La scrittura prima e dopo la rete

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Transcript della presentazione:

La scrittura prima e dopo la rete Comunicazione e linguaggio: prospettive interdisciplinari Università di Roma Tre d.fiormonte@mclink.it

Le architetture dell’informazione scritta Introduzione Le architetture dell’informazione scritta

I temi / le domande di questo corso Quali sono e come si sono evolute le forme e le strutture del testo? Come influiscono sugli aspetti cognitivi della lettura/scrittura? Che cosa cambia nella “forma del testo” con la rete? La citazione nel riquadro giallo è tratta da A. Bandinelli / G. Lussu / R. Iacobelli, Farsi un libro. Propedeutica dell’autoproduzione: orientamenti e spunti per un’impresa consapevole. O per una serena rinuncia, Biblioteca del Vascello-Stampa Alternativa, Roma, 1990. “Il fatto di essere in grado di prefigurarsi fin dall’inizio i cosiddetti aspetti formali [della scrittura], comporta una maggiore acquisizione da parte dell’autore di responsabilità e di consapevolezze complessive”, Farsi un libro…

Trascrizione/pubblicazione: I-XV sec. Procedure Contesto Dall’antichità e fino al Medioevo le due operazioni sono intimamente legate Pubblicare vuol dire ricopiare, riprodurre un testo o "ricrearlo" a partire da altri testi Lento cambiamento a partire da 1300-1400 Petrarca apre la via alla pratica umanistica dell'editing dei testi classici Lettura a voce alta, lettura collettiva Scrivere è attività umile e artigianale La produzione è monopolio dei centri monastici Unico vero autore / "ispiratore" è Dio. Gli altri sono scribi… L’organizzazione del testo riflette questi fattori (accenti, punteggiatura, ecc.) Qui parlare dell’evoluzione del concetto di autore dall’antichità ad oggi. La prima data è simbolica: si riferisce all’ipotesi di Citroni sull’esistenza a Roma di un pubblico “esterno al mondo delle relazioni private dell’autore”, esistenza “considerata acquisita soltanto verso la fine del I secolo d. C., quando molte fonti ci danno testimonianza dell’esistenza di un mercato librario sufficientemente sviluppato.” In realtà, è probabile “che si possa far risalire l’inizio di questo rapporto impersonale fra autore e lettore a un’età considerevolmente anteriore” (Citroni 1995: 12). Per il complesso problema dell’alfabetizzazione in Grecia

Edizione: XVI-XX sec. Procedure Contesto Metamorfosi delle strutture del testo e nascita di nuove architetture e tipologie (pagina, paragrafo, capitolo) Edizione: è termine moderno e indica una metodologia o un insieme di metodologie Si afferma con la diffusione del libro e la specializzazione tipografica Si diffondono le idee di autore, testo originale, "stabile" e definitivo Nascita dell’industria culturale e del copyright Prima di diventare demiurgo e poi self-made man l'autore non appariva, non esisteva La scuola poetica nata con Mallarmé scopre il processo di scrittura In Inghilterra, la consuetudine di scrivere il proprio nome accanto al titolo è frutto di un atto di censura del Parlamento nel 1642: “following a rash of controversial but anonymous publications (recall this was the time of English Civil War).”. Gli autori dunque devono essere identificati solo per poter essere perseguiti. Nel corso del XVIII secolo si delineano in Europa i concetti di copyright e originalità dell’opera. Il lavoro degli scrittori, lentamente, si affranca dal patronage. Tuttavia solo verso la fine dell’Ottocento si stabilizzano i ruoli di autore, editore e pubblico: i grandi prosatori diventano anche strateghi del self-marketing, come Balzac, Zola, ecc. Nasce l’industria culturale. L’opera letteraria si frammenta e si stratifica e gli scrittori lasciano traccia del proprio lavoro dietro si sé; varianti, abbozzi e versioni successive di una stessa opera vengono conservate e sono oggetto di studio.

