(SPQR -SenatvsPopvlvsQve Romanvs, "Il Senato e il popolo romano" ) Roma antica (SPQR -SenatvsPopvlvsQve Romanvs, "Il Senato e il popolo romano" ) 753 a.C.: ab urbe còndita 753 - 509 a.C.: età regia 509 - 27 a.C.: età repubblicana 27 a.C. – 476 d.C.: età imperiale
Scambi tra Grecia (Cuma), Etruria e Roma Sotto i Tarquini (origini greche ed etrusche) sono ormai accertati caratteri autonomi e legami stretti con la Grecia Popolazioni elleniche avevano scambi commerciali e culturali con i primi insediamenti urbani fortificati etruschi (Veio, Tarquina e Fulci)
Tarquinio Prisco (616 - 579 a.C.) Servio Tullio (578 - 535 a.C.) Romolo (753 - 716 a.C.) Numa Pompilio (715 - 673 a.C.) Tullo Ostilio (673 - 641 a.C.) Anco Marzio (640 - 616 a.C.) I Tarquini Tarquinio Prisco (616 - 579 a.C.) Servio Tullio (578 - 535 a.C.) Tarquinio il Superbo (535 - 50 a.C.) a a Le epoche romane Le epoche greche 753 a.C.: ab urbe còndita età arcaica (VIII-VI sec. a.C) 753 - 509 a.C.: età regia età classica (500 -323 a.C.) 509 - 27 a.C.: età repubblicana età ellenistica (323-31 a.C.) 27 a.C. – 476 d.C.: età imperiale
I romani entrarono in contatto con la cultura greca prima (in epoca arcaica e classica cioè in età regia e repubblicana) tramite le colonie (greche d’occidente), dopo con le loro stesse province d’oriente (epoca repubblicana) Il mondo romano alla fine della II guerra punica (in verde) e intorno al 100 a.C. (in arancione)
La civiltà classica è un prodotto comune di Roma e della Grecia ARCHITETTURA ETRUSCA, ITALICA E GRECA: VARIANTI E INVARIANTI -Templi su alti podi con gradinata centrale -proporzioni tozze con assialità nel percorso frontale (di facciata) -pronao -cella tripartita da setti continui -sima in terracotta policroma -ordine tuscanico Ricostruzione di un tempio etrusco La civiltà classica è un prodotto comune di Roma e della Grecia Resti del Tempio del Belvedere, Orvieto (V sec. a.C.) modello di tempio etrusco - con sculture acroteriali - secondo la descrizione di VITRUVIO
Le mura poligonali dell'Acropoli di Alatri. I MATERIALI E LE TECNICHE COSTRUTTIVE: Le mura poligonali dell'Acropoli di Alatri. Primo periodo repubblicano: compresenza di opus quadratum e opera poligonale Le mura poligonali di Amelia
Secondo periodo repubblicano Opus cementicium con le varainti di rivestimento in opus incertum, reteticulatum testaceum
LA MALTA – L’OPUS CAEMENTICIUM ACQUA- INERTE - LEGANTE MATERIALI BASE Argilla cruda Argilla cotta Mattone Lastre e blocchi in marmo, trevertino o tufo ELEMENTI COSTRUTTIVI FUNZIONALI Architravi, Archi, volte e piattabande COMPONENTI EDILIZI Opus: reticolatum, quadratum, caementicium, craticium (per le opere abitative) Era era composto da elementi lapidei (caementa) legati da un impasto così tenace da essere utilizzato anche come materiale autonomo LA MALTA – L’OPUS CAEMENTICIUM ACQUA- INERTE - LEGANTE SABBIA ARGILLA POZZOLANA CALCE O GESSO LA MALTA IL COCCIOPESTO (opus signinum) Calce o gesso Laterizio frantumato
Alcuni tra i primi esempi di archi in Italia Gli archi e le volte Già introdotti nelle prime città della Mesopotamia, Sin dal IV sec. cominciarono a prender parte del repertorio architettonico greco: sottostrutture di teatri, volte sulle scalinate del ginnasio di Pergamo e nelle porte monumentali cittadine e d’ingresso alle agorà. Arco greco di porta Rosa, Velia (SA) (IV sec. a.C.) Arco delle mura etrusche di Perugia (metà III sec. a.C.) Alcuni tra i primi esempi di archi in Italia
Alcuni tra i primi esempi di archi in Italia Arco romano di Giove, Falerii Novi presso Viterbo (241 a.C.) Alcuni tra i primi esempi di archi in Italia
Il principio dell’arco Per effetto della disposizione radiale dei giunti, gli sforzi di compressione S, che si trasmettono i conci, sono inclinati. Questi sforzi presentano una componente verticale, il peso, ed una orizzontale, la spinta, che deve essere assorbita dai piedritti. Spinta = f (carico, corda, freccia) Spinta F. peso Spinta F. peso S Forze agenti su un concio Forze risultanti e stabilità del piedritto Scomposizione della forza S trasferita dall’arco al piedritto Il principio dell’arco
Il principio dell’arco
Basilica romana, Volubilis, Marocco Porta di Augusto a Rimini (27 a.C.) Mentre l’architrave è soggetto a flessione e taglio, l’arco sfrutta la pietra solo a compressione con il vantaggio di coprire luci maggiori Tale principio vale per quegli elementi costruttivi che derivano dalla traslazione o rotazione dell’arco nello spazio (volte e cupole). Per assorbire la spinta: -tiranti; -contenimento con murature massive; -contrapposizione di archi in successione.
