L’economia politica della politica commerciale

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Transcript della presentazione:

L’economia politica della politica commerciale Capitolo 9 L’economia politica della politica commerciale Economia internazionale: teoria e politica del commercio internazionale di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld, terza edizione italiana a cura di Rodolfo Helg

Organizzazione del capitolo Introduzione Le ragioni a favore del libero scambio Le ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Politica commerciale e distribuzione del reddito Politica commerciale e negoziati internazionali Sommario Appendice: come si dimostra che il dazio ottimo è positivo Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Introduzione Il libero scambio massimizza il benessere nazionale, ma comporta effetti di redistribuzione del reddito. La più parte dei governi mantiene forme di restrizione del commercio internazionale. Motivi per cui la gran parte degli economisti dice che i governi non dovrebbero interferire con il liberso scambio Motivi per cui i governi tendono a non fondare le proprie decisioni sui calcoli costi-benefici effettuati dagli economisti. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Introduzione Quali ragioni avrebbero i governi per non interferire nel commercio internazionale? Ci sono tre argomentazioni a favore del libero scambio: libero scambio ed efficienza economie di scala nella produzione argomentazioni di natura politica Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Le ragioni (degli economisti) a favore del libero scambio Libero scambio e efficienza L’argomentazione a favore del libero scambio fondata sulla nozione di efficienza discende dal risultato secondo cui, nel caso di un paese piccolo (che non ha potere di influire, attraverso mutamenti della domanda di importazioni, sulla ragione di scambio) il libero scambio è semplicemente la politica commerciale ottimale Un dazio causa una perdita secca per l’economia: distorsioni dal lato dell’offerta (si produce all’interno qualcosa che potrebbe essere prodotto più efficientmente altrove) e della domanda (si consuma meno di quello che si sarebbe fatto Lo spostamento da un equilibrio con dazio al libero scambio elimina la perdita di efficienza e accresce il benessere nazionale Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Le ragioni (degli economisti) a favore del libero scambio Figura 9-1: la ragione a favore del libero scambio fondata sulla nozione di efficienza nel caso di paese piccolo: solo costi da un dazio! Prezzo, P Quantità, Q S Distorsione nella produzione D Distorsione nel consumo Prezzo mondiale più dazio Prezzo mondiale Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Le ragioni (degli economisti) a favore del libero scambio Benefici aggiuntivi del libero scambio in presenza di economie di scala In paesi piccoli, la protezione dei mercati non consente alle imprese di sfruttare le economie di scala; essa incoraggia un eccessivo numenro di imprese a entrare nel settore protetto; la proliferazione di imprese implica che ciascuna operi su una scala inefficiente La presenza di economie di scala induce scambi internazionali che consentono una maggiore disponibilità di varietà di beni a prezzi inferiori: la protezione preclude questo beneficio Il libero scambio, come contrapposto ad un commercio internazionale “regolato”, offre maggiori incentivi all’innovazione e all’apprendimento Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Le ragioni politiche a favore del libero scambio Politica e libero scambio Un impegno politico a favore del libero scambio nella pratica può essere una buona idea: attraverso i commerci (di beni, servizi e fattori produttivi) possono viaggiare le spinte all’ammodernamento e alla democratizzazione dei sistemi politici autoritari (che non a caso preferiscono relazioni commerciali fortemente regolate se non l’autarchia, per ridurre i contatti con l’esterno) Anche quando sussista qualche giustificazione a limitare gli scambi (v.oltre), è molto difficile per un Governo effettuare scelte equilibrate e ben mirate: un Governo disponibile, per fondati motivi, a regolare gli scambi diviene facilmente oggetto di pressioni da parte dei gruppi di interesse alla ricerca di rendite di protezione che fanno deviare la politica commerciale dall’impianto ritenuto ottimo (sulla base di un’analisi costi/benefici) Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Politiche commerciali attive talvolta possono accrescere il benessere di una nazione nel suo insieme Esistono due giustificazioni teoriche per l’abbandono di una politica di libero scambio: l’effetto sulla ragione di scambio di un dazio i fallimenti del mercato