Biodiversità e sviluppo sostenibile

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Transcript della presentazione:

Biodiversità e sviluppo sostenibile PROVINCIA DI VERONA Progetto: Biodiversità e sviluppo sostenibile in collaborazione con: Fundacion Otonga

BIODIVERSITA’ E SVILUPPO SOSTENIBILE - La grande sfida - Segnali di stress: clima, acqua, agrosistemi, biodiversità - Ecologia ed economia un rapporto impossibile? - Indicatori di sostenibilità - Per uno sviluppo sostenibile

LA GRANDE SFIDA Come vivere sul pianeta con un numero crescente di uomini, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere irrimediabilmente i sistemi naturali, da cui traiamo le risorse, e senza oltrepassare la loro capacità portante.

Sviluppo della popolazione umana negli ultimi 2000 anni. 1999 1987 1974 1960 1927 1804 Sviluppo della popolazione umana negli ultimi 2000 anni. (United Nations, 2001 – World Population Prospects: The 2000 Revision.)

Le proiezioni delle Nazioni Unite sulla crescita della popolazione mondiale dal 2000 al 2050 (livello intermedio 9,2 mld più probabile).

Consumo medio giornaliero di calorie nelle varie fasi evolutive della specie umana.

Secondo i dati del Living Planet Report 2000 (Center for Sustainability Studies, Wcmc-Unep) l’umanità alla metà degli anni ’70 ha sorpassato il punto in cui viveva entro i limiti della capacità rigenerativa globale del pianeta.

Segnali di stress: il clima Ghiacciaio Baksan - Caucaso centrale Segnali di stress: il clima - Aumento della concentrazione CO2 (effetto serra) - Prosciugamento di fiumi e laghi - Scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai - Aumento del livello dei mari

I dati dei glaciologi parlano di un ritiro dei ghiacci pressoché generalizzato in: - Artide - Antartide - Groenlandia - Alpi - Caucaso - Himalaya - Kilimanjaro - Ande Acqua, risorsa strategica

15,1 6,3 1,6 Emissioni mondiali annue di CO2 da impiego di combustibili fossili dal 1900 al 2005. (Fonte: Geophysical Research Letters, 2008)

386 ppm Concentrazione di CO2 nell’atmosfera dal 1760 al 2007. (Worldwatch Institute)

Temperatura media della superficie terrestre dal 1900 al 2000. NATIONAL DESK | August 19, 2000, Saturday Ages-Old Icecap at North Pole Is Now Liquid, Scientists Find JOHN NOBLE WILFORD (NYT) 849 words ABSTRACT - Mile-wide hole opens in the ice that covers Arctic Ocean at North Pole; the last time scientists can be certain the pole was awash in water was more than 50 million years ago; scientists and policy makers still argue about whether this is a natural fluctuation or an effect of industrial society's releasing heat-trapping gases into atmosphere. Polo Nord 14,43 Temperatura media della superficie terrestre dal 1900 al 2000. 13,99 (Fonte: J. Hansen, “Global Temperature Anomalies”)

Variazioni della temperatura media annuale riferita al periodo 1950-1999. Fonte: Global Historical Climate Network National Oceanic and Atmospheric Administration - EPA

PERTURBAZIONI CATASTROFICHE Negli ultimi 40 anni le perturbazioni catastrofiche sono diventate più numerose e più distruttive. In pochi anni sono raddoppiate le perturbazioni invernali nell’emisfero settentrionale e la loro intensità è aumentata notevolmente. Di conseguenza sono in rapido aumento le perdite economiche causate da questi fenomeni distruttivi. (Danni economici da catastrofi naturali negli USA) ’60 ’70 ’80 ‘90

Segnali di stress: l’acqua Garganta del Diablo - Iguazu (Brasile) Segnali di stress: l’acqua - Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee - Prelievi dai fiumi superiori al deflusso minimo accettabile - Abbassamento delle falde acquifere - Consumi d’acqua superiori alla capacità di ricarica delle sorgenti

Perché l’acqua è un composto così speciale? - è un ottimo solvente naturale - è un reagente di molte reazioni chimiche - è un composto che ionizza - ha un elevato calore specifico - ha un elevato calore latente di vaporizzazione - ha un elevato calore latente di fusione - allo stato solido ha una densità minore e un volume maggiore

Distribuzione dell’acqua sulla Terra

I consumi d’acqua nel mondo Ripartizione dei consumi idrici domestici nei paesi industrializzati

Disponibilità idrica annua pro capite in passato e in prospettiva.

