TESTIMONIANZE STORICHE SU GESù Anche se le fonti non-cristiane sono scarse e forniscono notizie poco concrete, esse dimostrano che un certo Gesù è esistito. L’esistenza storica di Gesù non può essere seriamente confutata.
Giuseppe Flavio (I sec.) Giudaiche Mishnah (II sec.) Talmud (V sec.) Plinio a Traiano (112 ca.) FONTI NON CRISTIANE Tacito (112 ?) Pagane Svetonio (120 ca.) Lettera di Adriano (125) Luciano di Samosata Islamiche Corano Lettere Paoline Canoniche Vangeli Sinottici FONTI CRISTIANE Atti degli Apostoli Vangelo di Giovanni Apocalisse Apocrifi Non Canoniche Loghia fine cronologia Agrafa
Luciano di Samosata (175 ca.) I sec. Canoniche Lettere Paoline Loghia FONTI CRISTIANE Agrafa Giuseppe Flavio 70-90 ca. Vangeli Sinottici Atti degli Apostoli Non Canoniche Vangelo di Giovanni Apocalisse II sec. Plinio a Traiano (112 ca.) Tacito (112 ?) Pagane Svetonio (120 ca.) Lettera di Adriano (125) FONTI NON CRISTIANE Mishnah Luciano di Samosata (175 ca.) Apocrifi III sec. Giudaiche IV sec. V sec. Talmud VI sec. Islamiche VII sec Corano
Giuseppe Flavio Nell’opera Antichità giudaiche scrive: Giuseppe Flavio (37-103 d.C.) storico ebreo di lingua greca. Le sue opere sono importanti per conoscere i rapporti tra gli ebrei e i romani, e quindi anche per conoscere gli inizi del cristianesimo. Tra le sue opere: “Antichità giudaiche” e “Guerra giudaica” Giuseppe Flavio Nell’opera Antichità giudaiche scrive: «Ci fu verso questo tempo (30 d.C.) Gesù uomo sapiente (se pure bisogna chiamarlo uomo). Era infatti operatore di cose straordinarie. Maestro di uomini che accolgono con piacere la verità. E attirò a sé molti giudei e anche molti greci. (Costui era il Cristo). E avendo Pilato su denuncia degli uomini notabili tra noi punito lui di croce, non cessarono di amarlo coloro che da principio lo avevano amato. (Egli infatti comparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già detto i divini profeti queste e migliaia di altre cose mirabili riguardo a lui). E ancora adesso non è venuto meno il gruppo di quelli che, da costui, sono chiamati cristiani». La traduzione è dal testo greco; esiste anche una traduzione in arabo, senza le parti tra parentesi. Queste ultime risalgono probabilmente a interventi da parte cristiana.
Mishnah Rabbi Aboda Zara Il termine significa “ripetizione” indica l’insegnamento della legge orale dell'Antico Testamento, viene inclusa tra le leggi politiche e civili degli ebrei. La Mishnah fu codificata nell'ultimo quarto del II secolo o nel primo quarto del III secolo d.C. da rabbi Giuda (135 ca. - 220 ca.), detto anche ha-Kadosh (ebraico, "il santo") o ha-Nasi (ebraico, "il principe" o "il patriarca"), ma noto generalmente ai devoti ebrei come rabbi. Nella sua redazione definitiva essa rappresenta l'evoluzione, durata diversi secoli, di raccolte precedenti, di cui la prima fu quella degli allievi di Shammai e di Hillel. La Mishnah è seguita da un elaborato commentario, la Gemarah, seconda parte del Talmud. Mishnah Rabbi Aboda Zara “Io, una volta, passeggiavo sulla strada superiore di Sepphoris, e trovai un uomo dei discepoli di Ješu ha-nôserî (= il cristiano) e Giacomo da Kfar Siknaja era il suo nome. Egli mi disse: «Sta scritto nella vostra Torà: Tu non devi portare il prezzo del meretricio e del cane nella casa del Signore Dio tuo [Dt. 23,19]. Si può dunque fare una latrina per il sommo sacerdote?» Ma io gli risposi di no. Egli mi disse: «Così mi ha insegnato Ješu ha-nôserî: Dal prezzo del meretricio è raccolto, al prezzo del meretricio deve tornare [Mic. 1,17]. Dal luogo della sporcizia sono venuti, al luogo della sporcizia devono tornare». E la cosa mi piacque, e per questo sono stato arrestato, per eresia”.
