PROSPETTIVE PEDAGOGICHE

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PROSPETTIVE PEDAGOGICHE MARITAIN: PROSPETTIVE PEDAGOGICHE nanni.unisal.it

L’ influenza di Maritain

…nel recente passato Nel clima del rinnovamento e di impegno per la ricostruzione mo­rale, civile, economica e politica dell'Italia, uscita dall'esperienza della guer­ra e del fascismo Nella politica culturale e scolastica delle forze politiche «cristianamente orientate» nella seconda metà del ‘900 …oggi Nella post-modernità di fine secolo, della fine degli «ismi» in cui «muore il personalismo ma ritorna la persona» (Ricoeur)? Nella globalizzazione e le sue ambivalenze, nell’emergenza della cultura digitale, nella crisi della democrazia e dei diritti umani… può dire qualcosa? Nella emergenza educativa del futuro dei giovani?... …E dell’educare alla «vita buona» del Vangelo?

… come si mette Maritain rispetto alle novità «pedagogiche» del XXI secolo? .educazione di base e permanente (pr, di, in tutte le condizioni tempi e modi) di vita . Società educante = educatori, agenzie educative/formative, alleanza e patto educativo tra…, educazione che «deve»educarsi . L’evolutività estesa a tutta la vita (non solo nella prima età (per eccellenza evolutiva, ….anche l’adultità e la terza età…) . La novità del Rapporto Delors (=l’educazione un tesoro per il XXI secolo): oltre il sapere, il saper fare, il saper essere, il saper vivere (non solo l’aspetto della formazione intellettuale e delle competenze operative) insieme (collaborativamente, interdisciplinarmente cfr. anche Freire: ci si libera e ci si educa insieme) con gli altri (  il realismo critico, oltre il soggettivismo individualistico di massa, consumistico) . La riconciliazione e il perdono (elaborando il lutto) … per la relazione di coppia (Recalcati) e dei popoli (Mandela) … le virtù civili a sostegno dei diritti umani e il Vangelo per la vita giusta e buona … dal figlio edipico, a al figlio Icaro, al figlio Narciso, al figlio Telemaco  il padre Simbolico fonte di una reciprocità e di liberarsi insieme

premessa letteraria J. MARITAN, Pour une philosophie dell’éducation, Fayard, Paris, 1969, Préface de Marie-Odile Métral, ( = PFE)

Come i diversi scritti maritainiani sull’educazione sono confluiti in PFE? 1. Scritti del primo periodo francese  Préface a F. De Hovre, Essai de Philosophie pédagogique, Bruxelles, Dewitt, 1927, pp. VII-XI (in essa si trova la famosa frase che “ogni pedagogo adora un Dio”; 2. Scritti nati nell’ambiente nord-americano franco-anglofono Education at the Crossroads"‘ (1943), orga­nica trattazione del problema educativo, nel contesto americano della proble­matica sull'educazione e nella prospettiva dei compiti della ricostruzione democratica del dopo guerra. Thomist Views on Education, presentato nel 54° anniversario della « National Society for tbc Study of Education » e pubblicato nel volume Modern Philosophies and Edu­cation, Chicago, University Press, 1955, pp. 57-90. On some typical Aspects of Christian Education (1955) 3. secondo periodo francese  Annexe su Le problème de l'Ecole publique en France, scritto appositamente, nel novembre 1946.

