FIESA CONFESERCENTI 1974-2004 TRENT’ANNI DI CONSUMI E ABITUDINIALIMENTARI COSA È CAMBIATO ALCUNI SCENARI PER IL FUTURO.

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FIESA CONFESERCENTI TRENT’ANNI DI CONSUMI E ABITUDINIALIMENTARI COSA È CAMBIATO ALCUNI SCENARI PER IL FUTURO

PARTE PRIMA I CONSUMI ALIMENTARI

IL MERCATO ALIMENTARE Il mercato italiano dei prodotti alimentari e delle bevande vale circa 116 miliardi di euro (contabilità nazionale, 2003). La quota di mercato della grande distribuzione è stimabile nel 65-70%.

I CONSUMI ALIMENTARI PERDONO PESO NELLA SPESA DELLE FAMIGLIE Nel 1974 i consumi alimentari rappresentavano più di un terzo della spesa totale delle famiglie. Oggi la spesa per prodotti alimentari e bevande analcoliche rappresenta meno di un sesto della spesa totale delle famiglie. La spesa per l’acquisto di alimenti è cresciuta dal 1974 ad oggi (del 23% a prezzi costanti), ma tale aumento è risultato inferiore a quello delle altre spese, così che la sua incidenza è scesa.

Quota % alimentare su totale consumi delle famiglie

CRESCONO I CONSUMI ALIMENTARI FUORI CASA Sono invece molto aumentati negli ultimi trenta anni i consumi di prodotti alimentari e di bevande fuori casa. A prezzi costanti l’aumento di tali spese è stato superiore al 110%. Così, mentre nel 1974 erano circa il 20% del totale della spesa alimentare domestica ed extradomestica oggi sono il 32%. In valore assoluto, la spesa per consumi alimentari extradomestici è stimata in circa 54 miliardi di euro.

Consumi alimentari fuori casa 1974 % 2003 % Consumi alimentari domestici 78,868,2 Consumi alimentari extradomestici 21,231,8 Totale Consumi alimentari 100,0

L’OFFERTA DI PASTI FUORI CASA Sono 650 mila gli occupati e 217 mila le imprese nel settore dei consumi alimentari extradomestici (bar, ristoranti, mense). Dagli anni ‘70 ad oggi gli addetti sono cresciuti del 64% e le imprese del 38%.

Bar, ristoranti e mense

LA SPESA ALIMENTARE PER TIPO DI FAMIGLIA L’incidenza della spesa alimentare sul totale della spesa varia molto a seconda della tipologia familiare. Posto pari a 100 il dato medio nazionale i giovani, sia soli che in coppia, ma senza figli, hanno un indice di 75-76, mentre le famiglie di anziani, soli o in coppia ma senza figli e le famiglie numerose l’indice risulta pari a In valore assoluto, la spesa per generi alimentari, oscilla da un minimo di 280 euro per le persone sole ai 650 euro per le famiglie con più di tre figli.

Dove pesa di più la spesa alimentare incidenza sul totale delle spese (media totale famiglie =100) e valori in € (istat) Alimentari e bevande (indici, media =100) Alimentari e bevande spesa mensile- Euro persona con meno di 35 anni persona con anni persona con più di 64 anni Coppia giovane senza figli Coppia anni senza figli Coppia anziana senza figli Coppia con 1 figlio Coppia con 2 figli Coppia con 3 o più figli Monogenitore Altre tipologie Totale famiglie100451

I CONSUMI ALIMENTARI IN EUROPA In Italia l’incidenza della spesa alimentare sulla spesa totale è ancora una delle più alte in Europa. Solo Portogallo, Grecia e Spagna hanno valori superiori. Incidenze più basse nei paesi del Nord Europa (Germania, Olanda, Finlandia, Svezia). Negli USA, Gran Bretagna e Irlanda la spesa alimentare è oramai una quota minoritaria della spesa totale (7-10%)

