Alcune idee per la contrattazione territoriale. In attesa dell’entrata in vigore della nuova Local Tax, la Legge di Stabilità 2015 proroga anche per il.

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Transcript della presentazione:

Alcune idee per la contrattazione territoriale

In attesa dell’entrata in vigore della nuova Local Tax, la Legge di Stabilità 2015 proroga anche per il 2015 le norme sulle tasse comunali sulla casa. In pratica per il 2015 sono in vigore le norme della IUC (Imposta Unica Comunale). La IUC si compone di imposte: IMU (Imposta Unica Municipale); TASI (Tassa Servizi Indivisibili); TARI (Tassa Rifiuti). L’istituzione della IUC lascia salva la disciplina dell’IMU.

IMU (Imposta Unica Municipale) La disciplina dell’IMU rimane su tutti gli immobili ad esclusione degli immobili adibiti ad abitazione principale e dei fabbricati rurali ad uso strumentale. L’IMU non si applica, altresì: agli immobili appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa; ai fabbricati civili destinati ad alloggi sociali; alla casa coniugale assegnata al coniuge, in caso di separazione legale; ad un unico immobile, purchè non locato, appartenente al personale in servizio delle forze di “sicurezza”.

I Comuni, con proprio Regolamento, possono equiparare ad abitazione principale e per la quale non è dovuta l’IMU: l’abitazione a titolo di proprietà o usufrutto, purchè non locata, posseduta da anziani o disabili ricoverati permanenti in strutture o istituti di ricovero; l’abitazione posseduta a titolo di proprietà o usufrutto da cittadini italiani residenti all’estero purchè non locata; l’abitazione concessa in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado (figli, genitori, suoceri e nuore), prevedendo che, l’agevolazione sia limitata alla rendita catastale al di sotto dei 500 euro (con pagamento dell’IMU per la sola parte eccedente) o ad un nucleo familiare con reddito ISEE non superiore ai 15 mila euro.

Le abitazioni principali accatastate in A/1, A/8, A/9 (ville, castelli ecc.), continuano, invece, a pagare l’IMU come prima casa con aliquota base 4 per mille, variabile in aumento e diminuzione del 2 per mille, mentre a partire dal 2014 le detrazioni spettanti sono soltanto quelle di base (200 euro). Viene reintrodotta, con decorrenza 2013, al 50% l’IRPEF fondiaria per gli immobili ad uso abitativo non locati situati nello stesso Comune di residenza del proprietario. L’IMU sugli immobili strumentali alla produzione è deducibile nella misura del 20% (30% per il 2013), dall’IRES. L’ALIQUOTA MASSIMA COMPLESSIVA DELL’IMU E DELLA TASI SUGLI IMMOBILI DIVERSI DALL’ABITAZIONE PRINCIPALE NON PUO’ SUPERARE IL LIMITE DEL 10,6 PER MILLE (es. IMU 8,1 per mille e TASI 2,5 per mille; oppure IMU 10,6 per mille; o ancora IMU 9,6 per mille e TASI 1 per mille).

TASI (Tassa Servizi Indivisibili) Il presupposto impositivo della TASI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo un immobile (fabbricati, aree scoperte terreni edificabili), compresa l’abitazione principale, a qualsiasi uso adibiti. Il gettito è destinato a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni (pubblica sicurezza e vigilanza; tutela del patrimonio artistico e culturale; illuminazione stradale pubblica; servizi di manutenzione stradale e del verde pubblico; servizi socio-assistenziali; servizio di protezione civile; servizio di tutela degli edifici ed aree comunali). Non finanzia, invece i servizi a domanda individuale, cioè quei servizi pubblici per i quali gli Enti Locali sono tenuti a richiedere una contribuzione a carico dell'utente (asili nido, mense, impianti sportivi ecc.).

La TASI è dovuta da chiunque possieda (proprietario), o detenga (inquilini), a qualsiasi titolo un immobile. In caso di più possessori o detentori dell’immobile la TASI essi sono tenuti all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria. La base imponibile è quella determinata ai fini IMU. L’aliquota di base della TASI è fissata all’1 per mille. I Comuni possono ridurre tale aliquota fino all’azzeramento o aumentarla.