INNALZAMENTO DEL LIVELLO DEL MARE Nel corso del XX secolo abbiamo assistito ad un innalzamento del livello medio del mare di circa 10 cm.

L’innalzamento del livello del mare, oltre a provocare infiltrazioni di acqua marina nelle falde acquifere costiere, potrebbe provocare milioni di “rifugiati climatici”, soprattutto in Bangladesh, Cina e Filippine. Aree costiere del Bangladesh che verrebbero sommerse da diversi aumenti del livello del mare. (Brown L., 2001- Eco-economy)

PROSCIUGAMENTO DI FIUMI E LAGHI Si prevede che nei prossimi 20 anni molti paesi nel mondo, a causa dell’aumento demografico, dei cambiamenti climatici e di un uso irrazionale delle risorse idriche, andranno incontro ad una vera e propria “povertà idrica”, dalla quale sarà difficile uscire. (R. Engelman, 2000 - Population and Natural Resources at the Turn of the Millenium)

una catastrofe ambientale Il lago Aral da satellite Syr Darya Amu Darya Il lago Aral: una catastrofe ambientale L’Amu Darya, prosciugato dai prelievi per l’irrigazione delle piantagioni di cotone di Uzbekistan e Turkmenistan, spesso non raggiunge l’Aral; anche il Syr Darya ha una portata assai ridotta rispetto al passato. Dal 1960 al 1990 il livello è sceso di circa 12 m, la superficie si è ridotta del 40% e il volume del 66%. (Brown L., 2001- Eco-economy) 1973 2004 Il lago Aral da satellite

Minimum Acceptable Flow (M. A. F Minimum Acceptable Flow (M.A.F.): un metodo per l’utilizzo razionale delle acque correnti superficiali e sotterranee. Il MAF è una procedura basata su complesse indagini ecologiche e idrologiche che permettono di definire la portata minima che deve essere garantita ad un corso d’acqua per non intaccare in modo irreversibile l’ecosistema fluviale.

Che fare? - ridurre gli sprechi razionalizzando i consumi Alcuni fiumi in grave crisi nel mondo: - Colorado - Fiume Giallo - Nilo - Giordano - Gange - Mekong Che fare? - ridurre gli sprechi razionalizzando i consumi - migliorare le reti di distribuzione - limitare la crescita demografica

- Riduzione delle foreste Mattoral - Mendoza (Argentina) Segnali di stress: ecosistemi e agrosistemi - Declino delle risorse ittiche - Riduzione delle foreste - Degrado dei pascoli - Erosione dei suoli

Segnali di stress: biodiversità - A tutt’oggi sono state descritte dai naturalisti circa 2 milioni di specie - Ogni anno i naturalisti descrivono 15.000 specie nuove - Si stima che le specie sul nostro pianeta siano almeno 10 milioni - Le foreste pluviali ospitano i tre quarti delle specie animali e vegetali del pianeta - Le foreste pluviali coprono la metà della superficie occupata in tempi preistorici - Ogni anno 100.000 kmq di foresta pluviale tropicale vengono distrutti Raphus cucullatus † 1680 “… la riduzione dell’area delle foreste pluviali tropicali al tasso attuale implica l’estinzione annuale di circa lo 0,5 % delle specie della foresta.” (Wilson E.O., 1993 - La diversità della vita)

Più del 90% delle foreste dell’Ecuador occidentale sono state distrutte nel corso degli ultimi 50 anni. Si stima che tale perdita abbia condannato all’estinzione metà delle specie vegetali e animali presenti in origine nella regione. Nel mondo vengono sottoposte ad assalti simili molte altre aree ricche di biodiversità.