La prima edizione di “Pour une philosophie de l’éducation” (1959) e la second edizione del 1969 Pour une philosophie de l'éducation,Fayard, Paris, 1959, diviso in due parti:  la prima, co­stituita da L'èducation à la croisée des chemins; la seconda, intitolata L'édu­cation de la personne, che riprendeva senza alcuna modifica Thomist Views on Education (Vues thomistes sur l'éducation) e On some typical Aspects of Christian Education (Sur quelques aspects typiques de l'éducation chré­tienne). Il volume si concludeva con l'Annexe. Diventata irreperibile l'edizione del 1959, su invito dell'editore, l'an­ziano filosofo curò una seconda edizione (1969), rivedendo da capo a fondo il testo, eliminando i riferimenti tipicamente americani, apportando aggiustamenti o sviluppi, snellendo il testo da possibili ripetizioni, e in alcune parti aggiornando e modificando le sue precedenti posizioni ". Eliminata la divisione in due parti, il volume risulta suddiviso in sette capitoli (i primi quattro sono i quattro capitoli di L'éducation à la croisée des chemins; gli altri tre corri­spondono ai tre studi prima contenuti in L’éducation de la personne). All'interno dei capitoli, suddivisi in punti, si è aggiunta la divisione in paragrafi per uno snellimento della trattazione.

I giovani I giovani secondo Maritain (fine cap. 3 PFE) - citazione di p. 174 della traduzione italiana di Galeazzi [d’ora in poi citerò tra parentesi quadre]. … «ho scritto per loro» - citazione di p. 175: visione «positiva

. Il ruolo dei giovani dopo la contestazione studentesca  la prefazione a PFE di Marie-Odile Métral, una studentessa della Sorbona che aveva partecipato al movimento studentesco del sessantotto. in Education at the Crossroads del 1943 = problemi suscitati dalla guerra, prospettiva della rico­struzione morale, civile e politica, superare le spire di una «educazione per la morte » nazista o quelle di un'educazione vittima della tecnocrazia occidentale. In PFE del 69 = la problematica educativa suscitata dagli avvenimenti del maggio francese e dalla contesta­zione studentesca.

Nel cap.4 paragrafo 12, intitolato Mai 1968, la contestazione studen­tesca, Vista: «come ambivalente nella sua portata e nel suo significato, segnale di allarme più opportuno che intempestivo ». Gli stu­denti «capaci di una contestazione, questa volta divenuta intelligente, efficace e disposta ad una reale collaborazione» (par. 12) nel paragrafo 11 i giovani che hanno il com­pito e la missione « di fare opera costruttiva, loro devono riscoprire i valori fondamentali, le basi razionali della fede nella verità, le ragioni di vivere di cui la natura umana non può fare a meno [208]».

La persona

«L'uomo è una persona che si possiede per mezzo della intelligenza e della volontà. Egli non esiste soltanto come un essere fisico: c'è in lui un' esistenza più nobile e più ricca: la sovraesistenza spirituale propria della conoscenza e dell' amore. Egli è così, in un certo senso, un tutto, e non soltanto una parte; è un universo a se stesso, un microcosmo, in cui il grande universo intero può essere racchiuso mediante la conoscenza. E mediante l'amore egli può donarsi liberamente ad esseri che sono per lui come degli altri se stesso. Di questa specie di relazioni non esiste alcun equivalente nel mondo fisico[…]. La nozione di personalità implica così quella di totalità e di indipendenza. Dire che un uomo è una persona significa dire che nella profondità del suo essere egli è piuttosto un tutto che una parte, e più indipendente che servo. E’ questo mistero della nostra natura che il pensiero religioso esprime quando dice che la persona umana è fatta ad immagine di Dio. Una persona possiede una dignità assoluta perché è in diretto rapporto col regno dell'essere, della verità, della bontà, della bellezza, con Dio; e solo mediante ciò essa può arrivare alla sua completa perfezione.[…] Bisogna ora notare che la personalità è soltanto uno degli aspetti, o uno dei poli dell’essere umano; l’altro è, in termini aristotelici, l’individualità, la cui radice è la materia. Questo stesso uomo, tutto quest'uomo che è, in un certo senso, una persona o un tutto reso indipendente dalla sua anima spirituale, è anche, in altro senso, un individuo materiale, un frammento di una specie, una particella dell' universo fisico, un semplice punto nell'immensa trama di quelle forze e influenze (d’ordine cosmico, etnico, storico, ecc.) alle cui leggi è sottomesso. La sua umanità stessa è l'umanità di un animale che vive per mezzo dei sensi e dell'istinto come per mezzo della ragione.

