BOTANICA LA RADICE.

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Autore della presentazione: Mattia Belotti 1’B 30/05/16
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Transcript della presentazione:

BOTANICA LA RADICE

La radice è un organo molto importante per la pianta La radice è un organo molto importante per la pianta. Serve alla pianta per restare attaccata alla terra e per assorbire, cioè prendere, dal terreno, le sostanze (acqua e sali minerali) per nutrirsi.

La radice è formata da diverse parti La radice è formata da diverse parti. Ci sono varie zone, da quella del colletto, che è quella più vicina al fusto, alla zona della cuffia radicale o pileoriza, che è quella più in basso e si sviluppa nel terreno. La cuffia è fatta da cellule che si rovinano spesso e devono essere sostituite molte volte. Queste cellule sono prodotte da un tessuto che si chiama meristema apicale. Esso si trova tra la cuffia e la zona di allungamento. Quest’ultima si chiama così perché avviene la moltiplicazione delle cellule del meristema apicale, che permette l’allungamento della radice.

Sopra questa zona c’è quella dei peli radicali, che è la parte più importante della radice. Questi peli sono moltissimi e aumentato i punti di contatto della pianta con il terreno. Così riesce ad avere più nutrimento. Il colletto invece ha solo la funzione di tenere la pianta attaccata al terreno. Se analizziamo l’area dei peli radicali, dalla parte più esterna a quella più interna, possiamo vedere tre zone: epidermide, corteccia e cilindro centrale. L’ epidermide è costituita da un solo strato di cellule. Da alcune di esse partono i peli radicali, che possono essere lunghi fino a 10 mm.

TIPI DI RADICE Ci sono due tipi di radice: radice a fittone radice fascicolata La radice a fittone è fatta da una radice principale molto grande, da cui partono tanti piccole ramificazioni. Un esempio di questo tipo di radice è la carota. Invece la radice fascicolata ha tante radici più o meno uguali tra di loro, che si sviluppano in tutte le direzioni.

FUNZIONI DELLA RADICE Assorbimento: di acqua e sali minerali in essa disciolti assicurando un continuo approvvigionamento idrico necessario alla crescita e sopravvivenza della pianta. · Ancoraggio: sostiene e mantiene la pianta attaccata al terreno · Riserva : è il principale organo di riserva della pianta in quanto è formata soprattutto da parenchime di riserva · Produzione di ormoni

ALTRE FUNZIONI DELLA RADICE TRATTENIMENTO DEI PENDII CONTRIBUTO AL MIGLIORAMENTO DELLA STRUTTURA DEL TERRENO EFFETTO DISINQUINANTE NEI CONFRONTI DELLE ACQUE

ASSORBIMENTO DELLA SOLUZIONE CIRCOLANTE L’ASSORBIMENTO DELL’ACQUA E DEI SALI MINERALI AVVIENE ATTRAVERSO LA PARETE CELLULARE E LA MEMBRANA CELLULARE

La linfa grezza dal pelo radicale attraversa le cellule dell'epidermide e quelle della corteccia fino a raggiungere i vasi legnosi. Attraverso i vasi legnosi la linfa sale in alto lungo le radici e il fusto fino alle foglie (la pianta riesce quindi a vincere la forza di gravità "pompando" i liquidi verso l'alto). La maggior parte dell'acqua viene eliminata con la traspirazione, delle foglie. 

METAMORFOSI DELLE RADICI A SECONDA DELL’AMBIENTE E DALLE FUNZIONI CHE SVOLGONO LE RADICI SUBISCONO DELLE TRASFORMAZIONI CHE HANNO LA CARATTERISTICA DI VERE E PROPRIE METAMORFOSI

Tra le metamorfosi delle radici ricordiamo le radici aeree ,rampicanti ,avventizie

Il fusto

Il fusto è l’organo di sostegno delle piante e stabilisce il collegamento tra foglie e radici. In fase giovanile può svolgere attività fotosintetica, anche se a livelli più bassi rispetto alle foglie. Il fusto è deputato anche al trasporto attraverso il sistema conduttore di questo organo che è connesso con quello degli altri organi.

Le sostanze assorbite dal terreno (acqua e nutrienti minerali) sono trasportate, via xilema, dalla radice al fusto e da questo alle foglie, mentre i prodotti della fotosintesi sono condotti, attraverso il floema, dalle foglie al fusto e da questo a tutti gli altri organi della pianta.

STRUTTURA DEL FUSTO

Il fusto ha caratteristiche e dimensioni che possono variare a seconda del tipo di piante. Però la sua struttura è più o meno sempre la stessa: lo strato più esterno è l’epidermide; sotto c’è la corteccia e nella parte interna si trova il midollo, fatto di cellule parenchimatiche, il floema e lo xilema.