Un raffronto internazionale. Alimentari e bevande (% sulla spesa totale) 2001 Danimarca (2000)12,9 Germania12,3 Grecia (2000)16,9 Spagna (2000)15,2 Francia14,4 Irlanda10,7 Italia14,4 Olanda (2000)12,6 Portogallo (2000)18,5 Finlandia12,8 Svezia12,8 Gran Bretagna 9,7 Giappone (1998)16,5 USA (1999) 7,1 Fonte: yearbook Eurostat, 2004

LA SPESA ALIMENTARE DOMESTICA Le tendenze europee farebbero prevedere un ulteriore calo in Italia dell’incidenza della spesa per consumi alimentari (di circa 1 punto). D’altra parte, le tendenze demografiche (invecchiamento della popolazione) potrebbero invece mantenere costante tale quota, dal momento che gli anziani destinano una quota di reddito maggiore della media ai consumi alimentari.

LA SPESA ALIMENTARE FUORI CASA L’evoluzione prevista del mercato del lavoro, in particolare l’aumento del tasso di occupazione, anche femminile, inciderà nella direzione di favorire una crescita dei consumi alimentari extradomestici. A favorire i consumi alimentari fuori anche anche la crescita delle famiglie

LE CATENE STRANIERE IN ITALIA La quota di mercato delle catene straniere in Italia è passata dal 2,7% del 1992 all’attuale 32,1%. Attualmente quattro catene straniere – le francesi Carrefour e Auchan, le tedesche Metro e Rewe – controllano un terzo del mercato grocery italiano.

LE CATENE STRANIERE IN EUROPA Carrefour è la prima in Europa per fatturato. Metro e Rewe sono seconda e terza, Auchan sesta. Insieme hanno un fatturato di 200 miliardi di euro. Il fatturato della TOP 1 al mondo, l’americana Wal- Mart, è 245 miliardi di euro. La Coop, unica impresa italiana nella lista delle top 30, è al 24° posto in Europa (9 miliardi di euro di fatturato, per il 100% realizzato in Italia).

Imprese al dettaglio grocery Top 30 in Europa (fonte: m+m planet retail, 2003) posizionepaeseFatturato (mld €) Incidenza food Vendite nel paese Vendite all’estero 1CarrefourF MetroD54, ReweD41, TescoGB38, IntermarchéF34, AuchanF32, EdekaD AldiD AholdNL LeclercF …………… …………… ………………. 24CoopIT9,

LE CATENE STRANIERE Con il controllo straniero della distribuzione si apre un canale alle merci prodotte all’estero. La penetrazione non riguarderà, secondo gli esperti, tanto l’alimentare fresco quanto il food a lunga conservazione (oltre l’abbigliamento, l’elettronica di consumo, gli articoli sportivi). Quanto alla presenza italiana sui mercati esteri, c’è un problema di dimensione.

PARTE SECONDA LE ABITUDINI DI CONSUMO

UNA DIETA SEMPRE MENO MEDITERRANEA: MENO PANE E PASTA E PIU’ GRASSI Il consumo pro-capite di grano è diminuito dal 1974 ad oggi del 9,1% (da 166 a 151 kg pro-capite l’anno). Nello stesso arco di tempo, , il consumo di oli e grassi è aumentato del 34,8%. A registrare l’ aumento maggiore è stato l’olio di semi (+72%). Rispetto agli 8,3 litri pro-capite del 1974, oggi il consumo è di 14,3 litri, superiore a quello dell’olio d’oliva – fermo da trenta anni intorno agli litri pro-capite l’anno. In aumento anche i consumi di burro (+36%).

Evoluzione dei consumi alimentari (kg o litri) fonte: FAO

UNA DIETA SEMPRE MENO MEDITERRANEA: MENO VINO E PIU’ FORMAGGI Il consumo di latte e formaggi è aumentato del 26%, ma quello del latte fresco (che è circa un terzo) solo del 7%; Il consumo di vino è sceso del 51% (da 110 a 54 litri annui); più che raddoppiati dal 1974 ad oggi i consumi di birra (da 13 a 30 litri annui).

