Gli stati regionali in Italia

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Transcript della presentazione:

Gli stati regionali in Italia

L’Italia tra XIV e XV secolo Abbandonata dai “poteri universali” l’Italia resta teatro di scontri tra fazioni e tra città. Sin dal Ducento questo contesto aveva favorito il sorgere di Signorie (potenti chiamati a garantire la pace, oppure che riescono ad affermarsi sulle città). I Signori vanno in cerca di un’investitura feudale, trasformandosi in Principi.

Dalla Signoria al Principato Quali differenze? Il Signore dipende dal Comune, il Principe risponde solo a Imperatore o papa (assenti): i cittadini sono suoi sudditi. I titoli feudali sono trasmissibili agli eredi (la Signoria non necessariamente). Il Principato è perciò più stabile. Il Principi accentuano la tendenza all’ espansione già presente nelle Signorie, superando la dimensione cittadina.

Guerre per il predominio Ne risulta una notevole semplificazione della carta Italiana (nel ’300 le Signorie sono decine, nel’400 ci sono 6 principali Stati regionali). Il processo non porta all’unificazione perché i vari stati si alleeranno contro i tentativi egemonici.

L’Italia nel XIV secolo

L’Italia dopo la Pace di Lodi (1454) Ducato di Savoia Ducato di Milano Rep. di Venezia Rep. di Firenze Stato Pontificio Regno di Napoli

La situazione italiana tendenza alla formazione di signorie personali avvio formazione di ampi stati regionali Savoia: nel 1416 Amedeo VIII conte di Savoia ottiene dall’imp il rango di ducato; dal 1338 sbocco al mare con Nizza; Vescovo di Trento governa un territorio che faceva parte dell’impero Scaligeri a VR; dal 1339 solo VR e VI

La situazione italiana Dal disfacimento scaligero sorsero i Carraresi a Padova Estensi a Ferrara; Gonzaga a Mantova Passaggio da signoria a principato (potere basato su dinastie ereditarie)

La situazione italiana Ducato di Milano – Controllato stabilmente dai Visconti dal 1277 al 1447. Con Giovanni Visconti (1349-1354) espansione in Lombardia, Piemonte orientale, Canton Ticino, parte della Liguria e Emilia Tentativo di imporre la signoria a Bologna fu vista da FI come minaccia  nel 1402 Gian Galeazzo sconfigge i fiorentini ed entra a BO, ma suo tentativo egemonico si conclude per morte per peste

Italia ’400 I Visconti a Milano Nel ’300 i Visconti arrestano l’espansione degli Scaligeri (Verona) ed estendono l’influenza su Genova e Bologna. Gian Galeazzo (1385-1402) Si imparenta con i re di Francia e ottiene il titolo di Duca (1395) Si espande in Veneto, Umbria e Toscana minacciando Firenze. Alla sua morte segue una crisi fino all’ affermazione di Filippo Maria (1412-47) che deve difendersi da Venezia (1427-33).

La situazione italiana Repubblica di Venezia – Nel XIV-XV avvia una politica di espansione nella terraferma a discapito delle signorie locali dei Carraresi di Padova e degli Scaligeri di Verona per il controllo delle vie commerciali con il nord Europa e l’afflusso di forniture alimentari. Giungendo a controllare un ampio stato territoriale che va dal Friuli a Brescia Svolta del 1405  stato di terra per contrastare espansionismo visconteo e per limitare le importazioni di prodotti alimentari (Puglia, Creta, Mar Nero) per mancanza di un territorio rurale

La situazione italiana Repubblica di Genova – Nel XIV la stabilità politica interna diventa precaria (continui rovesciamenti di potere impedendole di trarre vantaggi dalla vittorio sui veneziani nella guerra del 1378-81) costretta a cedere ai turchi ottomani le basi commerciali del mediterraneo orientale 1453: Costantinopoli espugnata da Maometto II che pose l’assedio anche alle colonie genovesi (Caffa, l’ultima, conquistata nel 1475)

La situazione italiana Repubblica di Firenze – Mantiene formalmente le strutture del comune libero, ma di fatto a partire dal XV secolo è stabilmente controllata dalla famiglia dei Medici. 1378: la rivolta dei Ciompi impaurì l’oligarchia fiorentina che mise in atto un regime poliziesco Le continue lotte di fazioni portarono al potere la famiglia dei mercanti e banchieri dei Medici che nel 1433 con Cosimo scalzarono gli Albizzi Conquista della Toscana ad esclusione di Lucca e Siena dove permangono repubbliche di carattere oligarchico