In caso di aumento i Comuni devono rispettare il vincolo in base alla quale la somma delle aliquote della TASI e dell’IMU per ciascuna tipologia di immobile non può superare l’aliquota massima consentita per l’IMU al 2013 (6 per mille per le prime case e 10,6 per mille per gli altri immobili). ANCHE PER IL 2015 L’ALIQUOTA MASSIMA DELLA TASI NON PUO’ IN OGNI CASO SUPERARE IL 2,5 PER MILLE PER OGNI TIPOLOGIA DI IMMOBILE. Per quanto i fabbricati rurali ad uso strumentale l’aliquota massima non può superare l’1 per mille. In caso di un immobile dato in locazione i Comuni con proprio Regolamento stabiliscono la quota a carico degli inquilini nella misura compresa tra il 10% ed il 30% della TASI, l’altra parte spetta al proprietario dell’immobile. Anche per il 2015 è confermata l’addizionale facoltativa all’aliquota base della TASI, che non può superare complessivamente lo 0,8 per mille per ogni tipologia di immobili (esempio: 0,4 per mille sulle prime case e 0,4 per mille su altri immobili, oppure lo 0,2 per mille sulle prime case e 0,6 per mille sugli altri immobili).

I Comuni possono prevedere riduzioni ed esenzioni, a carico del Bilancio comunale per: abitazioni con un unico occupante; abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale; abitazioni occupate da soggetti che risiedono per più di 6 mesi all’estero; fabbricati rurali ad uso abitativo. Per la TASI le riduzioni possono, altresì, essere ancorate alla capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’ISEE.

TARI (TASSA RIFIUTI) La TARI è dovuta da chiunque possieda, occupi e detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. I soggetti tenuti al pagamento di questo tributo sono: tutti coloro che utilizzano realmente l’immobile, anche se non proprietari. Sono escluse dal tributo: le aree scoperte pertinenziali o accessorie delle abitazioni civili. La TARI è corrisposta in base alla tariffa commisurata ad anno solare.

Con proprio Regolamento, il Consiglio Comunale determina la disciplina per l’applicazione del tributo. In particolare determina: la gestione e la classificazione dei rifiuti; la classificazione delle categorie di attività (utenze domestiche e non domestiche); la disciplina delle eventuali riduzioni e esenzioni; i termini di presentazione della dichiarazione e di versamento del tributo.

Il tributo deve coprire integralmente il costo del servizio (costi di investimento e costi relativi all’esercizio relativo alla gestione dei rifiuti urbani). I Comuni nella determinazione della TARI tengono conto dei criteri di calcolo “normalizzato” (la tariffa, articolata per fasce di utenza (domestiche e non domestiche), è costituita da una parte fissa ed una variabile che si riferiscono rispettivamente alle componenti essenziali del costo del servizio ed alle quantità di rifiuti raccolti e trattati). In alternativa i Comuni, nel determinare la tariffa, rispetto al principio “chi inquina paga”, possono commisurare la tariffa alla quantità media e qualità dei rifiuti prodotti da ogni categoria di immobile (raccolta differenziata). Nei Comuni dove esiste un sistema di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti possono utilizzare il sistema della “TARIFFA” (in questo caso con l’applicazione dell’IVA), al posto della TARI. La TARI è gestita e riscossa dal gestore affidatario del servizio di gestione dei rifiuti urbani.

I Comuni individuano il costo complessivo del servizio e determinano la tariffa, per le utenze domestiche e per le utenze non domestiche, in relazione al piano finanziario predisposto dall’Ente gestore, relativo agli interventi del servizio. Il Consiglio Comunale approva il piano economico e finanziario predisposto dall’Ente gestore e il piano tariffario. La tariffa sarà composta da una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio (investimenti e relativi ammortamenti) e da una quota variabile rapportata alle quantità di rifiuti conferiti in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio compresi i costi di smaltimento. L’insieme dei costi della tariffa, è articolato in utenze domestiche e in utenze non domestiche.

