Come nasce una sorgente? cl. IV A e B Scuola Primaria di Gallicano.

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Transcript della presentazione:

Come nasce una sorgente? cl. IV A e B Scuola Primaria di Gallicano. In viaggio con l'acqua Come nasce una sorgente? cl. IV A e B Scuola Primaria di Gallicano.

Curricolo verticale Gli alunni 20 + 22 frequentano la classe quarta della scuola Primaria dell' Istituto Comprensivo di Gallicano.

Obiettivi d’apprendimento 1) Osservare e descrivere lo svolgersi dei fatti formulando domande e ipotesi personali. 2)Osservare il comportamento dell'acqua in relazione ai vari tipi di terreno e in relazione alla nascita di una sorgente.

Approccio metodologico Lavoro di piccolo gruppo (max 5 alunni) secondo il metodo Galileo-rete we care galileo educational. Metodo di apprendimento/insegnamento di tipo induttivo per ogni singolo alunno: osservazione-manipolazione- verbalizzazione. Step esecutivi dell'esperienza laboratoriale: a) osservazione dei materiali (sabbia, ghiaino-ghiaia, argilla, sassi) b)manipolazione dei materiali con l'utilizzo dei 5 sensi c)verbalizzazione secondo lo schema logico della descrizione d)verbalizzazione degli step della procedura realizzata per numero 2 manufatti (plastico sorgente/montagna e vasi comunicanti)

Materiali, e strumenti impiegati. Materiali: sabbia, terra argilla, ghiaino, ghiaia, sassi e acqua. Strumenti impiegati: ciotole e bottiglie di plastica,cannucce,carta e cartoncino, tempere, pennarelli, fogli A3 A4. Utilizzo Lim

Ambiente in cui è stato sviluppato il percorso Visita “Grotta del Vento” Visita guidata con esperto speleologo presso sorgente fiume Turrite (Vergemoli- LU) Aula/laboratorio Cortile esterno della scuola

Tempo impiegato: Gruppo LSS: ore Progettazione nelle classi: ore 4h Tempo scuola per sviluppo del percorso: Una giornata per visita alla sorgente 6 Pomeriggi per le attività in gruppi (18 h) 2 pomeriggi con esperto speleologo 3 pomeriggi per attività di riepilogo con gruppo classe. Documentazione da parte degli alunni:22 h Documentazione insegnante: ore 5h

Percorso effettuato Uscita sul territorio per conoscere la sorgente del torrente Turrite situata nel comune di Vergemoli (LU).

La domanda tratta dall'esperienza è stata: “Come mai l'acqua esce dalla montagna? E da dove entra?”

Gli alunni hanno raccolto poi osservato, manipolato e descritto i materiali. Descrivo: La sabbia è liscia, fine, scivolosa e adattabile perchè non ha una forma definita. SABBIA GHIAIA E GHIAINO I sassi sono duri, piccoli, di diverso colore, lisci o ruvidi, arrotondati o appuntiti.

ARGILLA E' terra morbida, di colore marrone, ha alcune radici al suo interno e si può dividere in pezzi. SASSI GROSSI Sono grandi, duri, pesanti, alcuni lisci ed altri ruvidi, rotondi o ovali.

Gli alunni riproducono una porzione di terreno. Viene tagliata una bottiglia e capovolta e al suo interno vengono messi in sequenza i seguenti materiali: argilla, sabbia, ghiaino, ghiaia, sassi grossi.

Riprodotta una parte di terreno e immaginata un'eventuale pioggia gli alunni formulano ipotesi: L'acqua riesce ad attraversare il terreno? classe SI NO IV A 18 4 IV B 15 5

Gli alunni verificano versando l'acqua all'interno della bottiglia.

L'esito dell'esperimento è questo: L'acqua non riesce a passare o solo in piccolissima parte.

Ma cosa è che blocca il passaggio dell'acqua? Queste le ipotesi: Classe sabbia ghiaia sassi argilla IV A 8 3 7 4 IV B 5 9 6 Verifica delle ipotesi: i diversi materiali vengono disposti singolarmente in 4 bottiglie.

Sperimentiamo qual è il materiale che blocca il passaggio dell'acqua.

Versiamo l'acqua all'interno di ciascun contenitore.

Gli alunni verificano che il materiale che blocca il passaggio dell'acqua è l'argilla. Conclusione: L'argilla è un materiale impermeabile che non permette il passaggio dell'acqua. Quindi la pioggia attraversa i vari strati di roccia e quando arriva a contatto con materiali impermeabili non può proseguire il suo cammino. Allora cosa succede?

