Master in Management Sanitario (MAMAS) Il sistema di bilancio negli enti locali Ariano Irpino, 30 ottobre 2014 Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Avellino e Ariano Irpino Fabio Amatucci
Agenda. 1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro 2.Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno 3.La gestione del bilancio degli enti locali e le differenti strategie 4.Gli aspetti di criticità
Lo scenario di riferimento: incremento della mobilità dei fattori (persone, capitali, informazioni, servizi); internazionalizzazione della finanza e delle strategie d’impresa; diffusione sempre più ampia e veloce dell’innovazione e della tecnologia; affermazione di una competizione globale tra le imprese che spinge a ricercare vantaggi competitivi localizzati come fonte di differenziazione; competizione tra stati e territori; nuovi modelli di Stato e d’impresa; 1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro
In un contesto di risorse scarse alla PA (in particolare enti locali) è richiesto di: definire le condizioni più opportune per sostenere lo sviluppo locale e l’attrazione di investimenti (mix di offerta di servizi reali e finanziamenti); veicolare le risorse sul territorio, leggere i fabbisogni, programmare l’offerta e trovare le risorse; ridurre i gap di comunicazione e le asimmetrie informative rispetto agli operatori (opportunità non conosciute); capacità di regolare e definire un quadro normativo efficiente (semplificazione e cultura); mantenere una elevata qualità dei servizi
1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro Livello debito/PIL. Italia 134,5%. Valore: 2.168,2 miliardi di euro
1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro
Si uscirà dalla crisi con un livello di debito pubblico più elevato, che non beneficerà più dei bassi tassi di interesse Maggiori oneri per interesse A questo, si aggiungano le maggiori spese legate all’invecchiamento della popolazione L’impatto della crisi sulle finanze pubbliche sarà ancora più rilevante se avrà effetti negativi sul tasso di crescita potenziale dell’economia È necessario che il rientro avvenga in tempi ragionevolmente brevi (costi elevati derivanti dal ritardo) 1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro
Nel 2018, se viene conseguito l’obiettivo di disavanzo (2,2 per cento del PIL), in base alle stime del Governo, solo un terzo del maggior debito creato dalla crisi verrebbe riassorbito Se si assume che il livello di disavanzo 2013 sia mantenuto costante negli anni successivi, torneremmo al livello del 2007 solo nel 2026 Se si assume uno scenario virtuoso (l’azione di riequilibrio prosegue fino al pareggio di bilancio, con una correzione annua dello 0,5% del PIL), torneremmo al livello del 2007 solo nel Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro
Conseguenze: eccedenza: 939,54 miliardi. 1/20 anno = 46,9 miliardi all’anno
Agenda. 1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro 2.Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno 3.La gestione del bilancio degli enti locali e le differenti strategie 4.Gli aspetti di criticità
2. Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno dal 2011 Tetto di spesaXXX Saldo finanziario XXXXXX Spesa corrente media X Conseguenze: Difficoltà di indebitamento Difficoltà di investimenti Evoluzione del Patto di Stabilità Interno
12 L’obiettivo di ciascun ente locale è individuato in base alla spesa corrente media sostenuta nel periodo Nel triennio ogni ente dovrà, quindi, conseguire un saldo di competenza mista non inferiore al valore della propria spesa corrente media registrata negli anni moltiplicata per una percentuale fissata per ogni anno del triennio. Al fine di evitare che il maggior sforzo sia sostenuto dagli enti maggiormente dipendenti dai trasferimenti statali, all’obiettivo, definito come quota della spesa corrente media , sarà detratto un valore pari alla riduzione dei trasferimenti erariali determinata dalla legge 78/2010. Il nuovo meccanismo di calcolo, per l’anno 2014, prevede anche una correzione per il Patto regionale. 2. Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno
13 Il saldo finanziario calcolato in termini di competenza mista è costituito dalla somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza tra incassi e pagamenti per la parte in conto capitale, al netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti e delle spese derivanti dalla concessione di crediti. 2. Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno
14 Riferimento: Entrate e spese finali. Ossia: primi 4 titoli delle entrate e primi 2 titoli delle uscite 2. Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno Tit.I Entrate tributarieTit.I Spese correnti Tit.II Entrate da contributi e trasferimenti correnti Tit.III Entrate extratributarie Tit.IV Entrate da alienazioni, trasferimenti da capitale Tit.II Spese in c/capitale Tit.V Entrate da accensione prestitiTit.III Spese per rimborso prestiti Vero obiettivo: impossibilità di indebitamento