La Basilica Emilia 179 a. C. Vista in chiave scenica di matrice ellenistica.
La Basilica Emilia 179 a. C. Stoà di Attalo ad Atene
Teatro-santuario di Pompeo (55 a.C.) Tempio di venere vincitrice Si diffonde a Roma una nuova sensibilità per l’estetica urbana . Primo esempio di edilizia civile pensata a scala urbana (Gros) Teatro-santuario di Pompeo (55 a.C.)
Via di Grottapinta: case costruite sulla cavea del Teatro di Pompeo
Santuario di Atena a Lindo (Rodi III sec.) -valorizzazione delle masse monumentali -associazione di diversi elementi funzionali in una unità architettonica I SANTUARI Ereditano le caratteristiche dei santuari greci del periodo ellenistico Tempio di Giove Anxur, Terracina (I sec. a.C.)
Opus incertum Tempio di Giove Anxur, Terracina (I sec. a.C.)
Tempio di Ercole voncitore a Tivoli (I sec. a.C.)
Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.) Terrazza dei fornici Terrazza delle esedre con portico dorico ed emicicli con colonne ioniche Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.)
Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.) Nicchie in opus incertum nella “terrazza delle esedre” Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.)
Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.) Particolare delle esedre Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.)
Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.) Particolare del cassettonato sulle volte anulari delle esedre Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.)
Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.) Plastico con la ricostruzione del tempio Tempio della Fortuna Primigenia, Palestrina (fine II sec. a.C.)
-La regia: residenza del pontefice massimo Edifici necessari allo svolgimento delle pubbliche funzioni e dislocate nel foro: -La regia: residenza del pontefice massimo -I templi sacri: il tempio di Vesta (contenente il focolare sacro simbolo vitale della città), di Saturno e di Castore e Polluce Comitium (assemblea pubblica) Curia (riunione del senato) I romani ereditarono dalla cultura architettonica etrusca, la conformazione dei templi ( frutto di una fusione greco-italica ed etrusca) e l’ingegneria per le opere funzionali: acquedotti, reti fognarie ecc. L’architettura prettamente romana comincia con l’esigenza di fornire al foro gli edifici pubblici per adempiere alle funzioni istituzionali (politiche e religiose)
Il tempio di Giove Ottimo Massimo sul Capitolino (509 a.C.) L’EDILIZIA TEMPLARE CONSACRATO A GIOVE, GIUNONE E MINERVA (TINIA, UNI, MNIVRIA) Il tempio di Giove Ottimo Massimo sul Capitolino (509 a.C.)
Il Tempio Portunus al foro Boario (II sec. a. C.) pseudoperiptero Il Tempio Portunus al foro Boario (II sec. a. C.) ricostruito nel 70 a.C. Palladio “ I quattro libri dell'architettura” (Incisione).
