PETER ZUMTHOR Atmosfere: Ambienti architettonici

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Transcript della presentazione:

PETER ZUMTHOR Atmosfere: Ambienti architettonici PETER ZUMTHOR Atmosfere: Ambienti architettonici. Le cose che ci circondano. «L’Architettura È Di Qualità Quando Un Edificio Riesce A Toccarmi Emotivamente….» A cura di : Andrea Zakhary, Ermes Tammaro, Ilaria Sciandra, Andrea Soncin, Lorenzo Torre

«Gli uomini e le cose si influenzano vicendevolmente»

In apertura al testo, si parla subito del particolare rapporto scambievole con gli edifici hanno con l'ambiente circostante. Peter Zumthor è interessato agli edifici che offrono all'uomo un quieto approdo, ma al tempo stesso sanno suscitare in esso piacevoli sensazioni, già dal prima impatto. Il concetto che prevale nel racconto è chiaramente quello di atmosfera e stato d'animo. L'atmosfera è, secondo l'autore, una categoria della bellezza. Il castello di Wendlinghausen costituisce un ottimo esempio di bellezza rinascimentale nordica, sostiene Andrea Palladio, sommo maestro del Rinascimento italiano. Funzione, comodità, solidità, bellezza; sono queste le principali caratteristiche che un edificio deve avere, a vantaggio di un'architettura semplice, ben radicata nel paesaggio, che utilizza materiali provenienti dall'ambiente circostante. Architettura di qualità non significa comparire nelle guide o nei volumi di storia, un'architettura di qualità deve riuscire a toccare emotivamente chi la osserva. Queste caratteristiche possono essere racchiuse in una sola parola: atmosfera. Entrando in un edificio, osservandolo, riusciamo in pochi istanti ad avere una prima impressione, l'atmosfera parla alla nostra percezione emotiva. Peter Zumthor descrive un paesaggio e ne enuncia le impressioni colte, dalla descrizione dei rumori alla temperature, dall'ambiente circostante alla persone che vi abitano, infine procede alla rassegna delle emozioni provate, delle sensazioni. Si tratta di sentimenti spontanei, non riconducibili ad un ragionamento logico e lineare, tuttavia secondo l'autore, un edificio, per essere tale, deve saper colpire emotivamente chi lo osserva.

CHE COSA E’ LA QUALITA’ ARCHITETTONICA ?

Quando un edificio riesce a toccare emotivamente Quando un edificio riesce a toccare emotivamente. Spiega quindi l’importante ruolo dell’atmosfera anche se non si conosce un edificio, infatti grazie alla prima impressione si può cogliere l’atmosfera che porta alla sensazione di sapere cosa è quell’edificio. L’atmosfera parla alla nostra percezione emotiva fornendo una comprensione immediata. L’autore continua descrivendo una situazione e ponendo il caso di eliminare alcuni elementi di quella situazione, nota così che cambiano anche le sensazioni.

CHE COSA E’ LA MAGIA DEL REALE?

L’architetto scrive che creare atmosfere in architettura significa avere mestiere dove devono essere presenti interessi, metodo, strumenti e attrezzi. La magia del reale, secondo le sensazioni di Zumthor, è: “il corpo dell’architettura” che è la presenza materiale di un’opera architettonica, la sua struttura. Paragona l’architettura al corpo umano che sotto la pelle nasconde un’anatomia che non si vede; allo stesso modo noi possiamo osservare, ad esempio, delle travi che possono essere nascoste sotto altri materiali e che, a loro volta, coprono altri oggetti per dar vita ad un determinato spazio. “la consonanza dei materiali” dove i materiali hanno infinite possibilità di reagire, entrare in contatto e consonanza tra loro generando molteplici qualità uniche. L’autore pone però l’attenzione sul fatto che in un edificio si possono combinare materiali differenti ma poi si arriva ad un punto in cui i materiali sono troppo distanti e non ‘vibrano all’unisono’ o sono troppo vicini e risultano morti (situazioni opposte considerate negativamente da Zumthor). “il suono dello spazio”: ogni spazio raccoglie, amplifica e trasmette i suoni; ciò dipende dalla forma dello spazio, la superficie dei materiali e la loro applicazione. Zumthor sostiene che anche se un edificio è completamente vuoto continua a risuonare; percepisce una sorta di ‘suono silenzioso’ che definisce bello e che lo fa sentire protetto e non solo.