La situazione italiana Regno di Napoli e Sicilia – Costituito nel 1266 dalla spedizione del francese Carlo d’Angiò 1302: la Sicilia, dopo la ribellione del 1282 e una lunga guerra, passa agli Aragonesi Angioini non seppero garantire stabilità che alternarono caos a intenti espansionistici finchè fu conquistato da Alfonso V d’Aragona (1442)

La situazione italiana Stato della Chiesa – 1347 a Roma un originale forma di governo comunale con Cola di Rienzo affascinato dal mito dell’antica Roma repubblicana. Ottenuto i favori del Papa e Imp col titolo di “senatore” crede di poter restaurare le glorie dell’impero. Metodi brutali di governo gli alienarono in breve il favore della plebe (uccico in una sommossa nel 1354) Dopo il ritorno a Roma il Papato cerca di imporre il dominio sul Lazio e contro regimi instabili delle città nei territori pontifici (Bologna, Rimini, Perugia)

La situazione italiana Stato della Chiesa – Chiusa la vertenza conciliarista il papato abbandona ogni idea di riforma e si concentra e consolidare il proprio ruolo di potenza italiana (epoca in cui si venivano consolidando le chiese nazionali)

La situazione italiana Compagnie mercenarie Dalla fine del ‘300 i 5 grandi stati italiani sono impegnati in guerre d’espansione (alleanze e improvvisi rovesciamenti) presenza massiccia di truppe mercenarie organizzate in compagnie di ventura (costituite da bande di cavalieri tedeschi e inglesi)

La situazione italiana Innovazioni militari combinazione tattica di fanteria e cavalleria Disciplina e professionalità Declino della cavalleria tradizionale (anarchica e indisciplinata, individualista, clamorosamente sconfitta a Crecy 1346 e Nicopoli 1396) Condottiero come “imprenditore di guerra”

La situazione italiana John Hawkwood (Giovanni Acuto) che dal 1364 fu al soldo di Pisa, Visconti, Papa, e Firenze fino alla morte (1394) la grande disponibilità di denaro degli stati italiani li portò ad assumere capitani di ventura italiani provenienti da famiglie della piccola nobiltà: Muzio Sforza (padre del futuro duca di Milano); Carmagnola (condannato a morte dai VE per sospetto di tradimento) – Gattamelata a PD (monumento del Donatello) – Bartolomeo Colleoni a VE (monumento del Verrocchio)

Italia, 1454, pace di Lodi

La situazione italiana Guerre di predominio mire espansionistiche di Gian Galeazzo Visconti 1395-1402 conflitto aragonesi angioini per napoli iniziata nel 1421 Guerra di VE e FI contro Filippo Maria Visconti (1412-1447) – estinti Visconti nel 1447 subentra il capo mercenario Francesca Sforza che riprende la guerra con VE, alleato ora con FI

La situazione italiana Pace di Lodi 1454 Bergamo e Brescia restituite a VE; riconosciuto lo Sforza come duca da VE Formazione di una “Lega italica” che avrebbe dovuto mantenere la situazione di equilibrio raggiunta Pace per 40 anni con ricorso alla diplomazia invece delle guerre

La situazione italiana Pace di Lodi 1454 Lorenzo il Magnifico signore FI (1469-1492) nipote di Cosimo, mecenate e saggio, ruolo importante per l’equilibrio internazionale Avventurieri come F. Sforza che si impossessa di MI (1450-66) Due gravi crisi politiche: 1478 = congiura contro i Medici (Lorenzo ferito, Giuliano assassinato) appoggiata da PP Sisto IV

La situazione italiana Dopo Lodi 1485-86 = baroni per impedire politica antifeudale decidono di eliminare re ferdinando I d’Aragona (minaccia di intervento da parte di MI e FI) = equilibrio più apparente che reale = negli anni 1470-90 si affermano in Europa le grandi monarchie nazionali che segneranno il declino dell’Italia

Come appariva il duomo nel 1773 Il duomo di Milano fu iniziato ai tempi di Gian Galeazzo Visconti (1386). La costruzione fu ultimata nel 1814.

Venezia sulla terraferma Italia ’400 Venezia sulla terraferma Sconfitta da Genova (Guerra di Chioggia: 1378-81) resiste grazie alla stabilità del governo oligarchico. Nel ’400 riesce a difendersi dai Turchi e ad espandersi in Friuli e Veneto, profittando della crisi viscontea. Dal 1345 i Veneziani possono possedere beni fondiari sulla terraferma.

