Nella Critica al programma di Gotha (1875) Marx parla della società dell'avvenire il fine della lotta di classe non è l'appropriazione dello Stato borghese,

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Transcript della presentazione:

nella Critica al programma di Gotha (1875) Marx parla della società dell'avvenire il fine della lotta di classe non è l'appropriazione dello Stato borghese, bensí la distruzione delle sue interne articolazioni si tratta di un fine di lungo termine, perché Marx prevedeva tempi lunghi di lotta, in cui il passaggio alla meta finale della società comunista doveva compiersi attraverso la dittatura del proletariato sulla borghesia e l'attuazione del socialismo, che dovevano depurare la mente degli uomini dalla convinzione della ineluttabilità della proprietà privata, del privilegio, del parlamentarismo e cosí via

ma quale organizzazione avrebbe avuto la società comunista? Marx è restio a “prescrivere ricette per l'osteria dell'avvenire”, per non cadere nella prospettiva utopistica le indicazioni che egli offre sono indicazioni di massima: la società futura sarà senza classi, senza divisione del lavoro, e quindi senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo; e senza stato, perché l'organizzazione statale ha senso solo quando è espressione del dominio di una classe sull'altra, e non lo ha quando sono scomparse le classi. si tratta dunque di una società in cui vige l'uguaglianza reale tra gli uomini

“ In una fase piú elevata della società comunista, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto fra lavoro intellettuale e fisico, dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l'angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere: Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni.” (Marx, Critica al programma di Gotha)