Pubblicazione elettronica: XX-… Procedure Contesto ‘Turbomacchina’: il testo come protesi (autorialità tradizionale) Libro elettronico: il testo come strumento Ipertesto-ipermedia: il testo come struttura (potere del lettore) Reti e scritture collettive: il testo come processo (autorialità multipla) La convergenza al digitale Moltiplicazione dei canali, dei supporti e dei contesti (cinema, TV, Web) Dal prodotto al processo ‘Turbomacchina’ (autorialità tradizionale) Libro elettronico (autorialità semi-stabile) Ipertesto-ipermedia (potere del lettore) Reti e scritture collettive (autorialità multipla) Differenze fra autorialità diffusa e multipla: la prima vuol dire che c’è una regia

Televisione Stampa Rete Immagine, suono, movimento Testo e immagini (possibile suono e movimento) Tempo obbligato (tempo di visione-ascolto determinato dall’emittente) Tempo soggettivo (tempo di lettura deciso da chi legge) Ricezione passiva Lettura attiva Lettura e ricerca attiva Scarsa possibilità di approfondimento Buona possibilità di approfondimento Possibilità molto estesa di approfondimento Tempo limitato Tempo illimitato Ora o mai più (basta un momento di distrazione e il messaggio, se non sarà ripetuto quando la stessa persona è in ascolto, è perduto per sempre) Possibilità di ritornare (fino a quando si conserva un libro, un giornale o una rivista – o un ritaglio o una fotocopia) Possibilità di ritornare senza limiti di tempo (finché un testo rimane in rete possiamo sempre ritrovarlo, anche se non l’abbiamo conservato “su carta” o nella memoria del nostro computer) Visione spesso collettiva Lettura individuale Difficilmente conservabile (quasi nessuno registra) Facilmente conservabile Il paradigma ‘mediale’ della comunicazione: la comunicazione, e i suoi diversi strumenti e supporti, viene analizzata nella prospettiva temporale. Confronta questo schema con quello incentrato sulla testualità proposto da Simone nella Terza fase. (Lo schema qui sopra è tratto da G. Livraghi, L’umanita’ dell’Internet, Hops Libri, 2000).

Dal volumen alla pagina Parte I Dal volumen alla pagina

I supporti antichi Volumen - 6-10 metri scritto in colonne parallele, ogni pagina racchiude 300-1.350 segni Non può contenere più di un’opera completa (spesso meno) Scriptio continua Lettura come performance Leggere vuol dire spesso emendare, cioè interpretare e correggere la propria copia del testo Codex – quaderni di fogli scritti su due facciate L’aggregazione di testi all’interno di un unico supporto determina la formazione dei dispositivi “editoriali” “Scrittura comune”, divisione delle parole, punteggiatura Nascita degli standard (litterae absolutae) Volumen: viene introdotto a Roma dalla Grecia; raramente può contenere più di un’opera, a volte ne contiene solo una parte. Codex: notevole risparmio di costi, maggiore spazio di scrittura, supporti diversificati (con preferenza però per la pergamena, che favorisce il riutilizzo); nascita di sommari e indici. Gli standard: gradualmente, col codex, gli scribi introducono regolarità nelle loro trascrizioni, basandosi sui criteri morfologici stabiliti dai grammatici. Nel medioevo secondo M. Parkes (vedi oltre), “educazione religiosa e istruzione letteraria risultavano strettamente connesse ad ogni livello. La situazione era diversa da quella dell’antichità pagana, in cui la cultura più elevata era stato retaggio di una élite sociale. In queste mutate circostanze tutti i cristiani in grado di leggere venivano esortati a farlo, mentre ‘a quanti aspiravano alla qualifica di monaco non si poteva consentire di restare ignoranti delle proprie lettere’.” (Dunque il primato delle lettere e poi delle ‘scienze umanistiche’ nasce dal legame con la religione?)

Volumen, rotulus, codex Immagine tratta da Anne Zali (a cura di), L’aventure des écritures. La page, Bibliothèque nationale de France, Paris, 1999, p. 37.

Punteggiatura e supporti La punteggiatura nasce per due scopi principali: Funzione segmentatrice (comprendere il senso) Funzione pausativa (seguire la respirazione) Nelle testimonianze epigrafiche non vi sono segni di punteggiatura: noi moderni traduciamo la punteggiatura latina Per i Romani, i primi segni di interpunzione sono “segni del silenzio”…

Evoluzione della punteggiatura Positurae / distinctiones: Comma, colon, periodos In origine (per i greci) indicavano parti del discorso Per i latini indicano pause e inflessioni A seconda dell’intensità della pausa, erano rappresentate graficamente con un punto in tre posizioni distinte: alta, media, bassa Il passaggio dalle positurae alla punteggiatura moderna non è immediato Il termine sintassi compare con i grammatici tardo-antichi Nomi latini corrispondenti di comma, colon, periodos: membrum, caesum, circuitus. Anche fra i grammatici antichi vi erano posizioni teoriche differenti sul valore e la funzione dei segni interpuntivi (Cicerone per esempio si dichiarava molto insoddisfatto del sistema di punteggiatura coevo). Altre osservazioni: i due punti all’inizio significavano punto fermo, poi il turno del dialogo, ecc. Il punto interrogativo, alla fine e talvolta all’inizio della frase (in genere sul pronome interrogativo), è abbastanza tardo (codici di età carolingia). “Si sarebbe tentati di credere che, come l’orecchio musicale degli antichi era diverso dal nostro […], così il diverso fondamento del ritmo si riflette in pause coincidenti con le nostre solo per la posizione (è sempre la sintassi che giustifica) ma non certo per misura e carattere.”

