Collodi e «Il Fanfulla» «Il Fanfulla» cominciò le pubblicazioni nel giugno 1870 a Firenze. Dal 1871 la redazione si trasferì a Roma (divenuta capitale)

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Collodi e «Il Fanfulla» «Il Fanfulla» cominciò le pubblicazioni nel giugno 1870 a Firenze. Dal 1871 la redazione si trasferì a Roma (divenuta capitale) e il giornale divenne un quotidiano. Dal 1879 uscì con un importante supplemento letterario domenicale («Il Fanfulla della Domenica») e dal 1881 con un supplemento dedicato interamente all’infanzia, il «Giornale dei Bambini», che usciva il giovedì (giorno di vacanza scolastica). Proprio sul primo numero del «Giornale dei bambini», nel luglio 1881, cominciò ad uscire a puntate Pinocchio.

Una delle proposte di confronto tra Pinocchio e Cuore (Fabio TRONCI, Letteratura senza tempo. Forme e modi per l’educazione dell’immaginario infantile, Firenze, La Nuova Italia 1996) LE AVVENTURE DI PINOCCHIO libro ‘anarchico’ ludico e ironico [con una forte pro-pensione alla parodia] attenzione all’individualità abbraccia le ragioni del bambino azione [toscano] CUORE libro a tesi serio, enfatico, esortativo, retorico e paternalistico attenzione alla collettività ragioni dell’insegnante concentrazione tematica, bozzetto [sabaudo]

Giovanni Nencioni, Agnizioni di lettura, 1967: «Confesso che provai uno schietto godimento quando, già in grigie chiome, mi accorsi – come per illuminazione improvvisa – che un passo di Pinocchio che mi aveva irrelatamente deliziato da piccolo era la trasposizione di uno dei Promessi Sposi». I Promessi Sposi, cap. I Mise [don Abbondio] l'indice e il medio della mano sinistra nel collare, come per raccomodarlo; e, girando le due dita intorno al collo, volgeva intanto la faccia all'indietro, torcendo insieme la bocca, e guardando con la coda dell'occhio, fin dove poteva, se qualcheduno arrivasse; ma non vide nessuno. Diede un'occhiata, al di sopra del muricciolo, ne' campi: nessuno; un'altra più modesta sulla strada dinanzi; nessuno, fuorché i bravi. Le avventure di Pinocchio, cap. I Girò [Mastro Ciliegia] gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guardò sotto il banco, e nessuno; guardò dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guardò nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; aprì l'uscio di bottega per dare un'occhiata anche sulla strada, e nessuno. O dunque?...

Esempi di riprese intertestuali nelle AP [1] Promessi SposiPinocchioper capp. XIV-XVcap. XIIIil topos dell’osteria come luogo d’inganno per eccellenza, dove l’ingenuo viene gabbato (ma è già un topos della novellistica, da Boccaccio a Basile, del romanzo picaresco etc.) cap. XXXIVcap. XVle analogie tra ‘la madre di Cecilia’ e la ‘bambina dai capelli turchini’ (l’affacciarsi alla finestra; l’immagine della bambina morta; il colore di cera; l’aspettare di essere portati via)

Esempi di riprese intertestuali nelle AP [2] Pinocchioperipotesti segnalati cap. XXXIIIIl motivo delle orecchie d’asino il mito di Mida, re di Frigia, eroe di varie storie popolari. Nella fattispecie, le sue orecchie d’asino sarebbero una punizione di Apollo, irritato perché Mida aveva giudicato il canto di Pan superiore a quello del dio (Met. XI) la metamorfosi in asino due romanzi del II sec. d.C., notissimi fin dall’età umanistica e infinite volte tradotti e rimaneggiati: greco = Lucio o l’asino, pseudo-Luciano; latino L’asino d’oro, Apuleio di Madaura

Esempi di riprese intertestuali nelle AP [3] Pinocchioperipotesti segnalati capp. XXXIV-XXXV l’avventura nel ventre del pescecane (balena) l’episodio biblico del profeta Giona, per volere di Dio inghiottito e poi risputato da un’enorme balena, perché portasse la parola del Signore anche ai suoi nemici. Nella Storia vera di Luciano di Samosata, racconto paradossale di un viaggio immaginario, (una specie di anticipazione dei Viaggi di Gulliver), compare una balena dall’enorme ventre, che inghiotte i viaggiatori. Nel IV dei Cinque canti di Ariosto Ruggiero si butta a mare per sfuggire all’incendio della sua nave e viene inghiottito da una balena, nel cui ventre incontra un vecchietto canuto. Nel ventre della balena Alcina tiene eternamente prigionieri i pochi che (come Ruggiero) sono riusciti a sfuggire ai suoi incantesimi.

Pinocchio figura Christi? Sono molto evidenti le analogie tra il personaggio- Pinocchio e la figura di Cristo*: il padre (putativo!) di entrambi è un falegname poverissimo che si chiama Giuseppe; Pinocchio muore (nel cap. XV), dopo aver sopportato lo scherno dei suoi aguzzini e invocando il padre. *Giacomo B IFFI, Contro Maestro Ciligia. Commento teologico a “Le Avventure di Pinocchio”, Milano, Jaka Book 1977.

Pinocchio e ‘Ntoni fratelli? (cfr. Asor Rosa) Io non voglio vivere come un cane alla catena, AP 21 come l’asino di compare Alfio,AP o come un mulo da bindolo, sempre a girar la ruota; AP 36 io non voglio morire di fame in un cantuccio, AP 5-7 o finire in bocca ai pescicani.AP 34-35

Pinocchio e la conversione alla doxa (AP XXXVI e ultimo) – O Pinocchio – gridò la Volpe con voce di piagnisteo – fai un po’ di carità a questi due poveri infermi. – Infermi! – ripeté il Gatto. – Addio, mascherine! – rispose il burattino. – Mi avete ingannato una volta e non mi ripigliate più. – Credilo, Pinocchio, che oggi siamo poveri e disgraziati davvero! – Davvero! – ripeté il Gatto. – Se siete poveri, ve lo meritate. Ricordatevi del proverbio che dice: «I quattrini rubati non fanno mai frutto.» Addio, mascherine! – Abbi compassione di noi!… – Di noi! – Addio, mascherine! Ricordatevi del proverbio che dice: «La farina del diavolo va tutta in crusca.» – Non ci abbandonare!… –… are – ripeté il Gatto. – Addio, mascherine! Ricordatevi del proverbio che dice: «Chi ruba il mantello al suo prossimo, per il solito muore senza camicia.» –