Se questo è un uomo di Primo Levi Un Università della Terza Età e del Tempo disponibile – San Martino Buon Albergo docente: prof. Cecilia Chiumenti Se questo è un uomo di Primo Levi Un UU Un magnifico libro che non è solo una testimonianza efficacissima, ma ha delle pagine di autentica potenza narrativa . Italo Calvino
biografia 1919 – Primo Levi nasce a Torino il 31 Luglio nella casa dove abiterà per tutta la vita. I suoi antenati erano ebrei piemontesi provenienti dalla Spagna e dalla Provenza. Sia il nonno sia il padre erano ingegneri. 1934 – Frequenta il liceo D’Azeglio; è uno studente timido con interessi scientifici, soprattutto per la chimica e la biologia. 1937 – S’iscrive alla facoltà di Scienze di Torino. 1938 – Leggi razziali: tutti gli ebrei vengono banditi dalle scuole pubbliche. Coloro che sono già iscritti all’università possono completare gli studi. Così nel 1941 Levi si laurea in chimica con pieni voti e lode. 1941-1943 – Lavora come chimico Dopo l’8 Settembre 1943, Primo Levi si unisce a un gruppo di partigiani della Val d’Aosta, ma il 13 dicembre 1943 viene arrestato a avviato al campo di concentramento di Carpi-Fossoli. Febbraio 1944 – Il campo viene gestito dai tedeschi che deportano Levi, donne e bambini su di un treno per Auschwitz. 27 gennaio 1945 – il campo viene liberato dall’Armata Rossa: Levi si salva, perché non evacuato, insieme alla maggioranza dei prigionieri, dai tedeschi in fuga.
Nel giugno 1945 inizia il lungo viaggio di ritorno, che durerà fino a ottobre. Questa vicenda è narrata nel libro La tregua. 1946 – Difficile rientro a Torino, Levi lavora in un fabbrica di vernici, ma è ossessionato dall’esperienza vissuta nel Lager. Scrive di getto Se questo è un uomo. Si sposa e ha dei figli. Nel 1962 scrive La Tregua, che viene pubblicato nel 1963 da Einaudi e ottiene il premio Campiello nello stesso anno. 1972-1973 - Dopo ripetuti viaggi in Unione Sovietica pubblica La chiave a stella (1978) che vince il Premio Strega. 1975 – Pubblica presso l’editore Scheiwiller una raccolta di poesie, dal titolo L’osteria di Brema. 1981 - Scrive un’antologia di autori per lui significativi, La ricerca delle radici. 1982 – Pubblica Se non ora, quando?, che vince sia il Premio Viareggio che il Campiello. 1984 – pubblica presso Garzanti un’altra raccolta di poesie, Ad ora incerta; nel Novembre esce Il sistema periodico. 1986 – pubblica I sommersi e i salvati. 11 aprile 1987 – Muore (forse suicida) nella sua casa di Torino.
PREFAZIONE Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944 e cioè dopo che il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi, concedendo sensibili miglioramenti nel tenor di vita e sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli. Perciò questo mio libro, in fatto di particolari atroci, non aggiunge nulla a quanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull’inquietante argomento dei campi di distruzione. Esso non è stato scritto allo scopo di formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano. A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza finché la
concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo. Mi rendo conto e chiedo venia dei difetti strutturali del libro. Se non di fatto, come intenzione e come concezione esso è nato già fin dai giorni del Lager. Il bisogno di raccontare agli «altri», di fare gli «altri» partecipi, aveva assunto fra noi, prima della liberazione e dopo, il carattere di un impulso immediato e violento, tanto da rivaleggiare con gli altri bisogni elementari: il libro è stato scritto per soddisfare a questo bisogno; in primo luogo quindi a scopo di liberazione interiore. Di qui il suo carattere frammentario: i capitoli sono stati scritti non in successione logica, ma per ordine di urgenza. Il lavoro di raccordo e di fusione è stato svolto su piano, ed è posteriore. Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti è inventato. Primo Levi
Se questo è un uomo: genesi, titolo, pubblicazione ….se non avessi vissuto la stagione di Auschwitz, probabilmente non avrei mai scritto nulla. Non avrei avuto motivo, incentivo, per scrivere: ero stato uno studente mediocre in italiano e scadente in storia, mi interessavano di più la fisica e la chimica […] mi pareva, questo libro, di averlo già in testa tutto pronto, di doverlo solo lasciare uscire e scendere sulla carta. Il libro fu composto nel giro di pochi mesi al ritorno di Levi a Torino nel 1946. Egli propose il testo per la pubblicazione alla Einaudi, che declinò l’offerta. Il testo sarà pubblicato in sole 2500 copie dalla casa editrice Da Silva di Torino. Buone le critiche, scarso il successo di vendita. Dopo alcuni anni, nel 1956, in occasione di una mostra sulla deportazione a Torino, Levi ritrova il coraggio di riproporre la sua testimonianza ad Einaudi, che lo pubblica nella collana I Saggi. Da allora il libro non smetterà di essere pubblicato e tradotto in tutto il mondo. Il titolo fu suggerito da Antonicelli (scegliendolo fra alcune poesie scritte nel gennaio 1946, Shemà), il primo editore, mentre Levi pensava di utilizzare I sommersi e i salvati, capitolo nono. Più tardi Levi scriverà un altro testo con questo titolo, sul senso di vergogna di tutti i sopravvissuti.
Organizzazione del testo Se questo è un uomo non è organizzato in modo rigidamente cronologico: certo l’inizio racconta dell’arresto e del successivo viaggio verso Auschwitz. Alla fine l’Autore narra gli ultimi giorni in cui i pochi malati rimasero abbandonati nel campo fino alla data del 27 gennaio. Prevalgono poi capitoli tematici: 1- Il viaggio 2- Sul fondo: primo contatto col Lager, il tatuaggio 3- Iniziazione: organizzazione del campo 4- Ka-be (Krankenbau): l’infermeria 5- Le nostre notti 6- Il lavoro 7- Una buona giornata 8- Al di qua del bene e del male 9- I sommersi e i salvati 10- Esame di chimica: un’opportunità imprevedibile per Levi 11- Il canto di Ulisse 12- I fatti dell’estate 13- Ottobre 1944. selezioni 14- Kraus 15- Die drei von Labor (i 3 del laboratorio) 16-L’ultimo: l’ultima impiccagione di un ribelle 17- Storia di dieci giorni: Levi, malato di scarlattina, si salva dall’evacuazione del campo
I sommersi e i salvati p. 83- 86 Alcune pagine… Prefazione Sul fondo pag 18-19 La fame: la daga pag.69 Il canto di Ulisse p. 108-109-110.. I sommersi e i salvati p. 83- 86
Ad ora incerta Shemà Alzarsi Cuore di legno « Since then, at an uncertain hour Dopo di allora, ad ora incerta, Quella pena ritorna [...] » (Primo Levi, Il superstite[1]) Ad ora incerta è una raccolta di poesie pubblicata da Primo Levi nel 1984. Il titolo è tratto da un verso di Coleridge Since then, at an uncertain hour, / That agony returns... (The Rime of the Ancient Mariner), già utilizzato dallo scrittore come epigrafe ne I sommersi e i salvati, e suo motivo ricorrente d'ispirazione.2] Shemà Alzarsi Cuore di legno