La crescita del fusto avviene grazie a tessuti meristematici: il fellogeno, che si trova sotto l’epidermide il cambio, che si trova tra xilema e floema L’apice vegetativo dà origine al corpo primario del fusto, grazie all’attività meristematica di una o più cellule iniziali.

CONSISTENZA DEL FUSTO Fusti erbacei Stelo: è caratteristico delle erbe, porta foglie e fiori. Culmo: è un fusto generalmente cavo per la mancanza di midollo, ma molto resistente perché provvisto di fibre e pareti mineralizzate. A livello dei nodi invece è pieno. Scapo: fusto che porta uno o più fiori, senza foglie e rami. Acaule :fusto molto corto con internodo minimoricoperto di foglie

Con il termine "germoglio" ci si riferisce al sistema di organi comprendente fusto, rami, foglie e gemme apicali e ascellari; esso rappresenta, nella generalità dei casi, la porzione aerea della pianta.

Le foglie si inseriscono sul fusto al livello dei nodi; le regioni comprese tra un nodo e quello successivo sono definite internodi. La distanza tra i nodi aumenta al progredire della distanza dall’apice vegetativo, fino a raggiungere un valore massimo che tende, poi, a mantenersi costante.

Le regioni del fusto localizzate al di sopra delle inserzioni fogliari sono dette ascelle fogliari; in corrispondenza di tali regioni si trovano le gemme laterali (o ascellari), strutture simili alla gemma apicale, da cui traggono origine i rami laterali.

FORMA DEL FUSTO

I rami laterali presentano sviluppo, morfologia e anatomia del tutto simili a quelli del fusto. Questo tipo di ramificazione è detto monopodiale e da origine alle chiome delle conifere e, tra le angiosperme, a quelle delle querce, dell’acero e del frassino.

In altre piante il fusto principale arresta presto il suo accrescimento e prendono a svilupparsi i rami di primo ordine, finché anche questi ultimi arrestano il loro sviluppo e iniziano a svilupparsi quelli di secondo ordine e così di seguito. Questo tipo di ramificazione è detta simpodiale e da origine a chiome come quelle del tiglio, dell’olmo e del carpino e in molte piante erbacee.

Tiglio

Modificazioni del fusto Le modificazioni del fusto possono interessare la parte epigea (fuori dal terreno) e la parte ipogea( sotto il terreno)

MODIFICAZIONI DEL FUSTO EPIGEE difesa da animali erbivori: rami trasformati in aculei, con una grande abbondanza di tessuti meccanici; in alcuni casi (es. rosa) vengono prodotte protuberanze dalla corteccia del fusto, dette emergenze (distingubili dagli aculei in quanto in sezione trasversale non presentano la struttura tipica del fusto e perchè si staccano facilmente); riserva acqua: le piante a fusto succulento sviluppano un abbondantissimo parenchima acquifero (es. Cactaceae). Anche in queste piante, spesso con foglie ridotte o trasformate in spine o mancanti sostegno: in alcune piante, dette rampicanti, con fusti e rami deboli, si sviluppa la capacità del fusto (detto allora fusto rampicante) e/o dei rami (detti allora viticci) di avvolgersi attorno a sostegni esterni;

Modificazioni del fusto ipogee Rizoma: ricorda nell’aspetto una radice, ma è un fusto ipogeo, ispessito e carnoso per accumulo di sostanze di riserva, che si sviluppa solitamente in orizzontale appena sotto la superficie del terreno. È provvisto di nodi molto ravvicinati, da cui si dipartono foglie e gemme verso l’alto e radici avventizie tendenzialmente verso il basso. Grazie a questa struttura molte piante erbacee riescono a sopravvivere nel periodo sfavorevole, inoltre il rizoma è anche un mezzo ottimo di riproduzione vegetativa (da un unico rizoma possono avere origine più piante); anche gli stoloni (es. fragole) sono da considerarsi rizomi; questi perdono la funzione di riserva e assumono solo quella per la riproduzione vegetativa. Tubero: parte terminale di un ramo che interrandosi si dilata per trasformazione del parenchima corticale in abbondante parenchima di riserva amilifero (es. patate). Sulla superficie compaiono "occhi", gemme laterali da cui partono radici avventizie. Un singolo “occhio” è in grado di formare un’intera pianta di patate, quindi di effettuare riproduzione vegetativa. Bulbo: più che un fusto trasformato, il bulbo è una pianta intera trasformata: radici, fusto e in parte le foglie (molto carnose nella loro parte ipogea e dette catafilli) (es. aglio, cipolla, tulipano, giglio, ecc).

tubero rizoma stolone bulbo