La follia 2. Vitangelo Moscarda e Zeno Cosini Lezioni d'Autore.

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Transcript della presentazione:

La follia 2. Vitangelo Moscarda e Zeno Cosini Lezioni d'Autore

Una lettura parallela 1923: Svevo, La coscienza di Zeno 1926: Pirandello, Uno, nessuno e centomila I temi: l’inconscio, l’alienazione, la malattia mentale. Gli elementi comuni: la forma narrativa autodiegetica, la partecipazione attiva del soggetto al processo di ricostruzione dell’identità, il relativismo di fronte ai binomi salute-malattia, normalità-anormalità.

Uno, nessuno e centomila, la trama (1/3) Vitangelo Moscarda è un uomo comune e normale, senza angosce esistenziali: la banca ereditata dal padre gli consente una vita agiata e senza problemi. Un giorno, un banale commento della moglie sull’aspetto del suo naso sconvolge la sua tranquillità. La vita di Vitangelo cambia completamente, poiché si rende conto che gli altri lo percepiscono in modo molto diverso dall’immagine che egli ha di sé stesso.

Dal sito www.comune.cesena.fc.it

Uno, nessuno e centomila, la trama (2/3) Vitangelo manda via una famiglia di suoi affittuari, poi regala loro una casa, si libera della banca ereditata dal padre e inizia a fare discorsi che lo fanno passare per pazzo. La situazione precipita, la moglie lo abbandona e avvia procedure legali per farlo interdire. Solo un’amica della moglie, Anna Rosa, continua per un po’ a stargli vicino. Vitangelo si rifugia nell’ospizio che ha donato alla città, confortato da Monsignor Partanna, e lascia tutte le sue ricchezze ai poveri.

Uno, nessuno e centomila, la trama (3/3) Vitangelo, il cui ‘io’ è ormai completamente frantumato nei suoi ‘centomila’ alter ego, riesce infine a trovare un po’ di serenità rinunciando a ‘uno’, ovvero sé stesso, per rinascere ogni giorno nuovo e senza ricordi.

“Uno, nessuno e centomila”, 2010, Teatro Sala Fontana di Milano, regia di Giancarlo Cauteruccio, http://www.teatrimilano.it

L’identità è messa in crisi Il romanzo Uno, nessuno e centomila La novella Il treno ha fischiato I personaggi sfuggono ai canoni classici del romanzo soprattutto per quanto riguarda l’univocità della loro identità.

Il tema della pazzia Moscarda e Belluca: i personaggi hanno inizialmente un’identità ben definita  Un accadimento fortuito e banale mette in moto un processo di riflessione che li porta a una revisione della propria condizione, identità e relazione con il mondo. Questa nuova prospettiva porta il protagonista a mutamenti radicali nel comportamento che, non riconosciuti dalla società, sono considerati sintomi di pazzia.

Il relativismo pirandelliano Il relativismo consiste nel mettere in luce come il mutamento del personaggio, se osservato dal suo punto di vista, è un’assunzione di responsabilità. Come percorso verso la conoscenza di sé e della propria condizione, tale cambiamento è la causa di scelte che sono sempre più consapevoli e profonde.

La coscienza di Zeno – la trama Zeno è un uomo ammalato, intossicato dal fumo, debole e suggestionabile. Decide di sottoporsi a una cura psicoanalitica e, per consiglio del medico, scrive un diario, raccontando la sua vita. - Il rapporto con il fumo - Il matrimonio Zeno si rende conto di essere “ammalato” e che tutti gli uomini sono ammalati come lui. Si accorge che le radici della sua malattia affondano nella società contemporanea. La visione apocalittica finale.

Johnny Dorelli (Zeno Cosini) e Sergio Fantoni (dott. S Johnny Dorelli (Zeno Cosini) e Sergio Fantoni (dott. S.) nello sceneggiato di Sandro Bolchi (Rai Due, 1988) tratto dal romanzo di Svevo, www.rewind.rai.it

Il mondo dell’inconscio Il protagonista del romanzo è la “coscienza”. La trama è frantumata in episodi scollegati rispetto all’ordine cronologico. Il vissuto è osservato dalla lente deformante della percezione del personaggio. Il romanzo è scritto in forma di autoanalisi: Italo Svevo diventa Zeno Cosini.

L’incontro con la psicoanalisi L’incontro con Joyce nel 1907 incoraggia Svevo a scrivere un nuovo romanzo. L’incontro con la psicoanalisi avviene nel 1910 attraverso Edoardo Weiss, medico triestino allievo di Freud e divulgatore della sua teoria. Nel 1915 Svevo traduce, insieme al nipote Aurelio Finzi, un testo di Freud, Über den Traum (Sul sogno).

La critica alla psicoanalisi Nel romanzo la psicoanalisi ha un ruolo fondamentale, ma Svevo è scettico rispetto alle sue potenzialità curative. Per Svevo l’analisi è uno strumento utile a mettere a fuoco zone segrete della volontà e degli istinti, uno strumento quindi più “letterario” che terapeutico. Zeno “guarisce” grazie alla pratica del commercio che gli fa acquisire consapevolezza delle sue qualità.

La salute e la malattia sono convinzioni La riflessione sul sano e sul malato, che Svevo propone, esprime una nuova forma di relativismo. Zeno afferma: “la malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione” e che “la salute nasce da un paragone”, non esistono persone sane e malate, esistono persone “convinte” di essere malate e persone “persuase” dalla massa e dalla società a considerarsi sane.

FINE Lezioni d'Autore