro debolissimo senso del legame collettivo, pronto a svanire in qualziasi [sic] momento alla minima contrarietà… tutta via i germogli del collettivo nato durante l’inverno si sviluppavano poco a poco e bisognava salvarli ad ogni costo. [sic] è proprio così. Oppure: Durante il primo anno ci diede molte preoccupazioni la loro costante tendenza alla rissa, il loro debolissimo senso del legame collettivo, pronto a svanire in qualziasi [!?!] momento alla minima contrarietà… tutta via i germogli del collettivo nato durante l’inverno si sviluppavano poco a poco e bisognava salvarli ad ogni costo. [!?!] se l’errore ci indigna. Per integrare, precisare, introdurre la citazione.

NOTE A PIE’ DI PAGINA La nota deve finire sempre con il punto, eccetto quando si indica l’indirizzo di un sito internet. La nota deve essere giustificata e scritta in corpo 9,5. Per le citazioni in nota: ID. si utilizza quando viene citato in successione uno stesso autore ma titoli di opere diverse: Es. I. CALVINO, Il cavaliere inesistente, Milano, Garzanti, 1986. ID., Il visconte dimezzato, Milano, Garzanti, 1988. Ivi si utilizza per indicare l’Autore e l’Opera o il libro già citato nella nota precedente, ma in una pagina diversa. Si usa quindi se, ad esempio autore, opera e edizione rimangono invariati, ma cambia la pagina: Es. I. CALVINO, Il cavaliere inesistente, Milano, Garzanti, 1986, p. 25. Ivi, p. 39. Ibidem si usa per indicare lo stesso Autore, Opera o libro o pagina. Si usa dunque solo se le informazioni bibliografiche corrispondono in tutto rispetto a ciò che è stato citato nella nota precedente. Ibidem.

NOTE A PIE’ DI PAGINA Si usa op. cit. se nel nostro elaborato citiamo una sola opera dello stesso Autore: Es. I. CALVINO, Il cavaliere inesistente, Milano, Garzanti, 1986, p. 25. I. CALVINO, op. cit., pp. 78-79. (op. cit. dunque sostituisce il titolo). Si usa cit. in caso di successive citazioni di opera, fonte o articolo già citato per esteso dettagliatamente. In questo caso si può e si deve procedere con forme abbreviate; dovendo ricitare l’ipotetico articolo si scriverà: M. RONCONI, Tipologie di utensili, cit., a. V (1944), fasc. I, p. 35. Se si cita un saggio/articolo di un Autore contenuto all’interno di un volume curato da un altro Autore, si fa come segue: LABRIOLA, Del materialismo storico. Dilucidazione preliminare, in A. V. GERRATANA e A. GUERRA (a cura di), Saggi sul materialismo storico, Roma, Editori Riuniti, 1977, p. 13.

NOTE A PIE’ DI PAGINA Si usa Cfr. (confronta) quando si è sviluppato un ragionamento che è già stato affrontato da qualche Autore e si rimanda – anche senza citare tra virgolette – a quel testo: Cfr. G. BALLARINI, Animali terapia dell’anima: le nuove vie d’applicazione nella terapia umana (pet-therapy), Brescia, Fondazione iniziative zooprofilattiche e zootecniche, 2000, pp. 43-44. Vd., vd.= vedi si usa per rinvii alle fonti delle citazioni o a testi nei quali l’argomento è specificamente trattato. Se si citano molte pagine consequenziali si scrive p. 61 e sgg. (seguenti). Se c’è motivo per delimitare la trattazione se ne indicano i confini in questo modo: pp. 5-18. Il materiale trasmesso elettronicamente e non pubblicato va specificato e indicato comunque in nota. La numerazione delle note è consecutiva negli elaborati scritti triennali; la scelta è facoltativa per gli elaborati di L.S. e di V.O.

ACCENTI L’accento della copula è grave (la parte alta a sinistra, es. è), la E Maiuscola accentata va presa da: Inserisci Simbolo (È) è cioè caffè Molti nomi propri: Giuffrè, Noè Giosuè Oppure: Ciò, già, giù, può. L’accento acuto si usa soprattutto nei composti di –che e –tre: Perché, poiché, affinché, trentatré ecc. Ma anche nelle forme: per sé, a sé Né…né Ché (congiunzione causale, per poiché) e, infine nella terza persona del passato remoto: Poté, dové, ricevé Tranne diè

ACCENTI Può essere utile ricordare che le vocali –a, -i, -o, -u vogliono sempre l’accento grave: avremo dunque –à, -ì, -ò, -ù (es.: lì, là, avverbi; dì= giorno; sì, affermazione; tè= pianta, bevanda). Si distingua dà (= terza persona del presente del verbo dare), da (= preposizione) e da’ (seconda persona dell’imperativo del verbo dare). Le parole francesi che cominciano con la E non vanno accentate se maiuscole (quindi avremo Ecole ed école).