[…]. Osserverò ora soltanto che una specie di addestramento animale riguardante le abitudini psico-fisiche, i riflessi condizionati, il senso mnemonico, ecc., ha Indubbiamente la sua parte nell'educazione: esso si riferisce all'individualità materiale, o a ciò che nell'uomo non è specificamente umano. Ma l'educazione non è un allevamento animale. L'educazione dell'uomo è un risveglio umano[…] (Ciò)può e deve cominciare già coi primi passi della educazione».  dal cap.1

e soggettivismo-individualismo non borghese, ma di massa = * Vorrei notare che la stessa definizione di educazione come “risveglio della persona” è alla lettera nel Personalismo di Mounier. * e appena appena evidenzio la categoria aristotelica della materia e forma e della dottrina tomista dell’individuo frutto della «materia quantitate signata» Oggi? > il contributo del Breve trattato sull’esistenza e l’esistente = la persona vivente… ma realtà «fondata» contro il pensiero debole e il nichilismo della massificazione globalizzata e digitale e soggettivismo-individualismo non borghese, ma di massa = l’ancoraggio dell’esistente all’ essere (e prima ancora alla realtà/alterità irriducibile

una EDUCAZIONE integrale… ancora oggi?

*il concetto di «integrale» … collegamento con «Umanesimo integrale»  e persona e bene comune = democrazia (persona, pluralismo, comunitarismo, teismo…)educazione ad hoc * I sette errori (e la gnoseologia/epistemologia «distinguere per unire» e dei gradi del sapere: scienza e saggezza(e mistica) per conoscere l’uomo… Oggi: la rilevanza democratica/diritti umani, dell’educazione liberale per tutti/della carta democratica (cfr. cap.5 di «L’uomo e lo stato» /dell’insegnamento religioso pluralistico

La relazione educativa

il dinamismo relazionale (cap.2) «La naturale attività di colui che apprende, e l'opera di guida di colui che insegna costituiscono entrambe i fattori dinamici dell'educazione, ma l'agente principale, il fattore dinamico primordiale nell'educazione, è il principio vitale immanente al soggetto stesso da educare». E prendendo a prestito l’immagine del medico egli immagina che l’educatore è come colui che offre la medicina  Attivismo cristiano (De Hovre) … Dewey… Mounier..  Dottrina delle 4 cause aristoteliche: c. efficiente /cooperante

le 5 + 1 disposizioni “fondamentali” della persona da «risvegliare» (cap 2) 1) l’amore alla conoscenza della Verità; 2) l’amore del bene e della giustizia (ed anche l'amore delle imprese “eroiche”); 3) la semplicità della vita e l’apertura all’esistenza (al mondo, al tempo, alle cose…), curando che non sia disturbata da chicchessia (famiglia, società, istituzioni sociali…; 4) l’apertura verso il lavoro e il senso del lavoro ben fatto. A riguardo di quest’ultima Maritain afferma espressamente: «Non intendo per questa disposizione lo zelo di lavorar sodo. Parlo di qualche cosa di più profondo e di più umano: un rispetto per il lavoro da fare, un senso di lealtà e di responsabilità nei suoi riguardi… [se non coltivata o guastata] viene a mancare una delle basi essenziali della moralità umana. 5) l’apertura agli altri e al senso di cooperazione, «che in noi è altrettanto naturale e contrastato, quanto la tendenza alla vita sociale e politica» Una sesta, in ordine con «il primato dello spirituale»: l’apertura alla trascendenza?

una metodologia per favorire il dinamismo della vita personale (cap.2) 1) incoraggiare e favorire disposizioni per lo sviluppo nella vita dello spirito; 2) l'attenzione sull'intima profondità della personalità e del suo dinamismo spirituale; 3) preoccuparsi innanzi tutto del di dentro e dell'interiorizzazione 4) unificare, non disperdere; 5) assicurare e nutrire l'interna unità dell'uomo (mani e mente devono lavorare insieme; l'educazione e l'insegnamento debbono, sì, incominciare dall'esperienza, ma per terminare nella ragione); 6) liberare l'intelligenza invece di sovraccaricarla 7) stimolare il conoscere ma anche esercitarsi ad esso. Cfr. «la persona…» ,l’attivismo cristiano.. …influsso di Bergson= evoluzionismo dinamico spiritualistico Oggi: l’autoeducazione anche per adulti e l’educazione permanente

