La concezione del consumo nella teoria economica

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Transcript della presentazione:

La concezione del consumo nella teoria economica Prof. Riccardo Fiorentini Dipartimento di Scienze Economiche Università di Verona Vicenza 11 settembre 2014

Teoria economica e consumo Approcci diversi Consumo, risparmio e crescita In che modo il consumo (e quindi il risparmio) influenza lo sviluppo e la crescita delle econome? Approccio microeconomico Quali sono le determinanti della composizione del consumo e del comportamento del consumatore? Approccio macroeconomico Da cosa dipende il livello globale del consumo? Che ruolo ha il consumo come componente della domanda aggregata?

Consumo, risparmio crescita economica Gli economisti classici hanno discusso il ruolo del consumo nei processi di accumulazione della ricchezza e crescita economica Distinzione tra consumo “produttivo” e “improduttivo” Per i Mercantilisti, la “prodigalità” era utile allo sviluppo della nazione se diretta verso i beni nazionali Per i Fisiocratici continuità ed espansione del consumo erano fondamentali per la prosperità economica Per Smith il consumo è il solo fine della produzione Ma ritiene che sia il risparmio a generare investimento e quindi aumento della ricchezza Condanna il consumo “cospicuo” (beni di lusso) che erode il capitale

Sovrapproduzione o sottoconsumo? Per Smith e Ricardo, il limite alla crescita economica viene dal lato della produzione Inevitabilità della caduta del profitto e dell’accumulazione (stato stazionario) Malthus discute il problema del sottoconsumo e della sovrapproduzione “…una disordinata passione per l’accumulazione deve inevitabilmente condurre a un’offerta di merci superiore a quella che la struttura e le abitudini di una tale società permetteranno di consumare fruttuosamente” Marx critica le teorie del sottoconsumo e propone una teoria della sovrapproduzione (schema della “riproduzione allargata”)

Le microfondazioni della “funzione del consumo” Nell’analisi neoclassica/marginalista il consumatore è un essere razionale che massimizza la propria utilità sotto il vincolo del proprio reddito Data l’utilità (soddisfazione) che si ottiene dal consumo di ciascun bene il consumatore sceglie razionalmente il paniere ottimale Dall’aggregazione delle scelte individuali ottimali si ottiene la domanda di mercato per ciascun bene Funzione decrescente rispetto il prezzo Il risultato standard delle analisi di scelta intertemporale è che il consumatore sceglie un profilo costante del proprio consumo

Keynes e la “legge psicologica fondamentale” In Keynes l’analisi del consumo è legata al problema della determinazione della domanda aggregata Oscillazioni della domanda aggregata determinano movimenti della produzione e del reddito “Gli uomini sono disposti ad accrescere il loro consumo con l’aumentare del reddito ma non tanto quanto è aumentato il reddito” Stretta relazione tra consumo aggregato e reddito nazionale. Teoria “empirica” del consumo

Considerando il periodo tra il 1999 e il 2012 la funzione stimata per la relazione fra il consumo e il reddito disponibile è C= -22,912 + 0,98YD

Teorie “moderne” del consumo La teoria del “ciclo vitale” (Modigliani) L’ipotesi del “reddito permanente” (Friedman) Hanno in comune una visione “intertemporale” del consumo I consumatori basano il consumo corrente sulle aspettative di reddito futuro Cercano di mantenere un profilo “stabile” del consumo Il consumo reagisce poco a variazioni “temporanee” del reddito

Ciclo vitale e consumo

L’ipotesi del “reddito permanente” “Il tasso costante di consumo che si può mantenere per il resto della vita dato l’ammontare della ricchezza e il reddito percepito ora e nel futuro” Per Friedman, il consumo è funzione del reddito “permanente”, non di quello “corrente” Se un aumento di reddito corrente è percepito come temporaneo, il consumo corrente aumenta poco o nulla Solo se l’aumento di reddito è percepito come “permanente” allora il consumo salirà in modo percepibile

Consumo e distribuzione del reddito La distribuzione del reddito incide sul livello aggregato del consumo Percettori di redditi “alti” hanno una propensione al consumo più bassa dei percettori di redditi “bassi” Un aumento della quota del reddito nazionale che va ai “redditi alti” tende a ridurre la spesa complessiva per consumo Una eccessiva diseguaglianza nella distribuzione del reddito deprime la domanda aggregata