Rosaria Giaconia. Biografia. Rosaria Giaconia nacque a Marsala il 24 Dicembre 1830 da Nicolò Giaconia e da Camilla MacDonald. La famiglia Giaconia giunse.

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Transcript della presentazione:

Rosaria Giaconia

Biografia. Rosaria Giaconia nacque a Marsala il 24 Dicembre 1830 da Nicolò Giaconia e da Camilla MacDonald. La famiglia Giaconia giunse a Marsala nel XVIII secolo. Dal matrimonio di Nicolò e Camilla nacquero anche Cristoforo (1827 – 1874) e Raimondo (1834 – 1837). Nella famiglia Giaconia ci furono molti medici, alcuni dei quali furono Direttori dell’Ospedale di Marsala. Cristoforo era socio dell’Accademia Lilybetana di Scienze Lettere e Arti, nella quale, a soli 23 anni, venne ammessa anche Rosaria, socia onoraria per gli alti meriti che si era conquistata nel campo della poesia. La sua vita fu costellata da numerosi e dolorosi lutti: i suoi genitori morirono a distanza di un mese l’uno dall’altra quando lei aveva nove anni; all’età di tre anni morì il fratello Raimondo; morì giovane anche il fratello Cristoforo; morirono due delle sue nipoti e lo zio, che aveva cresciuto lei e il fratello dopo la morte dei genitori. Ebbe una corrispondenza con Mario Rapisardi e fu amica di Sebastiano Cammareri Scurti. L’amore che provò per Eliodoro Lombardi rimase per sempre immutato, ma egli, pur sposandosi due volte, le preferì altre donne. Per fortuna, a sorreggerla durante la sua vita, ci furono la fede, l’amore per la natura e la poesia che impedirono alla sua anima di inaridire. La sua vita si concluse il 6 Agosto 1912.

Prefazione ai sonetti. Rosaria è la poetessa del sonetto, le sue cento composizioni infatti consistono in due sonetti doppi e novantotto sonetti. La sua rima è perfetta e la sua poesia è ricca di effetti fonici e musicali. Le scelte lessicali sono raffinate ed accurate; la lingua non è mai artificiosa, libresca o accademica e le parole vengono ricercate dalla poetessa solo per nobilitare le sue riflessioni, le sue confessioni, i suoi stati d’animo. La lingua poetica in cui la Giaconia scrive non è sterile e non è un fossile del passato. La sua poesia cessa di essere imitazione di modelli precostituiti e torna ad essere libera espressione del suo mondo interiore. I contenuti delle poesie sono vecchi e nuovi nello stesso tempo; le sue rime risultano attuali, fresche, piacevoli perché nate dal cuore di un’anima nobile che affida alla poesia i suoi sentimenti e i suoi nobili ideali presentati sempre con sobrietà ed eleganza e con una dolcezza e una sensibilità tutta femminile. Rosaria affidò alla poesia i suoi sentimenti, la sua anima, se stessa e la poesia la salvò dalla disperazione.

La studiosa marsalese Francesca La Grutta, in seguito a numerose ricerche da lei effettuate, è stata in grado di ricostruire la storia della poetessa Rosaria Giaconia e raccogliere all’interno del suo libro “Cento sonetti – Storia di una vita” tutti i componimenti ritrovati.

IL FIOR CHE ELIODORO LOMBARDI PORTAVA ALL’OCCHIELLO O fiore prediletto del mio vate, come l’anima sua candida e bella, dentro del suo leggiadro giardinello sorgevi un dì tra l’aure profumate. Con le sue dita bianche, delicate, al primiero splendor del dì novello Ti spiccava dal verde ramoscello, delibando le tue foglie odorate. Or cresci, ahimè! sulla sua fossa, nel sacro cimitero dell’Oreto ove dormono in pace le sue ossa e dei tetri cipressi al mesto lezzo, in quel recinto taciturno e cheto, mestamente diffondi il grato olezzo.

DOMESTICHE SVENTURE Oh quante volte e quante ho maledetto il funesto retaggio a me lasciato dallo zio che mi amò con vivo affetto e con uguale ardor da me fu amato. Cagione di contese ognor mi è stato, di guai, di ambascie che nascondo in petto, oh! quante amare lacrime ho versato in questo mio deserto antico tetto! Felice quei che vive al lavoro, ha l’animo tranquillo e il corpo sano, il cielo frugale gli dà ristoro. Ma è vil chi vive inerte ed ozioso coi beni avuti nel consorzio umano, val più di lui l’artefice operoso.

AL FONOGRAFO O stupendo, mirifico strumento, da un figlio dell’America inventato, dentro di te s’imprime ogni concento e poi vi esce un accordo armonizzato. Oh! Se in te si scolpisse il grato accento e la voce di un angelo adorato! l’ascolterei, rapita ogni momento con l’animo commosso, inebriato. Se gli occhi azzurri, come il ciel sereno, veder non mi è concesso, il caro viso, udir potessi la sua voce almeno! Dal fonografo uscito ogni suo detto, dolce qual melodia di Paradiso, l’eco ne sentirei dentro il mio petto.

PER I CADUTI DI DOGALI Figli d’Italia, intrepidi soldati che per l’onor dell’itala bandiera lungi dai patrii lidi sospirati, caduti in terra barbara e straniera, tributi di dolor,lode sincera si renda a voi che vinti ed umiliati foste dalla selvaggia avversa schiera, ma nei liberi cuor,giammai prostrati. No! Viltà non conosce l’italo figlio Col pensier rivolto al patrio nido Sfida il nemico e affronta ogni periglio, caduti con magnanimo coraggio dal profondo del cuor levando un grido: meglio la morte che il crudel servaggio.

CHI SONO? Gloria del suolo natio, Saffo novella, mi chiamano Ruggero e Gioacchino ma non ho di costei l’estro divino ch’era del greco ciel, fulgida stella. E’ spenta in me del genio la fiammella, col pie’ mal fermo i tardi anni trascino, sono giunchiglia nata sullo spino cresciuta nella mia romita cella. M’allevia il duolo e mi conforta un poco, l’imago del compianto Eliodoro, appesa alla parete ov’è il mio letto. Ei mi accendeva il cuor di sacro fuoco, fu l’unico mio bene, il mio tesoro, il cui nome scolpito è nel mio petto.

IN MORTE DI ELIODORO LOMBARDI Spento per me non sei, ma vivi ancora: vivi dentro il mio cuor, Lilibe Vate, nel fervido pensier ti veggo ancora qual ti vidi io nella più fresca etate. Miro il tuo volto che la rosa infiora, le lunghe chiome bionde inanellate, la magica pupilla che innamora, cerulea come l’onde interminate! Dentro il mio petto Amor pinse e scolpio il tuo leggiadro angelico sembiante e il chiaro nome che non teme oblio. Oh potessi innalzarlo fino all’etra! Ma l’acuto dolor le corde ha infrante della mia flebile dolente cetra.

La nostra proposta è quella di dedicare l’aula magna del liceo Pascasino a Rosaria Giaconia, poetessa di grande personalità che è motivo di orgoglio per le donne e la città di Marsala.

Questo progetto è stato realizzato da: Marta Occhipinti, Alessia Petruzzellis, Marzia Occhipinti, Martina Greco. Liceo Linguistico Pascasino, II I.