La determinazione della “tariffa domestica” è commisurata in base a 2 elementi: - una parte VARIABILE (in base ai metri quadrati) - una parte FISSA (in base ai componenti il nucleo familiare) A questo importo va aggiunto il Tributo Provinciale per le Funzioni Ambientali (TEFA), stabilito dalle Province (dall’1% fino ad un massimo del 5%). Nella modulazione della tariffa sono assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche.

I Comuni, con proprio Regolamento, possono prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni nel caso di: abitazioni con un unico occupante; abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale; abitazioni occupate da soggetti che risiedono per più di 6 mesi all’estero; fabbricati rurali ad uso abitativo. I Comuni, con proprio Regolamento, possono prevedere ulteriori riduzioni ed esenzioni. Tali riduzioni ed esenzioni, che devono trovare copertura finanziaria da risorse comunali (attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del Comune stesso), non possono in ogni caso eccedere il 7% del costo complessivo del servizio dei rifiuti.

VERSO UN PIATTAFORMA UIL PER LA CONTRATTAZIONE TERRITORIALE

Nel corso degli ultimi 5 anni sono stati apportati numerosi interventi legislativi che hanno riguardato il funzionamento degli Enti Locali. Con tali interventi si è modificato, di conseguenza, anche il modo di finanziamento e di spesa degli stessi. E’ utile ricordare ad esempio gli interventi che hanno riguardato tutto il sistema dell’autonomia impositiva degli Enti Locali (ICI, IMU, TASI, Addizionali IRPEF ecc.), la riduzione dei trasferimenti dal “centro” alla periferia. In questo contesto i Bilanci di previsione dei Comuni diventano delle vere e proprie finanziarie dove è possibile, e, per la UIL è doveroso coniugare veramente e realmente il rigore dei conti pubblici con la crescita e l’equità.

Infatti, il tema della pressione fiscale, il concetto di “meno imposte sul lavoro e più sulle cose e i consumi”, il tema degli investimenti per lo sviluppo e la ripresa occupazionale, il contrasto all’illegalità fiscale e lavorativa, i costi della politica, la spending review, servizi efficienti ed efficaci, semplificazione degli adempimenti burocratici, il valore del lavoro pubblico, sono tutti argomenti che sono anche nella disponibilità degli Enti Locali. Ad esempio, il tema tassazione del lavoro, si può affrontare a livello locale agendo sui diversi tributi comunali: IMU, TASI; Addizionali IRPEF, Imposta di Soggiorno ecc. Spostare il carico fiscale dall’Addizionale IRPEF ad altre imposte, ad esempio, significa tassare meno il lavoro.

Così come il tema del rilancio dell’occupazione passa attraverso un diverso modello di concepire i piani triennali delle opere pubbliche, dove, anziché proporre ogni anno nuove opere pubbliche senza avere progetti esecutivi, occorrerebbe concentrarsi su piccole e medie opere pubbliche di manutenzione e di efficientamento energetico degli edifici pubblici, in grado di aprire immediatamente “cantieri”. I costi della politica possono essere affrontati attraverso una razionalizzazione dei costi di funzionamento degli organi istituzionali, la razionalizzazione del sistema delle partecipate. Il tema del contrasto all’evasione può e deve essere affrontato, attraverso un maggiore coinvolgimento dei dipendenti degli Enti Locali, non soltanto coloro che lavorano negli uffici tributi, ma anche con la polizia locale, i dipendenti dei servizi sociali ecc.

Così come la spending review passa attraverso la riqualificazione della spesa tra i vari settori e funzioni comunali, in cui si possono indirizzare risorse verso il potenziamento del welfare locale. Anche il tema delle semplificazioni e della trasparenza possono essere affrontati a livello locale. Si può e si deve, quindi, sviluppare una buona contrattazione con i Comuni a 360 gradi ed in grado di coniugare le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici e dei cittadini utenti.