Talmud Corpus ebraico di leggi civili e religiose che comprende commenti alla Torah. Il Talmud è composto da una codificazione di leggi, detta Mishnah, e da un commento alla Mishnah, chiamato Gemarah. Il materiale del Talmud riguardante le decisioni degli studiosi sulle controversie legali è noto come Halakah; leggende, aneddoti e detti del Talmud che illustrano la legge tradizionale sono conosciuti come Haggada. Esistono due compilazioni del Talmud: il Talmud palestinese, detto altrimenti "Talmud di Gerusalemme", e il Talmud babilonese, la cui tradizione accademica è più diffusa. Essi contengono la stessa Mishnah, ma Gemarah diverse. Nel Talmud ci sono poche citazioni di Gesù e sempre in modo irriverente. Il Talmud babilonese ci riporta questo racconto (tra parentesi quadre le parole contenute solo in alcuni manoscritti): “Viene tramandato: [al venerdì] alla sera della Parasceve si appese Ješu [ha-nôserî = il cristiano]. Un araldo per quaranta giorni uscì davanti a lui: «Egli [Ješu ha-nôserî] esce per essere lapidato, perché ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e l’arrechi per lui». Ma non trovarono per lui alcuna discolpa, e lo appesero [al venerdì] alla sera della Parasceve. Disse Ulla: «Credi tu che egli [Ješu ha-nôserî] sia stato uno per il quale si sarebbe potuto attendere una discolpa?”
Plinio il Giovane (Como 62 ca. -. 112 ca. d. C Plinio il Giovane (Como 62 ca. - ? 112 ca. d.C.), oratore, letterato e funzionario romano; le sue lettere forniscono una preziosa testimonianza della vita durante il I secolo. Ricoprì numerose cariche ufficiali, fra cui quella di tribuno militare in Siria, divenne pretore, e nel 100 fu nominato console. Intorno al 111 fu nominato governatore della provincia della Bitinia, incarico che svolse per quasi due anni. Plinio scrisse e pubblicò nove libri di Lettere (Epistolario), e un decimo libro, pubblicato postumo, contenente la corrispondenza ufficiale, diretta all'imperatore Traiano, quando egli ricopriva la carica di governatore della Bitinia. Tra le lettere di maggiore interesse vanno ricordate le due epistole all'amico Publio Cornelio Tacito, che narrano dell'eruzione del Vesuvio, e un'altra indirizzata a Traiano, che tratta della politica da adottare nei riguardi dei cristiani. Plinio a Traiano Plinio il Giovane, ep. 96 a Traiano: in Bitinia c’è un culto a Cristo come a Dio. «I cristiani sono soliti riunirsi all’alba in un giorno fisso e intonare a cori alterni un inno in onore di Cristo, come se fosse un dio». Il proconsole chiede all’imperatore come comportarsi giuridicamente nei confronti dei cristiani.
Tacito Tacito (55 ca. - 117 d.C. ca.), storico romano. Dopo aver ricoperto numerose cariche politiche, negli ultimi anni della sua vita si dedicò principalmente alla redazione di opere storiche. Viene attribuito a Tacito il Dialogus de oratoribus, prezioso documento sull'eloquenza. Nel 98 uscirono le due monografie Agricola e Germania: la prima è una biografia del suocero; la seconda è un trattato sui costumi dei germani. I due capolavori, le Historiae (che narrano gli avvenimenti dal 69 al 96) e gli Annales (dal 14 all'inizio del 69) non ci sono purtroppo giunti integralmente. Tacito, in Annales XV,44: i «crestiani» sono incolpati dell’incendio di Roma del 64. «Cresto era stato messo a morte sotto l’impero di Tiberio, per ordine del procuratore Ponzio Pilato». Forse Tacito ha confuso le parole greche «christòs» (= unto) e «chrestòs» (= ottimo, il migliore) che si pronunciavano nello stesso modo.
