Il ruolo delle emozioni nella formazione della mente

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Transcript della presentazione:

Il ruolo delle emozioni nella formazione della mente

Le emozioni e la loro modulazione Approccio connessionista alla formazione della mente Siegel

La conoscenza dei meccanismi su cui si basa il funzionamento del cervello è fondamentale per comprendere quei fondamentali processi della mente che sono le emozioni

Cerchiamo di pensare alle emozioni come a fenomeni dinamici creati all’interno dei processi cerebrali di valutazione dei significati, che risentono direttamente di influenze sociali

Le emozioni non sono entità fisse: come fenomeni dinamici bisogna abituarsi ad intenderle come fluttuazioni

Dice Siegel: “Le emozioni sono viste come flussi di energia, o stati di arousal e attivazione, che coinvolgono il cervello e altri sistemi dell’organismo, e che a livello della mente influenzano l’elaborazione delle informazioni attraverso processi di valutazione dei significati” (Siegel 156-7)

Distinzione in Emozioni primarie ovvero processi mentali rapidi e automatici per lo più inconsci Emozioni fondamentali (rabbia,paura, tristezza gioia) implicano l’esperienza interna della coscienza

Emozioni primarie In seguito a determinati stimoli, il cervello e altri sistemi dell’organismo entrano in uno stato di aumentata vigilanza associato al messaggio. Questa reazione attiva meccanismi cognitivi (attivazione = arousal ; valutazione = appraisal) Le emozioni primarie si riferiscono agli stati cerebrali generati dai fenomeni di attivazione Il processing emozionale prepara il cervello e il resto dell’organismo all’azione

Emozioni discrete, di base o fondamentali Distinte dalle emozioni primarie, spesso inconsce,le quali riflettono direttamente cambiamenti negli stati della mente, (immediatezza,intensità,specificità delle risposte emozionali) le emozioni fondamentali si determinano quando la mente conferisce un significato ai suoi processi di attivazione e valutazione(valutazione della valutazione)e possono considerarsi stati della mente differenziati ovvero pattern di attivazione specifici Leggi pag.125, 126

Le funzioni fondamentali Funzione biologica (regolativa) Funzione cognitiva Funzione sociale “Le emozioni , come ‘processi organizzativi e integrativi’ svolgono un ruolo centrale nel coordinare le attività della mente” (Siegel 235)

Le tradizioni storiche nello studio delle emozioni la tradizione evolutiva (Darwin ) la tradizione psicofisiologica (James) la tradizione neurologica (Cannon) la tradizione psicodinamica (Freud)

Tradizione evolutiva E’ Darwin a ipotizzare già verso la fine dell’ ottocento (1872) il carattere innato delle emozioni. Darwin,come è noto, sosteneva che l’ambiente ,cambiando continuamente, muta anche la disponibilità di risorse alimentari e spinge le varie specie a selezionare al suo interno tratti diversi finalizzati alla sopravvivenza. Le specie che si adattano a questi mutamenti sopravvivono,le altre si estinguono. Sicché i tratti che hanno garantito in passato la sopravvivenza di una specie in un determinato ambiente sono diventati tratti caratteristici della specie. Questo meccanismo selettivo, secondo lo scienziato britannico,contrariamente a quanto si riteneva a quel tempo,riguardava non soltanto i caratteri fisici della specie ma anche i processi mentali e i comportamenti. Le espressioni emotive della specie umana,attraverso modifiche degli stati interni dell’organismo, starebbero a dimostrare,secondo l’A., la capacità di reazione del nostro corpo a situazioni potenzialmente negative o favorevoli.

Tradizione psicofisiologica W.James (1884) ,opponendosi alle concezioni degli evoluzionisti,sosteneva che le espressioni facciali e le reazioni viscerali che si accompagnano alle emozioni non sarebbero il prodotto di uno stato emotivo originato nel cervello,ma sarebbero i cambiamenti della fisiologia dell’organismo quali fenomeni primari ad alterare la funzione cerebrale. Secondo James le emozioni seguono le modificazioni fisiologiche: l'importanza viene posta sull'attivazione dell'organismo (arousal = stato di eccitamento).