Punteggiatura e significato S. Agostino, De civitate Dei, lb. XVI (copia del IX sec.) Il punto e virgola moderno è qui usato per il punctus versus, che segnala fine della sententia, il punto indica pausa interna ; sicut ipsa eiusdem noe. & uinee plantatio & ex eius fructu inebriato. & dormientis nudatio. & qui ibi cetera facta atque conscripta sunt propheticis [s]unt grauidata sensibus. & velata tegminibus. Sed nunc rerum effectu iam [in] posteris consecuto que operta fuerant satis aperta sunt ; Dal codice di Oxford, Bodleian Library. (Informazioni ed esempi sono tratti da M. Parkes, “Leggere, scrivere, interpretare il testo”, in G. Cavallo e R. Chartier, Storia della lettura, Laterza, 1995, pp. 71-90.) così anche la piantagione della vigna dello stesso Noè e la sua ebbrezza indotta dal frutto. e la nudità mentre dormiva. e le altre azioni fatte e scritte in quel tempo sono tutte gravide di significati profetici. e velate da veli misteriosi. ma per effetto degli eventi successivi le cose nascoste sono sufficientemente rivelate;

Punteggiatura e significato/2 Nella copia considerata inebriatio separa la piantagione della vigna e l’ubriachezza di Noè dagli eventi legati alla sua nudità Il segno interpuntivo dopo sensibus distingue fra profezia e mistero, identificandoli come concetti diversi La pausa breve dopo tegminibus (“coperture”) si riferisce a tutti questi eventi […], alla rivelazione del loro significato profetico e misterioso ad opera degli avvenimenti successivi L’enfasi posta su su questa interpretazione indica che i vari eventi, e il processo mediante il quale il loro senso è stato rivelato, sono parte di un unico continuum temporale: l’eternità La punteggiatura enfatizza le rime inebriatio/nudatio, sensibus/tegminibus la lettura del passo come un’unica sententia autorizza l’emergere di corrispondenze tra le nozioni di frutto/effetto /significato/profezia, e di parallelismi fra idee contrastanti nei gruppi nudità/velato, nascosto/rivelato Passi sempre tratti da M. Parkes… << E’ verosimile che una mente in dialogo con Agostino ed avvezza alle letture allegoriche abbia percepito l’ambiguità di fructus nei due valori di “frutto” e di “effetto”, nel senso che ciò che è da rivelare è un frutto come la nudità è effetto del vino. Il lettore ha attinto a una vasta gamma di esperienze che abbracciano questioni sia teologiche che letterarie, e si è fondato su questa esperienza nella sua interpretazione del messaggio testuale. L’apposizione della punteggiatura ha trasposto l’analisi ermeneutica sulla pagina, perché fosse recepita dal lettore come parte del processo stesso di lettura.>> (Parkes, pp. 88-89)

Tratti evolutivi e nuove esigenze ortografiche Gli accenti aiutano la lettura e la pronunzia; per es. dal secolo XII l’accento è usato per distinguere la lettera i dalle lettere simili I punti geminati “. .” rappresentano i nomi propri delle persone non nominate effettivamente, ma indicate per titolo, ecc. Il trattino di congiunzione (semipunctus) per le parole spezzate è raro fino al sec. XI I punti scritti sopra le parole segnalano espunzione Le parentesi come “figura” sono note, ma il segno appare dopo il II sec. d.c. “Punti, virgole e altre lineette variamente combinate servirono come segni di riordinamento non solamente materiale, ma anche grammaticale e logico; cioè non solo per correggere il disordine materiale di parole e frasi malamente trasposte, ma anche per richiamare e ravvicinare razionalmente parole che nel discorso sono distanti, ma tra le quali vi è concordanza grammaticale o un’altra qualsiasi relazione logica o sintattica.” (Questa citazione e il testo della diapositiva sono tratti da F. Serafini, La punteggiatura. Storia, regole, eccezioni, Milano, Rizzoli, 2000.)

