E ANALISI DI POLITICA ECONOMICA DOMANDA, OFFERTA E ANALISI DI POLITICA ECONOMICA PREZZI REGOLAMENTATI CONTROLLI SULLE QUANTITA’ IMPOSTE
PREZZI REGOLAMENTATI: UN LIVELLO MASSIMO DI PREZZO Q PE QE S D P Q PE QE S D PMAX PMAX non vincolante distorsivo
Le distorsioni di un livello MASSIMO DI PREZZO …. Il controllo degli affitti eccesso di domanda scarsità artificiale del bene razionamento inefficiente discriminazione sociale mercato nero qualità inefficientemente bassa P Q PE QE S D PMAX perdita secca consumatori “spreconi” eccesso di domanda penuria QS QD
Applicazione 1: le code al distributore Applicazione 1: le code al distributore. Nel 1973 a seguito dell’aumento del prezzo del petrolio diminuì l’offerta di benzina. Ciò generò un disagio sociale, visibile in termini di code al distributore. A chi attribuire la responsabilità di tale disagio? S1973 P Q PE QE S D Q1973
Applicazione 2: L’equo canone nel breve e nel lungo periodo ma nel lungo periodo forse non tanto D ma di sicuro S diventa più elastica … nel breve periodo D e S sono relativamente rigide … PMAX P PE Q QE S D PE Q QE S D P PMAX gli effetti distorsivi di PMAX sono contenuti… gli effetti distorsivi di PMAX si AMPLIFICANO ! !
Applicazione 3: Alla fine degli anni ’80 si è verificata una grave siccità in California. Molte comunità non permettono al prezzo dell’acqua di oscillare liberamente in risposta a mutamenti delle condizioni di mercato. Quali sono le conseguenze ? Nel 1991 il “Wall Street Journal” scriveva: “agli abitanti di Los Angeles è stato chiesto di diminuire del 15% il consumo d’acqua entro 3 mesi. … non solo questo provvedimento premia le famiglie che sprecavano più acqua prima della siccità, ma punisce i consumatori che non possono essere abbastanza rapidi nella riduzione delle proprie esigenze”. P Q PE QE0 S D QE1 Q1 E1 E0
PREZZI REGOLAMENTATI: UN LIVELLO MINIMO DI PREZZO Q PE QE S D P Q PE QE S D Pmin Pmin non vincolante distorsivo
Le distorsioni di un livello MINIMO DI PREZZO eccesso di offerta spreco di risorse razionamento inefficiente dei produttori mercato nero qualità inefficientemente alta perdita secca Pmin QS QD P Q PE QE S D eccesso di offerta imprese “inefficienti”
tempo ozio lavoro utilità disutilità Applicazione 1: il livelli minimi di salario sono una buona notizia per i lavoratori? tempo Pmin QS QD P Q PE QE S D perdita secca Mercato illegale ozio lavoro utilità disutilità lavoratori “pigri” Se il salario compensa la disutilità il lavoratore massimizza il benessere lavorando, altrimenti massimizza il proprio benessere preferendo la disoccupazione Posti di lavoro disponibili Disoccupazione involontaria
I controlli sulla quantità: le QUOTE mercato delle corse mercato delle licenze LIMITE DI QUOTA La massima quantità di un bene che può essere legalmente scambiata nel mercato (sistema delle LICENZE). PE S D P:corsa Q:taxi QE QD Pofferta 4 Pdomanda 6 Rendita della quota RENDITA DELLA QUOTA La differenza tra il prezzo di domanda e il prezzo di offerta (6-4=2 euro) è il prezzo d’affitto della licenza.