Svetonio Svetonio, in Vita Claudii 25,4 scrive che l’imperatore: Svetonio (70-140 ca. d.C.) storico romano, fu segretario dell’imperatore Adriano. Autore di “Vite di uomini illustri” e di “Vite dei dodici Cesari”, cioè i primi imperatori fino a Domiziano. Svetonio, in Vita Claudii 25,4 scrive che l’imperatore: «espulse da Roma i giudei diventati per istigazione di Cresto una continua causa di disordini». E in Vita Neronis 16,3 che: «sottopose a supplizi i cristiani, razza di uomini di una superstizione nuova e malefica».
Adriano Lettera dell’imperatore Adriano a Minucio Felice, proconsole d’Asia, sulle: «prove valide in tribunale contro i cristiani». Publio Elio Adriano (Italica, Siviglia 76 - Baia 138 d.C.), imperatore romano (117-138). Educato a Roma, ricoprì numerose cariche civili e militari fino al 98, quando Traiano venne eletto imperatore; da quel momento lo seguì nelle campagne militari e fu più volte eletto console. Alla morte di Traiano (117), Adriano venne proclamato imperatore. Egli cercò di consolidare l'unità dell'impero, continuamente minacciato dalle rivolte dei sudditi e dalle invasioni dei barbari. Dopo aver rinunciato alle province più periferiche, si ritirò entro i confini stabiliti da Augusto ponendo a salvaguardia del resto dei territori fortificazioni difensive, come il celebre vallo di Adriano in Britannia. Intraprese numerosi viaggi in quasi tutte le province romane, riformandone l'organizzazione politica, militare ed economica per consolidare il loro legame con Roma. Negli anni 134-135 si recò in Giudea, dove riuscì a sedare una sanguinosa insurrezione degli ebrei. Uomo di grande cultura, si circondò di poeti, filosofi e studiosi, e scrisse egli stesso versi e prose in latino e in greco. Arricchì Roma di splendidi monumenti, fra cui il Pantheon, il Tempio di Venere e la Mole Adriana (il mausoleo nel quale fu sepolto), divenuta in seguito fortezza papale con il nome di Castel Sant'Angelo.
Luciano (Samosata, Siria 120 ca. - dopo il 180 d. C Luciano (Samosata, Siria 120 ca. - dopo il 180 d.C.), scrittore e sofista greco. In gioventù si dedicò allo studio della retorica e della filosofia, poi viaggiò in tutto l'impero romano tenendo brillanti conferenze. La fama di Luciano, ammirato per lo stile improntato alla sobrietà e al rifiuto di ogni eccesso, è legata soprattutto ai dialoghi, operette satiriche che fondevano il dialogo di tipo filosofico con la commedia. Nei Dialoghi degli dei e nei Dialoghi marini realizzò vivaci istantanee di vita divina sullo sfondo dell'Olimpo e del mare. I Dialoghi dei morti rivelano invece un maggior spessore satirico, sia sul piano morale sia su quello religioso, mentre i Dialoghi delle cortigiane sono un vivace e realistico ritratto di quel mondo e dei suoi personaggi. Luciano di Samosata Il retore greco Luciano di Samosata nel De morte peregrini 13 deride i cristiani che: «disprezzano la morte, credendo di essere destinati all’eternità, si considerano fratelli, disprezzano tutte le leggi eccetto quella del loro sofista crocifisso, disprezzano tutti i beni indiscriminatamente e li ritengono comuni: sono così ingenui che qualsiasi ciarlatano si può approfittare di loro».
Corano Il termine arabo (al-Qur'an) significa lettura o recitazione di un testo a fini liturgici; indica il libro contenente quelle che, per i musulmani, sono rivelazioni consegnate da Allah (Dio) a Maometto durante la sua vita di profeta alla Mecca e a Medina nei primi decenni del VII secolo. Le rivelazioni erano state trasmesse in lingua araba e, secondo la tradizione musulmana più diffusa, avvenivano attraverso l'arcangelo Gabriele. I seguaci di Maometto impararono a memoria le rivelazioni che il profeta recitò loro e talvolta le trascrissero su oggetti come foglie di palma, schegge d'osso e pelli di animale. Dopo la morte di Maometto, avvenuta nel 632, i suoi seguaci, intorno al 650, conferirono loro la forma nella quale attualmente cono-sciamo il Corano. Il Corano, il libro sacro dell’islam, racconta alcuni episodi della vita del «Cristo Gesù figlio di Maria» (sura IV,171), ma lo considera semplicemente un uomo e non il Figlio di Dio, considerando questo concetto contrario al monoteismo islamico.
