“Vi ha gettato tutto quanto che aveva per vivere”!

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Transcript della presentazione:

“Vi ha gettato tutto quanto che aveva per vivere”! XXXII dom. T.O. - B “Vi ha gettato tutto quanto che aveva per vivere”! Mc 12,38-44

Preghiera iniziale Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni Padre del poveri, vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori. Crea in noi il silenzio per ascoltare e riconoscere la tua Parola. Per riconoscerla negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. Fa’ che comprendiamo che la carità esige sacrificio e non ostentazione. Libera il nostro cuore da ogni interesse nel compiere il bene. Insegnaci la vera gratuità nel donare. Fa’ che il nostro dare non sia solo un gesto esteriore, ma provenga da un concreto amore al prossimo, nel quale ci inviti ad accogliere TE.

Contesto letterario Marco nei cc. 11-12 ha raccolto 5 dispute e 2 episodi che sintetizzano il Ministero di Gesù a Gerusalemme: 11, 27-33 disputa sull’autorità di Gesù; 12,1-12 parabola dei vignaioli omicidi; 12,13-17 disputa sul tributo a Cesare; 12,18-27 disputa sulla risurrezione dei morti; 12,28-34 disputa sul primo comandamento; 12,35-37 disputa sul Cristo figlio (o Signore) di Davide; 12,38-44 la polemica contro gli scribi e l’esempio della vedova.

Il brano è facilmente divisibile in 3 parti : vv. 38-40: La critica di Gesù contro il guadagno degli scribi vv. 41-42: Gesù osserva la gente che mette l'elemosina nel tesoro del Tempio vv. 43-44: Gesù rivela il valore del gesto di una povera vedova

“prendere”... Mc 12, 38-44 a) Chiave di lettura e contesto di : Il brano presenta due modi di vivere l’esperienza religiosa * gli scribi usavano la religione per sfruttare le vedove povere. Gesù critica severamente * la povera vedova dà al Tempio ciò che le era necessario. b) Contesto esistenziale: Forte polemica contro lo stile vanitoso e sfruttatore degli scribi, caratterizzato dal (La vedova ne è vittima)! “prendere”...

Mc 12, * [Gesù nel tempio] 38diceva alla folla nel suo insegnamento: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”. * 41 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. * 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

Chi è lo Scriba? v. 39: “Guardatevi dagli scribi…” Nella tradizione giudaica il modello dello “scriba” è rappresentato da Esdra (V-VI a.C.) esperto della legge mosaica. A partire da Esdra si sviluppa la categoria degli scribi, esperti di legge, in quanto attivi: come esegeti (interpreti) delle Scritture, come insegnanti della tradizione biblica, come giuristi capaci di applicare ai casi concreti le norme legali. Gli scribi erano i teorici della Bibbia, gli esperti della religione, uomini di studio e di ricerca, stimati dal popolo come intellettuali ed esperti.

vv. 38 – 39 Gesù diceva alla folla nel suo * vv. 38 – 39 Gesù diceva alla folla nel suo insegnamento: “… amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti”. La messa in guardia dagli scribi inizia con un senso di ironia. Vengono presentati come esibizionisti. L’insegnamento di Gesù si differenzia da quello degli scribi: è unito ad autorità; egli dice e fa, ovvero realizza quello che dice. Gli scribi, invece, non mettono in pratica quello che insegnano.

v. 40. “Divorano le case delle vedove e * v. 40 “Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave”. “Divorano”… Gesù denuncia un caso di “mala-religione”. Gli scribi dovevano intervenire per difendere i deboli, invece costringono le vedove a vendere quello che hanno per pagarli. Sono irresponsabili perché, pur conoscendo la legge, non la osservano.

vv. 41 - 42 Seduto davanti al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. * Il problema vero che Gesù vuole affrontare è: valgono più i due spiccioli della vedova o le mille monete dei ricchi? * I discepoli pensavano che i problemi della gente potessero essere risolti con molto denaro. In occasione della moltiplicazione dei pani, loro avevano detto a Gesù: "Signore, cosa vuoi che compriamo con duecento denari per dar da mangiare a tutta questa gente?" (Mc 6,37) Per coloro che la pensano così, le due monetine della vedova non servono a nulla. Ma Gesù dice: "Questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri". * Gesù ha criteri diversi. Richiamando l'attenzione dei discepoli sul gesto della vedova, sottolinea l’importanza della condivisione.

ma anche “ciò che serve per vivere”. * vv. 43 - 44 Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. L’insegnamento di Gesù ai discepoli fatto in forma solenne (“Amen” - vi dico) indica loro un particolare che essi mostrano di non conoscere: la vedova ha messo tutto quello che aveva, l’intero suo bìos. VITA, ma anche “ciò che serve per vivere”. Il gesto della donna l’ha messa nella condizione di non avere più i soldi per mangiare: si è tolta il pane di bocca per darlo al tesoro del tempio.

A proposito di elemosina, condivisione, ricchezza A proposito di elemosina, condivisione, ricchezza * (Mt 6,1-4): La pratica di dare elemosina era considerata dai Giudei una "buona opera" "Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese, io ti do questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese" (Dt 15,11). Le elemosine, poste nel tesoro del tempio, sia per il culto, sia per la manutenzione del tempio stesso, sia per i bisognosi, gli orfani o le vedove, erano considerati come un'azione grata a Dio. Dare l'elemosina era un modo di riconoscere che tutti i beni ed i doni appartengono a Dio e che noi siamo solo amministratori di questi doni, in modo che ci sia vita in abbondanza per tutti. A partire dall‘esperienza dell’esodo, il popolo di Israele apprese l'importanza dell'elemosina e della condivisione. La traversata di quaranta anni lungo il deserto fu necessaria per superare lo stile di accumulazione che veniva dal modo di fare del Faraone d'Egitto e che era ben presente nella testa della gente. Per Israele è stato necessario sperimentare la fame nel deserto per imparare che i beni necessari alla vita sono per tutti.

Preghiamo con Mc 12,38-44 Quel giorno, nel Tempio, Gesù, ti sei seduto proprio di fronte al “tesoro”, di fronte al luogo in cui si raccoglievano le offerte destinate alla casa di Dio. Ed osservavi…! Certo, gli spiccioli di poco valore producevano un rumore ben diverso da quello delle grosse monete che solo i ricchi potevano permettersi. Tu non ti lasci distrarre dal suono e dal peso delle monete, né dal taglio delle banconote. Tu guardi a ciò che il dono rappresenta nella vita di ciascuno di noi; perché solo così si misura l’amore: si tratta di un po’ di superfluo o ci si priva addirittura dell’essenziale? Fa’ che anche noi, come la donna del vangelo vinciamo in generosità, dando senza aspettarci nulla, perché in fondo tu sai chi dona con gioia e chi lo fa con rimpianto; chi dà con la mano e chi con il cuore! Tu accetti l’offerta di un cuore generoso e disinteressato perché il vero amore ignora ogni calcolo o misura. Donaci, perciò, un cuore aperto alla condivisione e alla solidarietà…non solo per dare cose o denaro; ma per dare, con cuore aperto, attenzione e disponibilità. Chi ci incontra, Signore, spesso non chiede cose ma accoglienza e cuore disponibile Amen!