Flagellati a localizzazione intestinale e genito-urinaria

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Transcript della presentazione:

Flagellati a localizzazione intestinale e genito-urinaria

Phylum: Sarcomastigophora Subphylum: Mastigophora Classe: Zoomastigophorea Ordine Famiglia Genere Specie * Diplomonadida [multiflagellati, sprovvisti di mitocondri e di reticolo del Golgi] Hexamitidae Giardia G.lamblia, G.muris, G.agilis Tetramitidae Enteromonas E.hominis Tricomonadida [multiflagellati, sprovvisti di mitocondri, ma con reticolo del Golgi sviluppato] Tricomonadidae Trichomonas T.vaginalis, T.hominis, T.tenax Monocercomonadiae Dientamoeba D.fragilis Retortomonadida [come Diplomonadida, ma con un solo nucleo sia nel trofozoite che nella cisti] Bodonidae Retortomonas R.intestinalis Chilomastigidae Chilomastix C.mesnili * Di interesse umano.

Le stesse specie con l’indicazione delle dimensioni Giardia lamblia Morfologia dei principali flagellati di interesse umano a localizzazione intestinale e genito-urinaria Forma “a lacrima” e, di lato, “a cucchiaio” Rotonda od ovale, con 4 nuclei Chilomastix mesnili Trichomonas hominis Piriforme o “a limoncino” 5-15 x 7-10 μm 6-24 x 6-8 μm 10-20 x 5-10 μm 4-10 x 3-6 μm 4-9 x 3-4 μm Enteromonas hominis Retortomonas intestinalis 6-10 x 4-6 μm 11-14 x 7-10 μm 6-10 x 4-6 μm 4-9 x 4-6 μm Ovale con 4 nuclei simmetrici ai poli Piriforme Piriforme Le stesse specie con l’indicazione delle dimensioni

Retortomonas intestinalis Chilomastix mesnili Giardia intestinalis Le stesse specie con migliore evidenziazione dell’organizzazione strutturale. Enteromonas hominis Trichomonas vaginalis Piriforme od ovale di dimensione da 10 a 20 μm Penta-trichomonas hominis Trichomonas tenax

Giardia lamblia (intestinalis) Patogena per l’uomo oltre che per bovini, equini, canini e felini. Dà origine ad una tipica infezione a trasmissione oro-fecale (giardiasi), a diffusione ubiquitaria e ad alta prevalenza (sino al 20 %) nelle aree a basso tenore igienico-sanitario. Ha un ciclo biologico caratterizzato da due fasi di sviluppo, l’una vegetativa (trofozoite) e l’altra di resistenza (cisti); il trofozoite può essere messo in evidenza nel lume intestinale (esame del liquido duodenale), adeso alla parete duodenale, più spesso in corrispondenza delle cripte (biopsia duodenale) o nelle feci diarroiche (esame a fresco) quando l’accelerato transito intestinale ne impedisca l’incistamento; la cisti è solitamente evidenziabile all’esame diretto delle feci

Il trofozoite – ha aspetto piriforme, appiattito in senso sagittale, è lungo 10-20 μm e largo 2-4 μm, ha un disco ventrale (o striato) [DS], due nuclei [N], i blefaroplasti (e relativi cinetosomi – FFC) da cui si originano 8 flagelli (2 anteriori, 2 postero-laterali, 2 ventrali e 2 caudali). I flagelli anteriori e il disco ventrale sono rinforzati da una struttura fibrosa densa, flessibile, contenente α-actina. La moltiplicazione avviene per scissione binaria. μm

La cisti – ha forma ovoidale, con diametro di 6-10 μm, e possiede una parete a struttura fibrillare e spessore di 0,5 μm che le conferisce resistenza a calore, essiccamento, sole, ecc.; all’interno sono evidenziabili: il materiale citoplasmatico, finemente granulare, 2 (nelle forme giovani) o 4 nuclei, il disco striato, un corpo mediano (assostile) ed 8 blefaroplasti con i loro assonemi, spesso disposti a S lungo l’asse mediano. Da una cisti matura hanno origine, per escistamento, due trofozoiti.

Il ciclo vitale si realizza mediante la trasmissione oro-fecale, interumana, fra animali e fra animali e uomo

I trofozoiti si localizzano nell’intestino tenue (duodeno e digiuno) moltiplicandosi alla superficie della mucosa, senza alcuna tendenza a superare la mucosa stessa.