Dove va a finire l'acqua che entra e non riesce a proseguire il proprio cammino? Riproduciamo il modellino della sorgente della montagna:

Materiale usato: bottiglia di plastica, sassi, ghiaia, sabbia, argilla, una cannuccia di plastica, colla a caldo,acqua, tovaglioli di carta, ciotola. La bottiglia viene riempita dei 4 materiali e viene praticato un foro a metà altezza della bottiglia dove viene inserita una cannuccia fissata con la colla a caldo. I bambini ipotizzano la conseguenza di un eventuale pioggia: “Secondo noi l'acqua risale dal basso della bottiglia per 2 motivi: 1)la pressione dell'acqua 2) l'impermeabilità dell'argilla

Con una cannuccia creiamo la sorgente rispettando la legge dei vasi comunicanti. Ricopriamo la sorgente con i massi per creare il pendio irregolare della montagna.

Incolliamo i nostri massi per dare più stabilità al nostro modellino.

Modellino montagna finito

All'interno della bottiglia viene versata dell'acqua. Verifica delle ipotesi: esperimento riuscito perchè l'acqua è risalita nella cannuccia proprio come nella montagna risale dal basso e forma la sorgente più in alto.

Esperimento vasi comunicanti Materiale occorrente: 2 bottiglie, 1 cannuccia, colla a caldo, acqua. Procedimento: Viene praticato un forellino nelle bottiglie allo stesso livello. Vengono collegate una all'altra con una cannuccia fissata con la colla a caldo. All'interno viene versata dell'acqua.

Come si comporta l'acqua che viene versata all'interno? I bambini versano l'acqua nella prima bottiglia e quando l'acqua arriva a livello della cannuccia passa attraverso ed entra nell'altra bottiglia raggiungendo lo stesso livello.

Cosa succede invece se metto il tappo ad una bottiglia? In questo caso l'acqua non riesce a passare nella bottiglia collegata, questo avviene perchè l'aria occupa uno spazio e non lascia posto all'acqua. Basta allentare un po' il tappo per far uscire l'aria e l'acqua riprende a fluire.

Il lavoro dei bambini in classe

Riepiloghiamo con l'esperto speleologo L'esperto ci fa conoscere i termini scientifici: CARSISMO: fenomeno di erosione causato dalle acque sulla superficie o al di sotto di rocce calcaree. Le zone di assorbimento carsiche sono caratterizzate da assenza di scorrimento idrico superficiale e presentano diffusi fenomeni di fessurazione. La presenza di doline e inghiottitoi è spesso indicatore di presenza di fenomeni carsici profondi.

Zone di assorbimento: la Pania

Fessurazione superficiale

Dalla montagna alle grotte Nel comune di Vergemoli dove nasce la sorgente che siamo andati a vedere si trova anche una grotta molto importante “La Grotta del Vento” essa si è formata grazie alle acque di un fiume sotterraneo . (Gli alunni hanno visitato la grotta turistica.) Infatti la montagna che la contiene è proprio la Pania Secca quindi grazie al terreno carsico fortemente fratturato, la pioggia è riuscita a penetrare nel sottosuolo dando origine a torrenti e sifoni interni alla montagna che hanno scavato ampie gallerie. Il torrente interno poi non riesce a proseguire il proprio cammino verso il basso a causa del terreno impermeabile che va ad incontrare (argilla, scisti) quindi grazie alla legge dei vasi comunicanti trova un altro sbocco e forma la nostra sorgente esterna.

Il sifone all'interno della grotta. Il fiume sotterraneo.

La zona con scorrimento idrico: i fiumi della notte.

Le sorgenti di Fornovolasco.

La nostra sorgente: La Chiesaccia

Valutazione dell'efficacia del percorso didattico. Il percorso effettuato dai bambini delle classi IV è risultato coinvolgente ed interessante. I bambini hanno partecipato con entusiasmo e curiosità. Hanno interiorizzato con naturalezza i vari concetti che spesso risultano di difficile apprendimento. Infatti gli alunni hanno potuto, suddivisi in piccoli gruppi, osservare, toccare, provare ed esprimersi individualmente secondo le proprie idee ed esperienze pregresse formulando le proprie ipotesi sulle varie situazioni. La verifica delle ipotesi è stata per i bambini motivo di autovalutazione delle proprie conoscenze acquisite e un momento di aggregazione e partecipazione attiva che ha portato alla consapevolezza del proprio apprendimento.

Conclusione Le classi IV A e IV B. Se sperimentare mette in gioco il fare e il pensare allora riteniamo che esperienze di questo tipo sviluppino nei bambini il desiderio di nuove conoscenze. Le classi IV A e IV B.