L’organizzazione del servizio di colposcopia Deve essere gestito da un gruppo di ginecologi colposcopisti che adotti protocolli diagnostico-terapeutico basati su evidenze scientifiche
IL COLPOSCOPISTA DEVE GARANTIRE Una corretta condotta clinica Adesione ai protocolli Un’adeguata raccolta dati L’ audit locale
DOTAZIONE DEL SERVIZIO Personale medico-colposcopista Personale di supporto
Standard minimo di colposcopia è eseguire 50/100 nuovi casi/annuo di Pap-test anomalo
PERSONALE DI SUPPORTO L’Ostetrica deve incoraggiare le donne alla diagnosi precoce facendo in modo che non sia fonte di stress e convincerla che è un’occasione per ricevere informazioni, supporto, rassicurazione
In questo contesto l’Ostetrica è coinvolta in: Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria
Prevenzione primaria Riduzione del rischio e prevenzione dello sviluppo del cancro nelle persone sane eliminando la causa. Es.: programmi di prevenzione incentrati - sull’abolizione del fumo, - su una corretta alimentazione - idonei stili di vita
Prevenzione secondaria Screening dei tumori più frequenti (portio, iperplasia dell’endometrio, mammella) Es.: individuazione e quindi eliminazione di lesioni preneoplastiche che in un arco di tempo più o meno lungo portano al carcinoma (displasia del collo dell’utero o iperplasia dell’endometrio)
Prevenzione terziaria Diagnosi precoce, scoperta di una neoplasia come il cr. dell’ovaio e della mammella
L’OSTETRICA DEVE ESSERE PREPARATA PER LE SEGUENTI MANSIONI: Tecnica di assistenza al lavoro del colposcopista ( prelievo,striscio,fissaggio, esame batteriologico, fissaggio dei pezzi, comportamento in emergenza)
Lavoro al computer (scheda colposcopica con raccolta dati anamnestici e colposcopici, controllo delle voci mancanti,linkage con il I livello,assistenza al lavoro al colposcopio o al video colposcopio)
Verifica di un corretto follop-up alle donne Partecipazione alle attività di ricerca scientifica e agli audit
Counselling alla donna Consenso informato Assistenza al percorso diagnostico Assistenza al percorso terapeutico
Organizzazione delle sedute diagnostiche Organizzazione delle sedute terapeutiche Comunicare con le pazienti Comunicare con i medici di Medicina Generale ( MMG)
INFORMAZIONI E COMUNICAZIOENE Counselling: è solo del colposcopista Informazioni complete sulle procedure diagnostiche Rispetto dei tempi sia per l’accesso alla colposcopia che al trattamento secondo il piano terapeutico concordato
RACCOLTA DATI Deve essere corretta e completa Informatizzata e cartacea Utilizzo del Software dedicato per la colposcopia
SOFTWARE INTERFACCIATO CON: Sistemi informativi di I livello Anatomia Patologica Anagrafe Sanitaria
GESTIONE VISITATORI Ogni donna può essere accompagnata Devono essere autorizzati dalla paziente: gli studenti,gli specializzanti, professionisti visitatori
RAPPORTI CON ALTRE UNITA’ OPERATIVE Collegamento clinico oltre che informativo con i servizi di citologia e istologia Relazioni con i servizi di isteroscopia ed ecografia per eventuali consulenze
DOTAZIONI DELLE UNITA’ DI COLPOSCOPIA Ambienti Strumentazioni
AMBIENTI (ADIBITI SOLO PER LA COLPOSCOPIA) Sala d’attesa Locale dedicato alla colposcopia Box spogliatoio Servizi igienici (interni o facilmente accessibile)
STRUMENTAZIONI Requisiti per un Accreditamento Istituzionale Lettino ginecologico Colposcopio con telecamera e monitor Strumentario per la colposcopia Sterilizzazione conforme alle normative vigenti Sistema informatico idoneo e sofware dedicato per raccolta dati
Archiviazione informatizzata delle immagini colposcopiche Strumentario per la rianimazione Possibilità di accedere a strumenti per un’anestesia generale Procedure scritte per le urgenze
L’AUDIT Garantire l’efficacia di un programma di screening Correggere eventuali criticità (fondamentale è la raccolta dati inerenti al 2° livello)
Consentire la valutazione degli indicatori di qualità prestabiliti Valutare a fronte di linee guida nazionale
IMPORTANTE E’: Un Coordinamento Multidisciplinare tra: COLPOSCOPISTI CITOLOGI PATOLOGI PRELEVATORI CON IL SUPPORTO DELL’U.O. COORDINAMENTO SCREENING
QUINDI L’ACCREDITAMENTO ISTITUZIONALE