Vengono indotte alterazioni morfo-funzionali dell’orletto a spazzola delle cellule intestinali, con appiattimento dei villi; in genere si osservano inoltre significativi infiltrati monocellulari a livello di sottomucosa.

Manifestazioni cliniche Nell’ 80 % e più dei casi l’infezione decorre in modo asintomatico anche per effetto della risposta protettiva immunitaria principalmente deputata alla produzione di IgA secretorie. In un certo numero di soggetti si possono invece avere manifestazioni diarroiche acute e croniche e sintomatologia da malassorbimento (dei lipidi); possono essere anche presenti modesti segni di colangite e colecistite catarrale, per invasione dei dotti biliari e della colecisti. Diagnosi Ricerca microscopica diretta “a fresco”, e previa concentrazione del materiale fecale, delle cisti nelle feci e dei trofozoiti nelle feci diarroiche, nel succo duodenale e in biopsie duodenali. Ricerca indiretta di antigeni parassitari nelle feci con tecniche ELISA o immuno-elettroforetiche (controimmunoelettroforesi). Ricerche sierologiche – di scarsa utilità ed affidabilità diagnostica. Terapia Metronidazolo (250 mg t.i.d. X 5 gg, nell’adulto), o anche Tinidazolo (2 gr, in dose unica)

Dimostrazione di trofozoiti (“a fresco” e colorati) e di cisti (“a fresco”, senza e con colorazione di Lugol). Ricerca anticorpale con tecnica di immunofluorescenza.

Trichomonas vaginalis Parassita ubiquitario diffuso in tutti i continenti. Non forma cisti ed è molto fragile al di fuori dell’organismo umano, non resistendo a temperature ambientali elevate ed all’essiccamento. Il trofozoite ha aspetto piriforme con asse maggiore lungo 15-20 μm; possiede apparato di Golgi e ribosomi; sono invece assenti i mitocondri, le cui funzioni sono probabilmente vicariate dagli idrogenosomi (granuli periassostilari che assicurano il metabolismo di tipo fermentativo).

Flagellato monozoico (senza simmetria bilaterale) con profilo piriforme, due coppie di flagelli sul polo anteriore e un quinto flagello, ricorrente, responsabile della formazione di una breve membrana ondulante che si estende dal polo anteriore fino a metà circa del soma. Presenta, da polo a polo, una sorta di nastro a concavità interna (assostilo) formato da 50-60 microtubuli allineati; la sua parte anteriore si continua nella pelta (P), struttura microtubulare a forma di semiluna nella cui concavità è situata l’area blefaroplastica (K), dalla quale originano i flagelli. La porzione centrale dell’assostilo accoglie il nucleo, ellittico e con ampio cariosoma: Nella porzione caudale dell’assostilo, i microtubuli formano una struttura spiraliforme che protrude dal polo posteriore conferendo l’aspetto piriforme.

Il ciclo vitale è estremamente semplice e prevede il passaggio diretto del trofozoite dall’apparato uro-genitale dell’uomo a quello della donna e viceversa, durante i rapporti sessuali. La trasmissione indiretta, tramite biancheria intima e di toilette, può verificarsi, ma è di secondaria importanza, almeno in età adulta In Italia sembra aversi una riduzione nella prevalenza, anche dipendente dalle misure di prevenzione anti AIDS.

Nell’uomo si localizza a livello dell’uretra, delle ghiandole del Cowper, della prostata, dell’epididimo e dei testicoli. Spesso non causa alcuna sintomatologia; raramente può dare origine ad una uretrite purulenta, con edema del meato uretrale, dolore alla minzione ed alla erezione. Nella donna si localizza nella vagina, nelle giandole del Bartolini, nella cervice uterina, nell’uretra e nella vescica; nel 50 % dei casi, causa vaginite, con abbondante leucorrea, prurito, edema della mucosa vaginale (aspetto “a fragola”), dispareunia. L’associazione con il carcinoma delle cervice, ipotizzata in passato, sembra essere meramente epidemiologica.

Diagnosi Evidenziazione diretta e contemporanea del parassita negli essudati vaginali e nelle urine. La ricerca può essere effettuata “a fresco”. o previa colorazione (Papanicolau, Gram, May-Grunwald-Giemsa) o mediante coltura “in vitro”, in anaerobiosi. Terapia Metronidazolo (250 mg t.i.d. x 7 gg nell’adulto) – da non somministrare in gravidanza. La terapia deve essere attuata su ambedue i componenti la coppia.