Ecologia ed economia: un rapporto impossibile? L’economia classica propone modelli lineari, che esigono incrementi continui e una crescita illimitata. La crescita è assimilata allo sviluppo. Dall’ecologia sappiamo che i servizi forniti dagli ecosistemi sono spesso più preziosi dei beni prodotti, anche se il valore dei servizi non viene quasi mai considerato dagli economisti. Negli ultimi 50 anni l’economia globale è cresciuta 7 volte, forzando gli ecosistemi oltre i limiti sostenibili. (FAOstat Statistic Database - 2001). Il mercato offre servizi e prodotti sottocosto poiché non include i loro costi ambientali, che sono considerati come esternalità. Gli ecosistemi basano il loro funzionamento su modelli ciclici, che permettono il perpetuarsi dei fenomeni e il persistere di condizioni di equilibrio.

… per uno sviluppo sostenibile Platone (428-347 a. C.) per primo intravide la necessità di trovare un equilibrio tra pressione antropica e territorio. Nel V° volume delle Leggi egli affermò che: il numero massimo ottimale di cittadini non può essere calcolato senza prendere in considerazione il territorio e gli stati confinanti; - l’estensione del territorio deve essere sufficiente a consentire a un dato numero di persone un confortevole tenore di vita.

PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE “Uno sviluppo sostenibile è quello che soddisfa le nostre necessità senza mettere in pericolo le prospettive delle generazioni future di soddisfare le loro necessità …” (World Commission on Environment and Development, 1987 - Our Common Future) Uno sviluppo sostenibile deve comunque garantire: - Integrità degli ecosistemi - Efficienza dell’economia (sostituire alla produttività il principio di efficienza) - Equità (diritto di fruizione dell’ecosistema anche per le future generazioni)

L’ECO-ECONOMIA Hermann Daly ha posto le basi di una nuova disciplina: la “economia ecologica” o eco-economia. In sostanza il problema si è rovesciato. “In passato, ci siamo preoccupati degli impatti che la crescita economica aveva sull’ambiente; oggi siamo costretti a preoccuparci degli impatti delle tensioni ecologiche (degrado dei suoli, regimi idrici, atmosfera e foreste) sulle nostre prospettive economiche.” (Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo, 1987) In altre parole il problema non è più solo ambientale, è anche economico.

… il problema della crescita… “… la crescita economica è l’obiettivo più universalmente accettato al mondo. Tutti vogliono la crescita e si sforzano di renderla massima. Il sistema che cresce al tasso più alto è considerato il migliore.” “… sulla crescita si fonda la potenza delle nazioni, in alternativa alla ridistribuzione delle risorse per combattere la povertà …” (Daly H., 1981 - Lo stato stazionario)

“SVILUPPO SENZA CRESCITA” Secondo Daly, bisogna distinguere: crescita (incremento quantitativo per assimilazione o accumulo di materiali) da sviluppo (miglioramento qualitativo, realizzazione di potenzialità). Per Daly lo SVILUPPO SOSTENIBILE è semplicemente “SVILUPPO SENZA CRESCITA” “Il cammino del progresso futuro è lo sviluppo, non la crescita.” (H. Daly, 2001 - Oltre la crescita)

Per uno sviluppo sostenibile Un paese, in particolare, la DANIMARCA, è considerato leader nell’eco-economia. Negli ultimi anni: - ha stabilizzato la popolazione - ha proibito la costruzione di centrali a carbone - ha proibito l’utilizzo di contenitori per le bevande non riutilizzabili - ha sviluppato le tecnologie per lo sfruttamento dell’energia eolica - ha ristrutturato il proprio sistema di trasporto urbano (Brown L., 2002 - Eco-economy) Per uno sviluppo sostenibile

PRODUZIONE ALIMENTARE Quali potrebbero essere le tappe verso uno sviluppo sostenibile? Tra i settori chiave dell’economia i cambiamenti più radicali dovrebbero interessare i campi dell’energia, dei materiali e della produzione alimentare. ENERGIA Alle energie rinnovabili (energia eolica, solare, geotermica, idrogeno) Dai combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale) MATERIALI Dal modello di consumo lineare (da miniere e foreste alle discariche) Al modello di consumo circolare (industrie del riutilizzo-riciclaggio) PRODUZIONE ALIMENTARE Da un uso irrazionale delle risorse e dei prodotti (acqua, suolo, eccedenze) Ad un uso razionale delle risorse e allo sviluppo delle potenzialità produttive di ciascuna area Da un Mercato globalizzato che tende a uniformare processi e prodotti A un Mercato che valorizza diversità e tipicità di processi e prodotti

