XXVIII dom. T.O. - B «… va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Mc 10,17-30.

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Transcript della presentazione:

XXVIII dom. T.O. - B «… va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Mc 10,17-30

Preghiera iniziale Dom - XXVIII - B Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’ hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. Ci rivolgiamo a te, Maria, Madre di Gesù e Madre nostra: suscita in noi la gioia di ascoltare la Parola di Dio; ottienici di essere veri, vivi, autentici in forza della Parola del Signore che si deposita nei nostri cuori: essa sciolga in noi ciò che è contorto; faccia diventare luminoso ciò che è oscuro. Amen Preghiera iniziale Dom - XXVIII - B

Continuità con i temi delle domeniche precedenti: Continuità con i temi delle domeniche precedenti: * Dopo il potere (“Chi è il più grande?”) * la diversità (“Impedisciglielo, non è dei nostri!”) * l’affettività (“È lecito ripudiare…?”) * … un altro tema delicato … la ricchezza … che affonda le sue radici in esperienze e desideri radicati nell’esistenza dell’uomo: il possesso fa parte della nostra natura, l’accumulo ci è connaturale, la soddisfazione dei bisogni – veri o presunti – muove la nostra vita. Insomma, Vi è nell'uomo un ineludibile bisogno di vita, di pienezza, di felicità.

La Parola di Dio di questa domenica ci aiuta a rispondere a questo bisogno con vera sapienza (Prima lettura); quella che viene da Dio, che pone le sue delizie tra i figli dell'uomo (Pr 8,31) e svela il suo vero volto in Gesù: * …Lui chiama * …sta a noi non lasciarci ingannare da false ricchezze e non indietreggiare davanti a quanto ci chiede, anche se fosse il radicale abbandono del mondo. * Le false e presunte ricchezze non potranno mai saziare la nostra fame di amore, di verità, di bellezza.

Marco 10, 17-31 centra la sua attenzione sulla come un impedimento alla realizzazione del Regno e, contemporaneamente, indica le condizioni per seguire Gesù: ricchezza … và …vendi …dai ai poveri … vieni … seguimi!

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". 18Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". 20Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. 23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!". 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: "E chi può essere salvato?". 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio". 28Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". 29Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

Contesto Siamo nella seconda parte del Vangelo di Marco; questi capitoli (9-16) da una parte ci descrivono le esigenze radicali che comporta la “sequela” di Gesù, dall’altra c’è una serie di prese di posizione nei confronti di tutto ciò che si oppone al Regno di Dio.

Testo E’ facilmente divisibile in 3 parti: * vv. 17-22 L’incontro di Gesù col ricco… * vv. 23-27 La catechesi sulla ricchezza… * vv. 28-31 Domanda di Pietro e risposta di Gesù sull’esito della sequela

* v. 17: Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". I protagonisti di questo primo quadro: - Gesù che è in viaggio verso Gerusalemme - un “tale” (qualsiasi uomo o donna) che viene presentato in atteggiamenti inequivocabili: corre, si getta in ginocchio, domanda… * E’ proprio questa domanda che diventa decisiva per la sua vita!

v. 18: Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono v. 18: Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Gesù corregge e rifiuta l’appellativo di “buono”, indirizzandolo verso Dio (probabilmente respinge l’adulazione!); richiamando Dt 6,4 si indica che solo in Dio sta la fonte della salvezza. Un Dio che, attraverso i comandamenti, guida il suo popolo. * v. 19: Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". Il riferimento ai comandamenti della seconda tavola della legge, mette in rilievo l’importanza di arrivare a Dio passando per i fratelli.

v. 20: Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". In questo versetto c’è la risposta del giovane; da qui in poi si nota un crescendo negli atteggiamenti di Gesù caratterizzato dal versetto 21 a: “… fissatolo lo amò e gli disse…”. (cfr. Mc 1,16ss; Mt 2,13ss) Uno sguardo di amore che prelude alla proposta di una nuova creazione che è possibile ad una sola condizione. * v. 21 b: “va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". Gesù offre un’esigenza (“va’… vendi … dai …”) e poi un appello (vieni … seguimi …”)

* v. 22: Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. “Rattristatosi” (στυγνασας): la lingua greca esprime il buio di una notte senza stelle e senza possibilità di orientamento. * La tristezza è già una grazia perché è una breccia che si apre nella concezione di vita di quel tale: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”.

vv. 23-24: Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!". I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! Questi versetti sono una vera e propria catechesi sulla ricchezza che era molto importante per l’ambiente ebraico perché: “essere ricchi” significava sperimentare la presenza e la benedizione di Dio; essere poveri significava, invece, sperimentare la lontananza e la maledizione di Dio. L’azione educativa di Gesù consiste qui nel condurre poco a poco l’uomo ad un capovolgimento di valori (cfr. le beatitudini).