Loghia Il termine significa “breve detto” e viene usato per indicare i detti di Gesù, brevi frasi che si possono ricordare e ripetere facilmente. Queste frasi sono state tramandate, in un primo tempo, da sole senza un contesto. Nei vangeli questi detti vengono inseriti in un quadro più ampio; ne troviamo soprattutto nella tradizione sinottica (fonte”Q”). 7«Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? 8 Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. 9 Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco». Lc 3,7-9 e Mt 3,7-10 1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudi-cate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. 3 Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? 5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Mt 7,1-5 e Lc 6,37-42
Agrafa A-grafa significa “non scritti” sono alcuni detti di Gesù tramandatici soltanto al di fuori dei vangeli canonici: per esempio in altri scritti neotestamentari o negli apocrifi oppure nei Padri della chiesa. «Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!» At 20,35b « 15Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. 16Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. 17E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore». 1 Ts 4,15-17
Lettere Paoline Le lettere di Paolo costituiscono la parte più antica del NT e occupano un ruolo centrale fra i 27 scritti del neotestamentari. Secondo i risultati delle scienze bibliche, 7 lettere vengono attribuite sicuramente a Paolo, Rm, 1°2 Cor, Gal, Fil, 1Ts, Fm. Le rimanenti lettere sviluppano pensieri paolini e si pongono sotto l’autorità del suo nome, però sono state scritte in un tempo successivo ( Ef, Col,2Ts, 1°2 Tm, Tt). Queste lettere, essendo tra i testi più antichi del NT, assumono particolare importanza per la loro vicinanza ai fatti relativi a Gesù e quindi anche alla sua storicità. I cenni storici contenuti in questi testi sono utili per collocare l’apostolo Paolo nella sua attività missionaria e per evidenziare come già a partire dal 36 d.C. il messaggio evangelico si stesse diffondendo oltre i confini della Palestina.
Vangeli Sinottici EVANGELO o Vangelo è la trascrizione un po' deformata della parola greca “Euanghèlion “ che significa buona notizia. Nel Nuovo Testamento sono quattro i libri che prendono il nome di “vangelo” tre di questi sono detti Sinottici perché si possono leggere con uno “sguardo d’insieme” e, con un “colpo d’occhio”, notare subito quali sono le somiglianze. Essi sono : Matteo, Marco e Luca. Pur non essendo fonti prettamente storiche, perché i vangeli sono testimonianza e professione del Risorto da parte della prima comunità cristiana, in essi possiamo raccogliere alcune indicazioni. Gesù visse nei primi trent’anni del I secolo, durante il periodo di governo di : Erode il Grande, (Mt 2,1-3; Lc 1,5) dal 37 a.C. al 4 a.C. e di suo figlio Erode Antipa (Mt 14,1 ; Mc 6,14 ;Lc 9,7.9 ; Lc 13,31) dal 4 a.C. al 39 d.C. Cesare Ottaviano Augusto (27 a.C. - 14 d.C.) era imperatore, secondo Lc 2,1-4. Tiberio (14-37 d.C.) era imperatore quando Giovanni il Battista iniziò la sua vita pubblica, secondo Lc 3,1 esattamente nel quindicesimo anno del suo impero cioè nel 27-28 d.C. Ponzio Pilato fu procuratore dal 26 al 36 d.C. (Mt 27,1-2 ; Mc 15,1 ; Lc 3,1 ); Anna sommo sacerdote dal 6 al 15 d.C. mantenne il titolo anche dopo il suo incarico come al tempo di Caifa suo genero (Lc 3,2). Caifa rivestì il ministero di sommo sacerdote dal 18 al 36 d.C. (Mt 26,3.57).