Il tempio di Portuno: IL FORO BOARIO Il tempio di Portuno trasformato nella chiesa di Santa Maria Egiziaca Stampa del Piranesi -Nel IX secolo il tempio venne mutato in chiesa cristiana, prima con il nome di Santa Maria Egiziaca. -La chiesa venne eliminata per ripristinare l'antico aspetto del tempio nel 1916. internamente sono ancora visibili gli antichi affreschi altomedioevali che narrano la storia della santa. Il tempio di Portuno: IL FORO BOARIO
Il Tempio di Ercole al foro Boario (110 a. C)
Chiara derivazione da modelli greci (coi gradini al posto del podio e la struttura in marmo), sia nell'architettura che nelle decorazioni, ispirati a modelli del IV secolo a.C., come le tholoi dei grandi santuari greci, con il filtro però del tardo ellenismo. Il tempio è costruito in marmo. La sua pianta ha un diametro di 14.8 metri. Il marmo originario usato per l'opera è greco, pentelico. Si erge su una fondazione ad anelli di blocchi di cappellaccio a loro volta su una piattaforma in blocchi di tufo. La base presenta un crepidoma, priva quindi del podio di matrice italica. La cella cilindrica, aperta verso est, è decorata con un alto zoccolo, fini ortostrati e la parte superiore a imitazione della muratura isodoma. La parte centrale è circondata da venti colonne scanalate alte 10.6 metri con basi attiche e capitelli corinzi; undici colonne e nove capitelli risalgono al restauro di epoca tiberiana e sono riconoscibili perché in marmo apuano di Luni. Alcuni capitelli hanno perso la parte superiore. La trabeazione ora non è più esistente (tranne qualche resto della cornice), né rimane il soffitto della peristasi, che presentava i cassettoni. La cella era coperta da tetto conico ribassato. Il tetto presente oggi sull'edificio è un rifacimento del '96.
I restauri Il tempio, nel medioevo fu convertito in chiesa, costruendo setti murari tra gli inercolmni della peristesi. La liberazione del tempio dalla sua nuova funzione ed i successivi restauri furono operati da Giuseppe Valadier durante gli anni di governo francese (1809/14). Valadier pensò di liberare il tempio dalla chiesa riportandolo alla sua condizione originaria. I resti autentici della costruzione antica erano allora la cella e 19 colonne. Della ventesima colonna rimaneva la sola base mentre altre quattro colonne avevano i capitelli privi della parte superiore. L'operazione di Valadier si limitò a riportare per quanto possibile il tempio alla condizione antica. Fu abbattuto il muro che tamponava il perimetro, fu realizzata una cancellata per proteggere il tempio da vandalismi. La parte superiore della cella, distrutta e ricostruita in laterizio durante la conversione in Chiesa, fu lasciata invariata. Il tetto fu restaurato. Inoltre quattro capitelli, che mancavano della loro parte superiore e necessitavano di una ricostruzione, furono lasciati incompleti per mancanza di tempo e denaro fino al 1996 quando, per la prima volta dopo il restauro di Valadier, un intervento di manutenzione, consolidamento e pulitura elaborato da Antonino Giuffrè, Maria Grazia Filetici, Carlo Baggio e Paola Brunori ha portato al rifacimento completo di uno dei capitelli parzialmente distrutti.
L’EDILIZIA CIVILE PUBBLICA. I porticus Tempio di giove statore. Primo tempio in marmo Tempio di Iuno Regina Il Porticus Metelli o Octaviae (146-143 a. C.)
Molteplici navavate ricoperte a voltine. Strutture murarie in opus incertum. All’interno vi era l’Emporium portuale Incisione di Piranesi Il Porticus Aemilia (193 a. C)
LE Basiliche e il Tempio di Càstore e Pollùce
FORO ROMANO 1. La Curia 2. Arco di Settimio Severo 3. I Rostri 4 FORO ROMANO 1.La Curia 2.Arco di Settimio Severo 3.I Rostri 4.Tempio di Vespasiano 5.Via Sacra 6.Tempio di Saturno 7.Colonna di Foca 8 Basilica Giulia 9.Basilica Emilia 10. Tempio di Giulio Cesare 11. Tempio di Vesta 12.Tempio di Castore e Polluce 13 .S.Maria Antiqua 14.Tempio di Augusto 15.Tempio di Antonino e Faustina 16.Tempio Rotondo di Romolo 17.Tempio di Venere e Roma 18.Casa delle Vestali 19.Basilica di Massenzio 20.Colosseo 21.Arco di Tito 22.Palatino
Foro romano I Fori Imperiali, Roma
Il foro di Cesare con il tempio di Venere Genitrice (46 a. C.) Le tabernae erano destinate a funzioni politiche e amministrative Semipilastri addossati alle pareti della cella Il foro di Cesare con il tempio di Venere Genitrice (46 a. C.)
La domus
La “casa del Fauno” a Pompei (120 a.C.) 1 - Vestibolo/ingresso 2 - Atrio principale (tuscanico) 3 - Atrio tetrastilo 4 - Tablino (salotto/studio) 5 - Primo peristilio 6 - Esedra (mosaico Alessandro) 7 - Secondo peristilio 8 - Cucina Triclini (sale da pranzo) Cubiculi (camere da letto) La “casa del Fauno” a Pompei (120 a.C.)
Le insulae