UNA DIETA SEMPRE MENO MEDITERRANEA: MENO VERDURE Scende anche il consumo di ortaggi da 161 a 151 kg pro-capite. Con l’eccezione dei pomodori. Sale da 79 a 92 kg pro-capite l’anno il consumo di frutta fresca, pari a +16%. Per gli agrumi la crescita si ferma al 5%.

CARNE SUINA: IN TRENTA ANNI DAL 25% AL 47% DEI CONSUMI TOTALI DI CARNE Nel trentennio considerato i consumi di carne sono aumentati da 62 a 85 kg pro-capite annui (+23 kg). Tale aumento è dovuto tutto alla carne suina, il cui consumo è salito dai 17 kg pro-capite annui del 1974 agli attuali 40 kg. I consumi di carne bovina si sono invece ridotti del 4% e le altre carni segnano solo +5%.

NORD E SUD: LE ABITUDINI ALIMENTARI SI AVVICINANO Negli ultimi trent’anni i modelli di consumo sono divenuti più omogenei: al Nord si mangia più pesce. Nel 2003 posta uguale a 100 la spesa media nazionale, il Nord presenta un valore di 82. Nel 1974 era solo 57 rispetto a 100. Al Sud più carne e meno pane e cereali. Trent’anni fa il consumo di carne, posto 100 quello medio italiano, era 85. Oggi è 102. Scende invece la spesa per il pane: da 112 a 97 rispetto alla media Italia =100. Al Centro più latte e formaggi. Nel 1974 l’indice era 92, oggi è 107.

Indici spesa mensile, Italia=100 (fonte:ISTAT)

Indici spesa media mensile per i principali prodotti alimentari

I PREZZI DEI PRODOTTI ALIMENTARI Il contributo dei prodotti alimentari alla crescita dell’inflazione è sceso da gennaio 2004 ad oggi da 0,6 a 0,3 punti percentuali. Tra il 1999 e il 2003 i prezzi dei beni alimentari sono cresciuti mezzo punto più dell’inflazione all’anno (3,2% rispetto a 2,7). Nel quinquennio precedente, , era accaduto il contrario: l’inflazione viaggiava in media al 2,5% e i beni alimentari, incluso il fresco, aumentavano poco sopra l’1%.

I PREZZI DELL’ORTOFRUTTA I prezzi medi pagati dalle famiglie per frutta e ortaggi freschi - secondo i dati ISMEA - sono nei super e ipermercati sistematicamente più alti rispetto a quelli praticati dai piccoli esercizi. Nella seconda settimana di settembre 2004 la differenza è del 7% per la frutta e del 16% per gli ortaggi. Nella seconda settimana di settembre i prezzi medi di frutta e ortaggi risultano più bassi rispettivamente del 20% e del 29% rispetto alla stessa settimana di due anni fa.

PARTE TERZA L’OFFERTA COMMERCIALE

LE IMPRESE DEL COMMERCIO ALIMENTARE Tra il 1971 e il 2001 i negozi alimentari si sono ridotti del 54% ( ). Nello stesso periodo il numero di esercizi despecializzati (super e ipermercati) è cresciuto di quattordici volte (da circa 600 a oltre 8000).

LE IMPRESE DEL COMMERCIO ALIMENTARE Il numero di addetti nel commercio al dettaglio alimentare è sceso di 160 mila unità nel periodo Tale evoluzione è il risultato di una crescita di 191 mila occupati nel despecializzato e di una contrazione di 350 mila nel dettaglio alimentare specializzato.