TEMPERATURA DELLO SPAZIO

L’autore ci spiega che ogni materiale ha una propria capacità di sottrarre o di cedere calore e quindi ogni edificio ha una propria temperatura; infatti riporta l’esempio del padiglione svizzero di Hannover: una costruzione che utilizza un’enorme quantità di travi di legno. Ci spiega che nonostante esso sia aperto, vi è un cambiamento di clima al suo interno, ossia in inverno si avrà la sensazione di minor freddo e nella stagione estiva si sente fresco come in un bosco al suo interno.

GLI OGGETTI CHE MI CIRCONDANO

Un punto molto importante è cosa porre attorno alle persone in un edificio. Zumthor continua spiegando come le persone si circondano di oggetti che vengono scelti per una relazione, un amore, una corrispondenza con la persona. Quando va a visitare a Colonia due edifici realizzati da Heinz Bienefeld, per due committenti di classi sociali differenti (un’insegnante e un giudice) rimane estasiato dalla quasi eccessiva presenza di bellissimi dettagli. Vi erano tutte quelle presenze che in un’abitazione la possono solo arricchire, come i libri in mostra, strumenti musicali ecc. Si può dire che era tutto molto ESPRESSIVO.

CALMA E SEDUZIONE

L’architettura viene definita come: L’ARTE NELLO SPAZIO L’architettura viene definita come: L’ARTE NELLO SPAZIO. A sua volta gli spazi non ci devono guidare ma ci devono lasciare vagare liberamente. I corridoi degli ospedali sono spazi che ci guidano, ma esiste un modo di seddurre e di lasciarsi andare liberamente che hanno solo gli architetti. E’ una capacità che ha a che fare con la scenografia alcune volte. Come per le terme di Vals, i progettisti hanno pensato a una costruzione che piacesse non solo dal punto di vista estetico della struttura, ma soprattutto dal punto di vista degli spazi e delle funzioni che essi assumono.

«In architettura occupiamo un frammento del globo e ci costruiamo sopra una piccola scatola»

L'architetto descrive il suo settimo pensiero: “la tensione tra interno e esterno “. L'autore pensa che esista un rapporto, in un edificio, tra l'interno e l'esterno, tra la sfera privata e quella pubblica. Zumthor sostiene che l'esterno di una struttura sia solo l'apparenza che l'architetto e il committente hanno voluto trasmettere a chi, da fuori, osserva la costruzione: quello che il residente vuole far vedere di se agli altri. L'interno invece è un luogo molto più personale con forme e oggetti nascosti al consueto giudizio dei passanti. L'obbiettivo dell'architetto nel costruire l'edificio è anche quello di pensare a cosa il committente vorrebbe vedere dall'interno, quali riferimenti utilizzare nell'edificio e quali mettere in mostra all'esterno.

L'ottavo punto è un aspetto che Zumthor stesso sostiene saperne ancora poco e lo intitola “Gradi dell'intimità” detto anche, nel linguaggio comune a tutti gli architetti, : la “scala”. Tale pensiero riguarda per l'autore aspetti diversi: la grandezza, la dimensione, la scala e la massa dell'opera architettonica in relazione a se stesso. L'architetto sostiene che le grandezze di una struttura condizionano la vivibilità, le sensazioni dell'abitante e dei suoi ospiti. Come esempio l'autore descrive una piccola immagine per chiarirci il suo pensiero:- Conoscete i grandi portali che intimoriscono, dove magari, colui che vi viene ad aprire sembra avvenente e fiero ?- riferendosi, quindi, alla dimensione, al volume e al peso (visivo) delle cose. Fedele alla sua teoria, Zumthor progetta in modo tale che non vi sia una corrispondenza tra forma interna, spazio vuoto interno, ed esterna, caratteri non riconoscibili dall'esterno. Per cercare di seguire la sua filosofia l'autore prova costantemente a costruire solo per lui soltanto, per lui e altri nel gruppo, oppure per lui in mezzo alla folla. Facendo si che tutti , lui stesso in primis, possano vivere bene.

«La luce sulle cose mi colpisce a volte a tal punto da farmi pensare che in essa vi possa essere un’entità spirituale»

In questo ultimo punto Peter Zumthor espone le sue idee su quanto è importante, per un architetto, pensare alla luce, analizzandola in due punti, sul perché essa è di fondamentale importanza. L'architetto, nel primo punto, non può pensare ad essa e chiamare il progettista dell’impianto e chiedere a lui cosa si può fare per illuminare lo spazio, ma ci deve pensare l’architetto fin dal momento in cui pensa all’opera. Il secondo punto è che è compito dell’architetto sempre pensare ai materiali e di come essi poi rifletteranno la luce.