L’argomento principale della catechesi è la che nel cammino di qualsiasi individuo, va data a Dio e alla sua Parola. A proposito di fiducia totale da dare a Dio e alla sua Parola, va notato che la tentazione è sempre quella di affidarsi a qualcos’altro, di consegnare la propria vita ad altre mani che non sono quelle del Padre. In ebraico il termine “ricchezza” ha la stessa radice del termine “fede”: “amàn” (appoggiarsi = dare fiducia = credere…). “fiducia totale”

vv. 23-24 … Gesù non condanna la ricchezza e i beni terreni per se stessi: tra i suoi amici vi è anche Giuseppe d’Arimatea “uomo ricco”; Zaccheo è dichiarato “salvo”, anche se trattiene per sé metà dei suoi beni Ciò che condanna è il far dipendere dai beni la propria vita e “l’accumulare tesori solo per sé” (Lc 12, 13-21) Il punto non è “se il ricco si salva” (questo non è mai stato in discussione nella tradizione cristiana), ma “quale ricco si salva”.

Sull’esempio di Gesù, il discepolo deve appoggiarsi unicamente a Dio; … la ricchezza è una trappola, un falso appoggio.

v. 25: È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". L’espressione non va addomesticata con il riferimento a una delle porte di Gerusalemme attraverso la quale il cammello passava con difficoltà. E’ una iperbole come altre presenti nel vangelo (cfr. Mt 23,24: guide cieche che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello…; Lc 6,41 ss: perché guardi la pagliuzza…) * vv. 26-27: Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: "E chi può essere salvato?". Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio". La reazione dei discepoli e l’ultima lezione di Gesù: i discepoli hanno la stessa reazione del ricco.

vv. 28-30 Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. A Pietro Gesù da una risposta marcata dall’AMEN (in verità): … l’amore che istintivamente è circoscritto a poche cose e a poche persone, viene da Dio già da quaggiù dilatato e centuplicato e, dopo la morte, trasformato in vita eterna. Gli apostoli non hanno perduto nulla (malgrado le prove e le persecuzioni) a preferire i beni indicati da Gesù ed a fare propri i suoi progetti e le sue logiche.

Gesù invita a volgere in positivo l’esperienza della sequela. Fare questo, vuol dire, acquisire l’atteggiamento sapienziale della prima lettura.

Preghiamo con Mc 10,17-30 Sono tante le ricchezze che mi impediscono di seguirti e di gustare la vera sapienza che dona pace al cuore. Sono io, Signore, Maestro buono, quel “tale” che Tu guardi negli occhi con intensità di amore. Sono io, lo so, quel tale che tu chiami a un distacco totale da se stesso. È una sfida. Ecco, anch'io ogni giorno mi trovo davanti a questo dramma: di fronte alla possibilità – vestita di delizie - di rifiutare il tuo amore. Se talvolta mi ritrovo stanco e solo, non è forse perché non ti so dare quanto tu mi chiedi? Se talvolta sono triste, non è forse perché tu non sei il tutto per me, non sei veramente il mio unico tesoro, il mio grande amore? Tu, ogni giorno, mi vieni incontro per fissarmi negli occhi, per darmi un'altra possibilità di risponderti radicalmente per condurmi con te, fino ad entrare nella tua gioia. Se a me questo passo sembra impossibile, donami l'umile certezza di credere che la tua mano mi guida: essa sempre mi sorreggerà oltre ogni confine, oltre ogni misura, e mi guiderà là dove tu mi attendi per donarmi null'altro che Te stesso, unico sommo Bene. AMEN.