La transizione alla stampa La stampa come modello di transizione: ars artificialiter scribendi La rivoluzione del XVI sec. (Aldo Manuzio) Il fruitore e gli elementi “intermediari” Copertina, frontespizio, titolo, capitolo, paragrafo, nota… È attraverso il paratesto che il resto diventa libro. Più che di un limite o di una frontiera assoluta, si tratta di una soglia… o nella parole di Borges di un vestibolo Il margine: “frangia del testo stampato che in realtà dirige tutta la lettura”… McKenzie: “Le forme determinano il senso” All’inizio la stampa sembra essere un’evoluzione della scrittura. Non è ancora indipendente dalle strutture precedenti. Donald McKenzie, Bibliografia e sociologia dei testi, Milano, Bonnard, 1999.

Parte II Dal monitor al portale Esempi di continuità e discontinuità nelle forme della comunicazione scritta

Le fasi della scrittura digitale Word processor gestione informatizzata del mondo di carta Riproducibilità / monodimensionalità / sequenzialità / gerarchie Ipertesto Rottura della linearità, incorniciamento Compresenza di codici, pluridimensionalità Scritture di rete e scritture collettive Interattività, multimedialità, multi-autorialità, attenzione al ruolo del destinatario Web: dai blog al ritorno della retorica (paratesti e microcontent) Il Web ormai è diventato il canale dove convergono -e convivono- tutte le tendenze della scrittura: da quelle più conservative (la retorica) a quelle più innovative (i blog, i siti broadcasting , i MUD 3D, ecc.)

La dialettica monitor/pagina La struttura-pagina è ancora al centro dell’universo del lettore/scrittore: e le tecniche di presentazione e fruizione dello spazio del documento riproducono o si sovrappongono a quelle esistenti. - rouleau: per leggere bisogna semplicemente scorrere su e giù, la pagina è virtualmente infinita e non ha gli impacci del supporto fisico. - papier de verre: scorrendo sulla pagina con il cursore si possono ingrandire e focalizzare parti del testo (?) - jeux de cartes / mosaique: sovrapposizione o giustapposizione sull'unica superficie di varie porzioni di testo/piani di lettura (cfr. testi glossati medioevali). - codex: mima il meccanismo di un libro, le pagine si sfogliano. Attraverso lo schermo è possibile dunque: - combinare molteplici strutture di visualizzazione / diverse modalità di fruizione del testo (anche appropriarsi delle esperienze degli altri media e contaminandole) - agire così sulle dinamiche *temporali* della produzione/ricezione del testo.

Il dialogo testo-immagini nella stampa Alessandro Manzoni lavorò a lungo a questa edizione illustrata dei Promessi sposi, componendo una vera e propria sceneggiatura e soprattutto adattando in più punti il testo alle immagini. E non solo ricercando sincronia strutturale fra testo e illustrazione, come appare nella diaspositiva, ma anche decidendo di agire direttamente sul testo con tagli e aggiunte.

La stampa sbarca sul Web Il portale di Repubblica.it: impaginazione a ‘gabbia’ in tre fasce più menù superiori; forte presenza di elementi paratestuali (microcontent, ecc.) che rimandano sia all’interno che all’esterno; l’utilizzo delle immagini è perlopiù funzionale e didascalico, continuità con il giornale stampato.

La stampa sbarca sul Web (2) Questo è un esempio di ‘migrazione’ dalla carta al web meno complesso, ma in un certo senso più innovativo, del precedente: l’edizione HTML dell’Infinito di Giacomo Leopardi a cura del Progetto Manuzio (www.liberliber.it). Oltre alla trascrizione del testo è possibile visualizzare uno dei manoscritti originali di Leopardi. Tuttavia questa ‘edizione Web’, al di là dell’efficace presentazione, presenta qualche problema di carattere filologico. Il primo testo riprodotto si basa sul secondo autografo di Leopardi, che verrà poi corretto dall’autore nell’edizione Starita del 1835 (per esempio “infinità” verrà sostituito da “immensità”). L’altro testo, sempre disponibile sul sito, non rispetta la formattazione originale leopardiana, che svolge invece un’importante funzione nell’economia del testo (uso delle maiuscole, rientri, ecc.). A tali problemi non si fa esplicito riferimento nel sito. Per cui il rischio è che chi si trovi per la prima volta al cospetto di questa poesia pensi che il testo definitivo di Leopardi sia questo…

La stampa sbarca sul Web (2b) L’Infinito di Leopardi in una edizione a stampa moderna che riproduce l’ultima versione riveduta in vita dal poeta. Era stato Leopardi a indicare per esempio di utilizzare la lettera maiuscola per la prima lettera del primo vero, così come a inserire il punto fermo dopo il titolo in maiuscolo.