Samuel P. Huntington
The Clash of Civilizations? Apparso per la prima volta sulla Rivista Foreign Affairs nell’estate Rivista pubblicata dal Council of Foreign Relations, un importante think tank americano. Publicato per la prima volta come libro,The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order (1996)
Rivoluzione iraniana (1979) Guerra sovietico-afghana ( ) 1° Guerra del Golfo ( ): invasione del Kuwait Dissoluzione della Jugoslavia (1990) Guerra di Croazia ( ) Guerra di Bosnia ( ): croati, bosniaci e serbi
«La tesi di fondo di questo saggio è che la cultura e le identità culturali – che al livello più ampio corrispondono a quelle delle rispettive civiltà – stanno alla base dei processi di coesione, disintegrazione e conflittualità che caratterizzano il mondo post-Guerra fredda» (p. 14) «Il mondo sarà ordinato per civiltà, o non lo sarà affatto» (p. 225)
La Civiltà vs. le Civiltà Etnia e Cultura «Una civiltà rappresenta dunque il più vasto raggruppamento culturale di uomini ed il più ampio livello di identità culturale che l’uomo possa raggiungere dopo quello che distingue gli esseri umani dalle altre specie» (p. 48) «La religione è un basilare elemento caratterizzante delle civiltà» (p. 55)
CiviltàReligioni Occidentale Cristianesimo (Cattolico- Protestante) IslamicaIslamismo (Sciiti, Sunniti) IndùInduismo CinicaConfucianesimo Giapponese - Latino americana- Africana- OrtodossaCristianesimo ortodosso -Buddismo
Gilles Kepel, La revanche de Dieu. Chrétiens, juifs et musulmans à la reconquête du monde, Paris, Le Seuil, Jose Casanova, Public religions in the modern world, Chicago, University of Chicago Press, 1994.
Conflitti di faglia: conflitti «tra stati limitrofi appartenenti a civiltà diverse, tra gruppi di civiltà diverse che vivono all’interno di una stessa nazione, e tra gruppi che, come nel caso dell’esx Unione Sovietica e Jugoslavia, tentano di costruire nuovi stati dalle macerie di quelli vecchi» (p. 304)
«Nel mondo che sta nascendo, i rapporti tra stati e gruppi appartenenti a civiltà diverse non saranno stretti e avranno spesso carattere antagonista. Alcuni di essi tuttavia appaiono potenzialmente più conflittuali di altri. A livello regionale, o microlivello, la linea di faglia più pericolosa sembra quella che separa il mondo islamico dagli stati adiacenti ortodossi, indù, africani e cristiano-occidentali. Al livello generale, o macrolivello, la frattura principale è tra ‘l’Occidente e gli altri’, con i conflitti più intensi destinati a scoppiare tra le società musulmane e asiatiche da un lato e quella Occidentale dall’altro. Gli scontri più pericolosi del futuro nasceranno probabilmente dall’interazione tra l’arroganza occidentale, l’intolleranza islamica e l’intraprendenza sinica» (p.265)