… un approccio ecosistemico al problema CHE FARE? Natura docet, … un approccio ecosistemico al problema ECOSISTEMA (definizione classica) “l’insieme degli organismi viventi e dei fattori chimico-fisici di un ambiente che interagiscono tra loro formando un sistema in equilibrio” ECOSISTEMA (definizione di Ellemberg, 1973) “una struttura completa di esseri viventi in relazione tra loro e con il loro ambiente inorganico, aperta e capace di autoregolamentarsi”

ECOSISTEMA FLUSSI DI ENERGIA E MATERIA IN UN ECOSISTEMA Energia termica Energia luminosa Flusso dell’energia Fotosintesi Energia chimica ECOSISTEMA H2O, CO2, sali minerali, … MATERIA SOSTANZA ORGANICA Organismi viventi Flusso della materia

SISTEMA PRODUTTIVO ATTUALE FLUSSI DI ENERGIA E MATERIA IN UN SISTEMA ANTROPIZZATO Energia termica Energia da combustibili fossili Flusso dell’energia Turbine Energia elettrica Inquinanti CO2 NOx SOx … SISTEMA PRODUTTIVO ATTUALE Prodotti Materie prime Flusso della materia Rifiuti

SISTEMA PRODUTTIVO ECO-SOSTENIBILE FLUSSI DI ENERGIA E MATERIA IN UN SISTEMA ECO-SOSTENIBILE Energia termica Energie rinnovabili Flusso dell’energia Turbine Energia elettrica SISTEMA PRODUTTIVO ECO-SOSTENIBILE Prodotti Materiali riciclati MATERIA Flusso della materia

Agenda 21 è un programma delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo sostenibile: consiste in una pianificazione completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull’ambiente. La cifra 21 che fa da attributo alla parola Agenda si riferisce al XXI secolo, in quanto temi prioritari di questo programma sono le emergenze climatico-ambientali e socio-economiche che l'inizio del terzo millennio pone inderogabilmente dinnanzi all'intera Umanità. Agenda 21 è quindi un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento più ampio possibile di tutti i portatori di interesse che operano su un determinato territorio.

OBIETTIVI DELL’AGENDA 21 1° obiettivo: crescita economica e tutela Si richiama il concetto di sviluppo sostenibile, l’unico possibile. “… è uno sviluppo che risponde ai bisogni del presente al ritmo del rinnovamento delle risorse.” 2° obiettivo: riduzione dei consumi Riequilibrio dei consumi tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. 3° obiettivo: limitazione dell’urbanizzazione L’urbanizzazione incontrollata, in condizioni di povertà estrema e di forte incremento demografico, dà origine a gravi problemi di marginalizzazione sociale. 4° e 5° obiettivo: gestione delle risorse Trattano di molteplici problemi ambientali: gestione delle risorse idriche, delle fonti energetiche, della protezione degli ecosistemi marini, delle foreste, della lotta contro la desertificazione, della conservazione della biodiversità, ecc. 6° obiettivo: agenti chimici tossici e rifiuti radioattivi Problemi legati alla produzione e allo smaltimento di rifiuti altamente inquinanti. 7° obiettivo: responsabilità dell’uomo nei confronti del futuro del pianeta Tratta della conservazione e valorizzazione delle tradizioni dei popoli, del ruolo della istruzione, anche ai fini della riduzione della natalità.