Tradizione neurologica Verso la fine degli anni Venti il fisiologo W.B.Cannon sostenne una teoria opposta:le emozioni si svolgono nel cervello e pertanto sono dei fenomeni ‘centrali’. Le modificazioni viscerali, secondo Cannon, non ci dicono nulla sulle emozioni: i centri di attivazione, di controllo e regolazione dei processi emotivi sono localizzati nella regione talamica.

Tradizione psicodinamica Per Freud le emozioni sono affetti,ossia l’espressione qualitativa della quantità di energia pulsionale, e per meglio specificare, sono la traduzione soggettiva della quantità di energia pulsionale. Come tale l’affetto è sempre legato ad una rappresentazione,perché affetto e rappresentazione sono le due modalità con cui ogni pulsione si esprime.

La teoria cognitivo/attivazionale di Schachter (1962) Rappresenta la c.d. ‘svolta psicologica’ nello studio sperimentale delle emozioni:il fattore cognitivo cioè risulta essenziale per l’insorgenza della esperienza emotiva. L’emozione è concepita come la risultante dell’interazione tra due componenti: una di natura fisiologica(l’attivazione dell’organismo = arousal) l’altra di natura psicologica(la percezione di questo stato di attivazione e la sua spiegazione relativamente all’evento emotigeno) L’emozione è la risultante dell’arousal e di due atti cognitivi: la percezione ed il riconoscimento della situazione emotigena; la connessione tra questa cognizione e l’arousal stesso

L’importanza del fattore cognitivo L’elaborazione cognitiva diventa l’elemento costitutivo dell’esperienza emotiva,in quanto essa è suscitata dalla percezione e dalla valutazione cognitiva di un evento emotigeno.

Teorie psicologiche successive Le teorie dell’appraisal ( la funzione dei processi di valutazione e significazione nella genesi delle emozioni Le teorie psicoevoluzionistiche(i vincoli filogenetici e neurobiologici delle emozioni) La teoria costruttivistica(l’importanza della cultura, dell’esperienza,dei processi di apprendimento,nella produzione delle emozioni) Il termine appraisal (=valutazione), introdotto da Arnold(1960) indica un atto diretto e immediato di conoscenza che integra il processo di percezione di cui si può diventare consapevoli soltanto a processo concluso. Anolli pag. 39

Considerazioni critiche Nello studio delle emozioni occorre riconoscere l’importanza dei meccanismi biologici per la loro determinazione e per il loro decorso,ma occorre anche prendere in considerazione il rapporto fra l’organismo e il contesto nel corso del tempo e delle varie circostanze. Perché l’individuo non è un ‘soggetto incapsulato’ nella sua singolarità (teorie dell’appraisal), Né un’ automa emotivo’ per garantire la sopravvivenza della specie (teorie psicoevoluzioniste) Né è il ‘prodotto finale e il precipitato sociale’ della propria cultura (teoria costruttivistica), Ma è frutto di una relazione inscindibile tra natura e cultura; relazione determinata da quel punto di intersezione,quel punto di incontro,quella esperienza di sintesi che chiamiamo emozione.

Definizione di emozione Si può parlare di emozioni soltanto quando siamo in presenza di un’alterazione fisiologica causata da una valutazione del contesto in relazione agli interessi del soggetto. Questa prospettiva cognitiva consente di pensarle/definirle come processi di significazione superando il punto di vista che le riduce a semplici reazioni agli stimoli,forme residue degli istinti e manifestazioni elementari dei bisogni dell’organismo.

riepilogando Le emozioni quali risposte neurofisiologiche esperienze soggettive espressioni interpersonali collegano le funzioni mentali , sociali e biologiche, considerate - per tradizione – separatamente.