Il regno d’Inghilterra La conquista del regno d'Inghilterra, avvenne grazie alla spedizione organizzata nel 1066 da Guglielmo, duca di Normandia. La flotta normanna attraversò il canale della manica e il 14 ottobre del 1066,Guglielmo vinse contro il capo sassone, Aroldo, nella battaglia di Hastings. Guglielmo fu proclamato re d’Inghilterra e nominato » il conquistatore ». Realizzò un nuovo stato, introducendo il regime vassallatico : -Distribuì le terre ai signori normanni. -Ridusse i contadini liberi in schiavitù. -Rafforzò il potere centrale e l’autorità regia.
Il Domesday book Consisteva in un registro dove venivano registrate persone e beni, risultato di un minuzioso censimento dei terreni e delle ricchezze del paese. Documento e testimonianza importante per gli storici.
Enrico I e lo Scacchiere Durante il regno di Enrico I, successore di Guglielmo, decise si rafforzare l’autorità regia e il potere centrale. Cominciò a funzionare «LO SCACCHIERE", un ufficio di corte deputato a gestire e controllare le entrate del regno, ponendo le basi di un’amministrazione centrale. Alla morte di Enrico I, i grandi baroni estesero i loro possessi e privilegi, determinando un periodo di anarchia.
I re d'Inghilterra e i duchi di Normandia I re normanni inglesi non rinunciarono al titolo di duchi di Normandia e nemmeno al controllo dei vasti possedimenti nella Francia, fino a diventare pericolosi per l’autorità e il prestigio. Così ci furono degli scontri politico-militari, a anche forti innovazioni dal lato culturale: La classe dirigente venne sostituita dai consiglieri normanni. Gli strati superiori presero costumi e usanze francesi. Il latino sostituì il sassone come lingua ufficiale.
Plantageneti Dalla seconda metà del XII e tutto il XIII sec. Nacque una nuova dinastia, « I PLANTAGENETI» con l’inconorazione di Enrico II nel Riuscì a garantire all'Inghilterra un lungo periodo di pace interna e instituì: -Il giudice itinerante, ovvero esercitava la giustizia con criteri unitari, permettendo così al potere centrale di entrare in contatto con le consuetudini delle giuridiche locali che si tramandavano, furono tutte rielaborate e riportate nel common law, il diritto comune inglese. -Nel 1178 istituì «la Curia Regis»,un tribunale permanente a Londra, che amministrava la giustizia e assisteva il sovrano in ambito legislativo, esecutivo e giudiziario. -Piegò i baroni al suo potere a aggiunse all’amministrazione regia funzionari di origine non nobile. -Utilizzo per la prima volta il termine «Parlamento» per indicare il Gran Consiglio, cosicche i nobili e gli ecclesiastici collaborarono con il sovrano formando una comunità.
I successori I successori di Enrico II, suoi figli, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni incontrarono forti resistenze interne. Riccardo non fu molto presente, poiché molto legato alla Francia e partì nella spedizione della prima crociata, alla sua morte prese il posto di re d’Inghilterra, suo fratello Giovanni, non amato dal popolo. Il quale fu sconfitto a Bounvines dal re di Francia Filippo Augusto, che lo privò di quasi tutti i possedimenti francesi, a parte la regione di Bordeaux. Giovanni fu costretto dai baroni e dalla più alta carica della chiesa a firmare un documento, «LA MAGNA CHARTA LIBERATUM».
La Magna Charta Liberatum Era un documento con il quale si elargivano importanti concessioni a tutti gli uomini del regno. Erano indicati privilegi e libertà dei nobili, delle città e della chiesa che il re fu costretto a riconoscere limitando i poteri della corona. Alcune furono di straordinaria importanza come: La norma per l’approvazione del Magna Conciulium, assemblea dei maggiori signori del regno.
Il Regno di Francia Nel medioevo i sovrani europei erano circondati da tantissimi vassalli, che andavano di padre e in figlio con feudi di solito ricevuti in beneficio. L’estensione di questi feudi superavano quelli del re, quindi costituivano un pericolo per il controllo, poiché duchi e conti francesi oltre a quelli inglesi, per la loro ricchezza e i loro privilegi minacciavano di non dare più obbedienza al re. I CAPETINGI, ovvero la nuova dinastia che regnò ininterrottamente la Francia prese il nome da Ugo Capeto ( ). I re capetingi iniziarono a incoronare i suoi successori quando erano ancora in vita, ribadendo il carattere unitario del titolo regale.
Filippo Augusto,Luigi IX e Filippo il Bello Tra il XII e XIII, grazie a queste figure di spicco, la monarchia francese raggiunse il suo massimo prestigio. Consolidarono le istituzioni regie che gestissero la giustizia e le risorse finanziarie rafforzando la centralità del ruolo del re. Fu Filippo Augusto a non incoronare il figlio ancora da vivo, segno tangibile della forza e sicurezza del sovrano. Esaltava l’idea di un’unica comunità francese, che venne fuori con Luigi XII che stabilizzò i confini e riorganizzò l’estensione del regno. Con Filippo il Bello, la figura del re venne ulteriormente rafforzata, si affermava che il monarca, tale per diritto divino, era considerato l’incarnazione simbolica del potere pubblico, vicino al popolo. Per questo ebbe vari conflitti con papa Bonifacio VIII, che difendeva l’autorità assoluta della chiesa. Il vero conflitto avvenne nel 1303 e si concluse la vittoria di Filippo, con questo anche le incertezze sul potere della chiesa e i presupposti teocratici.