… per una sostenibilità dello sviluppo Lo sviluppo sostenibile … 1) … non si identifica nella crescita, anche se non la esclude; 2) … include l’ambiente nelle internalità del sistema economico; 3) … comporta sempre un miglioramento qualitativo; 4) … implica l’affermazione di valori che riguardano sia la società, sia la natura; 5) … implica il diritto ad esprimere le proprie potenzialità, riconosciuto a tutti i componenti della comunità umana; 6) … presuppone che sia garantita l’integrità dell’ecosistema. (Vallega A., 1994 - Geopolitica e sviluppo sostenibile. Mursia. Milano)

INDICATORI DI SOSTENIBILITA’ Secondo M. Wackernagel e W. Rees è possibile misurare il livello di sostenibilità di aree geografiche attraverso un indice numerico definito IMPRONTA ECOLOGICA (Ecological Footprint). Essa misura l'area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e per assorbire i rifiuti corrispondenti. Maggiore è l’impatto sull’ambiente più elevata è l’impronta ecologica. A questa viene associato un altro indicatore, la BIOCAPACITÀ, che misura la produzione biologica di una dato territorio. Impronta ecologica e biocapacità sono utilizzate congiuntamente e vengono espresse in termini di ettari di spazio bioproduttivo medio mondiale.

Disponibilità di Biocapacità Secondo le analisi di Wackernagel e Rees ogni abitante della Terra necessita in media di 2,3 ettari di superficie per produrre le risorse di cui ha bisogno per vivere e assorbire i rifiuti prodotti. Nazioni   Impronta Ecologica Ha/persona Disponibilità di Biocapacità Ha/persona Deficit ecologico Ha/persona STATI UNITI 9,6 5,5 -4,1 AUSTRALIA 9,4 12,9 +3,5 OLANDA 5,6 1,5 -4,1 FRANCIA 5,3 3,7 -1,6 GERMANIA 4,6 1,9 -2,8 ITALIA 4,2 1,5 -2,8 CINA 1,4 0,6 -0,8 INDIA 1,0 0,5 -0,5 ERITREA 0,8 4,5 +3,7

Per un approccio applicativo al problema … Qual è l’impatto di ciascuno di noi sull’ambiente? 35 Kg di CO2 Quanta CO2 produce al giorno una persona? Kg 35 La produzione è di circa 35 kg al giorno per ogni pesona. Attraverso la respirazione circa 0,8 Kg al giorno per persona. Attraverso tutte le altre attività quotidiane ogni persona contribuisce a liberare in atmosfera circa 34 kg di anidride carbonica!

Consumi quotidiani. Qualche esempio…

L’aumento della CO2 in atmosfera provoca un fenomeno ben noto: l’EFFETTO SERRA. Ecco perché le emissioni in atmosfera vengono spesso definite GAS SERRA.

L'industria utilizza enormi volumi di energia, liberando nell'atmosfera massicce quantità di CO2 Una soluzione? Ridurre le emissioni e preservare le foreste che funzionano come eccezionali depuratori biologici.

ESISTONO AZIENDE CHE PAGANO IL DEBITO VERSO LA NATURA La produzione implica il consumo di risorse e di ossigeno prelevati dall'ambiente. Molte aziende hanno intrapreso la strada di pagare il loro debito, ripristinando le materie rinnovabili attraverso Progetti di riforestazione e protezione delle foreste tropicali. Tali progetti hanno dimostrato come sia possibile realizzare il difficile compromesso tra etica ambientale e orientamento al profitto.

QUANTI ALBERI DOVREBBE PIANTARE CIASCUNO DI NOI PER TRASFORMARE LA CO2 PRODOTTA IN UN ANNO CON L'AGIRE QUOTIDIANO? PER MANTENERE QUESTO EQUILIBRIO OGNI PERSONA DOVREBBE PIANTUMARE CIRCA UN ETTARIO DI BOSCO L'ANNO? L’EQUIVALENTE IN SUPERFICIE A DUE CAMPI DA CALCIO, CIOÉ L’AREA OCCUPATA DA 500 ALBERI ADULTI.

MA PER RIDURRE NOTEVOLMENTE QUESTO “DEBITO” POSSIAMO ANCHE: 1. Ridurre i consumi e gli sprechi 2. Adottare comportamenti di consumatori responsabili con acquisti che orientino l'industria a prodotti e processi ecocompatibili. 3. Promuovere su scala locale il rimboschimento e la protezione degli ambienti naturali rimasti. 4. Contribuire su scala globale alla protezione delle foreste equatoriali.

La salvaguardia delle foreste equatoriali consente la fissazione dei gas serra e, nello stesso tempo, preserva dall’estinzione gran parte delle specie viventi sul nostro pianeta. www.biodiversityassociation.org Foresta Otonga - Ecuador