Alcuni personaggi storici citati: Atti degli Apostoli L’autore degli Atti è Luca; è lui stesso che si presenta (At 1,1), e identifica la sua seconda opera come continuazione del suo “vangelo” presentando “il tempo della chiesa”. Lo scritto è databile intorno all’80 d.C. Lo scritto di Luca non si presta, nonostante il titolo, ad essere letta in primo luogo come opera storica o reportage di eventi. Gli Atti sono piuttosto una teologia vivacizzata da esperienze del cammino della prima comunità, dal piccolo gruppo postpasquale dei discepoli a Gerusalemme fino all’attività di Paolo nella capitale dell’impero a testimonianza della diffusione dell‘evangelo in tutto il mondo. Alcuni personaggi storici citati: Imperatori: Claudio (41-54) At 11,28;18,2 Nerone (54-68) At 25,12 Gli Erodi: Agrippa I (39-44) At 12 Agrippa II (50-100) At 25-26 Governatori: Antonio Felice (52-56) At 24 Porcio Festo (56-60) At 25 Sommi sacerdoti: Anania (48-55) At 23,2;24,1
Vangelo secondo Giovanni EVANGELO o Vangelo è la trascrizione un po' deformata della parola greca “Euanghèlion “ che significa buona notizia. Nel Nuovo Testamento sono quattro i libri che prendono il nome di “vangelo” tre di questi sono detti Sinottici , il Quarto Vangelo è quello di Giovanni. Ponzio Pilato fu procuratore dal 26 al 36 d.C. (Gv 18,28); Anna sommo sacerdote dal 6 al 15 d.C. mantenne il titolo anche dopo il suo incarico come al tempo di Caifa suo genero (Gv 18,12-14). Caifa rivestì il ministero di sommo sacerdote dal 18 al 36 d.C. (Gv 18,24).
Apocalisse Il termine deriva dal greco apokalypsis = rivelazione. L’autore consapevole del suo mandato profetico, si presenta col suo scritto alle comunità dell’Asia Minore con la “rivelazione” fornita ai cristiani da Dio attraverso Cristo e il veggente sulle “cose che devono presto accadere” (1,1-3) con l’intento di esortare e consolare i cristiani nella prova. L’autore dice di chiamarsi Giovanni, l’antica tradizione della chiesa ha ricono-sciuto in lui l’apostolo Giovanni. Nel testo dell’ Apocalisse , però, non si può cogliere alcuna forma di conoscenza personale tra l’autore e il Gesù storico. Ciò ci fa pensare che l’autore non sia Giovanni e, ancora oggi, il vero autore non ci è noto. Per quanto riguarda il tempo di composizione è facile individuarlo grazie ad alcuni indizi: siamo in presenza di uno sviluppato culto dell’imperatore è in atto una persecuzione organizzata contro i cristiani. E’ probabile che Ap sia stata composta alla fine del I secolo, in Asia Minore, sotto l’impero di Domiziano (81-96). Questo testo non ci è utile per definire la storicità di Gesù ma ci ricorda che alla fine del primo secolo il cristianesimo si è già diffuso in tutto il Medio Oriente ed è già oggetto di persecuzione.
Vangeli Apocrifi Il termine deriva dal greco apókryphoi = "nascosti", cioè segreti, celati al pubblico. Sono scritti che risalgono al II secolo che, nonostante una presunta paternità letteraria apostolica, non trovano alcun riconoscimento pubblico nella liturgia e nella discussione teologica tant’è che non sono entrati nel canone (elenco dei libri ritenuti ispirati). Questi testi cercano di rispondere alla curiosità popolare a riguardo della storia dell’infanzia e della risurrezione di Gesù, oppure intendono consolidare dottrine eretiche. Il valore storico di questi scritti è esiguo, la loro tendenza è soprattutto moraleggiante e caratterizzata dalla pietà popolare di quel tempo. Quest’ultimo tratto ne fa dei significativi documenti di quel tempo che rendono possibili alcune deduzione riguardo al pensiero e alla fede dell’epoca; sono importanti sia per l’interpretazione dell’arte e della letteratura cristiane, sia per la storia dei dogmi (verità di fede).