Democrazia, tecnocrazia e cristianesimo

Cap. 4 Sotto il titolo La crise de la civilisation (paragrafo 8,[ pp * delusione per le occasioni mancate dalla democrazia e dalla cultura occidentale, (permangono pregiudizi razzisti, tendenze totalitarie e imperialistiche, metodi e stili simili a quelli nazisti nei servizi se­greti e nelle polizie; manca una filosofia che fondi veramente e giustifi­chi la prassi e le forme democratiche; prevalgono mentalità e atteggia­menti grettamente egoistici, pragmatistici, materialistici, senza ideali, ecc.) Nei paragrafi 9-10, [pp. 115-117[, con il titolo La grande épreuve de l'éducation d'aujourd'hui, rischi/minacce per l'edu­cazione contemporanea secondo = la riduzione dell'uomo ad «uno strumento perfettamente condizionato e perfettamente adeguato ad una società tecnocratica [ p. 202]»; = la perdita della « fede naturale della ragione nella verità [ p.203]»,  repressa e fatta regredire nel subconscio da filosofie erronee  con conseguenza nella vita delle moderne democrazie ad una scissura interna tra ideale e reale. Nb. «Le paysan de la Garonne» è del 1966… qui siamo nel 1969

Epoca che si annunicia «un periodo di anni molto duri, una specie di periodo penitenziale (paragrafo 11 [209]) » per riportare anzitutto «la nostra civiltà … verso una tecnologia realmente al servizio dell’essere umano, e purificata da ogni ambizione tecnocratica (paragrafo 13 [210] » e verso una «democrazia» qui che Maritain vede decisivo il ruolo del cristianesimo. in questo periodo cruciale della storia del mondo» (paragrafo 14 [211].

«E assai significativa l'ansietà con la quale molti non cristiani, e perfi­no atei dichiarati, rivolgono oggi la loro attenzione al cristia­nesimo. Meglio di certi cristiani che si credono al passo con i tempi, essi sentono che il mondo ha bisogno di un cristiane­simo che, lungi dal cercare di rendersi accettabile perdendo la propria fisionomia, sia più che mai fermamente e pienamente se stesso. Essi sentono anche che un nuovo slancio costrutti­vo non è possibile se il cristianesimo non si libera da ogni interferenza parassitaria degli interessi e delle ambizioni delle classi dirigenti che sono moralmente fallite e se la de­mocrazia non si libera da ogni cieca e meschina paura dei valori evangelici. Diciamo che lo spirito cristiano deve puri­ficarsi dai pregiudizi sociali dovuti agli effetti di una sclerosi storica, e deve divenire il fermento vivificatore delle opere temporali della libertà ; e che lo spirito democratico deve li­berarsi dai pregiudizi materialistici dovuti anch'essi agli ef­fetti di una sclerosi storica, e deve ritrovare nella ispirazione evangelica le sue risorse spirituali autentiche.   Possano le nuove generazioni portare al mondo - con un numero sufficiente di cristiani dediti alle opere della intelli­genza e ad un lavoro di approfondimento dottrinale - un nu­mero sufficiente di cristiani che, senza fantasticare intorno ad illusorie escatologie o non so quali punti omega, si impegni­no ad assumere la parte ne ci si attende da essi nello sforzo comune da cui dipende una rinascita della nostra civiltà, e, sotto l'ispirazione dello spirito di Cristo e dei doni della gra­zia, a rendere degni della persona umana e della sua sete di giustizia, di vera autonomia, e di amicizia fraterna i grandi cambiamenti che sopraggiungeranno nell'ordine temporale».