I Medici signori di Firenze Nel ’300 Firenze si mostra militarmente debole ed è costretta ad affidarsi a signorie temporanee. Dopo un tentativo popolare (Tumulto dei Ciompi, 1378). Il potere viene controllato da un’oligarchia di mercanti e banchieri. In seguito Firenze si espande (Pisa, 1406) Dal 1434 Cosimo de’ Medici, che resta privato cittadino, è padrone della città.

Italia ’300 Lo stato pontificio Durante l’assenza del papato a Roma lottano le grandi famiglie, mentre Marche e Romagna pullulano di signorie. Un popolano romano, Cola di Rienzo, tenta una improbabile restaurazione in Italia della grandezza latina (1347-54). Il Cardinale Albornoz, inviato del papa inizia la riorganizzazione dei domini pontifici (Costituzioni Egidiane, 1357).

Il Regno di Napoli Dopo Roberto d’Angiò (1309-43) inizia un declino politico ed economico, anche per la mancanza di validi sovrani. Nel 1435 scoppia la lotta di successione tra Angioni (Milano) e Aragonesi (Venezia e Firenze). Nel 1442 Alfonso V d’Aragona riesce ad ottenere il trono con l’appoggio di Filippo Maria Visconti.

Italia ’400 La pace di Lodi (1454) Nel 1447 Venezia approfitta di una crisi di successione per attaccare Milano. Il nuovo duca, Francesco Sforza, riuscì però ad ottenere l’appoggio di Firenze, costringendo Venezia alla pace (1454). Milano, Venezia, Firenze, Napoli e Stato pontificio, creano la Lega Italica: Impegno a difendere unitamente l’Italia e a mantenere l’equilibrio tra gli stati.

L’Italia dell’equilibrio Dopo Lodi l’Italia conosce un quarantennio di relativa stabilità (1454-1494) Non mancano tensioni legate a crisi dinastiche, al nepotismo dei papi e a tentativi espansionistici di Venezia. Tuttavia, grazie ad un complesso gioco di alleanze variabili, l’equilibrio tra gli stati fu conservato.

Il Regno di Napoli 1458: alla morte di Alfonso, il papa Callisto III Borgia, Venezia e gli Angioini si oppongono inizialmente alla successione del figlio illegittimo Ferdinando. L’alleanza antiaragonese si rinnova in occasione della “congiura dei baroni” una rivolta della nobiltà tra 1485 e 1486.

Gli Sforza a Milano 1466: alla morte di Francesco diviene duca Galeazzo Maria che governa in modo dispotico e finisce vittima di una congiura dell’ aristocrazia (1476). Il figlio, Gian Galeazzo, è in età infantile; uno dei reggenti, lo zio Ludovico detto il Moro ne approfitta per usurpare il ducato.

I Medici a Firenze Dopo la morte di Cosimo (1464) e di Piero il Gottoso (1469) governano i fratelli Giuliano e Lorenzo (poi “il Magnifico”). I Pazzi, avversari dei Medici, organizzano una congiura con l’appoggio di Sisto IV della Rovere e degli aragonesi (1478). Lorenzo, sopravvissuto, resiste al papa grazie all’appoggio di Milano e Napoli.

L’ago della bilancia Da quel momento Lorenzo divenne il fulcro dell’equilibrio italiano: l’alleanza Firenze-Napoli-Milano si contrappose a quella tra papa e Venezia anche nella guerra di Ferrara del 1482 e nella crisi napoletana del 1485-86. La sua morte nel 1492 coincide con la fine dell’indipendenza politica dell’Italia (1494).

Tale era lo stato delle cose, tali erano i fondamenti della tranquillità d'Italia, disposti e contrapesati in modo che non solo di alterazione presente non si temeva ma né si poteva facilmente congetturare da quali consigli o per quali casi o con quali armi s’avesse a muovere tanta quiete. Quando, nel mese di aprile dell’anno mille quattrocento novantadue, sopravenne la morte di Lorenzo de’ Medici; morte acerba a lui per l’età, perché morí non finiti ancora quarantaquattro anni; acerba alla patria, la quale, per la riputazione e prudenza sua e per lo ingegno attissimo a tutte le cose onorate e eccellenti, fioriva maravigliosamente di ricchezze e di tutti quegli beni e ornamenti da’ quali suole essere nelle cose umane la lunga pace accompagnata. Ma e fu morte incomodissima al resto d’Italia, cosí per l’altre operazioni le quali da lui, per la sicurtà comune, continuamente si facevano, come perché era mezzo a moderare e quasi uno freno ne’ dispareri e ne’ sospetti i quali, per diverse cagioni, tra Ferdinando e Lodovico Sforza, príncipi di ambizione e di potenza quasi pari, spesse volte nascevano. Guicciardini, Storia d’Italia I, 2.