Il dettaglio alimentare. Unita’ locali e addetti (fonte:ISTAT)

Il dettaglio alimentare. Variazione delle unita’ locali e degli addetti fonte:ISTAT

Evoluzione dettaglio alimentare per periodi

Il dettaglio alimentare. Composizione per tipologia di esercizio,

Il dettaglio alimentare: evoluzione recente Variazione assoluta Variazione % Esercizi Non specializzati prevalenza alimentare ,2 Frutta e verdura ,7 Carne e prodotti a base di carne ,2 Pesci, crostacei, molluschi ,1 Pane, pasticceria, dolciumi ,6 Bevande (vini, oli, birra ed altre) ,6 Altri esercizi specializzati alimentari ,7 Totale ,1

L’EVOLUZIONE RECENTE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO ALIMENTARE, Negli ultimi tre anni anni il numero di esercizi del commercio al dettaglio nel comparto alimentare si è ridotto dell’1,1%. In controtendenza gli esercizi che commercializzano bevande (3,6%) e quelli specializzati nella vendita del pesce (2,1%)

I negozi alimentari despecializzati sono poco meno della metà del totale dei negozi alimentari (46%, pari a circa 80 mila unità). Nel futuro il loro numero è destinato a crescere lievemente (2% l’anno). Gli altri negozi alimentari (54% del totale, pari a poco meno di 100 mila unità) invece potrebbero ridursi ancora di numero. La riduzione sarà concentrata su piccole attività delocalizzate piuttosto che su negozi collocati nelle città. L’OFFERTA NELL’ALIMENTARE

PARTE QUARTA CRONISTORIA DEL COMMERCIO ALIMENTARE

CRONISTORIA DELLA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: GLI ANNI ‘ Apre il primo Centro Commerciale (a Bologna di 1540mq.) Apre il primo ipermercato italiano (a Carugate, MI) Apre uno dei primi negozi specializzati in prodotti biologici (MI) Viene introdotto nei supermercati il banco gastronomia Viene introdotto nella distribuzione commerciale il primo POS scanner Nascono i primi prodotti d’insegna

CRONISTORIA DELLA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: GLI ANNI ‘ Viene per la prima volta introdotto l’orario continuato in alcuni supermercati Apre il primo fast food Mc Donalds Si inaugura in una catena di supermercati il primo magazzino automatico Viene lanciata la prima carta integrata di fedeltà e di pagamento Viene per la prima volta adottato l’orario prolungato sino alle 21 nei supermercati

CRONISTORIA DELLA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: GLI ANNI ‘ Inizia nei supermercati la produzione di cibi pronti di gastronomia Apre il primo superstore italiano Apre il primo supermercato di prodotti biologici Apre primo drugstore aperto 24 ore su Burger King apre i primi ristoranti in franchising con Autogrill

CRONISTORIA DEI PRODOTTI : GLI ANNI ‘ – Viene lanciato da Ferrero il Kinder Sorpresa; nasce l’olio dietetico di mais e girasole Misura Barilla lancia Mulino Bianco, prodotti da forno; Kellogg’s lancia i cereali da colazione Corn Flakes La centrale del latte di Milano inizia a produrre il latte ad alta digeribilità Accadì – Vengono lanciati i cracker integrali

CRONISTORIA DEI PRODOTTI: GLI ANNI ‘ – Viene lanciata la vaschetta termoformata per la pasta fresca;la Ferrero produce Rocher; 1982 – Vengono lanciati i sostitutivi del pasto; 1985 – La Surgela lancia i primi piatti pronti 1986 – Viene fondata l’associazione agricola Slow Food che indirizza i consumatori verso alimenti di tradizione e qualità Yomo lancia il formaggio ai fermenti lattici; Gatorade è messo in commercio in Italia Parmacotto utilizza la vaschetta salva freschezza; Barilla procede al lancio dei sughi; Yomo lancia Più&Più, yogurt arricchito per un piccolo pasto

CRONISTORIA DEI PRODOTTI: GLI ANNI ‘ Debutta il marchio Valsola specializzato in prodotti a base di soia; primo yogurt biologico Granarolo 1992 – Viene messo in commercio sul mercato italiano il latte Granarolo Altà Qualità 1993 – Nasce Wessen Italia come azienda specializzata nel settore degli integratori alimentari – Viene commercializzato il primo latte fresco biologico Granarolo Sagit lancia i contorni pronti surgelati 4 salti in padella (findus); Buitoni propone la base per la pizza AIA si lancia nel segmento delle uova biologiche; Arena propone arrosto di pollo e tacchino pre-cotto