IMPOSTE E TARIFFE LOCALI IUC: Sulla TASI prima casa la UIL propone: aliquote e/o detrazioni differenziate per fasce di reddito ISEE e non soltanto per rendite catastali; Commisurare le aliquote e le detrazioni al livello dei servizi che si usufruiscono laddove è ubicato l’immobile; aliquote di vantaggio per gli immobili su cui grava un mutuo ipotecario; prevedere detrazioni per i nuclei familiari composti da persone disabili (almeno il 75%), indipendentemente dall’età; l’equiparazione a prima casa per i ricoverati in lungodegenza; stabilire al minimo (10%) la quota di TASI a carico degli inquilini; Per gli altri immobili prevedere aliquote progressive fino al massimo, legate al numero di immobili che si possiedono

ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF: L’IRPEF Comunale, facoltativa, può essere deliberata o con aliquota unica (dallo 0,1 allo 0,8%), o con aliquote differenziate per scaglioni di reddito facendo riferimento a quelli dell’IRPEF nazionale. I Comuni possono, altresì, prevedere soglie di esenzioni (per tutti i redditi, non è possibile distinguere tra reddito da lavoro dipendente e pensione da redditi da lavoro autonomo). Ciò, però, significa, che sotto tale limite l’IRPEF Comunale non è dovuta e al di sopra si paga sull’intero imponibile. Su questo aspetto è utile ricordare, che gli incapienti non pagano l’Addizionale Comunale IRPEF (8 mila per lavoro dipendente, e per redditi da pensione e 4 mila per redditi autonomi). Pertanto la UIL propone di applicare le aliquote dell’IRPEF Comunale per scaglioni di reddito con il criterio delle aliquote marginali.

TARI: Le proposte: importante è chiedere l’attuale tasso di copertura del servizio, il costo del servizio (Piano Finanziario), per entrare nel merito dello stesso al fine di razionalizzarne i costi; chiedere di discutere il Regolamento per prevedere le ulteriori agevolazioni ed esenzioni, ad esempio per i disabili, per i pensionati, lavoratori disoccupati o percettori di ammortizzatori sociali, attraverso il reddito ISEE ecc.

LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE Vanno incalzati i Comuni ad aderire ai protocolli di intesa con l’Agenzia delle Entrate per la compartecipazione alla lotta all’evasione. Inoltre andrebbero messi in campo controlli incrociati dei dati tra “Catasto e Ufficio anagrafe”, per contrastare l’evasione immobiliare. Inoltre si potrebbe regolamentare, che per avere la residenza occorre presentare un regolare contratto di affitto o l’atto di acquisto dell’immobile. Andrebbe rafforzato il servizio “gestione entrate tributarie e servizi fiscali”, nella parte corrente possono essere stanziati fondi per la lotta all’evasione fiscale. Andrebbero rafforzati i controlli, anche con l’ausilio della Polizia Locale, per combattere la piaga del lavoro irregolare e dell’evasione fiscale e contributiva.

LA SPESA DEI COMUNI Per quanto riguarda il capitolo delle uscite è importante chiedere o verificare le percentuali di spesa delle varie “Funzioni” e “Servizi”. Ad esempio quanto si destina alla Funzione del settore sociale (la media nazionale per questo settore è del 16,8%), oppure quanto si spende per il trasporto locale o per i rifiuti ecc. All’interno delle funzioni è importante anche capire i vari servizi ad esempio “asili nido” o “assistenza e beneficenza”, quanto e come si spende (se per assistenza domiciliare o per soggiorno estivi ecc). Da questo punto di vista sarebbe opportuno conoscere anche i dati socio economici e demografici del Comune e chiedere se ci sono liste di attesa e la loro quantificazione. Soprattutto per la spesa sociale questi dati sono essenziali per avere una idea più precisa per la costruzione dei Piani di Zona.

Ma la qualità e la quantità di spesa dei Comuni, passa anche attraverso una riqualificazione della stessa, in modo da non produrre tagli lineari. In questa ottica si dovrebbe chieder e ai Comuni di “concertare” una “spending review locale”, per individuare effettivamente la spesa improduttiva, ad iniziare dai cosiddetti costi della politica, che non sono soltanto le indennità di Sindaci o Assessori, gettoni di presenza dei Consiglieri. Costi della politica e spending review locale significa “incarichi e consulenze” di parte corrente, il personale fiduciario del Sindaco e Assessori (art. 90 del Testo Unico), la razionalizzazione dei costi attraverso le procedure informatiche, significa Società ed Enti partecipati, i loro Bilanci ecc.