15 2. Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno Anno 2014Anno 2015Anno ,07% 15,62% Anno 2014Anno 2015Anno ,25% 21,05% Comuni > abitanti Province Percentuale da applicare alle spese correnti
16 2. Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno Gli Enti locali possono assumere nuovi mutui e accedere ad altre forme di finanziamento reperibili sul mercato solo se l'importo annuale degli interessi, sommato a quello delle operazioni in essere (mutui, prestiti obbligazionari, aperture di credito, garanzie fideiussorie) e assunto al netto dei contributi statali e regionali in conto interessi, non supera una certa percentuale delle entrate relative ai primi tre titoli del rendiconto del penultimo anno precedente quello in cui viene prevista l'assunzione del nuovo debito. Il tetto all'indebitamento: 8% per il % per il 2014 (comma 735 legge stabilità). 4% a regime dal 2015 (?) Rapporto di indebitamento
Agenda. 1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro 2.Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno 3.La gestione del bilancio degli enti locali e le differenti strategie 4.Gli aspetti di criticità
La gestione del bilancio degli enti locali Le principali voci di entrata Assegnazioni da federalismo municipale (trasferimenti correnti). Sensibile riduzione negli ultimi anni (circa 20% all’anno). Ad oggi, circa il 30% delle entrate complessive IMU TARI TASI Tariffe servizi pubblici
Strategie emergenti per gli enti locali
Strategie emergenti per gli equilibri di bilancio 1.Affinamento e miglioramento qualitativo dei sistemi di pianificazione e programmazione, non solo strategica, ma anche organizzativa e finanziaria 2.Percorsi di innovazione gestionale (esternalizzazione nella gestione dei servizi e nella realizzazione di infrastrutture) Unioni comuni; project finance, concessioni
3.Strategie di gestione del bilancio all’interno dei vincoli di finanza pubblica lotta all’evasione (Imu, Tari, Tosap e imposta sulla pubblicità); incremento spazi destinati alla pubblicità; aumento copertura dei servizi a domanda individuale; strategie di ricerca di sponsorizzazioni attive; riduzione delle spese per l’acquisto di beni e servizi, Centrali di Committenza (Consip o regionali) e aste elettroniche; estinzione anticipata dei mutui, anche attraverso l’alienazione patrimoniale; migliore gestione dei residui maggiore ricorso a forme di finanziamento comunitarie. Strategie emergenti per gli equilibri di bilancio
4.Gestione innovativa del patrimonio immobiliare Non tanto alienazione diretta, ma operazioni finanziarie (fondi immobiliari, cartolarizzazione) operazioni complesse di scambio (permuta); utilizzo nel project finance (prezzo) spin-off immobiliare Precondizioni: Ricognizione del patrimonio, ma soprattutto inventari aggiornati e corretti Strategie emergenti per gli equilibri di bilancio
Agenda. 1.Crisi finanziaria e debito pubblico: necessità di programmare un rientro 2.Modalità di rientro: Patto di Stabilità Interno 3.La gestione del bilancio degli enti locali e le differenti strategie 4.Gli aspetti di criticità
Aspetti di criticità Ricorso consistente agli strumenti della finanza di progetto. Dal 2003 ad oggi sono state avviate circa operazioni in project finance, per un valore di circa 82 miliardi di euro. L’utilizzo distorto dello strumento è testimoniato dal ridotto numero di operazioni effettivamente avviate, pari a solo il 20% Su un campione di 160 operazioni censite (impianti sportivi, parcheggi, edifici pubblici e cimiteri) si rilevano alcune debolezze che mostrano come il project finance non sia una scelta consapevole da parte dell’ente, ma una semplice modalità per aggirare i vincoli del Patto: debolezza delle verifiche di pre-fattibilità e di sostenibilità dell’intervento (47% ); carente programmazione delle operazioni (32%) contrasto con strumenti di programmazione vigenti (11%).
Eccessivo ricorso agli oneri di urbanizzazione. Andamento crescente, con tassi molto elevati soprattutto dal 2011 Legge n.64 del 6/6/2013 (Per gli anni dal 2008 al 2014, i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, possono essere utilizzati per una quota non superiore al 50 per cento per il finanziamento di spese correnti e per una quota non superiore ad un ulteriore 25 per cento esclusivamente per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale Aspetti di criticità
Utilizzo di strumenti (leasing immobiliare) soprattutto per le modalità di contabilizzazione (non legati a limite di indebitamento): Circa 70 operazioni avviate (valore 1 miliardo di euro), di cui 5 aggiudicate (circa 100 milioni di euro): cause principali: Normativa ancora contorta e penalizzante soprattutto per gli istituti di credito; difficoltà di ripartizione del rischio tra i diversi soggetti (rispetto al PF) Aspetti di criticità D.Utilizzo di strumenti derivati (prevalentemente swap), con effetti dirompenti sui bilanci degli enti locali (rischio perdita 5 mld di euro). Cifre ufficiali sottostimate.
Crollo del mercato obbligazionario degli enti locali 4. Aspetti di criticità
Fabio Amatucci Professore associato Economia Aziendale, Università del Sannio Ricercatore CERGAS Università Bocconi Docente SDA Bocconi Cell