Il fantastico Il fantastico Secondo Tzvetan Tedorov in “Letteratura fantastica” (1970) Evento che non si può spiegare con le leggi del mondo a noi familiari.

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Il fantastico

Il fantastico Secondo Tzvetan Tedorov in “Letteratura fantastica” (1970) Evento che non si può spiegare con le leggi del mondo a noi familiari.

Il fantastico Secondo Tzvetan Tedorov in “Letteratura fantastica (1970)” due opzioni per colui che percepisce O si tratta di un’illusione dei sensi (prodotto dell’immaginazione) Oppure è accaduto nella realtà, una realtà governata a leggi a noi ignote

Il fantastico Secondo Tzvetan Todorov in “Letteratura fantastica” Il fantastico occupa il lasso di tempo di questa incertezza fra illusione e leggi reali ma ignote

Il perturbante secondo Sigmud Freud Perturbante (unheimlich) è l’antitesi di confortevole (heimlich, da heim casa, heimisch patrio, nativo) Se qualcosa suscita spavento è ovvio che è perché non è familiare L’effetto conturbante è quando il confine fra fantasia e realtà si fa labile. Non c’è sempre coincidenza del perturbante nella vita con il perturbante nell’arte.

Il perturbante secondo Sigmud Freud due tipi di perturbante: 1- uno mediato e nel testo (coinvolge i personaggi) 2- uno immediato e del testo (coinvolge il lettore)

Roger Callois ( ) Il fantastico è il tramite di una percezione “conflittuale”: che mette l’uno contro l’altro il mondo delle nostre certezze quotidiane con il mondo dell’impossibile.

Se non si riconosce il realistico non si può nemmeno giungere al cuore del fantastico.

Impossibile possibile

Il fantastico non è un genere (Cesarini, Lazzarin, Cremonini) Non è un modello chiuso né da un punto di vista narrativo, né figurativo E’ una scelta stilistica e poetica, un modo. Per questo comprende generi diversi, che si mescolano, si sovrappongono

Ma può accadere che questi modi ritaglino comunque uno spazio comune definito sulla rottura del confine realistico- fantastico

La presunzione di realtà Presuppone un orizzonte cognitivo in continua evoluzione e di conseguenza uno spostamento relativo del fantastico E’ la storia che sembra spostare la misura del fantastico

Quando si indaga su qualsiasi ramo della cultura (ma sorprende che ciò avviene indagando anche nel fantastico) ci accorgiamo che qualcosa di simile è stato già fatto.

Ogni film ogni racconto ha alle sue spalle una lunga tradizione,magari risultano superati, ma comunque memorabili. Sono i libri e le immagini che conoscono la nostra mente a costituire la nostra presunzione di realtà (anche come estensione plausibile)

Walter Benjamin Le risposte (nomi, immagini e forme) che il fantastico da agli scarti della conoscenza caratterizza l’industria culturale.

Bibbia Miracoli Pestilenze Profezie Diluvi universali Serpenti antropomorfici Demoni

Odissea Dei con difetti umani ma governati da leggi sovrannaturali Mostri attivi (Polifemo e il suo antro claustrofobico) Mostri seduttivi (Sirene) Maghi (Maga Circe) Eroi (Ulisse)

La divina commedia La selva oscura (horror) Un continuo incontro con fantasmi morti anche se a noi sembrano vivi Scorci di puro realismo perturbante (Versi sul Conte Ugolino

Il “Tallone d’Achille” (Eineide) e la “Kriptonite” (Superman)

Contestiamo Benjamin nel senso che la cultura ha sempre conosciuto il mito come strumento per: Colmare i limiti della conoscenza Quindi per descrivere luoghi, riti, nomi i cui significati sono andati perduti (il mito un tempo suppliva alle lacune -perlomeno- della storiografia) Per puro intrattenimento (prima che nascesse lo spettacolo industriale

Il remake e il sequel superfice e trasparenza del mito Certezza rassicurante (spettatore) Desiderio artistico di colmare la voragine fra industria e tradizione (artista)

Per venire incontro a Benjamin: ammettiamo che il fantastico quantitativamente si nutre oggi del mito fra inconsapevolezza, routine oppure esasperazione e ubriacatura, fino alla banalizzazione.

Anche perché nell’industria culturale il mito diviene espediente solido per sperimentare la solidità della novità tecnologica cinematografica. La tecnologia cinematografica (effetti speciali) tende a sostituire lo stile (naturalezza incontrollata, vocazione dell’autore)

GENERI Fantascienza Horror Fantastico generi

La fantascienza non può liberarsi del mito. Tuttavia fa uno sforzo di sovrastarlo con un interesse per la scienza. Si può sostenere che l’horror si nutra completamente del Mito, la fantascienza manifesta il tentativo di fuggirne mettendolo in relazione con le scienze.

Nell’horror il mostro non è altro che l’uomo, l lato oscuro dell’uomo L’horror è vasto come il genere umano La fantascienza è vasto come il cosmo. Enfatizza il mondo empirico, le scene reali, e tende a invece mostrare ma in modo offuscato, la magia e la religione in un tentativo di riconcigliare l’uomo con l’ignoto (Sobchack)

Tendenze al postmoderno Quando l’autore (artigiano) ritiene che non c’è più bisogno di fantastico o di perturbante perché abbiamo visto le stesse immagini innumerevoli volte quindi entrate a far parte della nostra presunzione di realtà. Il look postmoderno allora si dedica all’assoluta esasperazione perché la citazione non basta più a ridare vita al Mito. Da qui nasce, la parodia, l’esasperazione, l’eccesso del utilizzo di tecnologie di genere, l’amore per l’incongruenza, per l’illogico: Quindi: LA DESACRALIZZAZIONE DEL MITO

L’autore vince: L’operazione di citazione raffinata, costituisce l’autore. E’ ciò che mette in crisi un’idea di postmoderno artistico, di fine della storia artistica.

Da qui nasce un interesse per l’autore nello studio system. La politica dell’autore si è manifestata anche nell’industria cinematografica più potente, più autoritaria più influente.

Andrew Niccol Neozelandese Pubblicitario inglese Sceneggiatore statunitense Regista statunitense Autore cult (di culto, genesi del classico) Citazionista: inventa una storia che cita fra l’altro La divina commedia

Gattaca Tu mi hai dato il tuo corpo, io ti ho dato i miei sogni