LE IMPOSTE Quando il governo decide di tassare un mercato, sopporta l’onere chi produce o chi acquista? Il governo ha il potere di decidere la quota di tassazione che ricade sui produttori e la quota di tassazione che ricade sui consumatori? Aliquota (t) E’ il prelievo dovuto alla PA per ogni unità di bene scambiata sul mercato Gettito d’imposta (T=t x Q) E’ l’importo complessivo che entra nelle casse della PA a seguito Incidenza d’imposta Si riferisce al modo cui cui il mercato alloca l’onere dell’imposta tra consumatori e produttori
Gli effetti di un’imposta sui produttori La quota di t pagata dai consumatori Per ogni unità di bene venduto i produttori devono versare una quota t alla PA. I produttori si difendono scaricando l’onere della tassa su prezzi più alti di t (l’offerta si sposta verso l’alto di t ) E1 S1 t PD Q1 P Q PE QE S0 D E0 t Nel nuovo equilibrio E1 la quantità scende a Q1 e il prezzo aumenta a PD. La tassa deprime l’attività di mercato e i consumatori pagano un prezzo più elevato, ma non dell’intera aliquota PS La quota di t pagata dai produttori Il prezzo, al netto della tassa, che ottengono i produttori è PD – t = PS
Gli effetti di un’imposta sui consumatori PD La quota di t pagata dai consumatori Per ogni unità di bene venduto i consumatori devono versare una quota t alla PA. I consumatori si difendono scaricando l’onere della tassa su prezzi più bassi di t (la domanda si sposta verso l’alto di t ) PE S t P Q QE E0 S1 D0 Nel nuovo equilibrio E1 la quantità scende a Q1 e il prezzo diminuisce a PS. La tassa deprime l’attività di mercato e i consumatori pagano un prezzo più basso, ma non dell’intera aliquota. GLI EFFETTI SONO GLI STESSI DI QUELLI OSSERVATI QUANDO LA TASSA GRAVA SUI PRODUTTORI! t E1 D1 Q1 PS t La quota di t pagata dai produttori Il prezzo, al netto della tassa, che pagano i consumatori è PS + t = PD
Gli effetti di un’imposta sul MERCATO Q QE E0 S1 D D1 prezzo pagato dai consumatori prezzo ottenuto dai produttori incidenza d’imposta PD PS Q1 aliquota S perdita secca gettito PE
Chi sopporta l’onere di un’imposta? Q QE S D P Q PE QE S D t PD PS t PD PS PE L’imposta grava maggiormente sul lato più rigido del mercato!!
Applicazione 1: Se è vero che una tassa colpisce sia i consumatori che i venditori, perché lo stato tassa le sigarette? (rispondete commentando un grafico) Poiché la domanda è relativamente più rigida dell’offerta, la quota di gettito generata dalla perdita di surplus del venditore (lo stato) è più che compensata dal gettito generato dal lato della domanda, cosicché il venditore riesce a ottenere un vantaggio netto. Applicazione 2: L’evidenza empirica suggerisce che l’offerta di lavoro non specializzato sia sostanzialmente rigida. Commentate il dibattito su chi realmente gravano i contributi previdenziali. Negli USA, ad esempio, tali contributi sono per metà a carico del lavoratore e per metà a carico dell’impresa. (rispondete commentando un grafico) In realtà gli effetti reali dell’imposta non dipendono da chi nominalmente la paga. Quindi dividere l’onere a metà tra lavoratori e imprese è fittizio. Anzi, dato che l’offerta è relativamente più rigida della domanda, è probabile che l’onere fiscale dei contributi previdenziali gravi in misura maggiore sui lavoratori.
Applicazione 3: Nel 1990 il Congresso degli Stati Uniti introdusse una nuova imposta sui beni di lusso. L’obbiettivo era quello di aumentare il prelievo gravando sui soggetti più ricchi, evitando di colpire le classi medie e a basso reddito. I risultati furono però assai diversi da quelli attesi, e nel 1993 la tassa venne abolita. Considerate gli effetti della tassa sul mercato delle imbarcazioni. (rispondete commentando un grafico) I beni di lusso hanno domanda elastica. Tassare il mercato delle imbarcazioni significa pertanto colpire in misura maggiore non i compratori, ma le imprese. A seguito della minore redditività, le imprese dei cantieri della Florida reagirono licenziando e/o abbassando i salari dei lavoratori. Nella realtà dei fatti, le vendite di yacht di lusso diminuirono del 71%, con una conseguente diminuzione di occupazione del settore pari al 25%! Applicazione 4: Milton Friedman ha dichiarato che”la meno peggio di tutte le tasse possibili è una tassa sulla proprietà calcolata sul valore delle terre incolte”. Perché per un economista ultra liberista come MF sarebbe auspicabile tassare le terre incolte? L’offerta è perfettamente rigida e quindi sotto il profilo dell’efficienza la tassa non crea alcuna perdita secca, cioè ogni euro di tassazione esattamente equivale a un euro in uscita dai bilanci dei proprietari terrieri. Tuttavia, la tassa non deve distorcere gli incentivi di quei proprietari che fanno un uso produttivo della terra, investendo risorse per migliorarne produttività, quindi la tassa dovrebbe colpire solo le terre incolte.
Nel 1980 il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Reagan fece della diminuzione delle tasse un elemento chiave della sua campagna. Egli affermava che non solo minori tasse avrebbero stimolato l’attività economica, ma anche che sarebbe aumentato il gettito. Il successo di tale argomentazione ispirò altre campagne elettorali nei decenni successivi … La curva di Laffer: come varia il gettito e la perdita secca al variare dell’aliquota S P Q QE D perdita secca g e t t i t o perdita secca perdita secca g e t t i t o g e t t i t o
t:aliquota T: gettito t:aliquota perdita secca Tmax t* curva di Laffer