L’Italia di Federico II All’inizio dell’XI sec. l’Italia meridionale era frammentata: - I bizantini controllavano la Puglia, la Calabria e parte della Basilicata. - I longobardi insediavano i principati di Benevento, Salerno e Capua. - Gli arabi occupavano la Sicilia. - Alcune città della Campania: Amalfi, Gaeta e Napoli erano indipendenti e si autogovernavano. I normanni sbarcarono al sud come mercenari, riuscendo a installarsi nel territorio e in cambio dei loro servigi non chiedevano solo denaro, ma feudi e contee. La prima contea fu Aversa, poi Melfi ottenuta da Guglielmo d’Altavilla. Suo fratello Roberto conquistò le città della Puglia, Calabria e Campania, ricevendo il titolo di duca di Puglia e Calabria. Ruggero conquistò la Sicilia e unificò il sud d’Italia, diventando re di Sicilia, con capitale Palermo.
Federico II re di Svevia obbedienza. Per finanziare le spese crescenti instituì un sistema di imposte, creando monopoli regi su beni di prima necessità e inasprì le tasse. Introdusse «La Costituzione di Melfi», un codice di leggi ispirato al diritto romano e alla legislazione normanna, dove veniva ribadita la superiorità del sovrano rispetto a tutti i poteri. Ce proclamare imperatore d’Italia. Rimase in Germania per anni, e al suo ritorno in Sicilia dovette rafforzare il potere monarchico e ricondurre i baroni all’obbedienza. Per finanziare le spese crescenti instituì un sistema di imposte, creando monopoli regi su beni di prima necessità e inasprì le tasse. Introdusse «La Costituzione di Melfi», un codice di leggi ispirato al diritto romano e alla legislazione normanna, dove veniva ribadita la superiorità del sovrano rispetto a tutti i poteri.
L’impero contro il papato I rapporti con il papato erano da tempo conflittuali. Federico II aveva promesso di indurre una nuova crociata,se fosse salito al potere, ma impegnato a riorganizzare il potere monarchico in Sicilia non riuscì a indirla e papa Gregorio IX lo scomunicò. Allora Federico II andò in Terrasanta a contrattare diplomaticamente con il sultano e riuscì a trovare un accordo per la continuità delle visite dei cristiani. Il papa si adirò con lui, così mandò delle truppe che Federico II sconfisse facilmente e Gregorio IX fu costretto a firmare la pace e revocare la scomunica.
L’impero e i comuni Al conflitto tra impero e papato si intromisero pure i comuni, che appoggiarono il papa, poiché si sentivano minacciati dalla politica di Federico. Venne instituita la Lega Lombarda, appoggiata dal papa, mentre alcuni comuni invece si schierarono al fianco di Federico II. Inizialmente Federico II approfittò del fatto che i comuni si fossero indeboliti, per le loro lotte interne e territoriali, così dilagò la lotta tra guelfi (sostenitori del papa),contro ghibellini (sostenitori dell’imperatore), dove ebbe la meglio Federico II, sconfiggendo la Lega a Cortenuova (1239). Gregorio IX reagì scomunicandolo di nuovo e lo dichiarò decaduto al consiglio indetto a Lione dal nuovo papa Innocenzo IV ( ) I nemici di Federico II aumentarono notevolmente e i suoi eserciti si indebolirono, rendendo la situazione critica. Nel 1250 morì improvvisamente.
Arrivo Angiolini e la guerra di Vespri Nel 1258, fu proclamato re d’Italia Manfredi, figlio naturale di Federico II, che si mise subito a capo dei ghibellini e sconfisse i guelfi. Firenze guidava i guelfi, mentre Pisa e Siena i ghibellini. Manfredi per rafforzare il suo potere diede in sposa sua figlia a Pietro III d’Aragonia, stringendo alleanze con Genova e Venezia. Mentre Urbano IV chiamò Carlo d’Angiò, fratello di Luigi IX, cui gli offrì il regno di Sicilia. Manfredi venne ucciso, come il suo predecessore Corradino, terminando così l’Italia Meridionale sotto dominazione Svevia e iniziando quella Angioina. L’inasprimento della pressione fiscale e i privilegi concessi ai nobili francesi, accese una forte tensione a Palermo, che scoppiò nel 1282, con la rivolta popolare di Vespri, con il pretesto di un gesto irrispettoso di un nobile francese nei confronti di una donna palermitana, anche se tutta una falsa. Tutto questo per offrire la corona a Pietro d’Aragonia. Tutta l’isola fu coinvolta nel conflitto tra Angioini e Aragonesi, che si concluse nel 1302 con la pace di Caltabellotta, che divise il meridione in: - Agli Angioini Napoli e le regioni continentali - Agli Aragonesi la Sicilia
FINE GLI ALUNNI DELLA 3ª D: BADIANI ELEONORA MARTELLI CRISTIANO PAGLIUCA GIULIA