MAIUSCOLE E MINUSCOLE Per indicare partiti e movimenti, è usata la maiuscola solamente per la prima lettera della prima parola. Per i ministeri è usata la maiuscola solo per il termine che li qualifica; anche per i nomi geografici vale la stessa regole; sono scritti sempre per esteso e con la lettera maiuscola i decenni e i secoli quando si riferiscono al periodo in generale. Capita spesso che i problemi maggiori si incontrino con gli aggettivi santo/santa e Santo/Santa: vanno usati maiuscoli solo quando fanno parte di un toponimo o indicano una festività: via San Lorenzo piazza Santa Felicita Negli altri casi, si userà dunque il minuscolo (es.: Era un devoto di san Gennaro).

MAIUSCOLE E MINUSCOLE Negli altri casi è usato il criterio generale dell’uso della lettera maiuscola: I nomi di persona, i cognomi, i patronimici, i soprannomi. Il nome di Dio e delle divinità (Allah, Giove, ecc.). I nomi dei partiti e delle associazioni. I nomi geografici (es.: la Nuova Guinea). I nomi storici (es.: il Rinascimento, la Controriforma). I nomi dei corpi celesti (la Terra, il Sole), delle costellazioni e dei segni zodiacali. I toponimi, i nomi delle vie (via C. Fea), dei monumenti (il Colosseo). I nomi dei punti cardinali, quando indicano una regione (Una carestia colpì il Sud). Se invece indicano una direzione, vanno minuscoli (Si diresse a est). I nomi comuni usati in senso assoluto o con significato particolare (libera Chiesa in libero Stato, i conti del Tesoro ecc). Vanno minuscole le qualifiche relative a cariche sociali, politiche, religiose (re, presidente, papa); i nomi dei giorni (lunedì, mercoledì ecc) e dei mesi (gennaio, agosto ecc.); i nomi delle suddivisioni amministrative intesi nel senso generico di territorio (L’inondazione colpì la provincia di Trento).

ABBREVIAZIONI cit., citt. = citato, citati Si raccomanda di riassumere tutte le abbreviazioni in una Tavola esplicativa, soprattutto se si introducono sigle o abbreviazioni per indicare archivi, enti, organizzazioni, fonti, Collane, ecc. Le più usate, che non necessitano spiegazioni sono: a.= anno A., AA. = autore, autori a. C = avanti Cristo an. = anonimo anast. = anastatico app. = appendice art., artt. = articolo, articoli Cfr., cfr. = Confronta, confronta cit., citt. = citato, citati cm m km = centimetro, metro ecc. NON PUNTATI! cod., codd. = codice, codici col., coll. = colonna, colonne d. C. = dopo Cristo ecc. = eccetera ed. = edizione es. = esempio f., ff. = foglio, fogli fasc. = fascicolo fig., figg. = figura, figure loc. cit. = luogo citato misc. = miscellanea ms., mss = manoscritto, manoscritti

ABBREVIAZIONI n. n. = non numerato (di codice ecc.) ns. = nuova serie op. = opera op. cit. = opera citata, quando sostituisce interamente il titolo e le altre indicazioni; ma si può usare solo quando di un autore si cita un’unica opera. In generale si preferisce Ibidem p., pp. = pagina, pagine passim = quando la citazione ricorre frequentemente nell’opera citata r = recto s. = serie s. a. = senza anno di stampa s. d. = senza data s. e. = senza indicatore s. l. = senza luogo s. ss., o sg. sgg. = seguente, seguenti trad. = traduzione v = verso Vd., vd. = Vedi, vedi, si usa per rinvii alle fonti delle citazioni o a testi nei quali l’argomento è specificamente Trattato vol., voll. = volume, volumi

INDICAZIONI GENERALI I numeri vanno scritti per esteso: i numeri da uno a dieci, le centinaia, le migliaia, i milioni. I numeri all’inizio di una frase sono scritti per esteso. Sono scritte in cifra solo i giorni e le date e le quantità precise (es.: Questa Università ha 19.827 iscritti). L’apostrofo viene utilizzato per le parole “tronche”: Es. A mo’ (modo) di esempio. Un po’ (poco) alla volta.

INDICAZIONI GENERALI È consigliato portare diverse stesure dell’elaborato nel corso dei mesi. E soprattutto è importante seguire le norme sopra riportate che non sono definitive ma suscettibili di modifiche nel tempo.

… Quanto appena detto vi ha fatto venire tanta voglia di…

… L’importante è collaborare e seguire queste piccole regole!