interno Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Dazi e ragione di scambio Nel caso di un paese grande (cioè di un paese che è in grado di influenzare il prezzo internazionale mediante il commercio), un dazio riduce il prezzo delle importazioni e determina un miglioramento della ragione di scambio Tale beneficio può essere confrontato con i costi di un dazio (distorsioni nella produzione e nel consumo) per vedere se esso li supera o meno E’ possibile che il beneficio di un dazio, connesso al miglioramento della ragione di scambio, più che compensi i suoi costi Pertanto, il libero scambio può non essere la politica commerciale ottimale per un paese grande Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Figura 9-2: il dazio ottimo, beneficio marginale derivante dal miglioramento della ragione di scambio è esattamente pari alla perdita marginale in termini di efficienza conseguente alle distorsioni nella produzione e nel consumo Benessere nazionale al netto delle perdite Dazio 1 Dazio ottimo, to Dazio proibitivo, tp Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Il dazio ottimo Il dazio che massimizza il benessere nazionale netto è in generale contenuto E’ positivo per un paese grande, ma inferiore al dazio proibitivo che eliminerebbe ogni importazione E’ nullo nel caso di un paese piccolo che non è in grado di influenzare il prezzo internazionale Il dazio ottimo aumenta al crescere della dimensione (potere di mercato) del paese Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Sussidio ottimo: che politica commerciale imporrebbe per i settori di esportazione l’argomento basato sulla ragione di scambio? Un sussidio all’esportazione comporta un peggioramento della ragione di scambio, quindi riduce necessariamente il benessere nazionale. Pertanto, la politica ottimale per i settori di esportazione deve prevedere un sussidio negativo, cioè una tassa sulle esoportazioni (paesi esportatori di greggio tassano le vendite petrolifere). Così come il dazio ottimo, anche la tassa sulle esportazioni è, per un paese grande, sempre positiva, ma minore della tassa proibitiva che eliminerebbe ogni esportazione. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Controargomentazioni alla considerazioni fondate sulla possibilità di influire sulla ragione di scambio L’argomentazione della possibilità di influire a proprio vantaggio sulla ragione di scambio vale solo per i paesi grandi; per i paesi piccoli il dazio comporta solo costi Ci sono rischi anche per i paesi grandi: 1) possibilità di non applicare nel dosaggio e nella modalità giuste le politiche commerciali (perchè i governi divengono preda delle lobby); 2) possibilità di ritorsioni da parte di altri paesi grandi con l’esplodere di guerre commerciali Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Fallimenti del mercati interno Surplus del consumatore e del produttore non misurano in modo appropriato i costi ed i benefici sociali Le nozioni di surplus del consumatore e del produttore trascurano possibili fallimenti del mercato interno come: disoccupazione o sotto-occupazione della forza lavoro spillover tecnologici provenienti da settori nuovi o particolarmente innovativi esternalità Un dazio può accrescere il benessere se esiste un beneficio marginale sociale associato alla produzione di un bene che non viene catturato dalla misura del surplus del produttore. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale Figura 9-3: argomentazione a favore di un dazio fondata sul fallimento del mercato interno Prezzo, P Quantità, Q S D (a) PW + t a PW b S2 D2 S1 D1 Dollari Quantità, Q S1 S2 Beneficio marginale sociale (b) c Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di fallimenti di mercato L’argomentazione contraria la libero scambio fondata sul fallimento del mercato interno è un caso particolare della teoria del second best La teoria del second best afferma che una politica non interventista nei confronti di un dato mercato è desiderabile solo se tutti gli altri mercati funzionano adeguatamente Se un mercato fallisce nel funzionare adeguatamente, un intervento del Governo può accrescere il benessere Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Controargomentazioni alle ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di fallimento di mercato Il fallimento del mercato fornisce una giustificazione convincente delle politiche commerciali? Ci sono due linee di difesa fondamentali del libero scambio in presenza di distorsioni domestiche: distorsioni domestiche dovrebbero essere corrette mediante l’uso di politiche economiche interne (e non internazionali) Esempio: un sussidio alla produzione è più appropriato di un dazio nel trattare un fallimento di mercato legato al lato della produzione i fallimenti di mercato sono difficili da individuare e da misurare Esempio: un dazio volto a proteggere certi settori industriali urbani genererà dei benefici sociali, ma incoraggierà anche i lavoratori a spostarsi in mdo eccessivo verso questi settori provocando un aumento della disoccupazione. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politica commerciale e distribuzione del reddito In pratica, le politiche commerciali sono dominate da considerazioni di distribuzione del reddito I desideri dei singoli individui si riflettono in misura più o meno ampia negli obiettivi del governo Esistono modelli in cui i governi cercano di massimizzare il loro successo politico Competizione elettorale Gli scienziati della politica sostengono che le politiche effettive siano determinate dalla competizione tra partiti politici che cercano di attirare più voti possibili Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politica commerciale e distribuzione del reddito Assunzioni del modello: esistono due partiti politici in competizione tra loro l’obiettivo di ciascun partito è di essere eletto ogni partito deve decidere il livello di dazio da imporre (questa è l’unica politica economica possibile) gli elettori hanno preferenze diverse sulle politiche commerciali Quali politiche i due partiti prometteranno di seguire? I due partiti offriranno la stessa politica, che consisterà nel dazio preferito dall’elettore mediano (l’elettore che si colloca esattamente al centro nello spettro delle preferenze) Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politica commerciale e distribuzione del reddito Figura 9-4: competizione politica: tendenza delle due coalizioni a “offrire” lo stesso dazio; quello preferito dall’elettore mediano Elettori Dazio preferito Sostegno politico tA tB Elettore mediano tM Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politica commerciale e distribuzione del reddito Azione collettiva L’ipotesi dell’elettore mediano dovrebbe condurre a politiche più liberiste di quelle che si osservano nella realtà (le politiche protezionistiche avantaggiano un numero limitato di elettori). Tale contraddizione può essere superata con il concetto di azione collettiva; questo approccio considera l’attività politica come un bene pubblico, i cui effetti non sono escludibili nè caratterizzati da “rivalità” tra i percettori Per esempio, un dazio protegge tutte le imprese di un certo settore dalla concorrenza estera, anche se l’onere dell’attività di pressione svolta per ottenerlo è stato sopportato solo da alcune di esse All’opposto, i consumatori danneggiati possono subire un’ampia perdita complessiva dal dazio, ma una limitata perdita pro capite; il vantaggio pro capite che deriverebbe nel far sentire la propria voce presso i politici è inferiore al costo che devono sopportare per intraprendere la singola azione E’ possibile che determinate politiche commerciali, pur comportando perdite notevoli ma distribuite su un gran numero di imprese o di consumatori, non vengano contrastate, non trovino opposizione i settori piccoli e ben organizzati ottengono protezione perchè possono svolgere l’azione collettiva; i settori grandi e di difficile organizzazione (tipicamente la massa dei consumatori) non intraprendono l’azione collettiva e non si oppongono al danno che ricevono Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politica commerciale e distribuzione del reddito Come modellizzare il processo politico I gruppi di interesse “acquistano” politiche in cambio di contributi finanziari ai partiti I partiti possono anche deviare dalle preferenze del proprio elettorato (o dell’elettore mediano) se i contributi consentono di vincere le elezioni (portano più voti rispetto a quelli che si perdono) I gruppi piccoli e ben organizzati, che hanno superato il problema dell’azione collettiva, possono così ottenere politiche che favoriscono il loro interesse, a scapito del benessere collettivo Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politica commerciale e distribuzione del reddito Chi riceve protezione? Due settori tendono ad essere protetti nei paesi avanzati: Agricoltura Gli agricoltori sono pochi e ben organizzati Tessile e abbigliamento Entrambi hanno goduto di protezione notevole. Questi settori impiegano lavoratori non qualificati e hanno alle spalle un’organizzazione sindacale Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali L’integrazione internazionale è progredita considerevolmente dalla metà degli anni ‘30 fino agli anni ‘80 circa perchè gli Stati Uniti e altri paesi avanzati hanno gradualmente rimosso dazi e barriere non tariffarie agli scambi. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Figura 9-5: i dazi negli Stati Uniti Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Come è stato possibile rimuovere i dazi? La grande liberalizzazione commerciale post-bellica è stata conseguita mediante negoziati internazionali I governi si sono accordati per la riduzione reciproca dei dazi I vantaggi della negoziazione E’ più facile ridurre i dazi nell’ambito di un accordo reciproco piuttosto che su iniziativa unilaterale perchè: ciò consente di mobilitare gli esportatori come sostenitori del libero scambio ciò aiuta i governi ad evitare il coinvolgimento in distruttive guerre commerciali Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Tabella 9-3: il problema della guerra commerciale Giappone Stati Uniti Libero scambio Protezionismo 10 20 -10 20 -10 -5 Protezionismo Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Ogni paese assume data la politica dell’altro presenta; ciascun paese ha una strategia dominante: il protezionismo; lasciati a se stessi tutti e due i paesi scelgono il protezionismo (troppo alta la perdita cui andrebbero incontro se scegliessero unilateralmente il libero scambio); in questo modo perdono entrambi 5; una perdita inferiore a quella di 10 che rischierebbero con un liberismo unilaterale Anche se ogni paese agendo singolarmente preferisce il protezionismo, starebbero entrambi meglio se entrambi scegliessero il libero scambio Nella teoria dei giochi, questa situazione è nota come dilemma del prigioniero Il risultato migliore (guadagno di 10 per entrambi) si può raggiungere attraverso il coordinamento, con un accordo tra i due paesi perchè entrambi adottino una politica di libero scambio; un trattato internazionale può fungere da coordinator esterno nei confronti d due attori con vantaggio per tutti Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Gli accordi commerciali internazionali: brevi cenni storici La riduzione coordinata dei dazi intesa come politica commerciale risale agli anni ‘30 (lo Smoot-Hawley Act) La riduzione multilaterale dei dazi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale è avvenuta sotto l’egida dell’Accordo Generale sui Dazi e sul Commercio (GATT), stipulato nel 1947 a Ginevra Attualmente, è noto come Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO) Il sistema GATT-WTO è un’organizzazione formale che incorpora un insieme di regole di condotta in materia di politiche commerciali Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Il sistema GATT-WTO proibisce l’introduzione di: sussidi all’esportazione (eccetto che per i prodotti agricoli) contingentamenti delle importazioni (eccetto il caso in cui un improvviso aumento delle importazioni minacci i produttori domestici) dazi (ogni nuovo dazio o incremento di un dazio esistente deve essere controbilanciato da riduzioni in altri dazi volte a compensare i paesi esportatori danneggiati) Round commerciale Un vasto numero di paesi si incontra per negoziare un insieme di riduzioni tariffarie nonché altre misure per la liberalizzaizone degli scambi Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Dal 1947 ad oggi, hanno avuto luogo otto round commerciali: i primi cinque hanno assunto la forma di negoziati bilaterali “paralleli” (per esempio, Germania con Francia e Italia) il sesto accordo commerciale multilaterale, noto come Kennedy Round, venne completato nel 1967: comportava una riduzione generalizzata del 50% su tutti i dazi vigenti da parte dei paesi industrializzati, eccezion fatta per alcuni specifici settori industriali in cui i dazi rimasero immutati complessivamente, il Kennedy Round comportò una riduzione media dei dazi del 35% circa Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Il cosiddetto Tokyo round (conclusosi nel 1979) comportò: la riduzione ulteriore dei dazi nuovi codici per controllare la proliferazione di barriere non tariffarie, quali ad esempio le VER Un ottavo round di negoziati, il cosiddetto Uruguay Round, si è concluso nel 1994 Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali L’Uruguay Round I suoi risultati maggiori sono stati: la liberalizzazione degli scambi alcune riforme amministrative Doha Round iniziato a fine 2001...ancora in corso Liberalizzazione commerciale Il dazio medio imposto dai paesi avanzati si è ridotto di quasi il 40%. Ancora più significativo della riduzione complessiva dei dazi è l’accordo per liberalizzare il commercio in due settori molto importanti: l’agricoltura e l’abbigliamento Dal GATT al OMC Molti dei dibattiti che hanno ruotato intorno all’Uruguay Round riguardano la creazione dell’OMC Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Quanto è diverso l’OMC dal GATT? Il GATT era un accordo provvisorio, mentre l’OMC è un’organizzazione internazionale a pieno titolo Il GATT trovava applicazione solo in materia di commercio di beni, mentre l’OMC ha incluso