Formazione Educatori ACR 12-09-2008
Struttura dell’incontro Essere educatore significa e non… L’educatore e . . . l’altro. Come lavora l’educatore? Le armi dell’educatore
ESSERE educatori NON significa.. Essere colui che organizza giochi o sport Essere un baby-sitter Guadagnarsi con le attività la stima degli altri Fare ciò che si vuole
Ma l’educatore E’… Una persona matura, o che si impegna a diventarlo Stabilisce una relazione affettiva con il ragazzo E’ consapevole che la relazione è ASIMMETRICA Si prende cura complessivamente del ragazzo Corregge e valorizza con attenzione, non con ira Non si pone come chi sa tutto o non ha niente da imparare
Ma l’educatore E’… Propositivo ed accogliente Non smette mai di farsi domande Valuta con attenzione i feedbacks dei ragazzi Colui che sa sedurre i ragazzi Soprattutto un esempio Sa ciò che è flessibile e ciò che è vincolato Costituisce un’identità di gruppo
Ma soprattutto.. L’educatore è colui che si mette a servizio dei ragazzi e di chiunque per servirli, aiutarli nella crescita, e condurli a Gesù, Fonte e Fine del nostro impegno, anzi della nostra vocazione
L’educatore … e l’altro! Prima di tutto se stesso: L’educatore si forma Riconosce i propri errori e si impegna a cambiare Vive secondo lo stile del Vangelo Si informa sull’attualità e sulla vita della Chiesa Conosce ciò che propone E’ felice di ciò che fa, anche nella stanchezza Collabora e si lascia guidare dal parroco
L’educatore … e l’altro! In secondo luogo gli altri educatori: Collaborano e si confrontano Agisce in comunione nella definizione delle strategie educative: Obbiettivi Programmazione Mezzi Ruoli Verifica Hanno in comune prima di tutto la finalità del loro esserci
L’educatore … e l’altro! E infine la famiglia: L’educatore si impegna a conoscere con delicatezza le realtà familiare dei ragazzi Li considera per attività comuni Si impegna a FARSI conoscere da loro Ricorda che la famiglia è sempre al 1° posto
Come lavora l’educatore? (Una serie di brevi flash) non contraddirsi fra educatori davanti ai ragazzi (e se capita … perchè?) essere certi di aver capito bene il da farsi, per non rischiare che ogni educatore proponga cose diverse partecipare attivamente, completamente e secondo le proprie attitudini a tutto: bans, giochi, ascolto, preghiera.... avere sempre presenti gli obiettivi per favorirne il raggiungimento nei ragazzi
Come lavora l’educatore? (Una serie di brevi flash) attenzione ai singoli ragazzi per capirli e richiamarli nel momento giusto o per premiare il positivo evitare privilegi e confronti tra i partecipanti Formare un gruppo aperto interessarsi dei ragazzi anche quando sono assenti, per dimostrare ai genitori che ci stanno a cuore; Salutare i ragazzi anche fuori dal gruppo l’animazione non è il momento per innamorati o innamoramenti
Come lavora l’educatore? (Una serie di brevi flash) favorire il rispetto tra i ragazzi, delle cose e dei luoghi rendere protagonisti i ragazzi e non mettere in mostra il proprio valore parlare a nome della Chiesa rimanere in mezzo ai ragazzi senza appartarsi tra animatori (per questo ci sono momenti adatti) aiutare i ragazzi a fare tutte le attività senza sostituirsi a loro, anche se sarebbe più facile e si risparmierebbe tempo
Come lavora l’educatore? (Una serie di brevi flash) non alzare mai le mani e sgridare solo in situazione di reale necessità, senza ferire ascoltare quello che i ragazzi dicono non tirarsi mai indietro di fronte ad un servizio, ad un impegno, anche se costa fatica ed occorre vincere la vergogna rendersi disponibili anche per i servizi più umili, come la pulizia
Come lavora l’educatore? (Una serie di brevi flash) Ma soprattutto, essere educatori implica PREGARE per i ragazzi che ci sono stati affidati e pregare con i ragazzi. Riconoscere cioè che il Signore ce li ha affidati perché possano conoscerlo, amarlo e sentirsi amati.
Le armi dell’educatore Il Vangelo (e tutta la S.Scrittura) Il catechismo della Chiesa Cattolica La guida dell’educatore Sussidi per giochi e attività Un quaderno fisso Internet, cellulare e TV.. Il quotidiano
E infine… A fare da sfondo a tutto l’umiltà di riconoscersi servi, di chiedere aiuto, di riconoscere i propri errori, di cambiare e di benedire il Signore per tutto ciò che ci ha donato. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8)