NEUROBIOLOGIA DELL’ADDICTION Prof. Arturo Bevilacqua 06 49917624/7868 arturo.bevilacqua@uniroma1.it
Obiettivo della lezione Lo studio delle dipendenze è attualmente il campo più dinamico delle neuroscienze. Scopo di questo incontro è fornirvi: le informazioni di base della neurobiologia e della psicobio-logia per la comprensione della problematica e un quadro teorico necessario a collocare correttamente le informazioni che chi fosse interessato può trovare nella letteratura attuale sulle dipendenze.
Dipendenze e neuroscienze L’ipotesi focale delle neuroscienze attuali è che la dipendenza da sostanze psicoattive e alcuni comportamenti compulsivi, fra i quali le dipendenze sessuali, ma anche la bulimia nervosa, il gioco d’azzardo patologico e le nuove attività permesse dalla nascita di una “vita digitale” (le digital addictions, i.e. dipendenza da internet, dipendenza da cybersex) condividano i processi biologici e psicologici. Le ricerche finora svolte sembrano confermare tale ipotesi.
Caratteristiche cliniche delle dipendenze iniziano generalmente nell’adolescenza e tendono a cronicizzare con remissioni e ricadute; producono un appiattimento comportamentale e sono protratte malgrado le conseguenze negative; producono effetti esperienziali soggettivi (craving, fase incentivante, perdita di controllo); si sviluppano tipicamente con l’intensificazione dei comportamenti; producono tolleranza: producono conseguenze psicofisiche di astinenza; producono comportamenti sostitutivi; producono temi ricorrenti nel relazionarsi con altri (bassa autostima, negazione, conflitti).
Fasi tipiche della dipendenza
Vulnerabilità alle dipendenze Le somiglianze comportamentali delle dipendenze suggeriscono che al di sotto delle stesse vi siano delle caratteristiche condivise nella personalità e/o in altre variabili neurobiologiche e psicobiologiche dei soggetti. Conseguenza 1: vi è comorbilità fra le varie forme di dipendenza, ampiamente verificata fra abuso di sostanze e bulimia, gioco d’azzardo e dipendenza sessuale (nelle due direzioni); fra dipendenza sessuale e bulimia o altri disturbi alimentari. Conseguenza 2: vi è associazione fra varie forme di dipendenza e disturbi affettivi, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, disturbi psicotici. Depressione; ansia; discontrollo degli impulsi.
Vulnerabilità alle dipendenze
Argomenti della lezione Parleremo perciò di dipendenza (addiction) e di processo di dipendenza (addictive process), due concetti che bisogna distinguere. Il processo di dipendenza è sviluppato mediante l’interazione di anomalie in tre sistemi funzionali: motivazione/gratificazione (reward) regolazione affettiva inibizione comportamentale. Di questi sistemi analizzeremo gli aspetti neurobiologici, dopo aver esaminato i concetti di base della dipendenza.
Dipendenza da sostanze Il termine DROGA si riferisce a qualsiasi sostanza, sintetica o naturale, la cui assunzione provoca una modificazione della coscienza, della percezione e dell’umore (Galimberti, 2001). ANALGESICI STUPEFACENTI (oppiacei naturali e sintetici) PSICOSTIMOLANTI/ECCITANTI (cocaina, anfetamine, caffeina, nicotina) ALLUCINOGENI (LSD, psilocibina, cannabis e derivati) IPNOTICI o SEDATIVI (barbiturici, benzodiazepine) INEBRIANTI (alcool) (H. Ey, 1979)
I principali tipi di droghe
Effetti ricercati dal consumatore Produzione di sensazioni piacevoli Riduzione di quelle spiacevoli Diminuzione della tensione e/o dell’ansia Modulazione del tono dell’umore Miglioramento delle interazioni sociali Livello psicofisico Livello psichico Livello sociale
Concetto di rinforzo Le sostanze psicoattive hanno potenti effetti di rinforzo positivo, che inducono facilmente il consumatore ad abusarne e/o a sviluppare dipendenza. Rinforzo positivo: se un comportamento produce stimoli appetitivi, esso diventa più frequente. Le sostanze d’abuso hanno effetti di incentivazione perché attivano meccanismi di rinforzo. Poiché l’atto rinforzato è, come dimostrato da studi su modelli animali, l’ultimo compiuto prima dell’effetto appetitivo, il comportamento ad essere rinforzato dall’abuso di sostanze è la loro l’assunzione. Il rinforzo è potente e immediato ed è un fenomeno conservato tra le specie dipendente dall’apprendimento di comportamenti legati alla sopravvivenza, i comportamenti motivati.
Psicobiologia dei comportamenti motivati Alcuni comportamenti di tutti gli animali sono strettamente legati alla sopravvivenza e sono perciò associati a forme di ricompensa o gratificazione psicofisica: ad es., l’alimentazione, le cure parentali, il sesso. Tali comportamenti hanno due componenti distinte: 1) una preparatoria incentivante (associata all’entrata in azione per l’approccio allo stimolo gratificante), e 2) una consumatoria sedativa (associata a sensazioni di benessere generate dal raggiungimento dell’obiettivo). Ambedue queste componenti inducono stati emotivi positivi e sono necessari per rinforzare i comportamenti interessati e con essi la sopravvivenza.
Meccanismi dell’incentivazione ai comportamenti gratificanti Il benessere psicofisico che un comportamento gratificante procura incentiva il suo apprendimento. Questo processo è sotto il controllo dei neuroni dopaminergici (DA) del sistema mesolimbico, che influenzano l’attivazione sensoriale e motoria, ambedue necessarie alla messa in atto del comportamento nella fase incentivante (ad es., nel caso del cibo, il suo riconoscimento e approccio). Stimoli che producono piacere determinano un aumento dell’attività del circuito dopaminergico mesolimbico, costituito dall’area tegmentale ventrale (VTA) e dal nucleo accumbens. Nella fase consumatoria sono invece coinvolti il sistema serotoninergico e quello degli oppiodi endogeni.