anche regole sul commercio di servizi (l’Accordo Generale sul Commercio in Servizi (GATS)) e sull’applicazione internazionale dei diritti di proprietà intellettuale L’OMC ha una nuova procedura di risoluzione delle dispute, concepita per ridurre il tempo in cui si perviene al giudizio Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Costi e benefici L’impatto economico dell’Uruguay Round è difficile da stimare. Ciò nonostante, le stime del GATT e dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo indicano un beneficio per l’economia mondiale quantificato in 200 miliardi di dollari all’anno, una volta che l’accordo sarà pienamente in vigore. Gli economisti tendono a ritenere troppo basse queste stime I costi dell’Uruguay Round graveranno su gruppi ben organizzati, mentre i suoi benefici saranno ampiamente diffusi tra la popolazone Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Gli accordi commerciali preferenziali I paesi stipulano accordi commerciali preferenziali attraverso i quali riducono i loro dazi reciprocamente, ma non nei confronti del resto del mondo Il GATT-OMC, attraverso il principio della “nazione più favorita” (MFN), proibisce accordi siffatti La costituzione di un accordo commerciale preferenziale è permessa solo se conduce al libero scambio tra i paesi firmatari dell’accordo Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Due o più paesi membri dell’OMC si accordano in favore del libero scambi in due modi: un’area di libero scambio consente il libero scambio tra paesi membri, ma prevede che ogni paese membro mantenga una propria politica commerciale nei confronti del resto del mondo. Esempio: il North American Free Trade Agreement (NAFTA) dà vita ad un’area di libero scambio. un’unione doganale consente il libero scambio tra paesi membri e richiede l’adozione di una politica commerciale comune nei confronti del resto del mondo. Esempio: l’Unione Europea (EU) è un’unione doganale. un mercato comune è un’unione doganale che prevede la libera circolazione dei fattori (in particolare del lavoro) tra i paesi membri; l’UE è un mercato comune Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Politiche commerciali e negoziati internazionali Gli accordi commerciali preferenziali sono positivi? Dipende se portano a più creazione di flussi commerciale o a più deviazione di flussi commerciali Creazione di flussi commerciali Avviene quando la formazione di un accordo commerciale preferenziale porta a sostituire la produzione locale ad alto costo con importazioni a basso costo da altri paesi membri Deviazione di flussi commerciali Avviene quando la formazione di un accordo commerciale preferenziale porta a sostituire importazione a basso costo da paesi terzi con importazioni ad alto costo da altri paesi membri Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Sommario Ci sono tre argomentazioni a favore del libero scambio: i guadagni di efficienza dal libero scambio i guadagni aggiuntivi dalla economie di scala l’argomentazione di natura politica Ci sono due argomenti a sostegno di deviazioni dal libero scambio: l’argomentazione a favore di un dazio basata sulla ragione di scambio i fallimenti del mercato interno Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Sommario In pratica, la politica commerciale è dominata da considerazioni di distribuzione del reddito. I partiti politici adottano politiche che rispondono agli interessi dell’elettore mediano. Gruppi ben organizzati (o ristretti) sono spesso in grado di ottenere politiche che assecondano i loro interessi a danno della maggioranza. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 Sommario I negoziati internazionali aiutano a ridurre i dazi nei paesi avanzati e ad evitare guerre commerciali. Il GATT è l’istituzione centrale del sistema del commercio internazionale. Il più recente accordo mondiale raggiunto in seno al GATT ha istituito una nuova organizzazione, l’OMC. Tre tipi di accordi commerciali preferenziali sono permessi in seno all’OMC: aree di libero scambio, unioni doganali e mercati comuni. Gli accordi commerciali preferenziali possono essere positivi o negativi, a seconda della magnitudine degli effetti di creazione e di deviazione dei flussi commerciali. Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Appendice: come si dimostra che il dazio ottimo è positivo Figura 9A-1: effetti di un dazio sui prezzi Prezzo, P Quantità, Q Offerta di esportazioni di B P ~ t PF PW Domanda di importazioni di A Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003

Appendice: come si dimostra che il dazio ottimo è positivo Figura 9A-2: effetti di benessere di un dazio Prezzo, P Quantità, Q S D P ~ Q2 D2 Per- dita PF Q1 D1 Gua- dagno PW Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003