Balcani stabili o instabili?

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Transcript della presentazione:

Balcani stabili o instabili? Iconografie, percezioni, nazionalismi e identità etniche Fabrizio Eva, geografo politico www.fabrizio-eva.info

Dove sono i confini dei Balcani? Come generalmente accade per le penisole, incerta è la definizione del loro confine sulla terraferma, aggravato dal fatto che - a differenza di altre penisole - si tratta di uno dei confini più estesi. Non aiuta inoltre la definizione di questa linea di demarcazione il fatto che il territorio presenti al suo interno grandi differenze e frammentazioni riguardanti storia, nazionalità, lingua, cultura e religione delle popolazioni che vi abitano. Secondo il geografo Vittorio Vialli, la delimitazione a nord è rappresentata dalla linea geografica Trieste-Odessa; solitamente invece se ne stabilisce il confine sui fiumi Kupa-Sava-Danubio, partendo dalla città di Fiume e raggiungendo le foci del Danubio (Adattamento dalla voce Penisola balcanica di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Penisola_balcanica).

Quasi solo montagne

Il Danubio è un confine?

Le lingue slave: nord e sud

Le lingue balcaniche nel 1890

Le tre religioni

Invasioni barbariche = migrazioni di popoli

Imperiali, bizantini, cristiani

Gli Ottomani crescono

Battaglia di Kosovo Polje (Piana dei merli) nel 1389

A secoli di distanza… (ultrà serbo in Italia, ottobre 2010)

L’espansione europea degli Ottomani

Assedio di Belgrado nel 1456

L’assedio di Vienna nel 1683

Mais e frumento

L’impero ottomano nel 1792

Balcanizzazione?

“BALCANIZZAZIONE”: una parola arrivata sul dizionario Come è immediatamente evidente il termine “balcanizzazione” deriva da Balcani, la regione (o penisola) che si estende dal Mar Nero all’Adriatico. Fra fine ‘800 e inizi ‘900 quella zona, dalla realtà assai complicata sotto il profilo etnico e religioso, sottoposta a numerose pressioni esterne, fu particolarmente “calda”: non solo i paesi, di recente indipendenza, che la formavano erano internamente turbolenti, ma anche i loro reciproci rapporti erano infuocati. In rapporto alle condizioni della penisola balcanica durante questo periodo, nei giornali britannici viene coniato il termine to balkanize, col significato - registrato già nel 1931 da Alfredo Panzini - di “ridurre un paese alle condizioni di disordine e violenza [...] usuali negli Stati balcanici”. Un importante dizionario francese, il Robert, dà al sostantivo balkanisation il significato di “spezzettamento politico d’un paese, d’un impero” e ne data la comparsa al 1920 circa in relazione ai Balcani e la sua estensione ad altre aree del globo addirittura al 1966. Oggi, sfogliando l’ultimo Zingarelli, noi italiani possiamo leggere alla voce balcanico, oltre al primo significato che si riferisce ovviamente a tutto ciò che è relativo alla penisola balcanica, un secondo che recita: “caotico, violento, secondo la maniera di governo ritenuta tipica degli antichi stati balcanici”. E chi vuol capir, capisca.

Gli iugoslavi divisi per secoli (ma… esistono?)

Imperi e nazionalismi

L’Impero ottomano perde i pezzi

1878

1885

Il ruggito del topo (il Montenegro dichiara guerra all’Impero Ottomano)

Fine aprile 1913

La prima guerra balcanica (situazione alla fine della guerra nel 1913)

Fine degli imperi centrali con la Grande Guerra

Prima e dopo la Grande Guerra

I pezzi del puzzle crescono e i confini si spostano

La Iugoslavia (1929)

Oggi a te, domani a me: “recupero” di territori e Cortina di Ferro

La NATO durante e dopo la Guerra Fredda: la direttrice Est (che piace agli USA)

La UE durante e dopo la Guerra Fredda: direttrice Est o idea di Europa?

Le repubbliche iugoslave dopo la morte di Tito (1980)

I dialetti nella ex-Iugoslavia

Inizio della guerra: milizie, esercito “iugoslavo” e profughi

La massima espansione serba

Dopo gli accordi di Dayton (21 novembre 1995)

Gruppi umani in Bosnia dopo la guerra civile

Immagini simbolo

Perdite umane (e poi… i profughi) Perdite secondo il Centro di documentazione di Sarajevo (2009) Totale 97.214 Bosgnacchi 64.341 66,2% Serbi 24.726 25,4% Croati 7.602 7,8% Altri 547 0,5% Totale civili 39.685 Bosgnacchi 33.071 83,3% Serbi di Bosnia ed Erzegovina 4.075 10,2% Croati 2.163 5,4% Altri 376 0,9% Totale soldati 57.529 Bosgnacchi 1,270 54,4% Serbi 20.649 35,9% Croati 5.439 9,5% Altri 171 0,3% non accertati 4.000 Perdite secondo l'ufficio demografico dell'ICTY Totale 104.732 Bosgnacchi c. 68.101 Serbi c. 22.779 Croati c. 8.858 Altri c. 4.995 Totale civili 36.700 Bosgnacchi 25.609 Serbi 7.480 Croati 1.675 Altri 1.935 Totale soldati 68.031 Bosgnacchi 42.492 Serbi 15.298 Croati 7.182 Altri 3.058

Le scuse alla Bosnia Il 6 dicembre 2004, il presidente serbo Boris Tadić ha fatto le sue scuse alla Bosnia ed Erzegovina e a tutti coloro che hanno sofferto i crimini commessi in nome del popolo serbo. Il presidente della Croazia Ivo Josipović si è scusato di fronte al Parlamento bosniaco, nel mese di aprile 2010, per il ruolo del suo paese nella guerra bosniaca. Il 31 marzo 2010, il parlamento serbo ha adottato una dichiarazione in cui "condanna nel modo più assoluto il crimine commesso nel luglio del 1995 contro la popolazione bosniaca di Srebrenica", il primo del suo genere nella regione. L'iniziativa di approvare una risoluzione è venuta dal presidente Tadić.

Una prospettiva europea per la ex Iugoslavia?

La geografia degli stati (la Croazia è membro UE dal 1 luglio 2013)

Pezzi di Europa contesi

Balcani: dentro o fuori dalle connessioni rapide?

Infrastrutture e geopolitica

I Rom in Europa

Chi ha i rubinetti del gas?

Progetti di gasdotti: in cerca di mercati e “stabilità”