Sistemi dopaminergici - I I principali sistemi o circuiti dopaminergici originano nella substantia nigra e nell’area tegmentale ventrale (VTA) del mesencefalo. Il primo (1) proietta allo striato e controlla la coordinazione dei movimenti volontari. Il secondo (2) proietta a strutture limbiche che comprendono il nucleo accumbens, l’amigdala e l’ippocampo, ed è co-involto nei processi di gratificazione e piacere associati a stimoli ap-petitivi.
Sistemi dopaminergici - II Un terzo sistema (3) proietta dalla VTA alla corteccia frontale ed ha funzioni quali la memoria a breve termine e la pianificazione dei movimenti. Un quarto (4) proietta da neuroni ipotalamici all’ipofisi con- trollando il rilascio di al-cuni ormoni quali la so-matotropina e la pro-lattina (sistema tubero-infundibolare). 3 4
Sistema serotoninergico (5-HT) Il sistema serotoninergico o-rigina dai nuclei del rafe nel tronco dell’encefalo e pro-ietta ai gangli della base, alla amigdala, all’ippocampo e alla corteccia, interagendo con i sistemi dopaminergico e no-radrenergico. La serotonina regola molte funzioni quali il sonno, la veglia, l’umore, la temperatura, l’assunzione di cibo e l’attività sessuale.
Controllo serotoninergico del comportamento Il sistema serotoninergico è strettamente associato agli altri sistemi neurotrasmettitoriali centrali e ne controlla l’attività, spesso con azione tonica, quindi inibitoria.
L’abuso di sostanze come comportamento gratificante Le droghe possono essere considerate come surrogati degli stimoli gratificanti naturali poiché hanno proprietà rinforzanti e motivazionali che attivano comportamenti compulsivi di tipo appetitivo. Esse inducono un aumento del tono dopaminergico mesolimbico con l’attivazione dei comportamenti di approccio e consumo, attraverso meccanismi diretti o indiretti. Alcune droghe (cocaina) aumentano direttamente il tono dopaminergico mesolimbico riproducendo lo stato di euforia e attivazione psicofisica associati allentrata in azione; altre (oppiacei, alcool) inducono direttamente la sedazione, rinforzando la fase consumatoria. In ogni caso tutte le sostanze dabuso inducono, direttamente o indirettamente, l’aumento di DA mesolimbica.
Rinforzo negativo Oltre al rinforzo positivo che una sostanza può produrre, bisogna infine considerare anche il concetto di rinforzo negativo: un comportamento che riduce uno stimolo avversivo, che causa cioè malessere o disagio, diviene più frequente. Lo sviluppo della tossicodipendenza, con l’esperienza dei disturbi avversivi tipici della fase di astinenza, induce l’individuo ad assumere nuovamente la sostanza per farli scomparire.
Dipendenza da sostanze psicoattive - DSM IV La dipendenza è una modalità inappropriata di utilizzo di una sostanza, che comporta un malessere o un disturbo clinico significativo, con: Desiderio compulsivo di utilizzare la sostanza; Difficoltà a controllarne l’uso che diviene più elevato e prolungato del previsto; Consumo di considerevole tempo in funzione della sostanza; Riduzione o abbandono di importanti attività lavorative, sociali, ecc. a causa della sostanza; Sviluppo della tolleranza; Comparsa di crisi di astinenza; Desiderio infruttuoso di interrompere o controllare l’uso della sostanza. Il rapporto patologico con la sostanza psicoattiva dipende dalla interazione di tre fattori: l’individuo; la sostanza; l’ambiente.
Fasi della dipendenza La dipendenza si instaura secondo un processo ciclico, che presenta almeno quattro fasi interconnesse: 1) fase di craving, cioè il bisogno compulsivo di assumere una sostanza; 2) fase di assunzione, con i suoi effetti gratificanti acuti; 3) fase di ansia anticipatoria, connessa con la fine dell’effetto gratificante e la preoccupazione per l’inizio della fase successiva, di astinenza; 4) fase di astinenza, con sintomi di malessere specifici per la sostanza, associati ad aspetti emotivi di tipo depressivo, anedonia, apatia, disforia, irritabilità. Gli stimoli avversivi della fase 4 portano rapidamente a ricominciare il ciclo.
Principi di azione e tossicità delle droghe Gli effetti psicoattivi delle principali droghe possono essere ricondotti a un’azione di tipo agonista/antagonista nei confronti dei recettori o dei sistemi di trasporto transmembrana dei neurotrasmettitori. Qualunque droga, come qualunque sostanza, è potenzialmente tossica, poiché può causare un danno fisico diretto, a livello encefalico o somatico. Il parametro considerato per ogni sostanza è la dose minima letale, che varia in rapporto al bersaglio organico della stessa e alla sua specificità di azione.
Assuefazione e dipendenza Le droghe danno luogo ai fenomeni dell’assuefazione e della dipendenza: L’assuefazione (o tolleranza) è il fenomeno per il quale gli effetti di una stessa quantità di sostanza diminuiscono progressivamente con l’uso della stessa. Per questo motivo, allo scopo di mantenere costanti gli effetti, è necessario aumentare il dosaggio. La dipendenza è il fenomeno per il quale, dopo un certo periodo di uso continuativo e frequente della sostanza, l’interruzione brusca della sua assunzione determina una serie di disturbi che possono coinvolgere sia la sfera somatica che quella psichica e che producono la ricerca compulsiva della sostanza con lo svolgersi ciclico delle fasi viste in precedenza.